
«Interroga tuo padre e te lo farà sapere» (Dt 32,7). Così la Bibbia esorta i giovani. «Racconta!», invece, è il monito che tutta la tradizione ebraica rivolge ai genitori, ovvero «fate haggadah», raccontate la storia, trasmettete la fede, tramandate “le proprietà”. Ecco allora alcuni racconti per immaginare gli ambienti, le atmosfere, i mondi storici e geografici in cui gli uomini, migliaia di anni fa, incontrarono il Dio fatto carne, impastato di umano, incredibilmente terreno, il Dio pastore che odora di pecora. Cosa accadde quella notte presso le rive del Mar Rosso quando Israele uscì dall’Egitto? Come immaginare la Betlemme di duemila anni fa? Perché mai una mandria di porci dovrebbe gettarsi in un lago ed affogare? Cosa avvenne durante la Pasqua dell’anno 36 nei recinti interni del tempio di Gerusalemme? Come vissero i pochi sopravvissuti dell’anno 70 la devastante avanzata delle macchine belliche di Tito sulla Città Santa?
Il volume prende in esame il dialogo dell’autore con i gesuiti sul Santo (1905) di Antonio Fogazzaro. Contestualizzati il romanziere e la sua opera, vengono commentati gli articoli della «Civiltà Cattolica» sul Santo. Si scopre così che la confutazione del romanzo fu imposta da Pio X e che i gesuiti cercarono di squalificare Fogazzaro, ritenendolo ignorante in teologia e accusandolo di gravi errori. Il protagonista, Benedetto, venne descritto come un paranoico e Il Santo considerata un’opera funesta. Dopo questa ultradecennale polemica, i gesuiti (e la Chiesa) intendono ora, invece, riconsiderare il Fogazzaro alla luce delle idee innovative del Concilio Vaticano II, alcune delle quali erano presenti in nuce nel Santo.
Nella prima parte il libro tratteggia un profilo della vita di Paolo, nella seconda alcune questioni teologiche primarie delle sue lettere. Fra di esse vi sono la giustizia di Dio e la giustificazione, il vangelo e il ministero apostolico, la parusia, la centralità cristologica e la vita nuova nello Spirito. Con l’evento di Damasco, l’Apostolo ha cominciato a riformulare la sua vita e il suo pensiero, elaborando la prima teologia cristiana. Le sue riflessioni sono uno stimolo sempre attuale per un cammino di consapevolezza e di crescita nella fede in Gesù Cristo. Questi si rivelò a Paolo affinché annunciasse il vangelo in mezzo alle genti (cfr. Gal 1,15-16).
Il Crocifisso risorto è il paradosso del cristianesimo che poggia sul fondamento apparentemente fragilissimo della Pasqua, dove morte e vita si affrontano in un incredibile duello. La vita di Gesù, nello stile sobrio di Luca, termina nella serena convinzione di un compimento fiducioso: sulla croce il Cristo è sereno, e nell’interpretazione lignea del Crocifisso di Lérins sorride. L’effetto di questa unità dei contrari è il paradosso, che la ragione, grazie all’esperienza di fede, può riconoscere come incomprensibile e tuttavia dotato di senso. Perché il Crocifisso sorride guardando il teologo che pensa? Perché il teologo pensa e la verità gli sfugge. Una provocazione per un pensiero forte e umile.
Raccogliendo una feconda intuizione di Basilio di Cesarea, questo studio elabora e propone il "paradigma della sintassi" come concetto chiave d'interpretazione della dottrina trinitaria. Alla luce di questa proposta, si apre un'originale possibilità di dar ragione del mistero dell'unità e della pluralità trinitaria, garantendo simultaneamente la consustanzialità delle tre persone divine e la taxis delle loro relazioni. A partire da questa syntaxis trinitaria, l'autore riesce anche a reinterpretare alcune delle polarità paradossali che attraversano la fede, secondo una logica delle "relazioni asimmetriche" ispirata a quelle intratrinitarie. Si addita così, per la riflessione teologica nel suo insieme, una via feconda che colloca la dottrina trinitaria al cuore della grammatica della fede.
La fonte Q (da Quelle, che in tedesco vuol dire "fonte") è una raccolta di detti di Gesù che gli studiosi, a partire dal tedesco C.H. Weisse (1838), hanno identificato nei Vangeli di Luca e di Matteo. È una fonte scritta in greco, che i due evangelisti hanno usato, insieme con il Vangelo di Marco, per comporre i loro Vangeli (teoria delle due fonti). Sono circa 225 versetti e rappresentano la prima testimonianza scritta su Gesù, anteriore ai Vangeli stessi. Questi detti esprimono il pensiero cristallino di Gesù, riportandoci più vicini a lui nel tempo.
Oggetto dell'opera è il rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni. Il tema, studiato già dalla metà del XX secolo, ha trovato ampia ricezione nel concilio Vaticano II, che su di esso ha suscitato un vasto dibattito teologico. È importante che ogni religione mantenga ben distinti il proprio valore e la propria identità, ma è anche indispensabile riaffermare la dimensione cristologica, soteriologica ed ecclesiologica di ogni tentativo di proporre una teologia delle religioni. Essa, a sua volta, richiede ancora precisazioni circa un proprio status metodologico. La questione principale riguarda la possibilità della salvezza escatologica e ultraterrena non come privilegio dei soli cristiani, ma come salvezza che abbraccia tutti gli uomini del mondo; una salvezza offerta a tutti attraverso l'unico mediatore e salvatore, Gesù Cristo: un evento storico-escatologico da intendersi in un orizzonte trinitario.
Il credente si appella alla Parola di Dio affinché, come afferma Efrem il Siro, "contemplando" la Parola, ma anche la realtà, la vita e tutta l'esistenza, ne trovi "ricchezza" e senso. Attraverso un excursus di testi biblici verranno offerti spunti per approfondire i diversi aspetti della bellezza e della ricchezza espresse nella Bibbia. Ne emergerà quanto è importante ogni uomo per Dio, ma anche quanto sia imponente la fatica della ricerca, del cammino segnato da debolezza e fragilità, dalla lotta tra il bene e il male. Dio, da parte sua, offre una risposta ai grandi "perché" dell'uomo attraverso la sua Parola vivente: Gesù, il Dio fatto uomo.
Il Pontificio Istituto Liturgico presenta il nuovo elenco delle tesi di licenza e di dottorato che sono state discusse dal 1961 al 2015. Il volume contiene l'elenco nominale degli autori e dei rispettivi titoli. Sono riportati anche i nomi dei professori moderatori e le aree di studio, che vogliono essere un pratico segno di approccio alla liturgia in base alle sue varie diramazioni e ai diversi oggetti di indagine. Inteso come nuovo strumento di catalogazione del fondo d'Archivio, il volume è il contributo che riprende le fila della storia della scienza liturgica e rende noto il lavoro svolto. In quanto catalogo delle tesi di licenza e dottorato, è lo strumento offerto agli alunni ed ex-alunni perché essi possano orientarsi nel lavoro svolto, considerare le possibilità di ricerca e intraprendere nuovi itinerari di studio e approfondimento della liturgia della Chiesa.

