
Scrivere una lettera che non sia di carattere commerciale o burocratico risulta oggi sempre più inconsueto. Gli scambi di informazioni fra le persone sono sempre più frequenti e rapidi, ma una comunicazione di sentimenti e di valori che parli al cuore e alla mente degli esseri umani è sempre più rara, perlomeno per iscritto.
Nell’antichità non era così. Gli autori delle lettere raccolte nel Nuovo Testamento hanno cercato di trasmettere ai loro destinatari concetti, esortazioni, opinioni, istruzioni e inviti per aiutarli a vivere in modo più bello e migliore. L’amore del Dio di Gesù Cristo è certamente il filo rosso e l’aspetto tematico centrale in questi ventuno scritti. Un amore che in queste lettere viene proposto e con intensità e determinazione anzitutto perché ha costituito la ragione di vita di coloro che tali testi hanno scritto e tramandato.
In questo libro Ernesto Borghi desidera condurre lettrici e lettori lungo un viaggio di analisi e di interpretazione, dalla lettera di Paolo di Tarso ai Romani alla terza lettera di Giovanni, contraddistinto da alcuni passaggi successivi. Infatti dopo aver ripercorso brevemente le caratteristiche del genere letterario “lettera” nel Nuovo Testamento, in queste pagine si delinea la biografia di Paolo di Tarso, si offre una serie di approfondite informazioni sui suoi testi e si leggono con accuratezza vari passi delle sue lettere più noti e meno noti, che permettano di cogliere i tratti salienti della teologia ed antropologia di questo gigante della spiritualità e della cultura di ogni tempo.
In terzo luogo si forniscono informazioni e indicazioni di metodo e di contenuto utili alla lettura delle singole lettere apostoliche, dalla lettera agli Ebrei alla terza di Giovanni, facendone emergere i caratteri peculiari.
Non è un testo pensato per scienziati della lettura neo-testamentaria, bensì per un vasto pubblico che popola le aule universitarie, gli ambienti ecclesiali più diversi, centri culturali di molteplice ispirazione e tanti altri luoghi in cui si cerca un rapporto con le origini cristiane intelligente ed appassionato. Anche per questo motivo è probabile che anche gli “addetti ai lavori” vi trovino elementi di interesse scientifico e opportunità di riflessione anche esistenziale.
Questo libro può essere un utile punto di partenza per tante persone, credenti cristiane o di altro orientamento culturale, che vogliano confrontarsi seriamente con scritti antichi che parlano al cuore dell’essere umano da molti secoli. Essi sono in grado di offrire a chiunque stimoli importanti per accrescere l’umanità di vita propria e altrui.
Destinatari di questo Corso di storia dell’educazione, della scuola e della pedagogia sono gli Studenti di Scienze dell’educazione e della formazione, senza escludere chiunque voglia utilizzarlo per una conoscenza più approfondita dei problemi educativi e pedagogici lungo la storia. Destinatari privilegiati sono anche i Professori, che hanno il compito di essere guide esperte per indicare la strada da seguire per giungere alla meta. L’opera è articolata in due volumi: 1. Dall’educazione antica al secolo del metodo, 2. Dall’Illuminismo all’era della globalizzazione. Ognuno di essi è diviso in ampie unità tematiche, che si riferiscono a momenti o tappe fondamentali della storia dell’educazione. All’interno di ciascuna unità tematica vengono proposti problemi, esperienze educative, teorie e autori il cui studio è finalizzato a comprendere la dinamicità intrinseca alla storia e la complessità degli eventi umani. Lo scopo dei numerosi testi inseriti è quello di accostare il lettore ai documenti (fonti) con gradualità e mentalità critica, così da capire il testo in un’ottica giusta e secondo un’interpretazione la più oggettiva possibile. Nella trattazione si dà rilievo, senza forzature o enfatizzazioni indebite, ad alcuni temi privilegiati che non sempre hanno avuto la giusta attenzione: la formazione professionale, l’educazione della donna, le esperienze di pedagogia cristiana nella storia. Inoltre, si è cercato di mettere in risalto elementi caratteristici dello specifico della cultura europea colta alle radici e lungo il suo evolversi. Nella attuale temperie di «emergenza educativa», il Corso aiuterà a comprendere che l’arte dell’educazione è sempre stata e rimarrà un’arte difficile, ma di eccezionale importanza, poiché «di fronte alle molteplici sfide del futuro, l’educazione appare come una carta vincente indispensabile per permettere all’umanità di progredire verso gli ideali della pace, della libertà e della giustizia sociale» (Comm. Internaz. dell’Unesco sull’educazione per il XXI secolo).
Gli Autori considerano la Pedagogia come una scienza pratico-progettuale, cioè una “scienza” direttamente riferita alla pratica, all’azione educativa; non prescrittiva, nel senso di indicare in maniera determinante quali modalità di intervento si devono assumere per raggiungere i risultati desiderati, bensì orientativa, al fine di dare senso e sostegno operativo all’azione educativa. Una scienza relativamente autonoma, in quanto essa tende a valorizzare tutto ciò che le varie scienze dell’educazione possono offrire al fine di comprendere più in profondità le differenti situazioni educative e poter intervenire in esse con incisività e validità.
L’aggettivo che la qualifica come scienza «pratico-progettuale» indica non solo che l’oggetto di studio è la pratica educativa, ma anche che i risultati che si ottengono non hanno valenza solo descrittiva, rappresentativa, esplicativa, bensì anche di guida all’elaborazione di progetti di intervento, di sostegno alla operatività dell’educatore, e di verifica della loro qualità. Di qui la necessità di un’analisi attenta dell’azione umana, e di quella pedagogica in particolare, da un molteplice punto di vista, in particolare filosofico e psicologico. Il processo decisionale che ne deriva conduce alla progettazione di uno schema d’azione, che comprende obiettivi, itinerari, contesti umani e relazionali, che risultino più coerenti e più chiaramente contestualizzati e finalizzati. La pratica educativa che ne segue può essere riletta in tale quadro come una conversazione che si protrae nel tempo e un dialogo interpersonale tra due interlocutori che si incontrano nel loro reciproco impegno; conversazione e dialogo che caratterizzano gli anni del passaggio alla vita adulta.
Questo messale contiene tutti i testi ufficiali delle preghiere e delle letture della messa delle domeniche e delle solennità e feste del Signore in lingua latina e italiana. I testi latini e italiani sono collocati in pagine affiancate. Il testo è diviso secondo i tempi liturgici: Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Tempo Ordinario, Solennità e feste del Signore, che, quando cadono di domenica, tengono il posto della liturgia domenicale. Nella parte centrale riporta il rito della Messa con tutte le preghiere eucaristiche.
I testi italiani sono ricavati dalla seconda edizione del “Messale Romano” e dalla recente edizione del “Lezionario domenicale e festivo” promulgato dalla CEI. I testi eucologici latini sono presi dalla terza edizione tipica del “Missale Romanum”, mentre i testi delle letture sono ricavati dall’edizione tipica della “Nova Vulgata”, promulgata da Giovanni Paolo II.
Questo messale può essere usato quando la messa viene celebrata in lingua latina, ma può essere utile anche quando la messa è celebrata in italiano, sia per prepararsi alla celebrazione sia perché il confronto con i testi originali latini può a aiutare a comprendere meglio il pieno significato dottrinale della preghiera.
Caratteristiche:
Stampa a 2 colori su carta tipo India
Formato: cm 12 x 17,5
Rilegatura cartonata
Di don Bosco si può dire quello che lui stesso scriveva a proposito di Vincenzo de’ Paoli: un santo che «si era proposto Gesù Cristo a modello; attingeva nel Vangelo tutta la sua morale, tutta la sua civiltà, tutta la sua politica; e coloro che l’hanno frequentato di più riguardarono come per sua insegna particolare quelle parole che un eccesso d’amore gli fece una volta pronunziare: Non trovo cosa che mi piaccia se non in Gesù Cristo».
Nei numerosi scritti di don Bosco F. Perrenchio ha contato 1.389 citazioni o riferimenti espliciti o impliciti al Vangelo di Matteo, 160 a quello di Marco, 756 a quello di Luca e 538 a quello di Giovanni. A questi 2.843 riferimenti si possono aggiungere le lunghe parafrasi dei testi evangelici che troviamo sia nella sua Storia sacra sia nella sua Storia ecclesiastica, e anche le abbondanti indicazioni reperibili nelle Memorie biografiche.
Se vogliamo “leggere il Vangelo con don Bosco”, troveremo al centro di tutto Gesù, il Cristo promesso nell’AT, e sua madre Maria. Gesù ci conduce al Padre celeste, nostro padre provvidente, onnipotente, misericordioso e giusto. Per conseguire la salvezza, andiamo con fiducia al nostro “divin Salvatore”, che ha sofferto ed è risorto. Se vogliamo conoscere la verità, ascoltiamo attentamente il nostro “divin Maestro”. E per vivere da veri discepoli di Gesù, dobbiamo sceglierlo in tutto come il nostro “gran Modello”. La sua Chiesa, fondata su Pietro, è assistita dallo Spirito Santo e fecondata dai sacramenti; essa ha bisogno di operai che lavorino, anche e specialmente con la professione dei consigli evangelici. E non dimentichiamo la vita del mondo che verrà! Ultima parola di don Bosco, nella sua lettura trasversale di tutto il Vangelo: Gesù ama “con parziale affetto” i fanciulli e i giovani.
Il titolo di questo libro è stato preso da Genesi 18,19: «Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso». Sono le parole del Signore, che incontra Abramo alle Querce di Mamre, rivelando così la sua vocazione. Il patriarca è stato chiamato ad insegnare al Popolo di Dio la via del Signore e ad aiutare il Popolo nel suo agire con giustizia e diritto.
Questa immagine sembra riflettere anche quanto ha compiuto il Prof. Don Sabino Ardito, SDB, nella sua quasi trentennale attività come Professore e Decano per la Facoltà di Diritto Canonico dell’Università Pontificia Salesiana, oltre a quanto ha fatto attraverso vari uffici per l’Università, per la Congregazione Salesiana e per la Chiesa locale e universale. Il suo emeritato è un’occasione per noi – suoi studenti, suoi amici, suoi colleghi – per esprimere con il cuore il nostro apprezzamento e ringraziamento per tutto quello che ha fatto.
La vita che volge alla fine, le necessità dell’uomo morente, la morte: sono temi difficili, che nelle scuole si affrontano solo in via indiretta, senza riferimento alle realtà del mondo che ci circonda. Non siamo preparati a parlare della morte con i più giovani, e tali problematiche raramente sono previste nei materiali didattici. Questo libro è una proposta preziosa che tenta di colmare questa lacuna.
In una cultura in cui la morte è un tabù, una guida per gli insegnanti e gli educatori, che mostri come far familiarizzare gli allievi con questioni serie ed inesorabili, quali la morte ed il morire, può apparire insolita ma è necessaria. Inoltre, vengono forniti agli educatori suggerimenti preziosi su come parlare e sostenere gli allievi che vivono un lutto e vengono date indicazioni su come e dove affrontare tali difficili tematiche nell’incontro con i giovani, o come comportarsi di fronte a qualche reazione inconsueta degli allievi.
Il testo rappresenta sia una fonte teorica, sia uno strumento per aiutare a superare la paura della morte, per imparare a parlarne con i propri familiari, e comprendere che si può morire dignitosamente e coscientemente senza considerare la morte come una condanna. Il libro contiene anche informazioni su come aiutare i moribondi, affinché le loro ultime ore non diventino una lotta disperata, ma siano un tempo di pace, silenzio e intimità. L’aiuto alle persone sofferenti e morenti, infatti, costituisce il nucleo centrale della pubblicazione.
Il libro tratta anche della medicina palliativa e degli ospizi, che si impegnano a curare e supportare le persone morenti ed a fornire loro condizioni ambientali favorevoli, in modo che accettino e si preparino alla morte come ad una delle tappe inevitabili del ciclo della vita. Un fattore molto importante nell’attività degli ospizi, è rappresentato dal lavoro dei volontari: persone opportunamente preparate che si prendono cura direttamente del paziente, collaborando con il medico, l’infermiera o lo psicologo. Gli insegnanti e gli educatori possono informare con delicatezza ed equilibrio i propri allievi su realtà difficili come quella della morte, sensibilizzandoli alle necessità dei sofferenti ed invogliandoli ad impegnarsi nel soccorrere i più bisognosi mediante il volontariato. I giovani dimostrano spesso grande entusiasmo, energia e sensibilità, e vale la pena cercare la loro collaborazione, soprattutto perché sovente le azioni più semplici portano ai pazienti gioia e sollievo.
Il presente testo è parte di un progetto, in due volumi, che ha l’intento di presentare il contributo della «Logoterapia e Analisi Esistenziale» alla comunità scientifica psicoterapeutica. Esso raccoglie, innanzitutto, quanto scritto da Frankl e da coloro che successivamente si sono identificati significativamente nell’Analisi Esistenziale frankliana e lo sistematizza nella stesura di un modello clinico coerente e operativo, evidenziandone elementi di forza e peculiarità, accanto agli immancabili aspetti perfezionabili.
Questo primo volume contiene: la presentazione di Frankl come uomo e come scienziato e le origini del modello da lui fondato: l’Analisi Esistenziale (capitoli 1-3); la definizione del modello clinico della «Analisi Esistenziale e Logoterapia» (capitolo 4); una verifica dell’Analisi Esistenziale a partire dal conforto dei dati della ricerca sperimentale e dal confronto con i modelli psicoterapeutici contemporanei (capitoli 5-6).
Dopo aver evidenziato nel primo volume le caratteristiche peculiari dell’Analisi Esistenziale frankliana, in questo volume l’Autore si prefigge di valorizzare le acquisizioni proposte e testate dallo psichiatra viennese inserendole all’interno di un modello integrato che si fondi sull’ontologia dimensionale proposta da Frankl e si caratterizzi metodologicamente per un approccio clinico di tipo fenomenologico-esistenziale. Esso contiene: una collocazione dell’Analisi Esistenziale all’interno dell’attuale sviluppo del movimento d’integrazione, con particolare attenzione ad alcuni tra i più diffusi ed efficaci approcci integrati di psicoterapia (capitoli 7-8); la valorizzazione di quanto emerso nei precedenti capitoli e la proposta di linee operative verso la definizione di un modello clinico integrato a orientamento fenomenologico-esistenziale e del relativo percorso formativo in psicoterapia (capitoli 9-10).
O tema do estudo – a Ciência Litúrgica contemporânea – quer ser uma leitura das diversas propostas e tendências presentes nos dias de hoje, diante de uma visão unitária do pensar inteligente da fé, atualizada per ritus et preces na celebração da Igreja, para fomentar a vida dos fiéis.
Como a própria ciência, também a Ciência Litúrgica hodierna manifesta o reflexo da razão fragmentada, em parte por opção metodológica.
A especialização é necessária. Ela permite conhecer sempre mais. Porém sacrificando a unidade da experiência. A Ciência Litúrgica não escapa à especialização do conhecimento e do acúmulo de dados. Mas essa fragmentação tem ainda outro motivo, do qual nem sempre somos conscientes. A visão que a Ciência Litúrgica tem da realidade, ao adotar a perspectiva das ciências humanas, é necessariamente fragmentada. Porque essa é a condição da razão científica: escolher um ponto de vista. O problema começa com a delimitação metodológica de uma perspectiva, esquecida da sua realidade global, e apresentada como a visão da realidade. O resultado é a absolutização do que não passa de um aspecto: semântico, histórico, pastoral, ritual, especulativo-teológico e fenomenológico.
A reflexão em pauta se propõe apresentar a discussão ao redor da Ciência Litúrgica contemporânea, durante o pós-Concílio Vaticano II, com a contribuição de teológos e liturgistas; ao mesmo tempo em que se evidencia a construção de um saber que objetiva a unidade e diversidade do saber teológico-litúrgico-existencial, condição sine qua non para a continuidade de um sadio sentido eclesial e teológico e de sua inovação e compreensão dos sinais, gestos e palavras do Senhor Jesus.

