
Questo libro nasce da un desiderio realizzabile: che ogni parrocchia sia piena di "angeli", cioè di messaggeri capaci di annunciare la Parola di Dio e il servizio della comunità sul territorio nel modo migliore. Un volume di piccolo formato (presenta gli elementi di base, essenziali, per comunicare con efficacia nei vari servizi pastorali), pratico (non contiene trattazioni di teoria della comunicazione, ma solo suggerimenti concreti e "ferri del mestiere" pronti all'uso) e rivolto alla comunicazione pastorale di base, quella "di parrocchia": come parlare in pubblico nelle diverse occasioni (omelia compresa), gestire riunioni e incontri, usare i social media, dare un'identità attraente a gruppi e attività... Queste e molte altre cose sono esposte in modo chiaro e semplice, a disposizione di catechisti, animatori, laici impegnati, diaconi e preti.
I concetti di "munus" e di "potestas" del parroco sono oggetto di una questione giuridica ancora aperta. Benché frequentemente utilizzati in riferimento all'ufficio del parroco, rimangono soggetti a diverse interpretazioni. Di fronte a questa difficoltà, si avverte l'esigenza, pur rimanendo strettamente nella sfera canonica e anche ecclesiologica, di analizzarli, tanto nel loro sviluppo normativo, quanto nel loro rapporto specifico al parroco, «pastor proprius» dell'istituzione parrocchiale (can. 519). In questo studio l'intento dell'autore è quello di far percepire innanzitutto la densità giuridica della figura del parroco secondo la vigente legislazione, e anche di individuare le dinamiche attinenti al contenuto pastorale del suo incarico.
Don Paolo ha la capacità di porgere con semplicità (ed anche con un buon senso dell'humor) alcuni concetti fondamentali del nostro "credo", unendo la profondità alla chiarezza, la teologia alla concretezza. E suscitando il desiderio non solo di conoscere meglio Gesù Cristo, ma di diventarGli amico, di gustare la gioia di essere amati da Lui, con tutti i nostri limiti e le nostre fragilità. Credendo in questo Amico, abbiamo Vita nel suo Nome. Ed il suo Nome - Gesù - ci dice che Dio ci ha salvati, ci salva. In un tempo in cui abbiamo ascoltato, letto e scritto che "tutto andrà bene", questo libro che avete tra le mani ci ricorda, con un sorriso fraterno, che "tutto è già andato bene", da quando Dio si è fatto uomo e Cristo è morto e risorto per noi.
Le comunità cristiane sono spesso segnate dall'autoreferenzialità: le routine determinano le prassi pastorali. Questo stile toglie energie e slancio all'esperienza di fede. Come rigenerare la vita di fede dei battezzati? Come far sì che le comunità siano luoghi significativi per la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo? Il testo è uno strumento di lavoro per i singoli e per le comunità e fornisce una serie di suggerimenti concreti per fare discepoli missionari: una prospettiva capace di rigenerare la vita di fede.
«Se continuiamo a parlare di parrocchia non è soltanto perché di fatto esiste, anche se in condizioni precarie di salute, ma perché è il momento di pensare alla presenza della Chiesa a livello locale in modi ben diversi da come finora è stata vissuta e in buona misura continua a esistere». A partire da questa provocazione, mons. Selvadagi si sofferma a riflettere sulle forme di parrocchia che esistono in Italia e nei Paesi occidentali, fortemente indebolite dalla secolarizzazione in termini di capacità aggregativa, di rilevanza sociale e sottoposte a una severa prova di resistenza, per cercare di proporre percorsi che la rendano rilevante nella società e, insieme, più aderente alle attese evangeliche. La parrocchia, per l'autore, vescovo ausiliare di Roma, va in qualche modo vivificata: non si può accettarne una sorta di lento declino, né conservarla per rassegnazione, né la si può ridurre all'aspetto pragmatico-organizzativo: non è infatti in questione «se la parrocchia sia l'unica forma di comunità cristiana, ma come lo possa essere meglio in maniera propria [...] per dare corpo alla sua costitutiva natura comunitaria dell'essere cristiani nel territorio». Una riflessione attuale, appassionata e soprattutto concreta, che apre strade possibili per le comunità parrocchiali, sensibili alle relazioni umane ed orientate a presentare con creatività il Vangelo.
All'inizio della vita della Chiesa, la comunione dei credenti - lo stare insieme - era per gli abitanti di Gerusalemme la testimonianza tangibile dell'attività svolta dal Messia di Nazaret, Figlio di Dio morto e risorto. Partendo da questo convincimento, l'autore di queste pagine ha tracciato una proposta che recuperi l'esperienza dello "stare insieme" della Chiesa di Gerusalemme. Tale proposta è soprattutto destinata a coloro che nella comunità parrocchiale svolgono un ministero. La determinazione a vivere in maniera più impegnativa nella propria comunità di appartenenza è frutto di un vero atto di conversione. Sarà proprio l'adesione ad una vita comunitaria più autentica la prima testimonianza da offrire al mondo, perché in molti scoprano la bellezza di appartenere totalmente al Signore Gesù e alla comunità.
Il testo approfondisce un tema delicato e scomodo: il denaro e il modo in cui si chiede. Si può riscoprire la richiesta di denaro come un'azione propria del ministero nella Chiesa, in quanto non si chiede per sé ma per l'edificazione del Regno di Dio. Il testo mostra come la teoria della raccolta fondi è centrata sulla relazione e sulla persona a cui chiedo e non su chi chiede e sull'organizzazione. Il fundraising, di cui il libro presenta in modo puntuale le tecniche di realizzazione, diviene forma di annuncio e di coinvolgimento in una missione. Ma va fatto bene. Le sezioni del testo: Quanta fatica a chiedere denaro, alle radici di una difficoltà. Perché chiedere denaro, la dimensione spirituale e pastorale del fundraising. Come chiedere denaro, la filosofia del fundraising. Una strategia per la raccolta fondi, la pianificazione e il documento di buona causa. Gli strumenti per la raccolta fondi. L'arte di chiedere. È un aiuto per famiglie religiose, diocesi, strutture ecclesiali a evitare errori nelle modalità comunicative e di azione per la raccolta di fondi. Testi usati da Missione Emmaus, associazione nata per la formazione pastorale nelle diocesi e in convegni nazionali e/o locali.
Quando Samuel Favre, giornalista ateo e in cerca di scandali da portare direttamente sul giornale locale, decide di indagare sulla parrocchia di Sant'Ugo, non immagina certo di incappare in un microcosmo così variegato... e così diviso, fragile, ferito. Don Luc Le Goff, il giovane parroco, vorrebbe lavorare a un grande piano di riforma missionaria, sull'onda delle indicazioni di papa Francesco, ma nulla va come previsto: il tran tran quotidiano rischia di avere la meglio su ogni velleità di evangelizzazione. Ma proprio mentre tutto sembra dar ragione alle mediocrità intravista da Sam Favre, ecco che avviene qualcosa di inatteso. Anne Kurian, giovane narratrice francese e voce freschissima nella ricca letteratura cristiana contemporanea, ci offre un romanzo intelligente, divertente e mai cattivo, fine e profondamente spirituale. Chiunque non si riconoscerà nei parrocchiani di Sant'Ugo getti loro la prima pietra!
Un piccolo saggio sulla figura del vicario parrocchiale, affinché i sacerdoti novelli vivano questo periodo della vita presbiterale in modo pieno, intenso e gioioso. Quella del viceparroco è, infatti, una nomina che spesso alcuni vivono come una pausa, prima di essere indirizzati a un compito di più spessore. L'intesa con il parroco e i collaboratori parrocchiali non è scontata. Il rischio è che si affronti questa fase con fatica e poco entusiasmo. Al contrario, è occasione di crescita e maturazione di quel senso ecclesiale e fraterno su cui tutta la Chiesa si appoggia. Un testo che si legge davvero facilmente e che invita ad una riflessione profonda e gioiosa.
In un tempo da poco post pandemico, don Giustino (il Gigi Riva dei preti) riceve una chiamata di soccorso da un vecchio amico parroco e "prete del Festival-: è malato e non potrà svolgere il suo incarico di padre spirituale alla kermesse sanremese che quest'anno riapre i battenti al pubblico. Don Giustino, animato dalla sua solita passione per l'uomo in difficoltà (oltre che da quella per Dio), non può dire di no e si mette in moto per raggiungere l'amico e il Festival nazional popolare per eccellenza. Accompagnato da un gesuita che ha vissuto per anni nel lontano Oriente, il prete di Sciurcanosta sta per fare il suo ingresso in un mondo di lustrini e paillettes, di invidie a stento celate, ma anche di intensi affetti e di ricchissima umanità, che riserverà al lettore non poche sorprese... canore e non solo. E nella sua parrocchia? Finalmente, lontano il parroco, laici di destra e di sinistra saranno obbligati a lavorare insieme per far sì che non si perda una tradizione faticosamente conquistata. Un romanzo leggero (ma non troppo), che farà molto ridere e un poco anche commuovere (il che non guasta).
C'è una bella differenza, per un giocatore, tra l'essere inserito nella formazione titolare e l'essere destinato alla panchina. Eppure nella vita della parrocchia la "panchina- ha un fascino tutto particolare: è il luogo in cui vivere da spettatori, senza farsi troppo coinvolgere, pensando che siano altri a dover fare. Quanto sarebbe bello però che tutti potessero scendere in campo, mettendo in gioco i propri talenti! A partire dalla sua esperienza in parrocchia, l'autore indica alcuni atteggiamenti fondamentali per giocare insieme agli altri una buona partita: lo spirito di collaborazione, la stima e il rispetto reciproco, la capacità di fare spazio agli altri. Non si nasce già formati. È necessaria una formazione a tutto tondo e permanente anche alla vita cristiana, nella sua dimensione umana, intellettuale, spirituale, pastorale. Sarà così possibile mettere solide radici, ancorarsi al vangelo e testimoniarlo nella propria vita. Sulla scia di Mosche bianche e di Ricalcolo il percorso, anche questo libro desidera offrire spunti e suggestioni per arricchire la vita delle nostre parrocchie.
Il volume offre una breve panoramica sullo sviluppo dell'istituzione "parrocchia" dalle sue origini, con la nascita e la strutturazione delle prime comunità cristiane durante l'impero Romano, fino ai giorni nostri, attingendo a testi canonici e a diversi testi magistrali, integrando nella riflessione le intuizioni contenute nell'ultima Istruzione della Congregazione per il Clero "La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa".
La parrocchia, punto di riferimento per i fedeli, è coinvolta in un processo di maturazione continua nel quale, accogliendo le istanze evolutive (anche quelle più avanguardiste) non deve mai perdere di vista il suo carisma fondazione e la sua missione specifica. Tale istituzione, perché diventi luogo e strumento di evangelizzazione, richiede a coloro che a vario titolo vi operano, una conoscenza degli aspetti tecnico-canonistici che costituiscono la sua identità. E' proprio questo l'intento che l'autore si prefigge in questo testo.
Giovanni Bagnus (Alessandria, 1984), presbitero della Diocesi di Alessandria, laureato in Giurisprudenza (Università degli Studi di Pavia), ha conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia posso lo Studio Interdiocesano di Teologia di Alessandria. Attualmente, è licenziando in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense in Roma e Cancelliere del Tribunale Ecclesiastico Diocesano di Alessandria.