
Questo libro non ha la pretesa di dire tutto quello che ci sarebbe da dire su un «Francesco» che sta rivoluzionando la Chiesa (il mondo) e, soprattutto, non vuole essere irriverente né contro Dio né contro Colui del quale parla. È una frase mutuata dal giornale (e ripresa dal pèubblico giovanile che ha seguito le ultime fasi del Conclave in tv). Questo non vuol dire che nei Conclavi passati Dio abbia «fallito il bersaglio»; vuol solo dire che – grazie a certi particolari che Papa Francesco ci ha fatto vedere, e che crescono con l'anima – Egli è «entrato» subito nel cuore di chi l'ha visto in televisione.
Nel 1975 usciva l’opera di Agostino Amore dedicata a I martiri di Roma, per le Edizioni Antonianum, nell’ambito della collana Spicilegium Pontificii Athenaei Antoniani. Quel volume, tanto sobrio quanto limpido nella struttura e nel linguaggio, sarebbe divenuto libro di testo e riferimento bibliografico imprescindibile per tutti coloro che avessero voluto, per diversi motivi, accostarsi alle questioni agiografiche, storiche e archeologiche della Roma cristiana dei primi secoli, tanto che ancora, ad oltre trent’anni da quell’edizione, esso resta un testo frequentato, citato, comunque continuamente consultato.
Ebbene, è parso opportuno ritornare su quell’opera, tanto considerata dagli studiosi, dagli studenti e da tutti coloro che desideravano approfondire le questioni legate alle figure dei martiri romani, dopo aver consultato rapidamente le enciclopedie e i lessici classici, per avere un’idea più attendibile e scientificamente più affidabile di tutti i problemi sorti, nei secoli, attorno alle persone dei martiri dell’Urbe, alle loro sepolture, al loro culto, ai testi, ai documenti e ai monumenti sorti attorno a quegli “uomini santi”.
Alessandro Bonfiglio ha dedicato molto tempo e attenzione ad un testo; è entrato “in punta di piedi”, con grande rispetto nei confronti dell’agiografo, riconoscendo tutti i meriti di chi, per primo, ha avuto il coraggio di far dialogare i monumenti e i documenti. Il suo aggiornamento assume il ruolo e l’aspetto di una vera e propria edizione critica, che aiuterà gli studiosi della nostra generazione a seguire la parabola evolutiva degli studi sul santorale romano nell’ultimo quarantennio.
Il libro intende offrire un contributo di riflessione nell'intento di far scoprire o riscoprire la fede come un atto autenticamente umano ed insieme come un dono capace di far fiorire la vita e custodire la ricchezza dell'umanità nella relazione con Dio.
Piccole riflessioni pastorali in occasione dell'Anno della Fede.
Il sussidio, nato dall'esperienza pluriennale del centro UEPP di Roma, è uno strumento innovativo realizzato appositamente per l'evangelizzazione dei piccoli ad uso sia dei genitori che dei catechisti. Con bracciale della buona notizia e miniguida per la preparazione e la realizzazione dell'incontro.
Agorà e Parola, parola e agorà, un mescolarsi di incontri, vicende, dialoghi, relazioni, cultura che si rende coltura della mente umana, carità divina che si offre all'uomo nella gratuità semplice del quotidiano.
Il libretto è una riflessione sul Concilio Vaticano II a 50 anni dalla sua apertura. È stato veramente l'aurora di un nuovo giorno per la Chiesa? Cosa è realmente cambiato? Quale l'impatto nella vita dei cristiani, e le ripercussioni sociali, culturali e politiche? Non è tanto una "storia del concilio" quanto una "rilettura", nell'ottica dell'anno della Fede, delle novità conciliari e del messaggio che ha voluto e vuole ancora dare ai cristiani nel mondo.
"Proprio nell'ordinarietà dei luoghi del quotidiano si è incessantemente speso Vittorio Barducci: nella famiglia teneramente amata; nell'impegno missionario e apostolico; nella costruzione della comunità ecclesiale e nella promozione dell'Azione Cattolica, a cui ha fortemente avvertito di appartenere; nel lavoro; nell'attenzione al territorio, al sociale, al civile, alla realtà politica. Questo l'ha reso un testimone generoso, autentico e credibile, capace di comunicare mediante la sua stessa esistenza la bellezza di una fede vissuta con semplicità e forza." (dall'Introduzione al volume)
"Quella del nostro tempo è una fede che vive con drammaticità la scommessa, mai appieno risolta, di trovare le ragioni per credere e per continuare a credere dentro l'incerto recinto della cultura del frammento e nell'instabile "casa" della cultura contemporanea, in cui abita ormai un inquilino malaticcio: il "pensiero debole". Per completare la metafora va aggiunto che il guaio maggiore di questa "casa" non consiste nell'avere le pareti disintonacate e disadorne, o la volta malferma, ma nel fatto che di essa è caduto 'il muro di sostegno'".
In queste pagine, la storia degli italiani dell'Africa mediterranea si incrocia a quella, più recente, degli immigrati in Italia proponendo una lettura della mobilità che sia, allo stesso tempo, riflessione attenta e documentata dell'Italia di ieri e di oggi.