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Un libro denuncia che scuote e smonta a pezzi, ma al tempo stesso fissa i principi. E li applica. A partire dalla recente rivoluzionaria enciclica di Benedetto XVI Caritas in Veritate, che apre a nuove forme di responsabilità dirette e indirette. Per tutti: Chiesa e società. Comincia una nuova era. L’era della consapevolezza. Non basta più constatare che viviamo in un villaggio globale senza punti di riferimento, in cui tutto si somiglia, si mescola e sembra semplificarsi - mentre nasconde in sé una estrema complessità. Occorre fare un passo in più. La conoscenza responsabile diventa la base per trasformare la cultura, l’educazione, l’informazione, l’economia, la società. In meglio o in peggio. Tutto dipende da ciascuno noi. Con linguaggio accessibile, incisivo e vitale gli autori si prefiggono l’alto proposito di porre chiarezza in questa babele formulando un nuovo principio, quello della «responsabilità morale indiretta» che ridefinisce il concetto stesso di giustizia.
Autore
GIULIO ALBANESE, religioso comboniano, collabora con varie testate giornalistiche tra cui Avvenire e il Guiornale Radio Rai. PAOLO BECCEGATO è responsabile dell'area internazionale della caritas italiana. PATRIZIA CAIFFA, giornalista, tiene corsi di giornalismo all'Università Urbaniana. ALESSANDRO LOMBARDI, vice presidente del CBIS Global, da anni tiene corsi di etica e finanza all'Università Lateranense di Roma. È autore pluripremiato di libri di finanza e di romanze storici.
Attraverso varie testimonianze il libro racconta gli aspetti più significativi dello sviluppo di due grandi progetti di cooperazione internazionale in Sud Sudan realizzati dal Servizio Civile Internazionale di Protezione Civile. Prefazione di Guido Bertolaso.
Il libro racconta l’esperienza di Anna Piatti, laica missionaria che ha vissuto trent’anni come volontaria nella Repubblica Centrafricana. II suo lavoro di animatrice rurale l’ha portata a vivere nelle capanne, a lavorare con la gente nelle piantagioni di cotone o nella costruzione di pozzi, case e scuole. Lontano da letture e discussioni “impegnate”che si mantengono in un ambito teorico, l’incontro e il dialogo raccontati in questo libro sorprendono ad ogni pagina perché sollecitano, per non dire costringono, a ripensarsi nella quotidianità.
Una Chiesa per sua natura missionaria che nel volto dei piccoli, dei poveri, trova nuova linfa vitale per rinnovarsi e vivere in pienezza la propria identità. Don Olivo attinge a innumerevoli fatti di vita quotidiana, spesso toccanti – vissuti in prima persona nella sua lunga esperienza missionaria, ma anche da sacerdote e parroco nella nostra Chiesa italiana – per offrire ragioni di speranza all’uomo di oggi.
Una miniera di spunti per il cammino personale e comunitario, attento anche ai diversi momenti dell’anno liturgico, vissuti sempre con un intenso respiro missionario.
L'autore
Don Olivo Dragoni è sacerdote nella Diocesi di Lodi. Dopo qualche anno di servizio in campo giovanile, ha lavorato come incaricato dei preti diocesani italiani in America Latina nel Centro Unitario Missionario con sede a Verona. Per questo ha viaggiato per quindici anni (1971-1985), incontrandoli sul loro posto di lavoro. Parroco e direttore del Centro Missionario di Lodi, ha commentato in diversi scritti la missione con episodi di vita. Qui se ne offre una piccola selezione, che racconta la missione in modo vivo e teso a dare speranza. Ora l’autore è appiedato per sclerosi multipla; ma crede di poter imparare anche dai suoi bastoni.
Il volume è un prezioso contributo pedagogico di idee e di esperienze per fare dell’educazione un’arte dell’intelligenza e del cuore, nella relazione e nella speranza. Nel tempo dell’«emergenza educativa», girasoli e aquiloni sono icone sintetiche di identificazione e di speranza per tutti. L’adulto e l’adolescente siano come girasoli: fiori di terra sempre orientati verso la luce dei valori; ma anche liberi aquiloni: capaci di intraprendere traiettorie «altre» e «ulteriori». Per questa società e, al contempo, oltre i suoi sentieri (dall’Introduzione).
Un infaticabile ministero sacerdotale tra gli impervi profili delle Ande, migliaia di ore a dorso di mulo per portare il Vangelo nei più dimenticati paesi del Perù, i lineamenti di un’anima innamorata di Dio a completo servizio del proprio gregge. Sono alcuni degli aspetti che emergono dall’autobiografia di mons. Enrique Pélach, esemplare figura di pastore che si prodigò nell’assistere spiritualmente e materialmente l’Apurimac, una delle regioni più povere del Perù e forse del mondo. La sua attività episcopale non conobbe soste, alternando gli innumerevoli viaggi apostolici a iniziative sociali di ogni sorta, tra cui la creazione di un lebbrosario, di un ospedale, di ospizi, di due seminari. Nel suo racconto, che ha la freschezza e la vivacità del diario, si nota come si siano coronati i suoi sogni più lontani grazie a un filiale abbandono alla Provvidenza e una vita di preghiera di vero contemplativo.
È sotto gli occhi di tutti come nell’Occidente la famiglia sia in crisi. Lo dimostrano la diminuzione dei matrimoni, l’aumento dei divorzi, l’incremento delle convivenze, la ricerca di nuove forme di istituzionalizzazione dei rapporti di coppia, ma soprattutto la crisi demografica. La rinuncia intenzionale ai figli, oggi sembra essere il segno di una diffusa perdita di speranza nel senso stesso dell’esistenza umana. D’Agostino ci mostra l’urgenza di salvaguardare la famiglia per credere ancora che del nostro operare nulla vada mai perduto, ma tutto possa, con l’aiuto di Dio, essere salvato.
Destinatari
Famiglie, fidanzati che si preparano al matrimonio, operatori spirituali e studiosi di società e diritto.
L’autore Francesco D’Agostino è ordinario di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani e presidente onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica. Dirige la Rivista internazionale di Filosofia del diritto. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: "Diritto e Giustizia. Per una introduzione allo studio del diritto" (2004); "Giustizia. Elementi per una teoria" (2006), e diverse opere in collaborazione con altri autori: "Bioetica, diritti umani e multietnicità" : I. Immigrazione e sistema sanitario nazionale (2001), II. Dinamiche multiculturali e servizi sociosanitari in Italia (2003), III. Confronto interculturale: dibattiti bioetici e pratiche giuridiche (2003); "Immigrazione. Fra accoglienza e rifiuto" (2005); "Conciliazione e riconciliazione" (2007); "Laicità cristiana" (2007), "Il peso politico della Chiesa" (2008).
"Ogni giorno l’amore" parla dell’affetto tra due persone con molto realismo, senza ipocrisie e falsi moralismi; prova a percorrere la “normalità” del rapporto a due alla ricerca dei momenti che lo rendono unico; tenta di leggere, dall’attimo in cui scocca la scintilla fino agli ultimi istanti della vita insieme, il senso di un incanto che sconvolge l’esistenza. Per essere compresi e letti, quei momenti hanno bisogno di attenzione, attenzione per l’altro. Solo in questo modo non sfuggono i particolari e l’amore può attraversare il tempo con la speranza della trascendenza. Così nell’unione tra un uomo e una donna l’amore di Dio può rivelare il riflesso migliore.
Destinatari
Un libro per un ampio pubblico.
Gli autori
Pasquale Pellegrini, nato a Polignano a mare (Bari) nel 1956, laureato in Scienze geologiche e master in Comunicazione di servizio e di pubblica utilità, è giornalista e dipendente ministeriale, opera nel campo dell’informazione pubblica. Nel 1979 ha iniziato l’attività giornalistica con La voce del popolo di Torino, ha collaborato con varie testate, tra cui «Nigrizia», «In/oltre», «La Repubblica» edizione di Bari e «Airone». Attualmente scrive per Il nostro tempo, il mensile pugliese «Artventuno magazine»e la rivista di letteratura «Incroci». Si occupa, in particolare, di cultura, informazione religiosa e scientifica. Nel 2009 ha pubblicato il romanzo per ragazzi "Il mistero dei cavalieri del rombo".
Vittoria Modugno, nata a Polignano a mare (Bari) nel 1959, si è laureata in Lingue e letterature straniere con una tesi sull’opera di James G. Frazer. Ha operato a lungo nei progetti di lingue straniere per la scuola per l’infanzia: "Lingue 2000", "Il bilinguismo nella scuola elementare", "La lingua straniera nella scuola dell’infanzia", e ha al suo attivo diverse traduzioni dal francese e dall’inglese, tra cui parte dell’opera del "Folklore in the Old Testament" e alcuni articoli per la rivista "In/oltre". Ha partecipato al volume collettivo "Il nostro Novecento. Un secolo di Monopoli e di Polignano a mare" e ha curato la versione in francese e in inglese del CD-Rom "Basilicata". Volontaria della Fondazione Ant Italia per un lungo periodo, ora presta la sua attività per l’Amopuglia.
Questo lavoro risponde al desiderio di rilevare le note caratteristiche della comunicazione di Gesù e di trasmetterle ad altri, con l'obiettivo di aiutare la nostra capacità comunicativa a modellarsi su quella di Gesù.
Oltre all'analisi dei colloqui "a tu per tu" del Signore con alcuni apostoli e con personaggi incontrati in situazioni particolarmente significative, trovano spazio in queste pagine principi, regole e tecniche psicoterapeutiche e vari approfondimenti alla luce della teoria della comunicazione e, in particolare, degli approcci relazionali/terapeutici ispirati la'"analisi transazionale.
Sulla questione educativa «il contributo dell'Ac sarà fortissimo. Noi abbiamo un immenso patrimonio da valorizzare, sia nel senso di elaborazione culturale di nuove idee che come esperienza da mettere in gioco». Franco Miano, presidente dell'Azione cattolica, riflette ad alta voce sul pianeta-educazione, cui la Chiesa italiana ha deciso di dedicare gli Orientamenti pastorali per il prossimo decennio. E nasce Chi ama educa.
«L'Ac - prosegue Miano - ha sempre posto il tema dell'educazione al centro del suo percorso associativo e tanti laici credenti, così come molti cittadini impegnati in politica oggi come ieri, si sono formati alla scuola dell'Ac. Si tratta di rilanciare la nostra proposta educativa, rileggendola alla luce delle emergenze dell'oggi che, ancora più di ieri, richiedono di porre al centro una proposta integrale per la persona, capace di coniugare adeguatamente tutte le dimensioni della vita».