
L’Autore ha partecipato al Sinodo «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa» in qualità di esperto. Ha avuto modo di ascoltare gli interventi dei Padri sinodali in assemblea e di esprimere il suo parere nei gruppi di lavoro. Nei corridoi gli è stato dato di dialogare con i Padri sinodali, ascoltare diversi punti di vista, chiedere chiarificazioni, esprimere francamente il suo pensiero.
Finito il Sinodo, è stato chiamato in varie diocesi italiane, dove ha trovato notevole interesse, come a dire che il Sinodo, i suoi lavori e risultati, sono sentiti da molti come una cosa di noi popolo di Dio, strumento provvidenziale per proseguire e rafforzare il cammino di questi quarant’anni dopo la promulgazione della Dei Verbum.
Con questo intento pastorale ha radunato il materiale di questo libro. Ne è uscito un sussidio informativo sul Sinodo, volutamente sintetico, ma sostanzialmente fedele alla realtà dell’avvenimento e soprattutto atto a stimolare l’impegno per una pratica biblica rinnovata.
Ha cercato anche di prospettare la ricaduta di questo grande evento nella pastorale della nostra Chiesa in Italia, proponendo un cammino formativo a riguardo dell’incontro con la Sacra Scrittura.
Chiude il libro il frutto concreto del Sinodo: il testo delle Proposizioni con un breve commento di ciascuna e finalmente il Messaggio, da considerare quale testo-anima del Sinodo nella sua globalità.
Parte prima: La ricerca in psicoterapia: le basi teoriche
Cap. 1: La ricerca scientifica sull’alleanza terapeutica: rassegna critica e nuove prospettive (M.L. De Luca)
Cap. 2: La ricerca in psicoterapia: aspetti epistemologici e metodologici (M.L. De Luca)
Cap. 3: Analisi metapsicologica e teorie del sé: AT e altri modelli a confronto (M.L. De Luca)
Cap. 4: La ricerca clinica e la prassi psicoterapeutica: una valle da colmare (P. Scilligo)
Cap. 5: Il terapeuta come "scienziato locale" (M.L. De Luca)
Cap. 6: Alcune riflessioni sulla ricerca in Analisi Transazionale (M.L. De Luca)
Parte seconda: La ricerca in pratica
Cap. 7: Copione del terapeuta e alleanza terapeutica (P. Scilligo, M.L. De Luca)
Cap. 8: Stati dell’Io Relazionali e Alleanza Terapeutica (M.L. De Luca)
Cap. 9: Metodi di intervento e cambiamenti nella struttura intrapsichica (P. Scilligo, M.S. Barreca, M.L. De Luca)
Cap. 10: Personalità borderline e bambini esistenziali (M.S. Barreca, M.L. De Luca)
Cap. 11: La terapia in Regressione Sistematica (M.L. De Luca)
Cap. 12: Il gruppo di parenting: una lettura secondo l’Analisi Strutturale del Comportamento Interpersonale (ASCI) (C.A. Cavallo, M.G. Cecchini, M.L. De Luca)
Cap. 13: Rigenitorizzazione: l’esperienza di un Gruppo di Parentingnell’IRPIR (B. Coratti, M.L. De Luca)
Cap. 14: Ritrovare il senso perduto. Puntualizzazione clinica secondo l’approccio relazionale (M.L. De Luca)
L’Università deve essere un’universitas di discipline, tutte importanti e tutte necessarie per offrire quel sapere globale e sapienziale a cui aneliamo, per rispondere alle impellenti domande sul senso delle cose e della vita, per vivere da persone libere e responsabili, impegnate solidalmente nel compimento umano in Dio.
Da tempo nelle Università si riflette – si può dire che si tratta di una questione strutturale e congenita alle comunità accademiche, che ritorna ciclicamente, specie quando si intenda perseguire l’interdisciplinarità – sui problemi metodologici delle varie scienze prese a sé o in connessione tra loro. Infatti, la metodologia di ogni scienza è decisiva per definirne l’identità e la specificità del contributo nel concerto dei saperi.
Il Comitato Interfacoltà per la Ricerca dell’Università Pontificia Salesiana ha attivato una serie di incontri rivolti a dottorandi, studenti, ricercatori e docenti sul tema della metodologia, allo scopo di suscitare occasioni positive di riflessione culturale e di confronto su alcune metodologie di ricerca utilizzate e utilizzabili all’interno del mondo universitario.
Questo volume raccoglie gli interventi su alcune tematiche di metodologia delle varie scienze. Esso è introdotto dal Rettore, prof. Mario Toso, che presenta un quadro generale in cui collocare il discorso sulla metodologia delle scienze; il prof. Pio Scilligo tratta il tema: "La ricerca empirica. Modelli, risorse e limiti"; il prof. dr. Roberto de Mattei: "La ricerca storica: Modelli, risorse e limiti della metodologia storico-critica"; S. Ecc. Mons. Angelo Amato: "La metodologia della ricerca in prospettiva filosofico-speculativo-teologica"; il prof. Sergio Rondinara: "Metodologia della ricerca interdisciplinare-multidisciplinare-transdisciplinare".
Il volume è arricchito dall’intervento del prof. Michele Sorice: "La ricerca dell’Audience dei media: strategie, metodi e nuove proposte"; si conclude con il saggio della dott.ssa Misikova Lubica: "Per una epistemologia del cuore come epistemologia integrale" e quello del dott. Guido Baggio: "Lyotard e il sublime kantiano. Oltre il postmoderno", che presenta l’itinerario intellettuale e metodologico di J.-F. Lyotard.
Il volume L’educazione salesiana in Europa negli anni difficili del XX secolo è frutto del coinvolgimento diretto della Congregazione Salesiana (SDB) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) nella ricerca promossa dall’Associazione dei Cultori di Storia Salesiana e sostenuta dall’Istituto Storico Salesiano. Il ’900 è stato attraversato da movimenti culturali e politici forieri di incisive ripercussioni sulle istituzioni educative e sulle congregazioni che avevano connotato la presenza della Chiesa nei diversi Stati.
In momenti diversi, in Europa fu richiesta capacità di iniziativa e prontezza di fronte alle situazioni, fedeltà vocazionale a tutta prova, per non rinunciare alla missione educativa tra i giovani. L’incertezza non riguardava solo le opere, ma innanzitutto la formazione delle nuove vocazioni. Se per i decenni si era assistito alla collegializzazione, ora si trattava di spostare l’educazione cristiana attenta alla formazione integrale, senza la sicurezza delle strutture salesiane classiche.
Tra tempi difficili diversi per tanti motivi nei differenti Paesi, si fa riferimento a quelli che hanno attentato maggiormente alla possibilità di proseguire le attività educative avviate dalle due congregazioni nel solco del sistema preventivo di don Bosco. La radicale passione educativa spinse e i due Istituti ad affrontare gli ostacoli e a rischiare in prima persona e come comunità, senza piegarsi passivamente alle situazioni. Si potrebbe ipotizzare che la flessibilità necessaria per sopravvivere da educatori ed educatrici sia stata la prima forma di resistenza istituzionale alle ingiustizie e una preziosa risorsa della congenita attenzione alla realtà concreta. Le denunce dirette, infatti, non avevano altro effetto che far chiudere le opere e disperdere i religiosi. L’apoliticità tradizionale si tradusse nella scelta di cercare il modo di lavorare adattandosi e cercando gli interstizi informali per trasmettere alle giovani generazioni i valori tipici del “buon cristiano e onesto cittadino).
Una problematica di fondamentale interesse storico-religioso è quella dei processi di trasformazione che, in una dialettica complessa di sostituzione e di utilizzazione di elementi, risemantizzati in un nuovo contesto religioso, segnano la fase decisiva della storia culturale del mondo tardo antico, in cui si compie il confronto fra le tradizioni religiose del mondo mediterraneo a struttura politeistica e il nuovo messaggio cristiano.
La questione è assai complessa e non può essere posta in maniera semplicistica in termini di «derivazione» e di «influssi», neppure in quei casi – come quello dei culti terapeutici tradizionali da una parte, e dall’altra le varie forme di pratiche di guarigione e miracoli connessi al culto di martiri e santi – in cui le analogie nelle modalità rituali e negli effetti pratici appaiono assai forti. Si pensi all’utilizzazione sempre più ampia della pratica dell’incubazione nei martyria e nelle chiese dedicate ai vari santi-medici, di cui è indubbia l’origine «pagana» – nei culti di Asclepio in particolare, ma anche in numerosi altri affini – e all’uso di sostanze varie per ottenere la guarigione.
All’indagine di questo quadro storico, in cui continuità e discontinuità coesistono e le diverse identità religiose e culturali, nella persistenza degli elementi peculiari di ciascuna, si modellano e si trasformano nel contatto e nel confronto reciproco in processi di lunga durata, è stato finalizzato il progetto del Convegno Internazionale su «Asclepio e Cristo. Culti terapeutici e taumaturgia nel mondo mediterraneo antico: fra pagani e cristiani», svoltosi ad Agrigento il 20-21 novembre del 2006, nell’ambito delle attività scientifiche dell’Accademia di Studi Mediterranei, di cui si pubblicano gli Atti.
I responsabili del VIS hanno organizzato per i primi giorni di gennaio 2009 un Congresso Internazionale sul tema "sistema preventivo & diritti umani", suscitando un grande interesse per le prospettive che tale tema fanno intuire.
La via dei diritti umani, infatti, appare come una reale possibilità di "globalizzare l’impegno educativo" e di accrescere le opportunità di collaborazione con tutti "i benefattori dell’umanità" disposti a condividere l’impegno educativo.
Considerando attentamente queste opportunità, si è pensato di offrire un vero e proprio strumento di riflessione per aiutare a comprendere la fecondità di questa via educativa.
Se i salesiani scelgono di entrare decisamente in questa nuova prospettiva di attuazione della loro missione, devono essere convinti di diventare protagonisti di un percorso che li obbligherà a confrontarsi con la realtà attuale nei suoi limiti e nei suoi traguardi di umanizzazione. Questo confronto farà apparire tante volte insufficiente un adeguamento all’esistente e richiederà esigenze di superamento, di trascendimento del dato per ulteriori traguardi (sia nella definizione dei diritti che nei percorsi di umanizzazione) a cui solo per pigrizia si potrebbe rinunciare. Entrare in questo nuovo percorso è segno di speranza, di futuro, di coraggio profetico.
Che cosa è il noviziato e come può essere presentato alle nuove generazioni che si affacciano alla vita religiosa? È un tempo di ‘prova’ o di messa alla prova? È un tempo ‘iniziatico’, dunque ‘misterioso’ e ‘sacro’ che toglie alle persone la possibilità del contatto con la vita e il mondo per una esperienza di full immersion nella vita consacrata alla sola presenza di Dio? Ha ancora senso riproporre oggi tale esperienza che, agli occhi di una cultura laica e laicista, è vista come una sorta di mistica trasformazione delle personalità plasmate in modo da perdere ogni colore identitario? Cosa può significare realmente l’iniziazione alla quale il noviziato intende accompagnare la persona perché scelga in maniera decisiva di seguire Gesù nella professione dei consigli evangelici?
È attorno a questi interrogativi che è stato progettato un percorso di formazione per maestre di noviziato delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nell’intento di ripensare la formazione e di ri-progettare, a partire dai nuovi e variegati contesti culturali, dei percorsi formativi ‘inculturati’.
Il focus di tutti i diversi contributi presenti nel volume è sul noviziato e sui modelli di formazione che lo strutturano come tappa di un processo formativo più ampio e come ‘luogo-spazio-temporale’ che consente l’attivazione di processi di crescita vocazionale.
Sullo sfondo l’istanza prioritaria di una responsabilità condivisa, l’urgenza di uscire da una privatizzazione o individualizzazione eccessiva della formazione che rischia di scadere in un protagonismo autoreferenziale.
La formazione è una questione profondamente relazionale e comunitaria: ben venga allora la tipica e carismatica pedagogia d’ambiente che ha caratterizzato le comunità formative delle origini.
L’indicazione conciliare dell’Optatam totius prospetta una nuova figura di teologia morale, il cui tema generatore è appunto l’altezza della vocazione dei fedeli in Cristo. Questo incremento ermeneutico, insieme ad altri, sotto più di un risvolto, interessa l’insieme delle articolazioni, formali e materiali, di quell’unica scienza che è la teologia. Il nuovo rapporto tra due di queste, cioè tra la teologia morale e spirituale, è nel presente volume esplicitamente a tema, seguito e rivisitato in alcuni ambiti specifici, quali la riflessione sullo Spirito Santo, la rilevanza etico-spirituale del metodo teologico, l’esperienza della lectio divina. L’abbandono di una prevalente figura minimale ed amartiocentrica dell’etica cristiana e la contestuale prospettazione della sua eccellente altezza interpellano nuovamente il consolidato rapporto tra le due discipline, così invitate ad un certo ripensamento epistemologico, per sovvenire ad una situazione, percepita con crescente disagio.
Nel 25° anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico da parte di Giovanni Paolo II (25 gennaio 1983) la Facoltà di Diritto Canonico dell’Università Pontificia Salesiana ha organizzato un convegno di studio per approfondire l’incidenza del nuovo Codice sulla vita e sulla missione della Chiesa, come avevano auspicato i Padri del Concilio Vaticano II.
Mons. Francesco Coccopalmerio ha descritto il senso ed il ruolo del diritto canonico per il Popolo di Dio. Il Card. Zenon Grocholewski, partendo dalle norme emanate dopo il 1917 riguardo all’insegnamento del diritto canonico, ha tracciato la storia di tale insegnamento nelle sue diverse tappe e ha descritto le recenti norme per il suo studio nelle Università e Facoltà ecclesiastiche promulgate in occasione della recente riforma degli studi. Il Card. Walter Kasper si è posto la domanda se il Codice abbia recepito l’impegno della Chiesa a ricomporre l’unità dei cristiani, uno dei principi guida del Concilio, e ha espresso la convinzione che le norme del Codice e la successiva legislazione, non solo hanno contribuito alla promozione dell’impegno ecumenico tra i fedeli, ma hanno anche contribuito a che l’ecumenismo sia diventato un cammino irreversibile della Chiesa. Il Card. Tarcisio Bertone ha descritto il rapporto tra il primato del Papa e la collegialità dei Vescovi, sottolineando l’unità dell’episcopato e il carattere episcopale del primato stesso. Mons. Giorgio Corbellini ha ricordato la figura e il ruolo del Card. Rosalio José Castillo Lara nella stesura del nuovo Codice, delineando in questo modo l’iter della riforma del Codice.
Il volume, che raccoglie gli studi presentati nel convegno, si conclude con un ricordo del Cardinale Alfons Maria Stickler, illustre storico del diritto canonico impegnato nella revisione del Codice.
La XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008 sul tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, ha messo in moto le forze vive della Chiesa nell’approfondire i loro legami con la Parola di Dio che è viva ed efficace (cf. Eb 4,12) e che «nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici» (Sal 118,130). Un esempio di tale azione ammirevole è la presente opera che riflette sulla legislazione ecclesiastica alla luce della Parola di Dio.
Parola di Dio e legislazione ecclesiastica è un apprezzabile sforzo su questa scia affinché la Parola di Dio cresca e diventi «regola suprema della fede e potenza di vita» attraverso «la riflessione e lo studio dei credenti», che mette in evidenza «diversi rapporti con la Parola di Dio» della legislazione della Chiesa. I professori della Facoltà di Diritto Canonico dell’Università Pontificia Salesiana hanno cercato di cogliere attraverso vari studi presentati in questo libro il rapporto insostituibile tra la Parola di Dio e la legislazione ecclesiastica. I primi tre contributi esaminano la Parola di Dio in rapporto con le fonti legislative della Chiesa, il diritto divino e i diritti dei singoli fedeli. Gli altri quattro articoli analizzano dal punto di vista della Parola di Dio la legislazione sulla liturgia delle ore, sulla preparazione dei nubendi, sul privilegio paolino e sull’amministrazione della giustizia nella Chiesa.
Questa lodevole opera s’inserisce senza dubbio nell’«impegno di un grande numero di esegeti e teologi che studiano e spiegano le Scritture "secondo il senso della Chiesa", interpretando e proponendo la Parola scritta della Bibbia nel contesto della viva Tradizione, valorizzando in ciò l’eredità dei Padri, confrontandosi con le indicazioni del Magistero (cf. DV 12) e aiutando con dedizione il servizio dei Pastori, meritando così una parola di ringraziamento e di incoraggiamento» (Instrumentum Laboris 40).