
Questo è l'unico libro aggiornato sulla storia dello Stato di Israele.Il popolo ebraico abita la piccola terra fra il Giordano e il Mediterraneo da 3500 anni, senza averla mai abbandonata, anche se in maggioranza costretto all'esilio. I tentativi moderni di rifondarvi uno Stato ebraico risalgono alla seconda metà dell'Ottocento, la legittimità di questo Stato deriva innanzitutto dagli accordi internazionali conclusi alla fine della Prima guerra mondiale che istituirono il Mandato per la Palestina, il cui fine esplicito era la costruzione di una "residenza nazionale" per il popolo ebraico. A partire dal 1920 circa, gli ebrei della Terra di Israele hanno dovuto resistere al terrorismo arabo. Dopo la fondazione del 1948, Israele è stato attaccato in cinque grandi guerre dagli Stati arabi confinanti (1948-49, 1956, 1967, 1973, 2023), ha subito numerose ondate terroristiche interne e attacchi dal Libano e da Gaza, sempre con lo scopo di distruggerlo. La guerra in corso è l'ultimo di questi episodi. Il libro li racconta e spiega il funzionamento della democrazia israeliana, le strategie e i problemi di un piccolo Paese che appassiona e divide l'opinione pubblica.
Raccontando in prima persona il suo diretto coinvolgimento nei processi di mediazione in aree di conflitto in Mozambico, Corno d'Africa e Nagorno Karabakh (dai primi anni '80 al 2018), l'Autore, in particolare attraverso le vicende dell'Africa Australe, spiega come la pace non sia mai il frutto di una buona predicazione, quanto piuttosto della costruzione di un contesto nuovo (fatto di elementi economici, istituzionali, garanzie interne e internazionali) che consenta alle parti in causa non di diventare amici, ma di continuare ad essere diversi (anche antagonisti) passando però dalla "critica delle armi" alla "armi della critica". Insomma, dalla guerra alla politica.
Questo studio non intende proporre un confronto diretto tra Heidegger e Bultmann, ma si concentra sull'evidenziare come, nonostante le loro differenze spirituali e metodologiche, entrambi convergano nell'indagine di una realtà fondamentale: la Verità. Filosofia e teologia, interpretate attraverso l'approccio fenomenologico, emergono come prospettive complementari e interdipendenti, due volti della stessa medaglia metafisica. Mentre la filosofia è chiamata a esplorare le profondità della Verità, la teologia vi dimora, dedicandosi a comprenderne l'essenza. Questa Verità, che si manifesta in modi plurali e paradossali, si rivela intrinsecamente eterogenea. Da tale eterogeneità, il volume sviluppa un'analisi dei concetti di negazione e contraddizione, culminando nell'idea di una inventio contradictionis. In questa prospettiva, la riflessione heideggeriana si configura come una "contraddittorietà priva di contraddizione" e una "negatività priva di negazione", offrendo un nuovo significato al rapporto tra essere, verità e negazione.
Ciclo di meditazioni sul tema della vocazione. Al centro viene posto il rapporto personale con Cristo. La vocazione come evento soprannaturale, e quindi come questione di fede, potenzia l'intelletto e la ragione, e forma uomini nuovi, testimoni di Cristo nel mondo. Il testo si sofferma sul legame tra testimonianza, celibato e vocazione, sul sacramento dell'Ordine sacro e, in particolare, sul suo legame con l'Eucaristia e sulle sue implicazioni per la nostra vita. In ogni meditazione viene indicato il mistero del "sì" di Maria come esperienza di perfetta risposta alla chiamata del Signore. Maria, infatti, ha compreso, prima e meglio di chiunque altro, il mistero della vocazione; ne ha fatto il centro della propria esistenza e nessuno più di Lei può introdurci, con la sua potente intercessione, a tale Mistero. Prefazione di Ignazio Ingrao.
Bonifacio è una figura centrale dell'Alto Medioevo, annoverato tra i padri fondatori dell'Europa per la sua instancabile opera di conversione della Germania al cristianesimo e il consolidamento dei legami tra Papato e potere Franco. Questo libro, narrativo e storico, ripercorre la sua straordinaria vita attraverso i carteggi originali, rivelando gli aspetti più umani e spirituali del santo, fino al sacrificio estremo del martirio. Con geniale intuizione Bonifacio realizzò il concetto di "acculturazione" e "inculturazione" presso i popoli ai quali predicò il Vangelo, uno snodo decisivo per la nascita di una nuova identità culturale e geopolitica europea, tra Tardo Antico e Alto Medioevo. Un tributo a una figura straordinaria, che unisce la dimensione umana e spirituale alla profonda influenza dell'evoluzione del pensiero monastico e religioso, capace di plasmare il cuore del Medioevo e la cultura del nostro continente.
Questo volume offre una ricognizione approfondita sul senso della teologia secondo san Tommaso d'Aquino. Partendo dall'analisi e dal commento della prima questione della Summa Theologiae, vengono esaminati i passi in cui Tommaso si riferisce alla teologia, il rapporto di quest'ultima con la sacra dottrina e la rivelazione, le caratteristiche che la definiscono come disciplina, il senso del suo darsi e il metodo del suo configurarsi. Sebbene radicata in un contesto storico e in un orizzonte categoriale molto distante dalla contemporaneità, la complessa e affascinante riflessione di Tommaso - considerata direttamente alla luce dei suoi testi più che attraverso le interpretazioni - si rivela sorprendentemente attuale. Essa offre strumenti preziosi per comprendere la realtà della teologia, affrontando temi centrali come il rapporto tra fede e ragione, la natura speculativa e argomentativa del sapere teologico, la dimensione soprattutto esistenziale e salvifica della rivelazione, e il valore di una teologia il cui contenuto è Dio stesso, a partire da ciò che Egli ha rivelato di sé.
«Sono pensieri brevi, trasmessi con umiltà e leggerezza, che don Carlo Seno ha raccolto in questo libro e che sono via via emersi, negli ultimi anni, dall'attento ascolto della Parola di Dio e dal continuo riferimento allo scorrere dell'anno liturgico nei suoi tempi forti e in quelli "ordinari" della vita della Chiesa. Pensieri brevi, mai banali, agili ma non freddi o distaccati, sempre pervasi da quella letizia interiore e da quella bonomia che contraddistinguono l'uomo e il sacerdote». (dalla Prefazione di Francesco Moraglia, patriarca di Venezia)
Il 15 settembre 1993 inizia una storia. Il martirio di p. Puglisi riempie della sua eco le strade del mondo: dal quartiere di Brancaccio e dalla città di Palermo si diffonde per il mondo intero. Come mai? Un prete poco noto dai media, ma amatissimo da chi lo conosceva, parla a tutti, e lo fa a partire dal sorriso con cui si rivolse ai suoi assassini. Nel corso del seminario di studi che si è svolto presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista", sita in Palermo, nella ricorrenza del trentennale del martirio (1993-2023) e con l'apporto di una molteplicità di voci, si è guardato a p. Puglisi da vari punti di vista, cercando di arrivare al fondamento del suo essere e del suo agire nei vari contesti in cui ha operato. Ebbene, p. Puglisi era un credente profondamente innamorato di Cristo, un prete attento a ciascuno e impegnato a tempo pieno per far conoscere l'amore del Padre per i suoi figli. Quanto ha fatto è stato eccezionale nella sua ordinarietà: è stato educatore, docente di religione, parroco, animatore della pastorale vocazionale e padre spirituale in seminario. Ogni cosa l'ha fatta bene, perché le motivazioni di fondo e le sue speranze erano poste in alto: il 15 settembre 1993 ha compiuto la sua corsa e ha toccato il cuore di persone avvezze al male, e lo ha fatto con un sorriso. Il suo sorriso incoraggia a fare sempre scelte giuste e coerenti, guardando al bene di ciascuno e della città degli uomini.
Sposarsi in Chiesa vuol dire donarsi reciprocamente nell'amore coniugale per sempre indissolubile, fedele e fecondo. Questo amore sublime presuppone conoscenza e coscienza adeguate del "chi" si sposa e del "perché" ci si sposa. Su questi aspetti del matrimonio è facile cadere in errore anche a causa dell'ignoranza o del dolo, soprattutto nell'odierno contesto post-moderno e scristianizzato in cui vige la norma della libertà illimitata. Ciò accade anche in determinati ambiti "tradizionali" in cui il connubio risponde a certe esigenze culturali non sempre corrispondenti ai valori antropologici e cristiani dell'unità e dell'indissolubilità del matrimonio, né sempre tutelanti le finalità intime del bene dei coniugi e della prole. Il volume indaga sull'incidenza giuridica che l'errore dei coniugi su questi aspetti fondamentali del matrimonio cristiano può comportare per la sussistenza o meno del vincolo, a partire da considerazioni riguardanti sia la natura stessa dell'unione coniugale sia quella della "persona" come soggetto coniugale.
La fede cristiana è la password qualificata e accreditata per penetrare nell'abissale mistero dell'essere umano, scrutandone le potenzialità della dimensione sociale, corporea e metafisica sul modello di "Cristo, l'Uomo perfetto", e illuminandone il senso dell'esistenza terrena, alla cui piena realizzazione dà un contributo geniale e insostituibile. È la matrice e la mappa della stessa speranza, che papa Francesco ha indicato come fulcro dell'Anno giubilare. Essa ci fa vedere tutto con gli occhi di Dio e amare tutti con il cuore di Dio.