
La necessità di ricalibrare il concetto di rivelazione è un dato ormai acquisito per la Teologia Fondamentale contemporanea, anche per il rinnovato vigore profuso dal Vaticano II.
Con la restaurazione del diaconato permanente, avvenuta con il Concilio Vaticano II, lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa un dono meraviglioso.
Il diaconato sta conoscendo ora, come già nei primi secoli della Chiesa, una stupenda fioritura, dopo che per tanti secoli era stato quasi dimenticato.
Ma chi è il diacono?
E' il segno-sacramento di Cristo sposo. Nel suo modus operandi il diacono rende tangibile il fine primordiale del Concilio Vaticano II, e cioè manifestare la diaconia salvifica di Cristo sposo nei confronti di ogni uomo, per la gloria del Padre.
Sandali e bisaccia, abbigliamento essenziale per chi fa strada. Metafore dell’essere itinerante, straniero e pellegrino. Anche il pastore ha un rapporto singolare con la strada. E non tanto con le vie larghe e spaziose, quanto piuttosto con i sentieri, le valli, le strade sassose dei monti. La strada è il grande scenario della cura pastorale di Gesù. Camminano dietro a lui uomini e donne attratti dalla bella notizia del Vangelo. Il cristianesimo è essenzialmente hodos, via dell’Amore che si prende cura.
Informazioni sugli autori
Elena Bosetti, suora di Gesù Buon Pastore, è docente di Esegesi del Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Modena. Membro del Settore di Apostolato Biblico nazionale della CEI, è attivamente impegnata in varie forme di servizio alla Parola. Per Cittadella Editrice ha scritto Sandali e bisaccia. Percorsi biblici del prendersi cura e ha curato con A. Colacrai il volume Apokalypsis. Percorsi nell’Apocalisse di Giovanni (in onore di Ugo Vanni), Assisi 2005.
Un breve saggio che riesce a far emergere, ad uso di persone culturalmente eterogenee, quanto ci sia di attuale e promettente in una lettura intelligente e appassionata, dall'antichità ai giorni nostri, di parole del Primo Testamento che appaiono superate anzitutto se si leggono in modo moralistico e banalizzante. Cioè esattamente all'opposto di come l'autore fa nelle pagine di questo volumetto, tanto intense quanto stimolanti sia per quanti hanno parlato e sentito parlare tante volte dei "dieci comandamenti", sia per chi è lontano da queste parole primo-testamentarie.
Attraverso nove coinvolgenti interviste, condotte con maestria dall'Autore, Pupi Avati, Sergio Basso, Marco Bellocchio, Mimmo Calopresti, Alessandro D'Alatri, Roberto Faenza, Francesco Patierno, Saverio Costanzo e Carlo Verdone raccontano il loro incontro con la figura del prete. Una pregevole introduzione sul tema "prete e cinema" impreziosisce ulteriormente il volume.
Un accurato lavoro che cerca di individuare e districare, nella matassa aggrovigliata della filosofia di Zizek, il filo teologico che sempre di nuovo si aggroviglia. Soltanto un Dio incarnato e fragile può salvare l'esistenza sconnessa e indimenticabile di quel "soggetto scabroso" eppure degno di agape che è l'uomo.
Il testo presenta un saggio di escatologia.
"Il libretto che vi propongo non leggetelo come fosse un libretto. Vivetelo come fosse un abbraccio. Ho impiegato ottant'anni per capire che la preghiera non è fatta di parole, ma di atti d'amore; che il Padrenostro non è fatto di 36 parole, ma di trentasei abbracci; che la messa non è solo una messa ma è un matrimonio consumato con Dio. Sei voi arrivate prima di me a fare questa esperienza, il libretto ha 'trovato la giusta dimora'"
Il piacere: un'emozione desiderabile ma che guarda alla profondità della vita.
Il Vangelo non è comunicazione di cose che si possono sapere, ma comunicazione che produce frutti e cambia la vita. (Benedetto XVI)