
Capita nella vita di imbattersi in persone speciali nella loro estrema, apparente, normalità. Luisa Dell'Orto, suora lecchese uccisa ad Haiti il 25 giugno 2022, apparteneva a questa categoria. Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, suor Luisa era la colonna portante del centro Kay Chal, "Casa Carlo", sorta in un sobborgo poverissimo di Port au Prince, che aveva aiutato a ricostruire dopo il catastrofico terremoto del 2010. Il cortile del Kay Chal è un viavai di bambini e ragazzini dove fino alle 17 si studia e poi ci si dedica ad altre attività: dal ballo al basket. Il centro si affaccia su una selva di mattoni e lamiere ed è l'unico luogo in cui i più giovani possono incontrarsi, stare insieme, fare i compiti, vivere la loro infanzia troppo spesso rubata o ridotta in catene. Gran parte dei piccoli del centro sono infatti "restavek", bambini affidati dalle famiglie della provincia a parenti o conoscenti in città nell'illusione che ricevano un'istruzione. In realtà vengono quasi sempre trasformati in domestici tuttofare. A questo esercito di almeno mezzo milione di baby-schiavi suor Luisa ha dedicato la sua vita. A suor Luisa e alla sua missione è dedicato questo libro.
"L'uomo vuole essere felice, e non vuole essere altro che felice, e non può non volerlo essere: Ma come ci riuscirà?". Così si interroga Pascal nei suoi pensieri e così ci interroghiamo anche noi oggi che spesso, nel cercare la felicità, la confondiamo col divertimento che è qualcosa di passeggero in quanto soggetto a essere turbato da mille accidenti che rendono inevitabile mestizia e afflizioni. Come scrive il filosofo francese in queste pagine, solo "chi riesce a trovare il segreto di rallegrarsi del bene senza affliggersi del male contrario, ha risolto la difficoltà". Ma dove cercare e come trovare la tanto agognata felicità? Forse la filosofia può diventare una via attraverso cui raggiungerla!
A metà dei tormentati anni Sessanta, un avvocato romano, a causa delle drammatiche esperienze vissute in passato - tra cui il confino in un lager - cade in una profonda sfiducia nella vita. Rischia di trascinare con sé anche le speranze del figlio, universitario alla Sapienza, al quale finisce per sentirsi estraneo e incapace di offrire un vero aiuto nella costruzione della sua personalità. Si può ricominciare a vivere dopo essere stati abbandonati? Enrico e suo figlio Marco lottano per risalire la corrente e riscoprire se stessi e la bellezza della vita. Attraverso amori sognati e infine realizzati, due uomini scoprono che è possibile rinascere. "Un padre conosce mai un figlio? Un figlio conosce mai un padre? Io il mio l'ho frequentato molto poco. L'infanzia e l'adolescenza le ho passate in collegio e l'ingresso nella maturità, per la mia generazione, è stata la guerra. Per me, poi, la prigionia, prima in Germania e alla fine in Polonia. Questi i miei pensieri quasi ogni volta che salgo le scale di casa. E ogni rampa di scale coincide con la durata di un pensiero".
Di Frassati molto è stato scritto e detto. In tanti si sono cimentati nell'impresa di ricostruirne l'esistenza pubblicando delle biografie; tutti documentando, in realtà, ciò che di loro stessi la vita di Pier Giorgio aveva contribuito a illuminare e orientare. Abbiamo avuto così il Pier Giorgio dell'Azione Cattolica, il prototipo della borghesia subalpina, l'esemplare militante del Partito popolare, l'ideale del terziario domenicano, il modello della santità giovanile salesiana, il giovane buono e altruista che sopravvive nella memoria dei suoi beneficati, l'alpinista e così via. Tutte le opere hanno in comune il desiderio di rendere conto del fascino che emana la sua persona e di una esperienza umana e cristiana così ricca da sembrare inesauribile. Benché egli non abbia tenuto un diario e non esistano neppure degli appunti personali in grado di dar conto dal di dentro del pellegrinaggio compiuto dalla sua fede nei ventiquattro anni della sua esistenza terrena, tuttavia accade che chi gli diventa amico sperimenta qualcosa di simile a una continua, sorprendente, rivelazione e arriva in definitiva a percepire un fluire quasi senza ostacoli della vita di Cristo nella vita di Pier Giorgio. È questa incarnazione di Cristo nella vita di Pier Giorgio che sta al centro di questo libro.
Un libro scritto sotto forma di racconto autobiografico, in cui Guardini narra la sua vita intrecciando riflessioni desunte dai suoi testi a spunti dell'autrice, amica del suo ultimo nipote. Giuliana Fabris ha voluto mantenere lo stile di dialogo con il presente, lo stesso in cui Guardini preparava le sue opere e le sue omelie, costruendo un dialogo con il paese di Isola Vicentina. Queste pagine raccontano la formazione di un grande uomo che nel '900 ha testimoniato la Chiesa, un grande cristiano che visse l'Incarnazione e la continua presenza liberante di Dio in funzione dei popoli. Un testo nato dallo studio dei diari e dell'autobiografia di Guardini e dalle lettere presenti negli archivi del Centro Studi Romano Guardini di Isola Vicentina, nonché dalla quasi ventennale frequentazione dell'autrice di Isola Vicentina e della famiglia Guardini.
La "pedagogia realista" di Giussani, presentata in molte sue opere e soprattutto ne Il rischio educativo, rivela una sorprendente attualità e una chiara pertinenza alle esigenze educative del nostro tempo. I confronti sulle parole chiave di don Giussani e sulle questioni principali dell'educazione, espresse dalle coppie di termini "realtà e verità", "autorità e libertà", "tradizione e verifica", mettono in luce il deciso impegno di uno dei maggiori educatori del Novecento e la dimensione profonda, riflessa e articolata del suo pensiero, che si inserisce a pieno titolo nella cultura dell'educazione, sia cattolica sia laica. Il volume è a cura di Camillo Fornasieri e Onorato Grassi.
La speranza è il contrario della rassegnazione e del fatalismo, ed è prima di tutto azione e pratica, pratica condivisa. È una scelta da compiere per noi stessi e per le generazioni future che devono essere guidate in questo percorso. Mattia Mascher, in queste pagine, ci conduce in un viaggio per capire i giovani tra eco-ansie, post-pandemia e gerontocrazia, baby gang e psicosi, per trovare le parole e i gesti che veicolino la speranza, che in fondo è una cosa molto pratica: educazione civica, attivismo, narrazione e rispetto. È necessario sviluppare nuove competenze: pensiero critico, capacità di distinguere la verità dalle fake news, resilienza, sopportazione e coraggio, sviluppare intelligenze collettive anziché competizione; solo così vedremo fiorire una nuova pedagogia, epica e felice, in grado di fare patrimonio delle difficoltà. Con interviste a: Monica Capo (fondatrice di Teachers for future Italia), Alberto Pellai (scrittore e psicoterapeuta) e Ivo Lizzola (pedagogista).
Un romanzo d'avventura tra fiction e verità storica. Fra i vicoli della Palermo medievale Federico vagabonda libero. È solo un ragazzo ed è il legittimo re di Sicilia. Ma in molti, approfittando della sua giovane età, vorrebbero impadronirsi della corona e tramano per mettere fine alla lunga e pacifica convivenza tra la popolazione araba e quella cristiana. Inseguito da pericolosi sicari, Federico fugge dalla città aiutato dagli amici Fatima, Mounsif e dal giovane cavaliere Ermanno, per mettersi sulle tracce di un misterioso tesoro custodito nell'Isola del Vento, il solo che potrà garantire la pace e la vittoria su tutti i suoi nemici. Età di lettura: da 10 anni.
Dove ci condurrà il "Concilio Vaticano II"? È questa la domanda che fa da filo conduttore alle interviste che padre Vito Magno ha fatto in quasi mezzo secolo di attività giornalistica alle più grandi personalità del dopo Concilio, protagonisti a vario titolo della vita della Chiesa. Santi, fondatori, cardinali, vescovi e intellettuali. Tra gli oltre cinquanta intervistati, spiccano i nomi di: Kiko Arguello, Luigi Bettazzi, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Luigi Giussani, Chiara Lubich, Carlo Maria Martini, Ennio Morricone, Joseph Ratzinger, Gianfranco Ravasi, Andrea Riccardi, Bartolomeo Sorge, Luis Antonio Tagle, Madre Teresa di Calcutta... Dalle loro considerazioni emerge una Chiesa con le porte aperte per fare entrare la luce del Vangelo, come desiderava Paolo VI. Le testimonianze raccolte costituiscono un vero e proprio patrimonio dei principali temi conciliari dibattuti nel postconcilio, come il laicato, il dialogo, i ministeri, la liturgia, la solidarietà, la famiglia, la legalità e tanti altri. Temi ripresi in dieci anni di magistero da papa Francesco e posti ora al vaglio del cammino sinodale.
Don Salvatore è un punto di riferimento sul tema del desiderio del sacerdozio; è stato ordinato in anticipo sulla data canonica (il 16 aprile 2015) a causa di una malattia terminale che lo porterà alla morte poco tempo dopo. Alla vigilia della sua ordinazione riceve l'inaspettata telefonata di papa Francesco, che lo chiama per rincuorarlo e chiedergli la sua prima benedizione da presbitero. Cosa che lui fa il giorno stesso in cui diventa ministro di Dio: dopo aver benedetto il Santo Padre afferma: "L'ho fatto con il cuore pieno di gioia perché per noi tutti è un maestro. Non possiamo fare altro che seguirlo e continuare a pregare per lui". L'ultima celebrazione eucaristica che don Salvatore officia ha la data del 26 giugno 2015. Nella sua morte molti hanno intravisto la presenza di qualcosa di speciale, in lui che aveva detto: "Oggi, da presbitero, prendo la consapevolezza che l'aderire ai dolori immensi del Cristo, così come fanno tanti altri miei fratelli, spalanca varchi di luce sul mistero del soffrire". Questo libro raccoglie alcune preziose pagine del suo periodo di formazione seminaristica: da esse emerge tutta la sua forte tensione all'assoluto, esemplare per ogni sacerdote e per chiunque guardi ancora al ministero presbiterale come a un segno della presenza, incarnata, dell'amore di Dio nella nostra storia.