
Il Concilio Vaticano II aveva appena mosso i primi passi, quando papa Giovanni XXIII morì. Era rimasto incompiuto, quasi una bozza appena delineata. Con papa Paolo VI divenne progetto. Il Concilio affrontò i grandi temi della Chiesa, della Rivelazione, della libertà religiosa e dei rapporti Chiesa-Mondo e, confrontandosi con le sfide del nostro tempo, poté arrivare in porto. Oggi, a 50 anni di distanza, possiamo conoscere il Concilio, che ha aperto alla Chiesa nuovi e più tersi orizzonti, in pagine appassionanti e coinvolgenti, che ci rendono ancora una volta protagonisti e non solo spettatori.
Il libro racconta la storia di Mosè, un grande Profeta scelto da Dio per portare la salvezza al popolo d'Israele. Il testo mette in luce tutta la sua umanità... Mosè ha paura di parlare al faraone, esita e chiede che qualcun altro vada a parlargli al suo posto. Si arrabbia, si dispera, s'innamora di Zippora; vive l'attesa, l'esperienza del viaggio e ricerca una promessa che sembra non avverarsi mai. Ma dopo tanti anni e una lunga attesa, il Signore rinnova l'Alleanza con il suo popolo, donando a Mosè sul monte Sinai, le Tavole della Legge; per aiutare il suo popolo a camminare verso la Terra Promessa, nella giustizia e nella pace. Il testo, scritto da Enrico Di Daniele e illustrato da Luana Piovaccari, si offre come sussidio per aiutare i bambini ad avvicinarsi alla Bibbia. Al termine di ogni racconto emerge un messaggio educativo e un insegnamento. Si rivolge ai bambini e ragazzi, educatori e catechisti, ma anche alle famiglie e agli adulti.
"Il Papa quello nuovo è venuto perché quello vecchio aveva 86 anni. Allora se ne andò via. Allora venne quello nuovo". Semplicemente... Federico, III elementare. Questo volume ripercorre l'inizio del pontificato di Francesco attraverso lo sguardo dei più piccoli, uno sguardo che percorrendo le vie della curiosità, dello stupore e della semplicità rimette il lettore davanti a quell'uomo vestito di bianco che la sera del 13 marzo si è affacciato al "balcone". "Quando ho visto la fumata bianca ero contentissimo, poi quando dalla finestra è uscito il Papa è stato molto più bello"... a raccontare sono i bambini di Roma. Con le loro descrizioni: "Indossa un vestito tutto bianco e un cappellino bianco". Con i loro ricordi: "Si è affacciato e ha detto a tutte quelle persone: buonasera". Con quello che hanno captato: "Ho visto in televisione che aveva rifiutato l'anello d'oro e ho capito che è molto buono e gentile". E quello che gli è successo: "Gli Angelus con lei li preferisco a una partita!" Con le loro impressioni: "È molto buono anche se non l'ho mai visto in azione...però me lo immagino". Con le loro riflessioni: "Ha fatto fermare la papamobile e ha camminato tra la gente, forse perché in sé ha tanto amore da condividere con il suo popolo". Con le loro domande... tante: dormi sempre col pigiama bianco? A che via vivi? Secondo te perché sei stato eletto? Se Gesù perdona tutti perché esiste l'inferno? E con un desiderio: "Che rimarrai con noi ancora per un bel po'".
A trentacinque anni dalla prima edizione, Don Antonio Santantoni ripropone e attualizza "Sui Sentieri della speranza", la sua prima opera a sfondo autobiografico, in cui l'allora giovane teologo, già affermato come autore di apprezzati testi liturgici, raccontava la profonda crisi interiore che fece di lui, giovane prete perugino, che aveva studiato a Roma e che sembrava avviato verso una rapida e brillante carriera ecclesiastica, un segno di contraddizione. Nel libro, l'autore ripercorre la crisi interiore che lo portò a rivedere la sua educazione romana, fortemente segnata dal carattere conservatore dei centri della sua formazione (Seminario Romano Maggiore e Pontificia Università Lateranense), alla luce della sua esperienza concilliare propiziata dai due anni di frequentazione dell'aula e dall'amicizia con personalità di spicco della teologia internazionale. Fra tutte: il filosofo Jean Guitton, primo uditore laico in Concilio; il grande liturgista Aimé-Georges Martimort, suo vero maestro e guida nella preparazione della sua tesi di laurea; il P. Umberto Betti, più tardi cardinale; i padri benedettini Salvatore Marsili e Burkhard Neunheuser di Maria Laach, ecc. La loro frequentazione, a scuola o nella vita, introdusse il giovane prete "romano" ai valori dei movimenti teologici che fecero di un Concilio tutto preparato dagli esponenti più conservatori della scuola e della Curia romana, in una fucina e un crogiuolo di idee, che impose lo stesso Concilio all'attenzione dei media.
Con scritti di Paloma Gómez Borrero, Giorgio Costantino, Salvatore Izzo, Caterina Maniaci, Gianni Maritati, Enzo Romeo, Emanuele Roncalli, Angelo Scelzo, Gian Franco Svidercoschi, Marco Tosatti, Fabio Zavattaro Un patto mediatico che corre sul filo dell'umanesimo. È il patto che Karol Wojtyla ha stretto con i giornalisti di tutto il mondo e in particolare con i vaticanisti. Hanno vissuto si può dire con Karol Wojtyla per quasi 27 anni. Chi più chi meno. Il primo papa straniero dell'epoca moderna. Una scelta, anche questa, che sembra essere frutto della primavera conciliare. Una sfida in più per tutti perché, oltre i testi ufficiali, il pontificato di Giovanni Paolo II, si è sviluppato attraverso gesti e parole, non programmati, studiati, e spesso nemmeno mai scritti, "improvvisati" e forse per questo più efficaci. In questo Giovanni Paolo II ha fatto scuola, e oggi, che ci stiamo abituando alla informalità di papa Francesco, il pensiero dei vaticanisti "anziani" spesso corre a quelle improvvisazioni, al "ciclone Wojtyla" che davvero ha cambiato il mondo. Un compito spesso non facile ma sempre esaltante, una sfida professionale ed umana continua. Più che un lavoro, un'amicizia. Questo libro nasce proprio dalla volontà di rinnovare quella amicizia ora non più con un papa, ma con un santo. Un omaggio se volete, o piuttosto pagine di un diario che ognuno di noi porta nel cuore.
Nell'anno della fede siamo stati invitati a riscoprire, rafforzare e approfondire la bellezza e la centralità del credere cristiano. Ponendoci alla scuola dei santi che insegnano dalla "cattedra della vita", ascolteremo la voce di Veronica Giuliani. La Santa tifernate mette in luce le strutture fondamentali della vita cristiana e ne delinea un ritratto profondo e suadente. La sua esperienza traccia, infatti, nitidamente la mappa di una fede testimoniata come contemplazione di un mistero avvolgente e bello, contribuendo così in modo speciale a cogliere tutta la bellezza della fede cristiana. Questo avviene anche sciogliendo i vincoli di una interpretazione talvolta fin troppo sbilanciata sul fronte intellettualistico e nozionale, per riportare in piena evidenza il "buio di una fede oscura" con i suoi vividi sussulti e sullo sfondo di un vissuto contemplativo che lambisce e sonda l'infinito silenzio.
"Nella storia della Chiesa cattolica, i veri rinnovatori - spiega il Papa sono i santi. Sono loro i veri riformatori, quelli che cambiano, quelli che trasformano, che sviluppano e risuscitano il cammino spirituale". Ma allora quali sono i santi cari a papa Francesco? Alcuni li conosciamo: sant'Agostino, san Francesco, don Bosco, don Orione, don Cafasso. Non dimenticando Madre Teresa di Calcutta. Altri ci sono meno noti (o sconosciuti), perché appartengono alla storia della Chiesa latinoamericana di cui Jorge Mario Bergoglio è figlio. Ecco allora la figura di Pietro Favre, compagno di sant'Ignazio; di Bartolomé de Las Casas, domenicano difensore degli indios; di padre Roque Gonzales, missionario gesuita del Seicento e di padre Pietro Claver, apostolo degli schiavi africani. Per arrivare ai grandi santi sociali, come padre Alberto Hurtado, e ai martiri per la giustizia (Rutilio Grande e Carlos de Dios Murias). Esempi di vita spesa per il Vangelo e a servizio dell'uomo. Testimoni la cui esperienza ci aiuta a comprendere meglio il dono che lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa con l'elezione di papa Francesco.
Una testimonianza dell'Arcivescovo Piero Marini che per diciotto anni è stato accanto a Giovanni Paolo II come Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificie. "Ricordo quegli occhi e quello sguardo che mi accompagneranno per il resto della mia vita. Porterò con me la sensazione di bene e affetto della sua mano stretta alla mia. Erano le sue mani, quelle che sono state imposte sul mio capo nel '98, quando il papa ha voluto ordinarmi vescovo. E quegli occhi che vedo ancora, quelle braccia distese quando mi dava l'abbraccio di pace. Sono segni di gioia e sofferenza nel suo ricordo".
La Chiesa ha un storia millenaria, ma sono bastati cinque minuti per rivoluzionarla. Con un discorso dimesso, ma efficace; una croce di ferro pendente sul petto, sulla quale è inciso il Buon Pastore con la pecora sulle spalle e una colomba in cima, papa Francesco si è presentato come un debole che ha bisogno della forza della preghiera, della benedizione di Dio... proprio come noi. In queste pagine semplici da leggere conosciamo meglio le origini e il carattere di un uomo che non ha dimenticato le sue origini, che parla la nostra lingua ed è pieno di umanità, che, da buon pastore porta su di sé l'odore, spesso acre, delle sue pecore.
Nel 2013 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes inaugurano una nuova fase della loro collaborazione sugli studi e gli approfondimenti in materia di mobilità verso l'Italia. Dopo 30 anni di immigrazione nel nostro Paese, i due organismi della Conferenza Episcopale italiana hanno ritenuto di intraprendere un nuovo percorso per lo studio della mobilità che privilegi l'osservazione delle varie realtà locali partendo dalla ricca rete delle sedi diocesane fino ad arrivare ai vari riferimenti istituzionali e associativi sul territorio nazionale e internazionale. Superando l'ottica prettamente statistico-quantitativa nella lettura del fenomeno migratorio per aprirsi a un'analisi più qualitativa - si legge nell'Introduzione - il volume si presenta più agile e di natura maggiormente divulgativa e particolarmente attento a far emergere l'ordinaria presenza immigrata in Italia e nei singoli territori raccontandone le specificità, le diverse caratteristiche oltre che i diversi progetti portati avanti, senza trascurare l'analisi dei punti di forza e delle debolezze rintracciate dagli operatori Caritas e Migrantes nelle diverse realtà territoriali. Il tema scelto per questa edizione è Immigrazione. Tra crisi e diritti umani, e rappresenta il filo conduttore delle 5 sezioni del Rapporto. Tra esse, spiccano Fatti, numeri e immagini (racconto ragionato dei principali avvenimenti del 2013 nel settore dell'immigrazione)...