
Il libro dell'Apocalisse colpisce per il suo forte carattere liturgico. Giovanni nel descrivere le sue visioni fa ampio ricorso ad arredi liturgici e gesti cultuali, e lo stesso scritto nel suo insieme sembra presentare una liturgia in corso di celebrazione.
Al di là dell'influsso della liturgia giudaica e di elementi della liturgia imperiale, si delineano già tratti della novità del culto cristiano emergente, in linea con la novità di quella Rivelazione di cui l'Autore, per incarico del Risorto, si fa portatore.
In questo contesto egli indica la presenza del Cristo come sperimentabile in tutta la sua attualità e vitalità nell'eucaristia. Ciò non con modalità descrittive di tipo rituale, come avverrà invece in altri scritti cristiani se non a lui contemporanei di poco successivi; né con un discorso teologico ampio ed esplicito come, nel contesto degli scritti giovannei, si riscontra nel capitolo 6 del Quarto Vangelo. Egli si avvale della forma di comunicazione che più gli è propria: il simbolo. Attraverso le immagini di un elaborato simbolismo eucaristico, l'Autore cerca di condurre il lettore/ascoltatore nell'ineffabile del contenuto della Rivelazione e di indurre il bisogno di impegnarsi in esso.
Un libretto per riflettere su come rendere accessibile, tra presente e futuro, l'esperienza della fede cristiana a bambini, adolescenti, giovani e adulti.
Il libro intende esplicitare il senso del più noto principio balthasariano, quello mariano (il sì docile e incondizionato di Maria al disegno salvifico del Padre per mezzo del Suo Unigenito), principio fondante tutta la realtà cristiana, la natura, i ministeri della Chiesa, come "la sfera onnicomprensiva" della vita del Popolo di Dio e di ogni credente. L'interesse su tale principio oggi è ampio e diffuso, specie in riferimento al ministero ordinato nella Chiesa Cattolica. Balthasar fa continui riferimenti a questo principio, sia per la sua riflessione mariologica sia per la ministerialità nella Chiesa; le frequenti citazioni dai suoi testi consentono di "lasciare la parola" al teologo svizzero perché si possa cogliere meglio il suo pensiero.
Indagare in chiave teologica il fenomeno della repressione delle streghe: è questa l'intenzione di Chiara Giuliani, che ha rivolto la sua attenzione al Malleus maleficarum di Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, il più famoso manuale inquisitoriale della storia, pubblicato per la prima volta a Strasburgo nel 1486. Dopo una ricognizione storiografica (capitolo I) e un’analisi storica del fenomeno della "caccia alle streghe" (capitolo II), l'Autrice ripercorre la genesi della concezione tardo-medievale della stregoneria (capitolo III), per giungere a un'analisi critica della parte teologica del Malleus decodificandone il linguaggio tardo-scolastico e ricostruendone il senso (capitolo IV). Ciò ha permesso di proporre un'ermeneutica teologica del trattato a riguardo dell'idea di Dio, di uomo e di donna a esso sottese (capitolo V).
L'occasione dei 65 anni del professor Maurizio Gronchi è stata salutata da alcuni amici, compagni di viaggio, colleghi e studenti. Per anni don Maurizio Gronchi si è distinto nella ricerca teologica con oltre 260 titoli tra monografie, collaborazioni e articoli, offrendo il proprio contributo come ordinario di Cristologia nella Pontificia Università Urbaniana. Nonostante l'impegno a servizio della Chiesa Universale come Consultore per il Dicastero per la Dottrina della Fede dal 2012 e come Consultore della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi dal 2015, Gronchi non ha mai smesso di orientare la propria vita al servizio di persone con disabilità fisica, psichica e socialmente svantaggiate, come nell’edificazione di un sogno: Casa Ilaria. In questa miscellanea ciascuno, nello spazio delle proprie competenze ed esperienze di vita, ha voluto ringraziarlo lasciando così uno scorcio delle relazioni, degli affetti, delle sfide che con don Maurizio sono state vissute e condivise.
Il volume propone una formalizzazione metodologicamente rigorosa della nozione teologica di comunione volta a renderla il fondamento unitario dell'ecclesiologia. Riprendendo la proposta di J.-M.R. Tillard, tale nozione non è fatta derivare immediatamente dal mistero trinitario, ma dalla vocazione creaturale alla relazionalità degli umani, e quindi ampiamente reinterpretata nel quadro della visione processuale di AN. Whitehead integrata dall'approccio analitico di K. W. Hector. La proposta analitico-processuale che ne deriva viene poi declinata come ecclesiologia pubblica, cioè come un modo di comprendere e dire l'identità ecclesiale che è pienamente legittimato anche nelle odierne società post-cristiane post-metafisiche.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera perché egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto (Sl 33,6.9). A questa espressione del Salmo, che richiama il testo genesiaco della creazione (Gn 1,26-28), fa eco l'evangelista Giovanni quando, nel Prologo del suo Vangelo, afferma: Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste (Gv 1,3). Le due citazioni bibliche rivelano come da sempre Dio abbia preso l'iniziativa: la sua Parola creatrice e la sua Parola incarnata costituiscono la categoria chiave che Lo rivela e che ci conduce a Lui. È il Verbo incarnato a dare senso alla liturgia, a permettere che la Parola si trasformi in azione: la liturgia ha la capacità di trascendere il tempo e di inscriversi nell'eterno hodie del Creatore; ci permette, così, di partecipare alla vita di Dio e alla creazione del mondo mai interrotta. Le pagine che seguono si propongono di ridestare nel lettore la nostalgia dell'Unum Necessarium. Nella frenesia quotidiana, l'uomo contemporaneo trascura l'Essenziale smarrendo se stesso e dando vita a una società sempre più confusa. Proprio a questi uomini e a queste donne che hanno "perso la bussola" il Signore ripete: "Ritornate a me con tutto il cuore" (GI 2,12).
Il libro propone una lettura teologica della storia e si inserisce legittimamente in quell'approccio esperienziale alla teologia tanto apprezzato da papa Francesco: un rimbalzare tra la storia che è memoria e sintesi dell'esperienza umana e il pensiero religioso. Laddove, in modo alternato, la religione ha fortemente determinato la storia e la storia ha bussato alla porta del pensiero e della prassi religiosa, contribuendo a plasmarli. Nella prima parte il fatto religioso, tanto ebraico quanto cristiano, rimane sullo sfondo. La seconda parte teologica del volume è invece essenzialmente centrata sulla considerazione autocritica di come pensiero e prassi cristiana abbiano costituito, nell’arco di venti secoli, il terreno ideale nel quale si è diffuso il sentimento antigiudaico.
Dove sono i giovani? Nelle parrocchie se ne vedono sempre meno sono loro che se ne vanno "fuori dal recinto" o è la Chiesa di oggi che è diventata sempre meno significativa per loro? Questo libro parte dall'ascolto dei giovani, definiti luogo teologico, e si snoda in un approfondimento teologico-pastorale ed ecclesiologico alla ricerca della forma di Chiesa del futuro, dove viene confermato che la pastorale giovanile rappresenta uno dei cantieri più profetici della riforma della Chiesa.
La politica come capacità di pensare la realtà nel suo essere una rete di relazioni. Il bisogno di costruire una comprensione del nostro tempo a partire dal basso e di inserirla dentro la cornice di un mondo divenuto il luogo di un futuro comune per l'umanità. La volontà di costruire un’Europa che sia pienamente consapevole del ruolo politico a cui le tensioni e le attese del nostro tempo la chiamano. E in tutto questo dare all'Italia la capacità di essere protagonista di questi processi con l'apporto di una sensibilità e di una visione che riconosce la ricchezza di esperienze, di intelligenze e di capacità che il nostro Paese sa esprimere e che possono essere la base del nostro diventare cittadini. Questo è il Libro Bianco per l'Italia che Argomenti2000 ha elaborato in un percorso di più anni, fatto di incontri, confronti, discussioni, elaborazioni condotte incontrando persone e realtà vive che oggi in Italia pensano un domani possibile. Un testo frutto di un lavoro comune che oggi viene offerto al Paese, alle sue classi dirigenti e all'opinione pubblica per poter tornare ad una politica che sia intelligenza delle cose.