
Vi è un cordone ombelicale antico e solidissimo che lega la Terra Santa a Roma. Un legame dalle molteplici sfaccettature che richiamano ambiti tra loro anche lontani: storia, filologia, esegesi, archeologia, devozione. In questo universo assetato di conoscenza, che traccia una separazione precisa tra scienza e fede, si pone un documento dal ruolo assolutamente peculiare: la reliquia. Testimonianza venerata, discussa, demonizzata, essa è in fondo il documento antropologico più emblematico per lo studioso. L'intento principale di questo libro è raccontare la storia e la tradizione che accompagnano tutta una serie di "memorie" attraverso le quali è possibile legare Roma a Gerusalemme. Nel percorso suggerito, ai cui vertici principali stanno Cristo, sant'Elena e gli apostoli Pietro e Paolo, le reliquie hanno il ruolo di fil rouge, ma saranno affiancate da altri materiali sorretti dall'autorità dell'archeologia, dalle fonti e soprattutto dalla volontà di evitare che il rumore di fondo dell'agiografia e della leggenda disturbi il suono della storia.
Per la prima volta un'Agenda quotidiana tutta francescana. I giorni e i mesi sono scanditi da pensieri francescani, aforismi e detti vicini al mondo di Francesco e dei frati sparsi in tutto il mondo, con una particolare attenzione alla Terra Santa. Ogni giorno: i santi indicati dal Santorale francescano; la Cronologia della vita di Francesco e Chiara; letture bibliche del calendario liturgico; aneddoti e storie francescane; il ciclo del Sole e della Luna.
In occasione del 30° anniversario dell'incontro di Assisi voluto da Giovanni Paolo II (27 ottobre 1986), che in tema di dialogo interreligioso ha segnato un "prima" e un "dopo", l'autore si cimenta in una sua prima contestualizzazione storico-religiosa: cominciare a conoscere questa pagina, a partire dai suoi "preamboli" negli anni del Concilio e seguendone gli sviluppi nelle iniziative dei successivi pontefici, costituisce un passo fondamentale per combattere pregiudizi e precomprensioni che creano barriere tra gli uomini. Conoscere cosa è stato l'incontro di preghiera delle religioni per la pace di Assisi è un passaggio fondamentale per comprendere anche le novità e le continuità di papa Francesco nella costruzione della cultura dell'accoglienza, fondata sull'ascolto e sul dialogo: condannare la violenza in quanto tale e denunciare i tentativi di giustificarla facendo ricorso alla religione rappresentano solo il primo passo per vivere, nella quotidianità, lo "spirito di Assisi", uno spirito che cambia il mondo chiedendo alle religioni di essere protagoniste nella costruzione della pace. Per dare una luce all'oggi e una speranza al domani. Prefazione di Andrea Riccardi.
Raimondo Lullo (1232-1316) è una figura poliedrica, difficile da cogliere nella sua complessità. Un autore lontano nel tempo ma di sorprendente attualità, soprattutto nel suo essere "uomo del Mediterraneo" i cui orizzonti culturali spaziarono dall'una all'altra delle sue sponde e delle sue civiltà. Dopo aver riconosciuto e descritto ciò che le religioni del Libro avevano in comune e in cosa differivano, Lullo cercò di realizzare un dialogo basato non sulla loro uguaglianza, ma su una parità che deriva dalla dignità personale delle parti. Sin dal 1294, egli afferma che gli "infedeli" sono uomini come noi. Con pochi mezzi a disposizione (l'eredità culturale condivisa dalle religioni monoteiste e un metodo di sua creazione, dono di Dio e del luogo in cui era vissuto), tenta di promuovere un confronto aperto e disteso con i suoi interlocutori da una posizione chiara e rispettosa della propria identità cristiana e dei valori di cui possono essere portatrici le altre fedi. L'atteggiamento di rispetto, di cortesia, di dialogo con l'"altro", che sintetizza ciò che viene oggi denominato "spirito di Assisi", può essere rinvenuto in molte delle sue opere, frutto del lavoro di un autore che, a 700 anni dalla morte, resta uno di noi nell'età che fu sua.
Con questo volume riprende l'ambizioso progetto scientifico della Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell'Oriente francescano, prestigiosa collana contenente la ricca documentazione sul Medio Oriente cristiano prodotta nel corso dei secoli dai frati della Custodia di Terra Santa. L'opera, inaugurata nel 1906 da padre Girolamo Golubovich ofm (1865-1941) e da lui diretta fino alla morte, conta oggi oltre 30 volumi, articolati in 5 serie. Il presente libro è dedicato proprio al fondatore. In particolare, ne contiene il Diario e altri scritti rinvenuti negli archivi del Centro Francescano di Studi Cristiani Orientali del Cairo: documenti preziosi che rendono conto di un periodo di grandi cambiamenti per la Terra Santa. Una delle sezioni più interessanti del Diario è quella contenente gli scambi epistolari con Ernesto Schiaparelli, il famoso archeologo e filantropo, e con vari politici e diplomatici italiani per la rivendicazione dei Luoghi Santi nel primo dopoguerra (molti gli spunti inediti in merito alla rivendicazione italiana del Cenacolo). Risalta anche come fosse mutato il clima tra Stato italiano e ambienti ecclesiastici già prima della conciliazione del 1929: lo si nota soprattutto quando padre Girolamo accenna alle sue reiterate visite al Ministero degli esteri per collaborare alla comune causa della rivendicazione dei Luoghi Santi. Il Diario contiene anche diverse sue azzeccate previsioni su delicate questioni politico-diplomatiche.
Dopo l'Umbria, terra natale di Francesco d'Assisi, non c'è altra regione d'Italia che fu visitata dal santo quanto le Marche, dove si recò a più riprese fra il 1208 e il 1219. Perciò è nata l'idea di questo libro: una guida in 9 tappe ai percorsi francescani nelle Marche e nel Montefeltro, una terra da riscoprire, oltre che per i forti legami con la figura del santo, anche per la bellezza dei suoi paesaggi e delle cittadine medievali che la costellano. Il percorso è strutturato partendo dalle notizie storiche relative ai viaggi e alla predicazione del Poverello narrate nei testi più antichi del francescanesimo, che ci permettono di andare a rintracciare i luoghi esatti visitati da Francesco. Alle località citate nelle fonti si aggiungono poi alcuni tra i più suggestivi conventi ed edifici sacri che furono costruiti dai suoi discepoli pochi anni dopo il suo passaggio, o che sono legati in altro modo alla sua figura. Infine, trovano posto anche alcuni siti non direttamente legati alla presenza di Francesco o che lo sono da tradizioni non confermate dalle fonti, ma che valgono sicuramente una visita.Da Ascoli Piceno a Villa Verucchio (già in provincia di Rimini), un viaggio sulle orme del Poverello tra antichi monasteri, musei e borghi ricchi di fascino, alle radici della spiritualità francescana.
La tradizione, fin dai tempi più antichi, ha sempre sottolineato il legame fra le sette braccia e le sette luci della menorah - il candelabro d'oro che anticamente ardeva presso il Tempio di Gerusalemme - in rapporto alla creazione del mondo e dell'umanità, articolata in sette giorni (riposo divino incluso). Per comprendere meglio tale legame, guidata dal midrash rabbinico l'approccio ermeneutico tradizionale al testo rivelato - e dai grandi maestri della tradizione, l'autrice prende in considerazione le testimonianze bibliche relative alle indicazioni che Dio dà a Mosè in riferimento agli arredi del Tempio, e in particolare in rapporto alla menorah, che secondo studi recenti avrebbe una forma riconducibile a una pianta aromatica che cresce solo in Medio Oriente a ridosso della macchia mediterranea.
L'uscita dall'Egitto è l'evento in assoluto più importante della storia antica d'Israele, quello che si è impresso con più forza nella sua memoria collettiva. A questa memoria l'autore fa fede nell'avvicinarsi al testo dell'Esodo, al di là delle circostanze storiche più o meno probabili o delle prove archeologiche che si possono addurre. L'Esodo, infatti, può essere letto anche senza ricorrere all'ipotesi documentaria. Una lettura forse più ingenua dal punto di vista scientifico, ma secondo l'autore più efficace sul piano esistenziale. Il suo obiettivo è infatti una lettura dell'Esodo (limitata ad alcuni passi) volutamente semplice, secondo le modalità dell'esegesi pre-moderna e la pratica degli antichi commentatori, sia ebrei che cristiani.
Il tema dell'infanzia è trattato in questo volume collettaneo e interdisciplinare con una sensibilità pedagogica e sociale che rende l'oggetto di studio quanto mai vivo. I bambini, nella prima parte del testo, sono pensati a partire da esperienze politiche, scolastiche, di sistema e metodologiche con l'intenzione di definirne più rappresentazioni ed immaginari collettivi. Nella seconda parte, invece, le infanzie sono vissute e sono raccontate per mezzo di esperienze (attuali o che attraversano il tempo) che accompagnano il lettore in luoghi e spazi nei quali sfidare nuove figurazioni. Il comune denominatore è il rapporto tra la società (rappresentata da adulti decisori, governatori, insegnanti, educatori, genitori, salvatori) e l'infanzia, un mondo ricco e delicato, potente e al contempo fragile.
È proprio vero che le lacrime sono sempre solo segno di tristezza e di dolore? Il pianto è una dimensione fondamentale della nostra umanità, al punto che anche Gesù, di fronte alla morte dell'amico Lazzaro, si commuove profondamente, è turbato e scoppia in pianto. Se Gesù "avesse operato la risurrezione di Lazzaro senza battere ciglio e senza una lacrima, avrebbe mostrato certamente la sua onnipotenza, ma senza soffrire lui stesso lo strappo violento della morte dell'amico" (dalla Prefazione). Attraverso l'analisi di alcuni testi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, l'autore traccia un itinerario che attraversa tutta la storia biblica, "storia di lacrime e di consolazione".