
Questo settimo volume, che si avvale di un'introduzione generale di Carlo Ossola, presenta gli autori che hanno restituito alla letteratura italiana del XIX secolo il senso dell'infinito: da Monti e Foscolo a Leopardi e Manzoni, preparando quella discesa introspettiva, nella coscienza e nei significati da Pascoli a D'Annunzio - che prelude al Novecento, anche per quei nessi di lingua e di popolo che saranno esaltati dalla musa dialettale del Porta e del Belli. Ogni sezione è accompagnata da un'introduzione specifica; le note a piè di pagina propongono nuove interpretazioni e significati testuali. Completano l'edizione le note filologiche e bio-bibliografiche, l'indice degli autori e degli incipit.
Il nome di Attila, il re degli Unni, è diventato sinonimo di violenza, barbarie, ferocia. Ma al di là del mito, che cosa sappiamo davvero sull'uomo, sul suo ruolo nella storia, sul mondo in cui è vissuto? Attila era brutale, capriccioso, volubile, arrogante, sfrenato. Un capo tribù analfabeta dedito ai saccheggi, senza alcun interesse per le arti governative; nondimeno, è stato un abile politico che, dalla sua base nelle pianure ungheresi, ha saputo usare una moltitudine di segretari e ambasciatori per ottenere i suoi scopi; un leader che grazie alle proprie straordinarie doti ha conquistato l'indiscussa supremazia tra i tanti capi tribali. Tra 434 e 454 d.C. i destini dell'Europa dipendevano dalle azioni di quest'uomo: l'impero romano ormai decadente sopravviveva ancora, con le sue due capitali di Roma e Costantinopoli, ma era minacciato da una nuova forza, le orde barbariche. Attila era riuscito a unire le tribù unne in un unico esercito di spaventosa potenza e straordinaria efficacia, per lanciare un doppio assalto alle due metà dell'impero, quella occidentale e quella orientale, guadagnandosi la fama di devastatore senza pari ("dove passa lui, non cresce più l'erba") e portando alla fine della secolare supremazia di Roma.
Alzi la mano chi non ha mai sofferto della sindrome del lunedì mattina. Quel malessere non ben definito che avvelena il weekend e che non fa che crescere con l'avvicinarsi del momento del ritorno al lavoro. Pochi ne sono immuni, mentre sono molti quelli che proprio non riescono a trovare soddisfazione né felicità nel loro lavoro, nelle relazioni coi capi e coi colleghi, che si sentono poco motivati e per nulla stimolati. Non è un problema da poco, se consideriamo che, a conti fatti, al netto delle ore di sonno e di quelle dedicate ad altre attività indispensabili come lavarsi, nutrirsi, portare fuori il cane, al lavoro dedichiamo la maggior parte della nostra giornata e della nostra vita. In sostanza otto ore al giorno contro le due scarse che restano per famiglia, amici, amore e tempo libero. Ovvio che se abbiamo un ghigno stampato sul volto dal mattino alla sera, sarà difficile trasformarlo in un sorriso per chi ci aspetta a casa.
All'inizio tra Psicoanalisi e Chiesa, specialmente quella cattolica, fu guerra senza risparmio di colpi. Poi gradualmente, per il venir meno dei rispettivi fondamentalismi, le opposte posizioni cominciarono a smussarsi. L'antropologia cristiana e quella religiosa rimasero certo in contraddizione, ma subentrò fra di loro un ignorarsi reciproco e venne col tempo l'apprezzamento di singoli aspetti del campo avverso; si avviò così uno scambio fra psicoanalisti e credenti, portando ad un incontro che oggi è andato molto avanti.
Il libro di Baillargeon, docente di Fondamenti dell'Educazione, fornisce al lettore i mezzi necessari per conoscere le strategie messe in atto da chi diffonde informazioni sullo stato politico e sociale del nostro paese e per evitare così di cadere facilmente in inganno. Nella prima parte vengono presentati gli strumenti utili per mettere in atto un pensiero critico: logica, retorica, linguistica, probabilità e statistica. Nella seconda parte viene illustrato quando, per quali motivi e in che misura si possa prendere per vera un'affermazione fatta in campo personale, scientifico o mediatico. Il suggerimento finale è di imparare a usare queste tecniche in modo da poter affrontare la vita con pensiero critico unito a una certa dose di sana curiosità.
Etimologia delle passioni ha per oggetto il linguaggio, ma non è un'opera di linguistica, parla d'amore, ma non è un romanzo o un trattato di psicologia. Bordelois segue i percorsi delle parole, ricostruisce i fatti su cui non abbiamo dati certi, ipotizza i moventi che possano aver ispirato la comunità a uccidere una parola o a travestirla fino a non riconoscerla più.
I principi che da secoli erano un punto di riferimento indiscusso non sembrano più guidare il nostro agire, mentre le scienze positive pongono più interrogativi che certezze. E in questo clima di disgregazione si è imposto uno stile di vita che mira soltanto ad arraffare, "qui e subito" e senza alcuno scrupolo, gli idoli di oggi: ricchezza, potere, sesso... Tutto è entrato in crisi: la politica, l'etica, i rapporti umani, il rispetto della vita e della morte, centrifugati in un teatro dell'assurdo dove si vive soltanto nell'"attimo presente" senza curarsi minimamente del futuro. In questo libro Vittorino Andreoli, da sempre attento ai problemi dell'uomo, ci guida in un viaggio, affascinante e doloroso, alla scoperta di quei principi che per secoli hanno guidato il nostro comportamento e delle cause della loro caduta. Un viaggio nel quale si racconta il declino di una civiltà che riuscirà a sopravvivere solo se troverà il coraggio di scoprire nuove basi su cui rifondare la propria identità.
Giuseppe Garibaldi, figura storica del Risorgimento italiano, incarna l'orgoglio di appartenere a una patria e la convinzione di essere allo stesso tempo "cittadino del mondo". Paladino della libertà, da difendere con tutte le forze, acerrimo nemico delle manovre sotterranee e dei giochi dei politici di professione, l'eroe dei due mondi è diventato nel tempo oggetto di un culto che unisce la storicità del personaggio alla sacralità del mito. In questa biografia si ripercorrono la vita e le imprese del condottiero dei mille, ma soprattutto se ne dà un ritratto che esula dall'oleografia ufficiale e per questo suscitò aspre polemiche.
Dall'eclettico filosofo di inizio Novecento, fondatore della celebre scuola steineriana, una riflessione profonda sui metodo pedagogico. Una teoria educativa basata sulla libera espressione delle potenzialità del bambino attraverso l'apprendimento di tutte le arti. Per formare degli individui liberi da condizionamenti in cui pensiero, cultura, sentimento e volontà cooperino in armonia.
Sono molte le civiltà del passato che parevano solide e che invece sono scomparse. E se è successo nel passato, perché non potrebbe accadere anche a noi? Diamond si lancia in un ampio giro del mondo alla ricerca di casi esemplari con i quali mettere alla prova le sue teorie. Osserva somiglianze e differenze, storie e destini di antiche civiltà (i Maya, i Vichinghi, l'Isola di Pasqua), di società appartenenti al Terzo Mondo (Ruanda, Haiti, Repubblica Dominicana) o che nel giro di un solo secolo si sono impoverite, e individua le cause principali che stanno dietro al collasso: degrado ambientale, cambiamento climatico, crollo dei commerci, avversità dei popoli vicini, incapacità culturali e politiche di affrontare i problemi.
I lemmi di questo dizionario mettono in relazione tutti i saperi che afferiscono al campo della psiche; sottolineano il reticolo di interrelazioni, influenze e debiti reciproci fra le discipline, nonché i trasferimenti di apparati categoriali e di problemi da un ambito all'altro; ricostruisce il processo di formazione e consolidamento di ciascun sapere coinvolto e del suo impianto teorico complessivo. Grande attenzione è pure rivolta ai contesti socio-politico-culturali e alle credenze e ideologie condivise entro cui si sono mossi i principali studiosi.

