L'interesse degli studi biblici per gli aspetti geografici del Medio Oriente non è mai venuto meno da quando si è capito che "la terra" è l'elemento naturale dove sono state ambientate le narrazioni bibliche. Questo principio ermeneutico vale per i libri ispirati, ma anche per le moltissime testimonianze extra-bibliche. Il confronto puntuale con le informazioni extra-bibliche fa vedere come gli autori sacri fossero ben consapevoli delle conoscenze geografiche dei popoli vicini (...)
Questo volume viene incontro all'esigenza di presentare agli studiosi e agli appassionati di Geografia Biblica un testo che sia insieme agile e documentato. Lo scopo è quello di iniziare gli studenti alla terminologia e alla metodologia storico-geografica.
La materia trattata inizia con i concetti extra-biblici (Canaan, Amurru) per continuare con i temi specifici della Geografia Biblica (generi letterari e aspetti fisici delle terre bibliche). Alcuni testi (Nm 34, 2-6; Gs 13-19; Gs 15, 1-4; 1Re 4,7-19) sono esposti in maniera più approfondita, perché trattano gli argomenti fondamentali della Geografia Biblica. La seconda parte della ricerca riflette sui mutamenti della geografia storica del periodo post-esilico, e raggiunge la nuova geografia storica di epoca romano-bizantina.
Su iniziativa e a cura dello Studium Biblicum Franciscanum - Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia di Gerusalemme, esce il presente volume che raccoglie gli studi condotti dall'autore sul profetismo biblico, frutto della sua lunga esperienza di docente e di appassionato studioso della Sacra Scrittura. I punti salienti della sua ricerca sono riconducibili a tre ambiti: le caratteristiche profetiche e la formazione dei relativi libri, i punti centrali del messaggio dei profeti preesilici e il messaggio dei profeti postesilici. "Gli editori del volume, cui sono molto grato, hanno preferito l'ordine logico a quello cronologico. Se gli studi erano dettati dalle scelte contingenti e variabili delle lezioni, essi rivelano però delle istanze di fondo. Fin dai primi lavori sono specialmente la storia della formazione dei libri profetici e l'escatologia che attirano la mia attenzione. A quel problema si aggiunge poi quello dell'apocalittica e soprattutto quello del messianesimo, inclusa la definitiva messa a fuoco sui poemi del Servo di JHWH. Alla letteratura profetica postesilica mi sono dedicato a partire dalla fine degli anni '90, a Gerusalemme." (dall'introduzione dell'autore)
In preparazione al Sinodo sul Medio Oriente, un manuale per conoscere le chiese cattoliche orientali.
Il volume presenta l'analisi letteraria e l'analisi retorica della Lettera agli Efesini. La grammatica e la sintassi della Lettera non si discostano molto dallo stile delle lettere paoline, mentre il contenuto è basato su una teologia trinitaria, con al centro la cristologia, e su una parentesi epidittica, che cerca di mostrare la coerenza tra il vivere quotidiano e la professione della propria fede.
Come esito della ricerca emerge che "pur nella diversità dovuta a circostanze diverse, al Lettera mostra non solo affinità con il pensiero paolino, ma che in essa si può leggere il pensiero autentico dell'apostolo". Si può notare come il cuore di Paolo vibri nell'esortare a "vivere in maniera degna della vocazione a cui si è chiamati", espressione che trova il suo fondamento nella propositio: "per grazia infatti siete stati salvati".
Il volume raccoglie le lezioni del II Corso internazionale e interdisciplinare di Alta Formazione dal titolo: "Per una cultura di pace in Terra Santa. I contributi delle esperienze religiose per l'educazione ad una cittadinanza aperta", che - sotto la direzione scientifica dei professori mons. Pier Francesco Fumagalli e Giuseppe Vico - ha avuto luogo presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nei mesi di gennaio-maggio 2009.
Gli interventi spaziano dalla critica biblica alle ricostruzioni della storia recente di quella terra ben nota per il lacerante conflitto arabo-israeliano che ancora è una ferita aperta nella coscienza dell'Occidente, passando attraverso la filosofia ebraica, il problema del dialogo interreligioso, per giungere alla considerazione dell'importanza pedagogica nel formare le persone che domani dovranno sostenere un processo di pace.
Il tema del dialogo interreligioso e, più specificamente, il contributo alla pace che può venire dalle religioni sono il comune denominatore dei contributi di specialisti provenienti da campi di studio diversi. Uomini e donne che con non poca fatica si uniscono nel progettare una cultura di pace a favore di una "terra" che è "santa" per i tre monoteismi che si richiamano alla stessa tradizione di fede di Abramo.
Due i punti al centro dell'opera. Da un lato la necessità di rifiutare l'equivalenza tra monoteismo e violenza. La pretesa dell'unica Verità non è la premessa inevitabile dello scontro tra le culture, a patto che - correttamente - ciascuno si senta servo della Verità e non di essa padrone. Dall'altro la decisiva importanza della formazione culturale e, più precisamente, la capacità di condividere la memoria dell'altro per costruire autentici rapporti di pace.
Con contributi di:
Sami Basha - Giuseppe Caffulli - Caterina Foppa Pedretti - Pier Francesco Fumagalli - Giuseppe Laras - Massimo Pazzini - Paolo Pieraccini - Alexander Rofé - Giorgio Sacerdoti - Bruno Segre - Giuseppe Vico.
Un convegno a Damasco per rileggere la straordinaria figura di san Paolo, proprio nella città che ha segnato il momento di svolta nel suo itinerario umano e religioso, trasformandolo da persecutore a predicatore instancabile della novità cristiana.
Un gruppo internazionale e interconfessionale di studiosi e ricercatori ha raccolto i segni che la testimonianza paolina ha disseminato all'interno delle tradizioni dell'Oriente cristiano, la cui vivacità biblica e teologica, spirituale e liturgica, è più che mai viva e operante.
Nei contributi di questo libro emergono i volti dell'Apostolo delle genti, teologo e mistico, missionario e uomo del dialogo, e se ne apprezza la modernità e l'attualità del messaggio.
Gli effetti degli attentati dell'11 settembre 2001 e quelli del conflitto israelo-palestinese mettono in pericolo il necessario incontro tra i credenti nelle relazioni quotidiane. I cristiani non possono lasciarsi guidare dalla paura, né rinchiudersi in se stessi o nella loro Chiesa: devono certamente assumersi il rischio di prendere il largo per incontrare tutti, come discepoli di Colui che è venuto per tutti. Invece, alcuni tra loro si arroccano e si rinchiudono nel timore e nella diffidenza. Gli insegnamenti dei responsabili della Chiesa cattolica e delle altre Chiese, i colloqui, gli studi si moltiplicano. Sono necessari, ma di fronte all'urgenza della attuale situazione in Europa occidentale occorre nuovamente constatare che aveva ragione Paolo VI quando diceva, al Pontificio consiglio per i laici: "L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni, che i maestri, e se ascolta i maestri è perché sono anche testimoni". Eccoci di fronte a un testimone: fra Gwenolé Jeusset. Con semplicità e serenità tutte francescane ci regala un soffio d'aria fresca e di speranza. Chiamato a seguire Cristo alla scuola di Francesco d'Assisi, egli ha incontrato musulmani che l'hanno arricchito e disarmato al tempo stesso, rendendolo così più povero, più cristiano e più francescano. Condivide con noi anzitutto il suo itinerario personale, per poi spalancarci le porte del suo cuore e della sua fede...