Dopo uno sguardo sulla fenomenologia dell'istante mortale e l'elaborazione di una fenomenologia della morte dell'altro in generale, osservata o utilizzata, l'analisi si sofferma sull'esperienza della morte dell'altro che, in quanto amato, è presenza che ci costituisce. La sua morte non è solo perdita di possibilità, ma perdita del "noi", ci coinvolge e trasforma estraniandoci, in quanto si configura come perdita di sé e del mondo. Il nulla del rapporto ci precipita nell'isolamento e nello spaesamento. Prima di passare a considerare successivamente le esperienze anticipatrici e quindi la fenomenologia del "come se", la prefigurazione della propria morte, l'indagine si interrompe perché l'autore si trova inaspettatamente ad esperire nell'intimo quanto si era preteso, con giovane spavalderia, di indagare da fuori. Avvicinandosi al cuore del problema il testo non poteva non farsi silenzio e preparazione a questa unica esperienza veramente nostra, nel bisogno di ricapitolare tutto l'essere sul palmo della mano con l'intento di trovarsi pronti al dono nell'attimo supremo. Che senso avrebbe possedersi senza donarsi?
Questo breve commento al Vangelo più teologico e spirituale, è rivolto ad un vasto pubblico. Senza attardarsi su questioni riservate ai biblisti, offre delle chiavi di lettura che accompagnano nella comprensione delle sue «parole di vita eterna» (Gv 6,68).
"«Che cosa ci fa lieti?» è la domanda così personale e decisiva che si pone Giovanni Emidio Palaia. Una domanda che accompagna sempre la vita di ogni uomo, che appassiona i giovani, ma che diventa ricerca fino all'ultimo respiro. Palaia ha scritto queste pagine all'indomani del Sinodo dei giovani, voluto da Papa Francesco, che sempre ha messo in guardia i giovani dal cercare la felicità che delude, restando sul divano, nelle tante gioie offerte dal consumismo. È un piccolo contributo, che può aiutare il giovane ad interrogarsi su quello che è il desiderio più profondo che porta nel cuore: l'essere felice. In filigrana si intravvedono le domande che costituiscono l'ordito di tutta la pubblicazione: «È possibile essere felici ed essere nella gioia, nonostante le fatiche e le difficoltà? Quali sono le condizioni che permettono una vita lieta? Per rispondere a questi interrogativi l'autore parte dalla ricerca di felicità che abita il cuore di ogni uomo e, passando attraverso l'esperienza dell'Antico e del Nuovo Testamento, trova il centro della sua esposizione nel legame profondo tra felicità, libertà e amore. l'autore presenta i tratti di alcune figure cristiane di varie epoche, da San Francesco d'Assisi a San Martino De Porres, da Giorgio La Pira ai "santi della porta accanto", come Chiara Corbella, Niccolò Bizzarri o la propria mamma, tutti attenti a cogliere i segni dell'amore nella propria vita". (dalla Prefazione del Card. Matteo Maria Zuppi) "Questo libro di don Giovanni Emidio Palaia è un grande gesto d'amore, un autentico dono fraterno per tutti noi che lo stiamo sfogliando". (dall'Invito alla lettura di Beatrice Fazi)
Negli ultimi decenni le ricerche archeologiche relative ai siti sorti nel tempo intorno al mare di Galilea hanno segnato un notevole incremento, rivelando un vivace e per certi aspetti inedito quadro della regione, esplicativo del contesto di vita del Cristo storico, che proprio a Cafarnao, e nell'area geografica relativa alla costa occidentale del lago di Tiberiade, svolge buona parte della sua predicazione pubblica, compiendo numerosi prodigi o apparendo ai discepoli dopo la Resurrezione. Proprio a questi celebri avvenimenti si rivolge il volume, che indaga, rispettando, nelle grandi linee, i confini cronologici dell'età paleocristiana, la traduzione figurativa di tutti quegli eventi, perlopiù disattesi dalla critica iconografica, che si consumano proprio sulle acque, ma anche quelli che si svolgono sullo sfondo o nelle immediate vicinanze del mare di Galilea, approdando talora, per mezzo di un approccio multidisciplinare, a vere e proprie riflessioni e/o acquisizioni di "geografia evangelica".
Nel 2014, Valentina ha 35 anni e una vita piena. Lavora come infermiera all'ospedale "A. Gemelli" di Roma, vive con l'uomo che ama, ha un bimbo piccolo e da pochi mesi ha scoperto di essere di nuovo incinta, questa volta è una femminuccia. All'improvviso, la malattia bussa alla sua porta e il mondo sembra caderle addosso. E adesso? E la bambina? E la mia famiglia? Le domande si affollano nella sua testa. Sa che se accadesse qualcosa alla piccola non se lo perdonerebbe mai. Scopre l'esistenza di un protocollo sperimentale e si sottopone alla chemioterapia durante la gravidanza. Inizia per lei un percorso medico, umano e di fede entusiasmante. Porta a termine la gravidanza, torna a fare sport, fissa la data del matrimonio con Massimo. Ma quando tutto sembra di nuovo a posto, una nuova sfida la rimette con le spalle al muro. Prefazione di Arturo Mariani.
Fra i giorni dell'anno nessun altro assume un'aria di mistero come il 29 febbraio. C'è e non c'è, a tratti appare e a tratti scompare senza lasciare traccia. Così è anche nell'esperienza dell'amore: per tutti c'è un 29 febbraio del cuore. Il suo ricorrere ciclico ci può aiutare a fare una sorta di veri?ca, di bilancio e di inventario della vita di coppia, da rivalutare magari fra altri 4 anni. L'esserci e il non esserci di questa ventinovesima data ha per tutti ha un senso logico, educativo e terapeutico che vale la pena meditare.
Dagli scritti di Mariachiara emerge una ricchezza interiore e un rapporto fecondo e vivido con il Signore, dal quale lei si lasciava plasmare docilmente. Questo libro è il testamento di una vita vissuta al massimo pur nella sofferenza, esempio di santità. Fino agli ultimi giorni della sua vita, Mariachiara è riuscita ad infondere in tutti coloro che la conoscevano quella pace del cuore che solo Dio può donare.
Il testo nasce da una tesi di licenza con indirizzo in Teologia Spirituale che l'autore ha conseguito nel 2017 presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania. Lo scritto è una lettura teologico-spirituale del diario personale di Suor Maria Giovanna della Croce, monaca carmelitana scalza del monastero di Venezia e fondatrice del monastero di Sant'Agata Li Battiati in provincia di Catania. Il testo è diviso in tre capitoli: nel primo, l'autore, presenta il profilo biografico della religiosa; nel secondo riporta alcuni dei brani più salienti del diario inedito e nel terzo descrive quanto la claustrale ha ricevuto dalla Tradizione cristiana e carmelitana e quanto invece è stato frutto della sua intuizione e della sua esperienza personale.
Quale possibile rapporto tra psicologia e discernimento vocazionale? Se vivere la propria vocazione vuol dire diventare sempre di più uomini a Sua immagine e somiglianza, la psicologia diventa uno strumento necessario per comprendere la propria umanità e rispondere in pienezza alla Chiamata con cuore libero.
Ogni domenica nelle nostre chiese si avvicendano organisti, chitarristi, tastieristi, solisti e cori per svolgere il loro servizio ministeriale.
Proviamo a chiederci; con quale preparazione svolgono questo servizio? E' sufficiente avere buona volontà? E' indispensabile la preparazione? Esistono scuole o corsi per intraprendere un percorso formativo di musica liturgica? Ma quale consapevolezza ha davvero la Chiesa in proposito?
Queste pagine illustrano cosa sia la ministeriali attraverso la voce narrante di un protagonista che racconta la sua esperienza di organista e musicista a servizio della Chiesa.