
L'uomo moderno è raramente consapevole del fatto che dietro gli infiniti segni che lo circondano nella vita di tutti i giorni e dietro i gesti più banali che ripete quotidianamente, si nasconde un brulichio di miti semidimenticati e di simboli decaduti. Dai segni più banali - per esempio stringersi la mano in segno di pace, fare le corna all'indirizzo di chi riteniamo ci abbia fatto uno sgarbo - alle manifestazioni più vistose della nostra civiltà - i giganti di cemento che grattano il cielo, il paradiso perduto e ritrovato: di questi e altri simboli eternamente ricorrenti nella storia dell'uomo anche se sotto forme di volta in volta diverse, Seminara ripercorre la storia a ritroso fino alle loro più remote origini, in quel momento magico che fa da spartiacque tra le tenebre della preistoria e la luce della storia.
Il rapporto madre-figlia rappresenta la fonte della salute di ogni donna. Il nostro corpo e le nostre convinzioni al riguardo si generano nel terreno delle emozioni, delle opinioni e dei comportamenti di nostra madre; è lei a offrirci la prima esperienza di nutrimento quando non siamo ancora nate, è lei il primo e più potente modello femminile a insegnarci che cosa significa essere donna e prendersi cura del proprio corpo. E il nostro comportamento in tutte le relazioni - con il cibo, con i figli, con i partner, anche con noi stesse, ne è un riflesso. Ogni donna che capisca i legami madre-figlia può ricostruire la propria salute (qualunque sia la sua età!) e lasciare alla generazione successiva un'eredità positiva e duratura.
Pietro Ichino ripropone, come in una cronaca giornalistica, emblematiche vicende del difficile stato delle relazioni sindacali nell'Italia contemporanea: dal caso dell'Alitalia, dove le hostess sembrano ammalarsi a comando per scioperare anche quando è proibito, a quello del ministro del lavoro che appoggia il sindacato che le organizza; dalle agitazioni che interessano due volte al mese ferrovie e trasporti urbani alla vicenda degli uomini radar, che scioperano anche perché durante lo sciopero non perdono la retribuzione. E ne prende spunto per formulare una proposta di riforma che assume anch'essa il carattere di una scommessa comune a tutte le parti responsabili del futuro economico dell'Italia.
Ivan IV, detto "il Terribile" rimane una delle figure cruciali della storia russa. Famoso per l'efferata crudeltà, ebbe grandi doti diplomatiche e di organizzatore e fu il fondatore del moderno Stato russo centralizzato. Questa biografia segue per intero la sua vita e ne studia i contradditori aspetti, pubblici e privati: l'agire politico, i matrimoni, le atrocità e la personalità disturbata.
"Tra 25 anni i cinesi ci daranno un sacco di problemi". "Non tra 25 anni. Tra dieci." Era il 1973 e a parlare erano Richard Nixon, presidente americano, e il russo Breznev. Dopo quel colloquio, per precauzione, Nixon chiese alla Cia un prospetto sullo sviluppo della Cina nei successivi 10 e 15 anni. Avevano ragione entrambi. La Russia si è dovuta preoccupare dieci anni dopo. L'America - e il resto del mondo occidentale - oggi. Gli effetti del risveglio del dragone sono sotto gli occhi di tutti e i giochi olimpici del 2008 rappresenteranno l'apoteosi della potenza cinese. Il mondo trema quando la Cina varca i confini della Grande Muraglia, perché ogni volta che è successo, ogni incontro dell'Oriente con l'Occidente è stato in realtà uno scontro. Dalla nascita dell'impero mongolo al regno della famigerata imperatrice vedova Tsu Hsi, dalla lunga marcia di Mao al ritiro degli inglesi da Hong Kong, fino alle minacce economiche delle ultime ore, un'analisi del Fattore Cina e il quadro di un futuro in cui il sole, domani più che mai, sorgerà ad oriente.
Dopo l'11 settembre, il governo degli Stati Uniti ha applicato la cosiddetta dottrina Bush che consiste nella difesa preventiva e nella promozione della libertà e della democrazia nei paesi islamici. Tale modo di intendere la politica estera contemporanea pone tuttavia seri problemi etici e politici. Lungo le pagine di questo libro, trentasei grandi intellettuali, da Norman Podhoretz a George Weigel, si interrogano su questi temi dando vita a un dibattito di grande interesse e attualità.
La letteratura sulla mafia si accresce ogni giorno di nuovi titoli, ma i contributi scientifici non sono molto numerosi e anch'essi spesso ripropongono stereotipi o usano paradigmi che colgono solo alcuni aspetti del fenomeno mafioso. Questo saggio passa in rassegna gli studi più recenti su mafia e altre forme di criminalità organizzata ed espone le linee essenziali di un "paradigma della complessità" che legge la mafia come fenomeno polimorfico e pone al centro dell'analisi l'interazione tra gruppi criminali e contesto sociale, un modello che può applicarsi anche ad altre organizzazioni. Ritardi e carenze degli studi sulla criminalità organizzata, che costituisce uno dei fenomeni più preoccupanti della società contemporanea, pongono un problema di fondo: i saperi separati sono messi in crisi dalla complessità, ma l'interdisciplinarietà è più predicata che praticata. Il futuro delle scienze sociali è legato a una scelta di lavoro comune, ma ancora oggi, di fronte a mutamenti del contesto che richiedono un profondo mutamento degli strumenti cognitivi, il pluralismo metodologico suscita consensi a cui non seguono pratiche conseguenti.
Sue Gerhardt illustra in particolare come le prime relazioni del bambino concorrano a formare il suo cervello "sociale" e come lo sviluppo cerebrale possa condizionare l'equilibrio emotivo futuro. Esistono infatti "percorsi neuronali" che influiscono sul modo in cui reagiamo allo stress e possono condurre a condizioni patologiche come l'anoressia, l'abuso di sostanze, i disturbi di personalità o i comportamenti antisociali. Rendendo semplice la complessità, l'autrice offre una brillante interpretazione delle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze, della psicologia, della psicoanalisi e della biochimica: le relazioni che stabiliamo con gli altri formano il nostro carattere e l'amore è fondamentale per sviluppare la nostra capacità di diventare pienamente "umani". Un libro utile non solo ai genitori ma anche a quanti si occupano di salute mentale e di educazione e a chiunque sia interessato al benessere delle future generazioni.
Un profilo di un uomo straordinario. Una interpretazione originale di una delle figure più controverse della storia. Il libro è già stato tradotto e ha suscitato interesse di pubblico e di critica in Germania, Francia, Spagna, America, Brasile. Luciano Canfora insegna Filologia classica all'Università di Bari.
Tra mito e demonizzazione, elemento indispensabile di democrazia ma anche spesso strumento al servizio del potere, il giornalismo ha accompagnato lo sviluppo della modernità e influenzato politica, società e cultura degli ultimi quattro secoli. Un mondo, quello del giornalismo, in costante evoluzione per effetto delle innovazioni tecnologiche, in relazioni mutevoli con i poteri economici e politici, popolato di personaggi a volte equivoci, a volte eroici. E oggi, per l'avvento dei nuovi media digitali e i pervasivi condizionamenti di istituzioni e di grandi interessi economici, in una crisi che qualcuno pensa definitiva. Questo libro racconta la storia del giornalismo dalle sue origini cinquecentesche ai giorni nostri, nell'intreccio delle sue molteplici dimensioni: tecnologia, mercato editoriale, dialettica con il potere, pratiche professionali, personalità dei giornalisti. Una trattazione che spazia tra Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, le nazioni dove il giornalismo ha avuto i suoi maggiori sviluppi, che tocca la Russia e i paesi del socialismo reale, i luoghi dove la libera informazione è stata più a lungo negata, ma si concentra soprattutto sull'Italia, paese dove il giornalismo è storicamente segnato da limiti e carenze strutturali, ma anche da eccellenze di livello europeo.
"Merito di questo lavoro di Stefano Trinchese è aver scavato in profondità nella prima metà della vita di De Gasperi: dalla famiglia di origine alla prima formazione, all'impegno religioso e sociale e poi via via fino all'assunzione di pubbliche responsabilità nell'impero asburgico, sempre in funzione della rappresentanza e della difesa degli interessi italiani. Una ricostruzione fondata su una ricca documentazione inedita, che coglie tutti gli aspetti di una vita intensa e impegnata." Dalla Prefazione di Pietro Scoppola
Oggi la mente monoculturale è un dispositivo essenziale per acquisire la cultura di appartenenza e per definire la propria identità, ma è anche un limite poiché induce a valutare altre culture come inadeguate o persino come una minaccia. Nelle attuali condizioni sociali occorre pensare a una mente multiculturale, capace di acquisire e gestire una molteplicità di modelli culturali fra loro differenti in termini di credenze, valori, emozioni e pratiche. La sfida del futuro è formare persone con una mente multiculturale, in grado di convivere in un mondo pluralista più tollerante, giusto e libero.