
Storico, archeologo, antropologo e presidente della Società di mitologia francese, Bernard Sergent ricostruisce in questo saggio le origini comuni di celti ed elleni, entrambi con un ceppo comune. I due popoli elaborarono costumi sociali simili intorno al VI-VII secolo a.C. e nei miti comuni si possono rintracciare costumi comuni, anche se i cicli di riferimento sono diversi: quelli greci sono classici, quelli irlandesi risalgono a molto dopo, il 700-800 d.C.
Questa e la traduzione, o meglio, la versione italiana della traduzione dal sanscrito in inglese e del commento della Bhagavad Gita di Swami Sivananda Saraswati, Gurudev, fondatore e primo presidente della Divine Life Society di Rishikesh, in India. Non è un lavoro di analisi o di interpretazione, ma intende semplicemente far conoscere al lettore italiano la versione della Gita di un grande saggio e santo che ha spaziato in tutti i campi dello Yoga, da quello fisico fino alle più elevate vette della filosofia, e anche al di là.
Arcistratega, capo supremo delle milizie celesti, principe degli angeli, campione del Bene e simbolo della lotta contro il Male, guida delle anime nell'aldilà, entità dotata di poteri taumaturgici, patrono delle acque, abitatore dei luoghi alti e delle caverne: tutto questo è l'arcangelo Michele, il cui nome significa "Chi come Dio?", il grido vittorioso in risposta a chi aveva osato paragonarsi a Dio. Fin dall'inizio di tempi l'arcangelo Michele accompagna la storia dell'umanità: fu posto lui a accompagnarci nel grande viaggio del mondo ultraterreno e suonare la tromba nel giorno del giudizio. Michele, quindi, è inizio e fine.
Finalmente un libro che parla di angeli, dopo tanto parlare di diavoli, messe nere e indemoniati. Un tempo gli angeli erano ancora una componente naturale e non controversa delle concezioni religiose delle persone di fede; oggi ben pochi prestano loro attenzione. Non per questo viene meno la realtà metafisica degli intermediari tra il regno umano e quello divino, sancita dai testi sacri di tutti i tempi e di tutti i popoli. In questo libro tali tradizioni, cristiane e non cristiane, vengono considerate e descritte; si parla inoltre degli angeli dei mistici e dei santi; dell''angelo caduto e delle gerarchie angeliche di Dionigi Aeropagita.
Le cose che lo scienziato svedese vide e udì durante le sue insolite esperienze di veggenza, definite da lui stesso "sogni", le descrizioni del Cielo e dell'inferno, le conversazioni con i trapassati, le visite a popoli di tempi passati e di pianeti diversi dal nostro sono mirabilmente descritte in questo libro. Un vademecum del mondo spirituale che infuse un rispettoso stupore in Kant, che suscitò entusiasmo in Emerson, che influenzò profondamente Goethe e Jung e fece dire a Elizabeth Barrett Browning: "A mio giudizio, la sola luce che possediamo sull'altra vita si trova nella filosofia di Swedenborg".
Portavoce - secondo l'autore - di una società segreta infiltrata in buona parte del mondo letterario e artistico del XIX e dell'inizio del XX secolo, Jules Verne ha nascosto dietro il testo apparente dei romanzi un messaggio che all'epoca poteva essere scoperto unicamente dagli iniziati. Al di là delle avventure e delle invenzioni, troviamo i misteri della massoneria e delle società rosacrociane che si rivelano a colui che sa decifrare l'opera del maestro.
Ai cenni biografici e a un attento esame del pensiero filosofico e scientifico, ma soprattutto alchemico, di Kircher, segue una serie di brani scelti tratti dalle sue opere. Si interessò di fisica, chimica, matematica, filosofia, astronomia, storia naturale, e cercò, attraverso i suoi studi sui geroglifici, di riportare alla luce la tradizione ermetica. Seguace di Marsilio Ficino, scrisse numerose opere di ermetismo religioso e fece parte del cenacolo alchemico che si riuniva intorno la Regina Cristina di Svezia. Nell'"Oedipus Aegyptiacus" avvicina le varie fasi del processo alchemico al mito di Osiride, Iside e Horo.
Il volume presenta, tradotti e commentati, alcuni scritti dell'Imperatore Giuliano rappresentativi del suo "ellenismo militante" e del suo progetto di restaurazione religiosa. La tesi esposta nello scritto "Contro i galilei" è che la dottrina cristiana costituisce il prodotto di una macchinazione, un'eresia del giudaismo diffusa da una minoranza di ebrei distaccatisi dalla loro tradizione. Nel quadro del programma della restaurazione giulianea, l'"Inno al Re Helios" avrebbe dovuto costituire il testo dottrinale di quel "monoteismo solare" che l'Imperatore intendeva contrapporre al cristianesimo, mentre l'"Inno alla Madre degli dei" intraprendeva un'esegesi dei miti greci sulla base delle dottrine misteriche.
I potenti Cavalieri Templari, famosi monaci guerrieri delle Crociate, sono stati a lungo avvolti nel mistero. Si credette che celebrassero rituali mistici, che custodissero il Santo Graal e che fossero in possesso dei tesori perduti di Gerusalemme. Furono anche banchieri dei re, abili diplomatici, imprenditori agricoli, uomini d'affari e navigatori. La dottoressa Karen Ralls segue lo snodarsi delle vicende dei Cavalieri Templari nel tempo, esaminando le molteplici ipotesi e teorie concernenti i poteri e le conoscenze che furono loro attribuiti. L'autrice fornisce una ricostruzione solida e aggiornata, e arricchisce il suo libro con le foto esclusive della Cappella di Rosslyn e dell'annesso museo.
Questo saggio di Paul Vulliaud è un'interpretazione di carattere esoterico di due quadri di Leonardo, il Bacco e il Giovanni Battista, con lo scopo di rintracciarvi un messaggio "neoplatonico" ed un riferimento alla mitologia tradizionale e ai suoi "misteri". L'autore si basa esclusivamente sul simbolismo pittorico, e ciò può apparire in contrasto con l'imposizione essenzialmente "scientifica" dei suoi studi e delle sue ricerche. Ma Vulliaud è convinto che questo grande uomo, dopo essere stato assorbito dai suoi progetti di ingegneria e dalle sue esperienze di saggio, abbia chiesto all'arte un mezzo per esprimere le sue idee mistiche. Recenti studi hanno portato molte prove a sostegno di tale tesi, corroborando le affermazioni del Vulliaud. L'incongruenza è quindi soltanto apparente, dal momento che il lato tecnico ed esteriore dell'opera evidentemente non incideva sulle idee, la filosofia e la "visione del mondo" intime di Leonardo. La sua opera è simbolica, o almeno il simbolo è il segno sensibile per mezzo del quale l'artista ha espresso il suo pensiero; e se noi decifriamo questo simbolo, tutto il mistero si dissolverà. A Leonardo, genio universale va dunque la gloria di avere riunito in una sintesi ineguagliabile il "vero" e il "bello", realizzando una grandiosa armonia tra verità morale e verità artistica. E se i pittori mistici hanno fatto discendere il cielo in terra, è giusto dire che Leonardo ha innalzato l'elemento umano sublimandolo nel divino.