
La Chiesa può contribuire a fermare la guerra? E in che modo? A partire da queste domande, Piero Damosso si interroga sull'impegno della Chiesa cattolica a favore della pace, in Ucraina e ovunque vi sia in corso un conflitto. Ripercorrendo - a 60 anni dalla pubblicazione - i capitoli della Pacem in Terris, questo saggio esplora le complesse strategie che la Chiesa sta portando avanti in questo momento così complesso e difficile a livello internazionale. A emergere con forza dalle pagine del libro è l'urgenza di pace e fratellanza, indispensabile per dare un futuro al pianeta, così come indispensabili sono una nuova giustizia sociale e il mettere al centro l'idea di Francesco di "ecologia integrale". Un richiamo a una coscienza umana universale capace di abbattere i muri dell'odio e dell'inimicizia. Parafrasando Vegezio (Si vis pacem, para bellum), la Chiesa insegna che se vogliamo la pace dobbiamo preparare la pace.
Cosa succede quando in un paese di montagna di poco più di duecento anime, abbandonato dai giovani, ammorbato dalla noia, arriva una donna con un grande telaio per tessere a mano? Lei è Filomena, sarda di origine ma cresciuta nella campagna senese da sempre. Rimasta vedova e con due figli ormai adulti, decide di lasciare la sua terra per seguire il sogno di una vita: tessere, e per farlo sceglie un luogo di montagna, silenzioso e quasi dimenticato da tutti. Il suo arrivo genera nel paese un movimento inatteso, pian piano si diffonderà una nuova energia, risvegliando gli abitanti da una morbosa sonnolenza interiore. Accadranno così avvenimenti che, grazie alla "tessitrice" faranno riemergere, negli uomini e nelle donne, virtù dimenticate e sogni mai realizzati.
Intolleranza, guerra, scienza, nonché alcoolismo, rifiuto, e geografie del mondo lontano come la Siria e la Turchia, ma anche prossimo come i piccoli paesi della nostra tradizione italiana. I santi hanno attraversato il tempo e lo spazio, fino a giungere a noi come attualissimi evocatori di drammi e di speranze che, pur con il passare dei secoli, non mutano e si ripresentano. Enzo Romeo prende spunto dall'oggi per lasciare che la santità lo attraversi, riproponendo modalità nuove e originali per parlare della scelta di Dio, per offrire punti di vista inattesi e capaci di aprire prospettive che superano le ristrettezze dei nostri sguardi quotidiani.
Tutte le più belle preghiere alla Vergine, della tradizione e della contemporaneità, sono qui raccolte in una sorta di grande "breviario" mariano che potrà accompagnare i tempi liturgici forti e gli altri giorni del nostro anno per una frequentazione assidua con la Vergine Madre di Dio. Nel libro troviamo, tra le altre, le preghiere di sant'Antonio di Padova, di san Bernardo e di don Tonino Bello; possiamo leggere integralmente l'inno Akatistos della tradizione orientale; siamo condotti per mano alla comprensione delle più semplici preghiere, come l'Ave Maria e il Salve Regina, e introdotti alla devozione del Rosario e a Maria che scioglie i nodi. Una raccolta completa delle preghiere mariane sotto la guida sapiente del fondatore di Radio Maria.
Cosa rimane dell'eredità spirituale di Natuzza Evolo? Quali significati dare ai fenomeni che hanno accompagnato la sua vita? Come interpretare quella sorta di Bibbia vivente che era diventato il suo stesso corpo? Zanini conduce il lettore a scoprire il mondo interiore della mistica di Paravati, ricostruendo la relazione decisiva tra la storia personale e la vicenda interiore di una donna che continua a invitare ad alzare gli occhi al cielo. Natuzza fu come una maestra che prende per mano i credenti e indica la strada della vera sapienza. È la pedagoga di Dio, una Bibbia sempre aperta alla pagina giusta, quella che ciascuno di noi cerca per dare una risposta alle proprie inquietudini.
"In quell'istante il mio presente fu spazzato via, il mio passato cancellato e il mio futuro annichilito": è il 9 agosto 1945 e sono le ore 11:02. È l'istante in cui Takashi Nagai e pochi altri sopravvissuti si ritrovano, come in un incubo, in una Nagasaki ridotta in cenere dall'esplosione della bomba atomica. Ha perso la sua amata moglie Midori, gran parte dei suoi amici e conoscenti, tutti i suoi averi e i frutti degli sforzi di una vita intera. Già malato di leucemia e condannato a morte prossima, resta solo insieme a due figli bambini che presto dovrà lasciare orfani in quel deserto post-nucleare. "Lasciando questi ragazzi" è una raccolta di brevi testi che Nagai scrive ai suoi figli affinché le sue parole possano accompagnarli nel cammino della vita che dovranno percorrere senza i genitori al loro fianco. Una vita che sarà piena di sofferenza ma che, proprio per questo, griderà ancor più forte l'urgenza di qualcosa che porti luce e speranza. Per Nagai ogni circostanza, persino quando porta il volto atroce della morte e della distruzione, è il luogo dove la Verità ci raggiunge, facendosi strada proprio attraverso le ferite che si aprono nel cuore. Prefazione di Massimo Camisasca.
Quando le cose non vanno come dovrebbero, quando le trame della nostra vita paiono tessersi lontano da noi, il senso di impotenza può sopraffarci. È ciò che succede, sovente, nei momenti più difficili della nostra esistenza, perché il dolore diventa talmente grande da sembrarci insostenibile. Cosa fare, allora? Se la parola "rassegnazione" ha spesso descritto l'atteggiamento del cristiano - immaginato forse a capo chino, pronto ad accogliere passivamente fortune e sfortune -, più di recente si è preso a parlare di "resilienza", ossia della capacità di resistere e reagire alle avversità. Questo volumetto, partendo dal Libro di Giobbe e concludendo la sua trattazione al fianco di Gesù nell'Orto degli Ulivi, traccia una riflessione tra questi due apparenti opposti, costruendo una traccia che possa aiutare ogni lettore a riprendere in mano la propria vita.
Poche ricchezze sono preziose quanto la gratitudine. È grazie a lei se possiamo dare il giusto senso a un beneficio ricevuto e, insieme, restituire altrettanto per costruire un legame con il nostro prossimo. Non si tratta di una buona pratica che poggia su una norma sociale: la gratitudine è un sentimento che ci mette in gioco nel profondo, proprio perché si pratica quando non c'è obbligo di farlo. E quando riconosciamo la gratuità con cui l'altro ci è venuto incontro, in noi scaturisce il bisogno di fare altrettanto. O, almeno, così dovrebbe. La gratitudine è come un muscolo: va allenata perché dia il meglio di sé. In questo libro Natale Benazzi, con una riflessione incentrata sull'episodio evangelico dei dieci lebbrosi guariti da Gesù e con una serie di consigli ed esercizi, aiuta a intraprendere questa necessaria "palestra di gratitudine".