
Un modo nuovo di affrontare ed analizzare il tema della bellezza: 1) l'estetica simbolica, la capacità di far convivere insieme il bello, il buono e il vero; 2) l'estetica della parola, l'importanza di considerare la parola come un mezzo epifanico, rivelatore della bellezza; 3) l'estetica della carne, il Verbo che si è fatto storia e quindi immagine visibile e concreta del Dio invisibile. Nella bellezza, spiega Ravasi leggendo Dostojevskij, gli opposti si toccano: "là vivono, tutteinsieme, le contraddizioni", là si muovono le tenebre, là risplende la luce.
Studiosi di fama nazionale e internazionale si interrogano sui fondamenti della bioetica a partire dalla riscoperta dell'umano.
Quali sono le caratteristiche che dovrebbero essere possedute dalla musica liturgica? L’autore dà la sua personale risposta ispirandosi al Magistero della Chiesa e chiama tali caratteristiche le dieci “E” della musica liturgica: essa deve essere Ecclesiale, Eccellente, Eccedente, Estatica, Estetica, Espressiva, Edificante, Elegante, Educante.
Una sorta di decalogo liturgico-musicale per i nostri tempi.
Il testo suggerisce due prospettive della conoscenza e dell'amore di sé: la condizione filiale e la condizione genitoriale.
Il testo è centrato su due grandi protagonisti della letteratura moderna: Paul Claudel a Charles Péguy.
Redatto da Henri de Lubac e da Jean Bastaire, questo libro rende omaggio a «due poeti teologi, di statura eccezionale, non schierati o strumentalizzati, come alcuni hanno sostenuto, ma al contrario troppo a lungo trascurati all’interno della Chiesa».
Il testo affronta il tema dell'organizzazione delle missioni dalla fondazione fino al codice di Diritto Canonico 1917.
Il destino è ineluttabile, prestabilito, oppure abbiamo la possibilità di forgiare noi stessi il nostro futuro? Nel romanzo l'autrice fornisce una possibile risposta al quesito, rendendo il lettore partecipe della trama,attraverso un sottile gioco psicologico che si svelerà soltanto alla fine.
Una preghiera per ogni dito della mano Vent'anni fa circa, Papa Francesco, Vescovo di Buenos Aires, scrisse una preghiera che diventò molto popolare (al pari del suo Autore) in Argentina.
Si tratta di una preghiera molto semplice che rispecchia, di fatto, il carattere e lo "stile" del Santo Padre.
In particolare, la preghiera ebbe (ed ha tuttora) enorme successo in quanto, da allora in poi, costituisce uno tra i primi elementi di dottrina impartiti ai fanciulli avviati alla catechesi. Insomma, un'orazione semplice e significativa costituita da cinque elementi, da ripetere – per questa ragione - "sulla punta delle dita". 1
Lo scritto esplora le vicende che caratterizzarono l'opera di Angelo Giuseppe Roncalli in Bulgaria, dove fu Visitatore e Delegato apostolico tra il 1925 e il 1934. Alla luce dei documenti inediti consultati presso gli archivi della Santa Sede è stato possibile dimostrare la sollecitudine pastorale del futuro Papa Giovanni nel contesto di intrighi di corte e di difficili rapporti con gli ortodossi.
I testi pubblicati in questa raccolta sono l’esatta trascrizione di conferenze, di relazioni al clero e altro materiale di natura pubblica di monsignor Giuliano Bertoli, per quasi trent’anni (1967-1996) rettore del Seminario Patriarcale di Venezia. Innanzitutto vengono messi in luce il pensiero e l’azione di mons. Bertoli nel suo lungo rettorato circa le questioni cruciali della formazione seminaristica e della pastorale vocazionale.