
Ci sono tante parole sparse nell’universo, ma alcune sono particolarmente sapienti. Raccoglierle è pratica preziosa per ritrovare oggi le vie della pace. Il cammino che s’intravede
è quello di un dialogo interculturale, dove ciascuno nell’ascolto scopre il pozzo della sapienza dell’altro. L’ascolto, quindi, diventa indispensabile, pratica quotidiana possibile a tutti. Viviamo nei tessuti relazionali di una umanità che proprio cercando se stessa – nel suo nomadismo esistenziale e sociale – trova il Principio della sapienza. La relazione interculturale parte sempre dalla comprensione dell’altro, e nel momento in cui comprendo l’altro alla
luce della sua cultura, può capitarmi di fare delle scoperte interessanti!
La vita di Mandela (Mvezo, 18.7.1918 - Johannesburg, 5.12.2013), dall’infanzia alla presa di coscienza politica. Nel 1994 viene eletto Presidente della Repubblica Sudafricana. L’anno precedente insignito del Premio Nobel per la
Pace. Mandela, durante il suo lungo percorso contro la segregazione razziale dell’Apartheid, verrà trattenuto in carcere per oltre vent’anni. Appena libero, il grande statista africano traccia un percorso nuovo, la «terza via», alternativa all’ideologia comunista e a quella dell’opposizione razziale
a oltranza, bianca o nera che sia. Auspica un Sudafrica d’esempio per gli altri Paesi del Continente.
Si tratta di uno scritto latino della metà del XIII secolo.
L’opera nasce come trattato didattico-catechetico indirizzato
ai novizi dell’ordine francescano, a cui apparteneva Davide; quello che emerge come elemento di particolare attenzione
- e modernità! - dalla penna dell’autore non è soprattutto la dicotomia tra esteriore e interiore (il tema aveva allora una
lunga tradizione alle spalle) ma quello della possibilità di una composizione, quindi un’armonizzazione dell’interiorità con l’esteriorità, che cessa di essere estromessa o demonizzata ma deve essere riordinata all’interno di un equilibrato progetto
di vita. Ne consegue l’analisi di vizi e virtù e la ricerca di una regola di vita (i destinatari sono appunto i novizi!) fondata sull’interiorizzazione della Parola e al tempo stesso su una capacità di introspezione di sé priva di barriere e lontana da modelli assolutizzati. Diversi sono a questo proposito i consigli “pratici”, basati su sensatezza e capacità di ascolto prima che su un asettico rigore, che costellano le pagine del testo, rendendole spesso molto colorite e gravide di vitalità. Da ultimo, si osserva, in una fase di assestamento e codi ca del “proprium” dell’ordine francescano, il tentativo da parte di Davide di tenere insieme aspetti della regola benedettina (soprattutto il silenzio, l’umiltà
e l’ascolto del superiore) con la novità degli ordini mendicanti e di quello minore in particolare: la considerazione “buona” del mondo, l’uscita verso gli altri, la valorizzazione del creato.
Questioni importanti, che riguardano nascita e morte, concepimento e salute, diritti dei malati e compiti della medicina, etica della scienza e impatto morale, natura della persona umana e sua dignità... interpellano oggi non soltanto gli specialisti, ma anche la gente comune, che di questi argomenti sente parlare ogni giorno e ha bisogno di comprenderne la portata e di farsi una propria idea.
Il volume tratta la materia in modo chiaro, completo e aggiornato, inquadrando dal punto di vista scienti co, etico e giuridico i differenti temi del dibattito contemporaneo.
È composto di due parti, una prima dedicata all’impianto generale della bioetica, una seconda ad argomenti
specifici, aggiornati alla luce dell’evoluzione della materia, come clonazione, ricerca sulle cellule staminale, aborto, fecondazione artici ale, eutanasia, testamento biologico... È stato poi aggiunto un capitolo interamente nuovo sulla tematica del gender.
«In ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in
ogni diocesi... cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni». Era ciò che papa Francesco auspicava in occasione del Convegno Ecclesiale di Firenze nel 2015, è ciò a cui la Diocesi di Padova, e nello speci co il Centro Missionario, ha risposto, in modo creativo e coinvolgente. Come?
Alla luce di una sfidante riflessione di Ermes Ronchi sono proposti alcuni laboratori sinodali, finalizzati a costruire insieme una nuova pastorale, ad attivare in modo inedito e radicale una concreta conversione missionaria nella propria realtà ecclesiale.
Il cinema – nello speci co alcune sequenze di lm – è lo strumento di cui servirsi per camminare insieme e insieme generare il futuro della Chiesa.
La storia è raccontata dal protagonista, Lorenzo, 13 anni, che vive da poco in un paese di montagna. Per farsi amici alcuni ragazzi del posto, accetta la s da di introdursi in una casa
in apparenza abbandonata. Scopre invece che ci abita una famiglia strana, in particolare una ragazzina, Chiara, che si aggira nel giardino di notte.
I due fanno amicizia e Lorenzo scopre che Chiara è affetta da una malattia rara: Xeroderma Pigmentosum, che causa gravi ustioni e melanomi anche per una breve esposizione al sole. Vive quindi chiusa in casa protetta dalla luce e non va neppure a scuola.
Lorenzo vuole aiutarla e cerca di convincere il dirigente scolastico a predisporre le necessarie precauzioni perché
la ragazza possa frequentare la scuola. Ma prima dovrà superare la dif denza dei genitori di Chiara, protettivi verso la glia, e le incomprensioni con il proprio padre, sorte dopo la morte della madre.
Discernimento è un termine che, nel linguaggio teologico
e ascetico, fa riferimento alla possibilità di scoprire quale sia il movente delle nostre azioni. Esercizio conosciuto già nel monachesimo delle origini, ha trovato in sant’Ignazio di Loyola colui che ne ha fatto «la sua scoperta più autentica» (K. Rahner) applicandolo agli Esercizi.
L’Autore si propone di presentare la dottrina certa sul discernimento riportando soprattutto testi biblici, del Magistero ecclesiale e di santi, con la nalità di far capire il signi cato del termine per servirsene in ordine alla ricerca della volontà di Dio.
Suddiviso in cinque parti, il testo si sofferma nelle prime
tre sugli aspetti teorici (presupposti, mezzi e condizioni
del discernimento), mentre le ultime due si avvicinano alla pratica presentando le regole e i metodi. Il volume non è dedicato soltanto agli «addetti ai lavori» (direttori spirituali, guide di esercizi, formatori), ma anche un vasto pubblico può trovare risposte sapienti ed efficaci per l’attività pastorale e formativa.
Il testo presenta cinque brevi meditazioni ispirate dalla scultura di Pericle Fazzini Resurrezione, che si trova in Vaticano, nell’Aula Paolo VI.
Ognuna delle meditazioni evidenzia un aspetto particolare della gura del Risorto: 1) L’incendio (sull’«ardore di Dio», che erompe dalle rocce tra lingue di fuoco puri catore);
Il vento (sullo Spirito vivi cante di Dio); 3) Il potente
(sulla gentilezza composta di Gesù che, nella vittoria della risurrezione, ha il garbo di riporre in ordine i teli e di posare in un altro luogo il sudario avvolto); 4) L’orchestra e il solista (sull’unicità di ogni essere umano e al tempo stesso sulla sua appartenenza al Creato); 5) Cielo e terra (sulla continuità tra realtà terrena e realtà celeste, come dimostrato dalla scultura del Risorto che, mentre sale verso l’alto, mantiene lo sguardo in basso, rivolto verso gli uomini).
Il testo Tutto il bello che c’è narra in prima persona del tremendo terremoto che ha duramente colpito la città di Amatrice il 24 agosto 2016, con gli occhi dell’autore che perde sotto le macerie gli affetti più cari: la mamma, il padre, la sorella e il suo grande amore, Anna.
Il testo procede su due binari paralleli; uno dove l’autore racconta quello che vede, farcendo tutto di strazianti dettagli. Dall’altra l’oggettiva considerazione e relativa presa di coscienza dei fatti accaduti, accompagnata da profonde ri essioni.
Oltre alla struggente storia d’amore, che l’autore espone con disarmante sincerità, e alla cruda cronaca dell’evento sismico, il testo si propone di fornire risorse ed esperienze, affiancando alla storia in sé riflessioni di crescita personale, celebrando con semplicità espositiva libertà e amore.
Seguire Gesù non è un invito riservato a pochi eletti; non è questione di santità, ma di umanità. È la certezza che nutre l’Autore e a partire dalla quale propone una serie di laboratori su alcuni personaggi del Vangelo.
Il giovane ricco, Tommaso, il cieco nato, i Nazaretani, Marta, Maria e Lazzaro, Maria di Magdala: sono i personaggi su cui sono stati costruiti i sei laboratori.
Ognuno è caratterizzato da alcune ri essioni sulla pagina evangelica di riferimento, a disposizione dell’animatore o catechista; da una serie di focalizzazioni per i destinatari
del percorso proposto (adolescenti e giovani), da approfondimenti e piste per lavori di gruppo, offerti per le due diverse fasce d’età.