
Questa "Storia della pedagogia speciale" compie due percorsi di alto spessore per l'impegno e per la selezione preventiva dei pertinenti quadri concettuali. L'uno di tipo epistemico, consistente nel portare in una giusta declinazione storica una quantità estesa ma disomogenea di presenze e di fatti, di figure e di eventi socio-politici di cui si aveva disponibilità solo parziale. L'altro, di ordine epistemologico, speso sul fronte dei grandi interrogativi di senso e di strategia che interessano le scienze in generale e, in particolare, quel dominio critico che universalmente si riconosce come pedagogia speciale, con riferimento agli studi, alle pratiche ed alle realizzazioni professionali a carico della disabilità, ma più estesamente della diversità delle condizioni evolutive umane. Per le interessanti figure e i temi presi in esame, per la novità e originalità del progetto editoriale, per la qualità degli Autori, questo volume rappresenta un classico del settore di pedagogia e didattica speciale.
Chesterton scrive questo testo nel 1923, quando non è passato nemmeno un anno dal suo passaggio al cattolicesimo. Ma, come dice egli stesso, la figura di Francesco gli era familiare fin dall'infanzia. Non è una biografia di stile classico, la sua; quest'opera è piuttosto un'introduzione biografica a Francesco e al suo mondo, una sorta di "invito alla lettura per gli scettici, a partire da ciò che essi possono comprendere". È una sorta di "lezione su san Francesco": ricca, arguta, argomentata. Il lettore, dunque, non vi troverà tutto ciò che si deve sapere sul Santo, ma rintraccerà molte cose che potranno permettergli di riscoprirlo in una luce nuova. Francesco, per Chesterton, è stato quasi la sintesi di una trasformazione, l'uomo che ha cambiato con la propria vita il concetto stesso di spiritualità cristiana nel Medioevo. Francesco d'Assisi, Chesterton lo comprende e lo rivela con assoluta grazia e intelligenza, incarna una provocazione assolutamente attuale, per nulla superata; e restituisce anche a noi qualcosa della genuinità e spontaneità di un mondo di cui abbiamo profondamente bisogno: quello di una fede semplice, libera da troppi orpelli, restituita alla sua essenzialità.
"Primo santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della cristianità". Così Giovanni Paolo II definì il santuario di Loreto: da che cosa deriva questo primato? Secondo la tradizione, la Santa Casa di Loreto è parte dell'abitazione nazaretana della Vergine. Nel 1291, quando i crociati furono espulsi definitivamente dalla Palestina, la porzione in muratura della casa, per essere salvata dalla distruzione, fu trasportata nell'antica Illiria e poi, nel 1294, a Loreto. La tradizione popolare attribuisce all'opera degli angeli questo trasporto, mentre gli studiosi propendono per l'iniziativa ad opera di una nobile famiglia di origine bizantina. Il volume presenta la storia, gli studi, la tradizione e l'arte relativi a questo santuario davvero unico, che dal XV al XX secolo sostituì la Terra Santa quale meta di pellegrinaggio, portando Nazaret nel mondo. Un'opera documentata e autorevole, ricca di immagini, approfondimenti e curiosità, destinata al grande pubblico.
Oggi il Medio Oriente è distrutto dall'indifferenza verso la dignità dell'uomo, i suoi diritti e la sua libertà. Il germe del fondamentalismo cancella la cura verso il fratello e bestemmia Dio in nome di un'ideologia. Altra strada non ci può essere, per evitare il baratro, se non quella della conversione del cuore. Questo libro raccoglie le testimonianze di personalità note della cultura e dello spettacolo, uomini di religione o semplici credenti, per i quali Gerusalemme ha lasciato un segno indelebile. Ciascuno dalla propria angolatura, cercano di interpretare la tensione per la pace sempre presente nel cuore di chi ama la Terra Santa, in un puzzle di voci quanto mai variegato e stimolante; ognuna è una "nota" originale nella sinfonia della fede che risuona a Gerusalemme. Un libro che, in tempi difficili, quando il dialogo, invece della guerra, potrebbe apparire come una strada inutile e "scomoda", incoraggia all'ascolto dell'altro, unico presupposto alla vera pace. L'incontro con la Terra Santa nelle parole di: Moni Ovadia, Dominique Lapierre, Giancarlo Bregantini, Andrea Bocelli, Albert Vanhoye, Riccardo Di Segni, Luigino Bruni, Bruno Forte, Abraham Skorka, Marko Rupnik, Leonardo Sandri, Lucetta Scaraffia, Antonio Mazzi, Ermanno Olmi, Alessandro Brustenghi, Michael Perry, Ernesto Olivero, Domenico Quirico, Angelo Bagnasco, Raniero Cantalamessa.
Il Vangelo secondo Giovanni è la sintesi culminante della predicazione di Gesù di Nazaret? La verità effettiva del cristianesimo è l'amore, quotidiano ed appassionato, per le donne e gli uomini che sono parte della vita di ciascuno? Leggendo questa versione evangelica è possibile capire chiaramente che cosa significhi amare gli altri? Presentare il Vangelo di Gesù Cristo oggi ha un valore effettivo per rendere più umana la convivenza interculturale contemporanea? Queste sono alcune delle domande a cui desidera rispondere questo libro. Chi lo leggerà, vi troverà un'introduzione complessiva alla lettura del vangelo secondo Giovanni, con notevole attenzione all'analisi dei testi e a loro interpretazioni e traduzioni significative nel I secolo d.C. e nella Chiesa e società di oggi e di domani.
Fratel Charles, il "piccolo fratello universale", è oggi più che mai una figura la cui presenza obbliga a una riflessione sull'uomo, sul mondo e sulla relazione fra le religioni, in particolare con il mondo islamico. Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, morì a Tamanrasset (Algeria) il 1° dicembre di cento anni fa, nel 1916, ucciso in un assalto di banditi presso il suo eremo, dove aveva voluto vivere condividendo, in ogni scelta quotidiana, la duplice esistenza: dei poveri del territorio e di quel Cristo di cui, per un ventennio, imitò la "vita nascosta". Le pagine di questo volume raccolgono testi di varia provenienza, che testimoniano proprio gli esordi della vita in Cristo di fratel Charles: gli anni di Nazaret e Gerusalemme, quelli dell'immersione nei luoghi della vita segreta di Gesù, della vita oscura della Santa Famiglia. In questi anni, che vanno dal 1897 al 1900, fratel Charles approfondì i motivi della propria vocazione, fece memoria della vita precedente la conversione e impostò il futuro. Sono anni decisivi, dunque, in cui il lettore ritroverà in nuce tutto quello che il "piccolo fratello" sarebbe stato in seguito. Gli anni di Nazaret sono quelli della fondazione del proprio ministero e di quella straordinaria esperienza che da esso si sarebbe originata, quella dei "Piccoli fratelli del Sacro Cuore".
L'autore, professore di lingua e letteratura araba, offre al lettore i tratti essenziali e peculiari di ciò che della misericordia si canta nel Corano, nella sunnah e nella tradizione islamica in generale. Un libro prezioso, accurato e illuminante.
Il volume raccoglie una serie di escursioni biblico-archeologiche in Terra Santa che l'autore, per anni docente di geografia biblica e guida "sul campo" degli studenti dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, ha saputo rendere "accessibili" a un largo pubblico. I luoghi descritti non rientrano nei programmi del classico pellegrinaggio in Terra Santa, ma si propongono come spunti funzionali a una conoscenza più approfondita della terra biblica. Le località sono suddivise per regione, da nord a sud: la Galilea, con Bet Alfa e Bet Shean, il "paradiso d'Israele" della tradizione rabbinica; la Samaria, regione e al tempo stesso antica capitale del regno d'Israele; la Giudea con i misteri di Masada e Qumran, e con Gerico, "la città più antica del mondo"; e infine il deserto del Neghev, dalle ricche vestigia cristiane di epoca bizantina e i suggestivi siti nabatei. Un ricco apparato di immagini commentate facilita la lettura e la comprensione del testo, provvedendo un facile accesso anche ai non specialisti. Il lettore in questo modo si sentirà condotto per mano alla scoperta dell'ambiente biblico.
Cercare la verità, favorire l'ascolto, non stancarsi del dialogo, sperare sopra ogni cosa nella pace. In dodici anni da Custode di Terra Santa fra Pierbattista Pizzaballa ha avuto occasione di incontrare migliaia di persone di tutte le fedi. E di offrire anche nei contesti più prestigiosi (università e parlamenti), oltre che in centinaia di incontri e convegni internazionali, la sua testimonianza di frate minore che crede nella comprensione reciproca e nella costruzione paziente della cultura della pace e dei diritti. Oggi la sua parola di francescano a capo di una Provincia che comprende, oltre a Israele e Palestina, diverse zone martoriate dalla guerra e dalle persecuzioni (come Siria ed Egitto), è quanto mai preziosa. Un punto di vista privilegiato e autorevole, forgiato "sul campo", che non può che scuotere le nostre certezze (e a volte la nostra indolenza) di occidentali, spesso meri spettatori di quanto vivono i nostri fratelli cristiani (e non solo) in Medio Oriente.
L'evangelista Giovanni non racconta l'istituzione dell'Eucaristia ma ci regala alcune pagine uniche e originali, che desiderano avvicinare il lettore al cuore stesso di Gesù. Tra queste emerge senza dubbio il discorso di addio, che occupa i capitoli dal 13 al 17. Negli ultimi, intensi momenti della sua vita, Gesù istruisce i suoi discepoli per aprirli alla comprensione del mistero della sua passione, morte e risurrezione. Tra i più studiati e discussi del Nuovo Testamento, questi capitoli giovannei hanno spesso dato l'impressione di essere un "mosaico in frantumi", i cui pezzi sono accostati senza ordine. Al contrario l'autore, che ha lungamente studiato la questione, presenta le ragioni che inducono a ritenere l'addio di Gesù un "discorso scritto con ordine".

