
Come mai la contemporaneità predilige una visione filosofica positivista che tende a negare la possibilità di ogni dimensione ultraterrena? Perché sembra così irrazionale la fede, perché la cultura sempre di più vuol tagliare fuori Dio dal pensiero e dal sentire comune? Perchè si cerca di spiegare Dio con la logica del pensiero razionalista? Le pagine de "Il senso di Dio" sgorgano da queste domande, e affermano che per rendere ragione della propria fede il cristiano deve prima fare un'esprienza personale e concreta di Dio. Per "vivere in Dio" è necessario sapere qual'è il Dio di cui si parla.
Benedetto XVI è stato veramente un Papa totale. Ricordato la maggior parte delle volte per la storica rinuncia, il successore di Giovanni Paolo II ha invece operato in meno di otto anni di pontificato una trasformazione all'interno della Chiesa. Dalla lotta senza quartiere alla pedofilia, alla nuova era della trasparenza finanziaria fino ai grandi temi quali la denuncia del relativismo. Un pontificato a tutto tondo nel mezzo di una rovinosa crisi economica e valoriale che ha cambiato la fisionomia del mondo.
L'immagine che spesso si associa alla Misericordia di Dio è quella della paziente e comprensiva attesa di un "ritorno". Eppure i Vangeli sembrano raccontare qualcosa che somiglia più a un esodo che a un'attesa. Un principio creativo e vivificante messo in circolo da un "Dio in uscita" che apre strade e opportunità impensate. La pietra ribaltata del sepolcro è l'immagine presa in prestito dalla Pasqua per descrivere la Misericordia all'opera. Una riflessione che offre qualche spunto utile a riconoscere, sperimentare, praticare la Misericordia.
Il testo cerca di fornire alcune linee generali sulle motivazioni e le indicazioni che papa Francesco ha voluto dare a tutta la Chiesa attraverso l'indizione del Giubileo Straordinario. A partire della Bolla di indizione "Misericordiae Vultus", l'autore traccia un cammino di consapevolizzazione di questo evento, rimanendo fedele alle stesse parole del Papa.
Molti immaginavano un concilio di dogmi e di condanne. Ma papa S. Giovanni XVIII volle un concilio "pastorale". Lo volle insieme agli oltre duemila vescovi per presentare al mondo una Chiesa capace di Capire "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono" (GS 1). Questo fu possibile perché i padri conciliari agirono come Servi della Parola e Padri nella Fede. In queste pagine si è tentato di descrivere persone e dinamiche, pur sapendo che il vero motore di un concilio ecumenico è lo Spirito Santo (At 15,28).
Un ragazzo ribelle come una pecora fuori dal gregge; il valore di una persona perduto come una moneta nella fuga di un pavimento; un ragazzo che sbatte il pugno, che rivendica i suoi diritti e la parte che (secondo lui) gli spetta, il Padre che affronta l'orgoglio, che vuole suo figlio, che ama suo figlio con l'amore più forte. L'evangelista Luca ci racconta tre 'parabole di misericordia' di Gesù Cristo. Lasciamo che il Signore Gesù ci spieghi che la misericordia è un legame afferrato, voluto, annodato a qualcuno, stretto; che ci parli dell'orgoglio ribelle che lo vuole tagliare, del valore perso dell'uomo che si svende e che il Padre compra senza guadagnarci, per dargli un prezzo non negoziabile.
La tradizione cristiana delle opere di misericordia corporale e spirituale, ripercorsa e ricompresa attraverso le storie e le parole della Sacra Scrittura, restituisce l'immagine di una vita nell'amore sempre possibile, in qualsiasi latitudine umana avvenga l'incontro con l'altro e con noi stessi. La carità, assunta come sentimento e come lavoro, è l'opera di Dio che unifica spirito e corpo e ci rende persone nuove in Cristo. Amanti perché amati.
In un contesto in cui la frase "chi sono io per giudicare?" è diventata uno slogan agli antipodi rispetto alle intenzioni di chi l'ha pronunciata, la parola di Gesù (Matteo 23,23) che elenca assieme alla fede e alla misericordia, il "giudizio" per primo come punto più importante della Legge, deve senz'altro far riflettere: non si tratta di scegliere fra il giudicare e l'essere misericordiosi, bensì di tenere insieme, con la fede, il giudizio e la misericordia. In questo volume antologico vengono presentate alcune pagine sulla Misericordia tratte dagli scritti dei Padri della Chiesa. Il curatore ne introduce il senso e offre una guida alla lettura.
Le pagine che seguono sono scelte come fior da fiore nel mirabile campo della spiritualità cristiana. Ecco dunque S. Agostino, che racconta commosso l'incontro fra la miseria e la misericordia; Dante, che nel suo itinerario ascensionale si riconosce bisognoso dell'abbraccio misericordioso; l'infuocata Caterina da Siena, che con accenti struggenti si leva ad intercedere per ottenere misericordia agli uomini; suor Faustina Kowalska che, fedele alla consegna ricevuta, porta avanti la sua missione così necessaria per il nostro difficile tempo; il sorridente Card. Van Thuan, che ci sorprende parlandoci dei difetti di Gesù, ed altri ancora: uomini e donne toccati profondamente dall'amore misericordioso e divenuti naturalmente testimoni appassionati e credibili.
Nel corso dei millenni la parola dei poeti e degli scrittori non cessa di descrivere, di scavare, di esplorare il nucleo profondo di quel guazzabuglio che è il cuore umano, che è da sempre uno dei labirinti più intricati della creazione. Usando le parole di André Blanchet, possiamo definire la letteratura come un'esplorazione dell'abisso. Nel Salmo 63 si dice che "Un baratro è l'uomo e il suo cuore è un abisso". Un abisso nel quale Dio ha deciso di sprofondare con la sua Misericordia. Il volume raccoglie alcune pagine scelte di letteratura sulla misericordia, tentando di percorrere un ponte che unisca queste due sponde, anche quando ciò comporti di calarsi nelle pozzanghere del male della storia umana.