
"Mi chiamo Somaly; o, per lo meno, così mi chiamo adesso. Come tutti, in Cambogia, di nomi ne ho avuti parecchi. Un nome deriva da una scelta provvisoria, lo si cambia come si cambia vita se la sfortuna si accanisce contro di noi, per esempio. Ma non mi ricordo bene dei nomi che ho avuto quando ero piccola. Del resto, non ricordo quasi niente della mia prima infanzia; non so granché delle mie origini e ho ricostruito a posteriori, da vaghi ricordi, quel minimo di storia che sto per raccontarvi..." Nata nella poverissima campagna cambogiana, dove i genitori arrivano a vendere i propri figli all'età di cinque o sei anni per pochi soldi, Somaly Mam, oggi trentacinquenne, ha vissuto parte dell'adolescenza in un bordello, in condizione di schiavitù. Violentata, picchiata e torturata, è riuscita a sottrarsi al suo destino e insieme al marito Pierre Legros ha creato nel 1997 un'associazione no-profit, la AFESIP (Agir pour les femmes en situation précaire) che dalla Cambogia, dove ha la sede principale, si è rapidamente sviluppata in Tailandia, Vietnam e Laos. Nonostante abbia subito numerose minacce, finora Somaly Mam è riuscita a salvare dalla prostituzione e dalla schiavitù migliaia di ragazze. "Il silenzio dell'innocenza" racconta la sua storia, la storia di migliaia di persone come lei, il dolore e la rabbia, ma anche la speranza che il mondo possa cambiare.
Il testo intende trattare tutto ciò che riguarda oggi la "comunicazione", e cioè il rapporto stesso tra le persone, le immagini, la fotografia, gli oggetti, la moda, la computer graphic, e la stessa letteratura e arte. Il libro si rivolge agli studenti e agli operatori delle scienze e delle tecniche e arti della comunicazione, e a quanti vogliono apprenderne i linguaggi per capire la nuova cultura, che ha un'influenza sempre più decisiva in tutti gli aspetti della vita.
Che cosa è una Costituzione? È a questa domanda che il libro intende offrire risposte, necessariamente articolate, delineando il processo storico da cui è scaturita l'assunzione delle costituzioni come leggi fondamentali degli stati contemporanei. Perciò percorre le linee del pensiero politico dell'Occidente, dall'antichità ai grandi protagonisti della teoria costituzionale del secolo scorso. Ricostruisce il significato che assumono le rivoluzioni del Settecento, quella americana e quella francese, come fattori determinanti dell'immissione delle costituzioni nelle realtà statali. Descrive le vicende che caratterizzano, nell'Ottocento e nel Novecento, i rapporti tra stato e costituzione negli Stati Uniti, in Inghilterra, Francia, Germania e Italia, e che segnano le fasi evolutive del costituzionalismo, da quella liberale e borghese, a quella democratica e dello stato sociale. Rileva i termini della dialettica sviluppatasi tra gli ideali del costituzionalismo e lo stato monopolista della forza legale e della produzione del diritto. Propone la tesi che la Costituzione, ogni Costituzione, sia un principio politico che si normativizza, per trasfondere nell'ordinamento statale i valori di cui è portatore,e che si identificano, da due secoli, nei diritti dei cittadini, nell'eguaglianza, nella diffusione del potere.
Il libro di Ekman e Friesen, pur risultando semplice ed agile, costituisce uno strumento molto utile per quanti sono interessati ad una comprensione scientificamente fondata dell'espressione facciale delle emozioni, siano essi addetti ai lavori o semplicemente lettori che nutrono una comprensibile curiosità per il suggestivo mondo dell'espressività emotiva.
Insulto, esplosione verbale che oltraggia, ingiuria, improperio, insolenza: la parolaccia è una costante del comportamento umano, una corrente elettrica che attraversa da sempre il linguaggio individuale e collettivo, come testimoniano gli storici della lingua, datando dagli esordi della comunicazione verbale della specie l'apparizione delle parolacce, in ogni civiltà, e rintracciandone le evenienze in ogni tempo. Non è un fenomeno casuale: i neurologi sono riusciti a stabilire che nel cervello esiste un'area espressamente dedicata all'elaborazione e all'invenzione degli insulti. Vito Tartamella rintraccia una storia che delinea una democrazia del linguaggio: le parolacce sono pronunciate dai più incolti, ma entrano di diritto nella storia della letteratura (non solo antica, come dimostrano i noir più celebri dei nostri giorni) e nelle vicende di cronaca, a volte arrivando a vette storiche memorabili (come nel caso celebre del generale Cambronne). In realtà, che cosa sono le parolacce? Perché si dicono? Che effetto hanno sull'ascoltatore? Come si pronunciano all'estero? A questa serie di domande, e ad altre che riescono a sortire un effetto esilarante, Tartamella risponde ricorrendo alle teorie linguistiche e ai risvolti scientifici, e affiancando aneddoti, curiosità e bizzarrie a questo impazzimento del linguaggio che, da Aristofane a Benigni, è una delle componenti più continue e sorprendenti della storia della comunicazione umana.
Quello che non si doveva dire è quello che Enzo Biagi non ha potuto dire in televisione negli ultimi cinque anni, da quando è stato bandito dagli schermi dopo l'"editto bulgaro" di Berlusconi. Questo libro è dunque una sorta di rivincita: un viaggio attraverso i temi dell'attualità che Biagi e Loris Mazzetti avrebbero trattato nella fortunata rubrica "Il fatto". Un incontro con i ragazzi di Locri il giorno dopo l'omicidio di Francesco Fortugno. Un'inchiesta sulla criminalità organizzata che dal Sud ha portato i suoi affari al Nord, mentre la parola "mafia" è sparita dal tavolo della politica per riapparire solo con l'arresto del boss Bernardo Provenzano. Una commossa riflessione sull'omicidio del piccolo Tommaso, ucciso da una banda di balordi e sepolto sulle rive del fiume Enza. Un itinerario nelle sofferenze dell'Africa, dalle bidonville di Nairobi ai malati di Aids, dalla schiavitù del Sudan ai bambini soldato. I massacri in Iraq: bambini, donne e uomini, vittime innocenti, i morti di Nassjiria, le due Simone, Enzo Baldoni, Giuliana Sgrena e la responsabilità della morte di Nicola Calipari. E la politica, con la sconfitta elettorale di Berlusconi e l'arrivo di Prodi a Palazzo Chigi, con un'eredità molto pesante e un paese spaccato in due. Per finire, Biagi regala ai lettori un viaggio nel suo passato, "prendendo ad esempio, per farmi capire meglio, alcune parole che nella mia vita hanno avuto un senso: coraggio, coerenza, umiltà, libertà, rispetto, giustizia, tolleranza, solidarietà".
Se potessimo ripartire da zero con il sistema previdenziale, senza i vincoli che sono oggi imposti dai versamenti già effettuati, dalle aspettative e dalle promesse del passato, lo rifaremmo identico a quello attuale? Lo copieremmo da qualche paese vicino? Lo aboliremmo del tutto? O, smaliziati dalla conoscenza delle difficoltà, cercheremmo di prevenirle, costruendo un sistema potenzialmente impermeabile a (quasi) tutti gli sviluppi economici e demografici? Il volume privilegia questa strada, e mostra come la questione previdenziale possa essere ricondotta a poche variabili essenziali, di cui si esplicitano le interconnessioni. Emergono allora con chiarezza la natura e le potenzialità, ma anche i limiti, di un sistema che non crea ma semplicemente trasferisce risorse tra generazioni. Una ricerca informata e originale che porta un contributo prezioso alla riflessione sul problema previdenziale, che in Italia e negli altri paesi sviluppati è ancora lungi dall'aver trovato soluzione.
Avido di piacere non meno che di conoscenza, Raffaello Sanzio intuisce molto presto che soltanto nella Roma libera, felice e sfrenatamente sensuale di Giulio II e Leone X il suo talento potrà essere apprezzato. Vi arriva venticinquenne, la incarna e la seduce diventando nel giro di pochi mesi la stella più brillante del suo firmamento intellettuale. La morte, a soli 37 anni, lascia la città nella disperazione che segue la scomparsa di un principe ammirato e amato. In una biografia avvincente come un racconto, Antonio Forcellino ripercorre la fulminante parabola di Raffaello rileggendo i documenti e le testimonianze e interpretando le opere d'arte con l'occhio dell'esperto restauratore. In pagine straordinarie e finalmente libere da pregiudizi, Raffaello si svincola dalle censure che hanno tentato di addomesticarne il mito, e torna a essere uomo e artista.
Trasgressiva, colta, androgina e bellissima, Annemarie Schwarzenbach ha attraversato la sua epoca come una meteora, la cui scia infuocata è visibile ancora oggi. Scrittrice eclettica di romanzi e racconti, reportage e articoli politici, fotografa di talento e archeologa, è nata a Zurigo nel 1908 da una famiglia dell'alta borghesia conservatrice. Ha passato l'infanzia all'ombra di una madre possessiva e non ha mai smesso di fuggire da un ambiente in contraddizione totale con la sua aspirazione a una libertà senza compromessi, fino alla morte, a soli trentaquattro anni, per una caduta in bicicletta. Dalla Russia alla Persia, dagli Stati Uniti al Congo, la sua esistenza è stata segnata anche dalla morfina, da diversi internamenti, ma soprattutto da una lotta accanita contro il nazismo e ogni ingiustizia sociale, e da un'amicizia tumultuosa con Klaus ed Erika Mann, gli enfants terribles del maestro Thomas Mann. Grazie alla scoperta di carteggi e manoscritti inediti, in questa nuova biografia Dominique Miermont è riuscita a portare alla luce aspetti del carattere di Annemarie Schwarzenbach finora rimasti in chiaroscuro, mettendo a fuoco una volta per tutte il suo sguardo così impregnato di umanità e umanismo.
Ecco come si svolgono le battaglie campali per il controllo del potere politico ed economico negli Stati Uniti. Lo scandalo Enron - di dimensioni nemmeno paragonabili al caso Parmalat - è stato solo la punta dell'iceberg. Questo libro racconta storie di competizione sfrenata: Microsoft contro Google; Pepsi contro Coca-Cola; Creazionisti contro Evoluzionisti. Vere e proprie sfide globali, dove vince chi elimina l'avversario. L'America il cui istituto bancario più importante - la Citybank - è perennemente devastato da scandali finanziari. E manda i propri dirigenti a lezione di Etica. L'America delle contraddizioni: da un lato campagne pubbliche contro l'obesità - una vera e propria epidemia che colpisce soprattutto i bambini -, dall'altro, sostegno politico alle lobby dell'industria alimentare (Burger King, Del Taco). L'assurda campagna dei Creazionisti, che con l'appoggio di Bush e dei repubblicani tentano di trasformare in verità scientifica il "disegno intelligente" della Genesi. E ancora la sanità, che ha abbandonato a se stessi milioni di americani, senza alcuna copertura. E le nuove leggi contro il terrorismo, che hanno annientato privacy e libertà privata attraverso tecnologie subdole e raffinatissime - microchip sottocutanei, documenti leggibili a distanza - che "localizzano" ovunque: al cellulare, al supermercato, in strada, al lavoro (attraverso il badge aziendale). Storie di una violenza invisibile, che stanno trasformando il Paese.