
Il libro si compone di 181 domande di bambini e ragazzi alle quali don Tonino ha risposto nel corso di quattro anni nella rubrica «Posta prioritaria» di Popotus, l’inserto per ragazzi del quotidiano Avvenire.
Sono domande sulla fede e sulla vita in relazione alla fede, stimolanti, inaspettate, che attendono risposta. È infatti importante che i ragazzi, quando la vita comincia a chiedere loro scelte precise, sentano che – accanto alle proposte del Grande Fratello, delle Fattorie, della pubblicità, del «che male c’è?», del «fan tutti così » – c’è anche la proposta di Gesù: una proposta difficile, coraggiosa, minoritaria, ma proprio per questo esaltante.
Pur non essendo un libro di... catechesi, può tuttavia aiutare a trasformare la catechesi da lezione a comunicazione, da spiegazione a risposta. Neppure è, di per sé, un libro per ragazzi, ma in mano a catechisti e parroci, può stimolarli a lavorare con i ragazzi e a scoprire insieme che Gesù ha sempre la risposta giusta per tutti i «perché» della vita.
«l’evangelizzazione perde molto della sua forza e della sua efficacia se non tiene in considerazione il popolo concreto al quale si rivolge, se non utilizza la sua lingua, i suoi segni e simboli, se non risponde ai problemi da esso posti, se noninteressa la sua vita reale»
Autore
Tonino Lasconi, sacerdote parroco in Fabriano (AN) è autore di libri dedicati al mondo della formazione dei ragazzi e di tutti coloro che vogliono crescere nella fede. Con il suo stile immediato egli si rivolge con efficacia sia agli educatori sia agli stessi giovani e giovanissimi.
L’obiettivo di sradicare la povertà è per la prima volta concretamente alla nostra portata. Eppure un miliardo (un miliardo!) di persone patisce ogni giorno cercando di sopravvivere, e dieci milioni di bambini all’anno muoiono di fame. Gli abitanti del mondo sviluppato sono di fronte a una scelta decisiva: per non voltare le spalle a un quinto della popolazione globale dovranno diventare protagonisti della soluzione.
Oggi la nostra risposta è non solo insufficiente, ma anche moralmente indifendibile. Lo conferma Peter Singer – uno dei cento uomini più influenti della terra secondo Time – in Salvare una vita si può, attraverso argomenti etici, provocazioni intellettuali, esempi illuminanti, dati puntuali e casi emblematici.
Ma Singer non si limita alla critica, propone un cambiamento rivoluzionario e pragmatico nel nostro modo di sentire, pensare e agire per eliminare l’estrema povertà nel mondo. E lo fa con un libro che sa essere contemporaneamente un coraggioso atto d’accusa, un lucido manifesto per una nuova etica solidale e un programma «ragionato» in sette punti – dalle iniziative filantropiche personali all’attivismo sociale, a scelte quotidiane minime – che noi tutti possiamo responsabilmente mettere in pratica senza intaccare il nostro benesse
Presentazione di Mons. Gianni Zappa
è un grande motivo di gioia scoprire che nella Chiesa ambrosiana, distribuiti nelle diverse comunità parrocchiali, si incontrano quasi 700 gruppi familiari.
Essi sono una presenza viva, tanto più significativa in quanto sono aggregazioni nate dal basso, dal desiderio, o meglio, dalla consapevolezza della necessità di incontrarsi, di relazionarsi, per alimentare il proprio cammino vocazionale familiare attraverso la preghiera, la meditazione della Parola di Dio, il dialogo e il confronto. E per molti l’esperienza della partecipazione a un gruppo familiare è stata anche occasione per creare solidi e intensi rapporti di amicizia che danno serenità, inducono ad aprire la propria casa all’accoglienza, stimolano a costruire nella propria città o paese relazioni più calde e solidali.
Penso sia molto difficile dare una precisa definizione di gruppo familiare. In realtà ogni gruppo si costruisce una propria fisionomia e, nei fatti, la mantiene sempre aperta, non la irrigidisce, perché tale fisionomia ha il volto concreto delle persone che costituiscono il gruppo e delle loro storie. Proprio in questo fatto va colto uno degli aspetti più significativi di un gruppo familiare. è anche uno degli aspetti più arricchenti per una comunità che in sé riconosce la presenza di un simile gruppo. L’essere aperto e il modellarsi sulle persone infatti garantisce che l’atteggiamento di fondo sia anzitutto quello dell’ascolto reciproco, il rispetto dei tempi di ciascuno, la cura degli stessi argomenti trattati in relazione alle effettive esigenze. Ciò esprime la tensione per una spiritualità “incarnata” che non sta “accanto” o “di fronte” alla vita reale e quotidiana, al contrario sta in essa animandola. Appunto: Famiglia diventa anima del mondo.
Di questa spiritualità si possono riconoscere le coordinate di fondo, come la trama di un tessuto sul quale si ricamano poi i motivi caratteristici di ogni gruppo: la consapevolezza che nella famiglia l’amore va sempre alimentato, bevendo alla fonte della parola di Dio, accogliendo le domande di cura e di condivisione poste da chi sta accanto, un’accoglienza che esprime l’indirizzo fecondo dell’amore della famiglia; la necessità di un continuo cammino di discernimento che, ben al di là del farsi semplicemente un’opinione su quanto accade, è l’aiutarsi reciprocamente in un percorso interiore fino alla scoperta di quella parola di speranza e di vita che può essere posta con verità anche oggi, in questo mondo, in questo territorio, in questa comunità.
è operando su questa trama che si evidenzia con chiarezza anche il grande e concretissimo potenziale di testimonianza dei gruppi familiari. Si tratta infatti di una testimonianza che nasce dalla vita e dalla condivisione della quotidianità, quindi non astratta, e proprio per questo più credibile. è una testimonianza che non nasconde la fatica del cammino, le tensioni del tempo che si vive, le prove della fedeltà alla vocazione della famiglia, semmai le evidenzia, le accoglie, e le affronta con la consapevolezza di non essere soli ma di poter contare sugli altri e soprattutto sull’amore di Dio che non fa mancare i segni della sua presenza.
è davvero essenziale che ogni gruppo familiare sia aperto e disponibile alla testimonianza. Significa infatti partecipare con vivo senso di corresponsabilità all’impegno missionario della Chiesa. E ciò dà spessore al gruppo, gli dà cioè una valenza comunitaria. Concretamente questo comporta evitare di lasciare la comunità all’esterno, al massimo come riferimento consequenziale di ciò che si pensa e si elabora al proprio interno. Si tratta piuttosto di sentire la comunità “dentro”, idealmente parte del gruppo, perché la comunità è il terreno concreto della nostra esperienza spirituale. è come se ci si debba rendere conto che quelle relazioni e l’alimento che si riceve nell’esperienza del gruppo nascono già da una relazione e da una esperienza che si vive in comunità, e a essa continuamente rimanda come luogo nel quale le stesse relazioni e l’alimento ricevuto nel gruppo prendono autentica consistenza. In una parola: l’esperienza del gruppo rimanda al proprio sentirsi corresponsabili della missione della comunità e viceversa.
è evidente che quando si parla di comunità non si intende una comunità ideale, quella dove si crede di stare bene, ma la comunità concreta, quella dove stanno anche le contraddizioni, le debolezze, le fragilità, quella dei problemi quotidiani. Il documento I gruppi familiari parrocchiali del 1997 dice: «I gruppi familiari nascono e vivono dentro la concreta comunità ecclesiale e in profonda comunione con essa. In quanto espressione essi stessi della comunità cristiana, i gruppi familiari trovano il loro alimento nell’ascolto della Parola e nell’Eucaristia. Di conseguenza, normalmente non possono non essere profondamente uniti con la più grande comunità dei fedeli, la cui più concreta, immediata e oggettiva espressione è la comunità parrocchiale» (n. 11). è già molto significativo, come rivela il presente testo, che la maggior parte dei gruppi familiari si qualifichi come “gruppi parrocchiali”, dove cioè la Parrocchia è punto di riferimento primario.
Il percorso pastorale con al centro la famiglia che l’Arcivescovo di Milano ha proposto alla sua Diocesi in una successione di tre tappe, riconosce e promuove come particolarmente significativa l’esperienza dei gruppi familiari. Una risorsa sulla quale poter contare per sostenere e contribuire a rinnovare lo slancio missionario delle comunità cristiane locali; per favorire un ripensamento della pastorale “a misura di famiglia”; per ricercare le vie per affermare in maniera più concreta e viva la soggettività sociale delle famiglie. Questo ultimo aspetto è oggi particolarmente urgente, anzi, necessario, e potrebbe alimentare una prospettiva importante di crescita e di sviluppo dei gruppi, in particolare nella direzione della creazione di «associazioni di solidarietà familiare [...] con lo specifico obiettivo di formare e consolidare ampie reti di solidarietà presenti in ambito parrocchiale o sul territorio» (cfr. Famiglia diventa anima del mondo n. 31).
Dietro ai numeri che il presente testo ci offre, non è difficile intravedere una realtà viva, in movimento, una realtà numerosa, agile, che può dare molto frutto. L’impegno è quello di guardare avanti, coraggiosamente, assumendo sempre di più il proprio ruolo di protagonisti nella Chiesa e nella società di oggi.
Il presente volume è stato fortemente voluto da don Silvano Caccia, indimenticato responsabile del Servizio per la Famiglia della Diocesi di Milano, ruolo che ha ricoperto per diversi anni. È merito di don Silvano l'avere portato al centro dell'attenzione pastorale l'esperienza dei gruppi familiari riconoscendo in essi un dono dello Spirito alla Chiesa. Con intelligenza e lucidità, con il suo stile coinvolgente, don Caccia ha convinto molti parroci della bontà di questa esperienza e ha saputo sostenere, rendendosi spesso presente, gruppi in difficoltà. Per questo gli siamo molto riconoscenti. Don Silvano Caccia è tornato alla casa del Padre il 19 marzo 2009.
Sul matrimonio sono stati scritti e si scrivono una quantità enorme di libri. Ci sono perfino manuali per costruire un matrimonio da sogno in cui ognuno dei coniugi possa realizzarsi pienamente. Ma che cosa ne sarebbe del nostro matrimonio se scoprissimo che l'intento fondamentale di Dio è quello di renderci santi piuttosto che felici? È questo l'interrogativo dell'autore da cui scaturisce la scoperta del valore spirituale e profetico di tutti gli elementi del matrimonio.
Due anni sono trascorsi da quando, il 19 giugno 2007, con il documento "Orientamenti per la Pastorale della strada" venivamo invitati a “passare dalla pastorale dell’attesa alla pastorale dell’incontro, dell’accoglienza, agendo con fantasia, creatività e coraggio, per raggiungere i ragazzi nei loro nuovi luoghi di aggregazione, nelle strade, nelle piazze, come pure – allargando la prospettiva – nei vari locali, nelle discoteche e nelle zone più «calde» delle nostre metropoli” (n. 133). Queste parole hanno dato conferma alla pastorale che per anni ci ha visti impegnati insieme agli artisti di strada dell’Assoc. “Camminare Insieme” nell’animazione e nella promozione umana e valoriale del nostro territorio. Le pagine di questo libro sono frutto dell’esperienza di strada che abbiamo condiviso insieme a tanti operatori che si spendono nella nostra isola da sempre vocata all’incontro e all’accoglienza ma al contempo ferita dalle logiche di potere e diseguaglianza. Le fenditure che vengono a solcare la nostra terra di Sicilia nelle torride giornate estive sembrano mostrare tutta la tempra di un popolo capace di affrontare la vita e di impegnarsi per il cambiamento di cui abbisogna come l’acqua che estingue l’arsura d’estate. È questa passione cha abbiamo condiviso scrivendo queste pagine frutto del confronto con tante testimonianze come quella degli operatori della Cooperativa “Insieme” da anni chiamati a rispondere al bisogno di tanti che, approdati nelle coste della nostra isola, hanno affidato la loro storia alla capacità di esser riconosciuti ed accolti dall’altro. In questi giorni in cui è tanta la sete di speranza e il desiderio di cambiamento, appare significativo che da Castelvetrano nascano trame di solidarietà e di incontro capaci di mostrare l’autentico volto della bella Sicilia.
Frutto della stretta collaborazione fra due Servizi nazionali della CEI, quello per la pastorale giovanile e quello per il progetto culturale, queste pagine si snodano intorno ad alcune questioni di fondo: è possibile dare alla pastorale, specificamente a quella giovanile, una forte dimensione culturale? Ed è possibile farlo nell'ottica di quella «pastorale integrata» che si sta gradualmente diffondendo? Il libro si propone come fonte di stimolo e di sostegno per quanti affrontano la sfida di immettere nella vita delle comunità cristiane un convinto impegno per la crescita della persona e per una creativa azione comunitaria, favorendo la crescita della prospettiva culturale che da anni è una scelta dell'Episcopato italiano, autorevolmente confermata da Benedetto XVI.
Un vero e proprio manuale di catechesi da indirizzare ai giovani e alle famiglie. Un aiuto per tutte le famiglie cristiane, i presbiteri, catechisti e formatori, impegnati nell'educazione religiosa dei nostri giovani. Presentazione di d. Armando di San Giuseppe ocd. Introduzione di d. Luigi Ferrari psdp.
Commento ai Catechismi CEI, una guida intelligente ed essenziale a cogliere il "filo conduttore che è vocazionale" dei singoli volumi destinati alla catechesi delle stagioni primaverili della vita.
«Lasciate che i bambini vengano a me»: la vocazione nel catechismo dei bambini
«Io sono con voi» – «Venite con me»: la catechesi dei fanciulli come annuncio vocazionale
«Sarete miei testimoni» – «Vi ho chiamati amici»: la catechesi dei ragazzi come proposta vocazionale
«Io ho scelto voi» – «Venite e vedrete»: la proposta vocazionale rivolta ai giovani
«La verità vi farà liberi»:la dimensione vocazionale nel catechismo degli adulti
Descrizione dell'opera
Per i cristiani, il centro irradiante del mistero di Dio è la persona e l'evento di Gesù di Nazaret. «La presentazione della sua figura, nella trama delle parole e dei testi narrati dai vangeli, fa venire alla luce le condizioni perché noi, oggi, diventiamo suoi discepoli e, mediante il suo Spirito, veniamo ammessi alla comunione con il Padre». La scoperta di Gesù come il Signore è la scoperta della perla preziosa raccontata dalla parabola dell'evangelista Matteo.
Frutto di meditazioni proposte ai giovani della diocesi, i testi proposti dall'autore mirano a favorire un radicamento più consapevole nella fede ricevuta e la progettazione di uno stile di vita cristiano.
Sommario
1. Perché credere? 2. La «pietra» angolare. 3. Incontrare Gesù… nella scrittura della Parola. 4. Incontrare Gesù… nel sacramento dell'Eucarestia. 5. Decidersi per Gesù… nella Chiesa. 6. Decidersi per Gesù… progettando la vita. 7. Decidersi per Gesù… modellati dal suo perdono. 8. Nell'attesa della sua manifestazione gloriosa (cf. Tito 2,13). 9. Pregare per credere.
Note sull'autore
Massimo Epis (Bergamo 1964) è sacerdote della diocesi di Bergamo. Laureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e in filosofia presso l'Università degli Studi di Milano, è professore di teologia fondamentale presso la Scuola di teologia del Seminario diocesano e presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale di Milano. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo i volumi "Ratio fidei" (Glossa, Milano 1995), Fenomenologia della soggettività. Saggio su Edith Stein (LED, Milano 2003) e Teologia fondamentale (Queriniana, Brescia 2009).
Descrizione dell'opera
Sacerdote romano, l'autore fu missionario in Brasile dal 1967 fino alla morte. Nella difficilissima situazione politica, sociale e religiosa che il paese attraversava in quegli anni, si dedicò alla carità, alla pastorale e alla promozione umana, culturale e religiosa della gente, in particolare dei giovani, convinto che di lì si dovesse partire per cercare di dare nuova speranza al Brasile. Le lettere che spediva agli amici italiani testimoniano la sua profonda umanità, il suo impegno spirituale, la fatica di avviare, tra gli ultimi - poveri di strumenti materiali e culturali - modalità di intervento nuove che ponessero le istanze di rinnovamento pastorale e teologico che gli venivano dalla sua formazione italiana, a servizio della realtà ecclesiale e della mentalità popolare locali.
Il volume ne raccoglie una nutrita selezione, in una nuova edizione corredata di maggiori commenti e migliorata nel linguaggio per aumentarne la comprensibilità. La lettura dei resoconti dell'autore costituisce una preziosa testimonianza per meglio conoscere la sua figura, ma anche per comprendere la realtà del Brasile di quegli anni e l'importanza dell'attività dei missionari italiani.
Sommario
Introduzione alla seconda edizione. Il vangelo annunciato ai poveri. Introduzione alle lettere dal Brasile di Nino Miraldi (G. Ruggieri). Ricordo di don Nino Miraldi, prete romano (dal quotidiano Avvenire del 7 ottobre 1990). Lettere dal Brasile. Dall'arrivo il 28 luglio 1967 al 31 dicembre 1969. Dall'1 gennaio 1970 al 31 dicembre 1979. Dall'1 gennaio 1980 al luglio 1990. Lettera del vescovo di Nova Iguaçu dopo la morte di Nino Miraldi.
Note sull'autore
Nino Miraldi (Roma 1930 - Nova Iguaçu, Brasile 1990), seguì i corsi di filosofia e teologia alla Pontificia Università Gregoriana come alunno del Collegio Capranica. Ordinato nel 1957, dopo dieci anni di ministero in parrocchia decise di partire per il Brasile; dal 1967 al 1980 operò nella diocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro, e dal 1980 al 1990 nella diocesi di Nova Iguaçu. Dedicò la sua attività missionaria all'evangelizzazione e alla promozione sociale, ma soprattutto umana e culturale, della popolazione locale, in particolare dei giovani. Nel suo nome si è costituita un'associazione culturale formata dai suoi ex-ragazzi di strada che, fra le altre attività, gestiscono una biblioteca a lui dedicata.
Descrizione dell'opera
L'attuale emergenza educativa coinvolge e interroga anche le realtà ecclesiali e, in particolare, la parrocchia. Scopo della 59ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale è stato cercare di dare risposta ad alcune domande fondamentali sul versante ecclesiale dell'educazione: la parrocchia, oggi, è una comunità educante? L'emergenza educativa indica anche una difficoltà della Chiesa a mantenere vivo e alto il suo compito di «madre e maestra»? Qual è il punto debole della proposta cristiana oggi?
In particolare, le relazioni e gli interventi hanno analizzato il nodo della frammentazione progettuale e dispersione operativa, invitando a cogliere la crisi in atto non solo come un problema, bensì come una provocazione e uno stimolo a trovare maggiore unità nella e della pastorale.
La 59ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale prosegue l'attività di ricerca già avviata dal COP e intende aiutare le comunità cristiane a elaborare esperienze e percorsi formativi sul tema.
Sommario
Studi. Pastorale come educazione (G. Bonicelli). L'emergenza educativa interpella la comunità cristiana (L. Diotallevi). Educare nella prospettiva mistagogica della pastorale (V. Angiuli). Chiesa locale in missione educativa nel territorio (G. M. Bregantini). Annuncio celebrazione testimonianza della carità: unità necessaria per educare alla vita cristiana (M. Falco, G. Benzi, M. Toti). Un educatore testimone: Giovanni Modugno (G. Micunco). La parrocchia-santuario Santi Medici tra territorio e religiosità popolare: una parrocchia «atipica» (F. Savino). Conclusioni pastorali. Recuperare la responsabilità educativa (A. Mastantuono). L'emergenza educativa e la comunità cristiana. Il cristiano secondo la misura di Cristo (D. Sigalini). Lettera di una famiglia alla parrocchia. Riflessioni spirituali. Paolo educa la sua comunità (M. G. Valenziano).