
Che cos'è davvero il dialogo? È solo comunicazione o è la trama profonda che ci costituisce come esseri umani? Chi è l'Altro che ci pro-voca? Cosa accade quando scegliamo davvero di ascoltarlo? Qual è il senso profondo di questo incontro?
Si può ancora incontrare l'Altro senza colonizzarlo? Il dialogo è qui esplorato come atto radicale: è responsabilità dell'Io davanti alla chiamata dell'Altro; è ricerca di una Verità nomade e dialogica; è il fondamento di una società plurale e democratica. Ma cosa accade quando il dialogo attraversa confini culturali, storici, epistemici? Come rispondere alla venuta dello straniero. al suo passato ferito? Quante voci sono state cancellate in nome di un universale costruito sull'Io? La seconda parte del testo sfida il mito dell'universalismo occidentale. Affronta le ferite ancora vive del colonialismo: la coloniality, l'epistemicidio, la conquista spirituale, il controllo dei corpi. Davanti a questo volto sanguinante che grida, può esserci pace senza un disarmo anche culturale? Se la filosofia vuole restare fedele a sé stessa, deve trasformarsi: farsi dialogica, interculturale.
Deve decolonizzarsi. Solo così potrà ri-aprire i suoi orizzonti e tornare ad ascoltare l'Altro. La meta-morfosi è urgente.
Federico Masciotti (Foligno, 1998) si è formato in Filosofia presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", dove ha conseguito la laurea triennale, con una tesi su Emmanuel Lévinas, in Antropologia filosofica, e la laurea magistrale, nella medesima materia, con un lavoro che costituisce la base di questo saggio. Ha pubblicato presso la rivista telematica di filosofia Dialegesthai "Günther Anders è il nostro Noè.
Profilo di un pensatore diverso (2022), La persona come fondamento della democrazia. Una lettura di Maria Zambrano" (2023) e Ci sono dei personalismi. Chiarificazioni della persona (2024).

