
Gli aforismi e le 'immagini di pensiero' che Kafka annotÃ^2 su oltre cento foglietti numerati durante un soggiorno di circa otto mesi nel villaggio boemo di Ziirau sono tra i suoi testi piÃ^1 enigmatici. Si incentrano su classiche questioni filosofiche come il rapporto tra verità e menzogna, bene e male, mondo spirituale e mondo sensibile, ma rinunciano a qualsiasi lessico specialistico e parlano invece per immagini. Con questa edizione commentata degli aforismi di Ziirau, Reiner Stach - uno dei piÃ^1 importanti studiosi dello scrittore praghese - mostra che la logica coerente delle immagini kafkiane è la chiave per accedere alla comprensione di questi testi apparentemente ermetici. Ogni aforisma è accompagnato da un commento critico ed esplicativo che comprende varianti, correzioni, annotazioni parallele tratte dai quaderni di lavoro e mette in luce le connessioni tematiche e metaforiche all'interno di questa raccolta. Il commento evidenzia anche in maniera accurata i collegamenti con le lettere, i diari e le opere letterarie di Kafka. Gli aforismi di Zfirau sono già stati tradotti e pubblicati piÃ^1 volte nel nostro Paese, ma mai prima d'ora corredati di un apparato scientifico che insieme al testo originale tedesco rende questa edizione un unicum tra le pubblicazioni apparse in occasione del centenario della morte dell'autore praghese. Con il commento di Reiner Stach.
Franz Kafka è uno degli autori più citati, più complessi da circoscrivere e più straordinari del '900. Le sue narrazioni più famose, dalla Metamorfosi al Processo, però non lo racchiudono pienamente. C'è tutto un mondo aforistico, poco noto, che lo propone anche come uno dei filosofi più profondi e meno sistematici che si possano immaginare. Ogni sua parola è, in qualche modo, l'inizio di un percorso e, attraverso le parole, egli ci incita a metterci sulle sue stesse tracce, per sfuggire al labirinto del quale ci sentiamo prigionieri. C'è un minotauro ad attenderci? O c'è Dio stesso, in qualche sua forma, accogliente o terribile? Kafka non può svelarlo, ma sa di potersi e poterci avvicinare alla risoluzione dell'enigma dell'esistenza, là dove ciò che non si vede è però sempre presente. Una raccolta sorprendente, dedicata a tutti quelli che non hanno mai finito di cercare.
«I "Quaderni in ottavo" sono, potremmo dire, un Franz Kafka intimo, fraterno, accessibile, da tenere presso di sé per gustarne la profondità di intuizione, ma anche l'ironia, l'approccio disincantato all'esistenza e, pure, un bisogno sempre rinnovato di vita. Auguriamo al lettore la riscoperta di un protagonista della letteratura che non fu solo un originale narratore (come lo si è spesso considerato), ma uno dei maggiori filosofi del XX secolo. In qualche modo, l'incompiutezza delle sue opere (motivo per cui ne avrebbe voluto la distruzione) è anche la conferma che la risoluzione del racconto non ne era lo scopo: esse reggono nel loro "non finito" proprio perché dicono la nostra esistenza, di tutti: non finita e in cerca di senso». (Dall'Invito alla lettura)
"Il messaggio dell'imperatore" è la prima e più celebre raccolta di racconti di Kafka che sia apparsa in Italia. Il volume contiene i seguenti testi: "La condanna"; "La metamorfosi"; "Il nuovo avvocato"; "Un medico condotto"; "In galleria"; "Una vecchia pagina"; "Sciacalli e Arabi"; "Una visita nella miniera"; "Il prossimo villaggio"; "Il cruccio del padre di famiglia"; "Undici figli"; "Un fratricidio"; "Un sogno"; "Una relazione accademica"; "Nella colonia penale"; "Primo dolore"; "Una donnina"; "Un digiunatore"; "Josefine la cantante"; "La costruzione della muraglia cinese"; "Intorno alla questione delle leggi"; "Lo stemma della città"; "Delle allegorie"; "La verità su Sancio Pancia"; "Il silenzio delle sirene"; "Prometeo"; "Il cacciatore Gracco"; "Il colpo contro il portone"; "Un incrocio"; "Il ponte"; "Piccola favola"; "Una confusione che succede ogni giorno"; "Il cavaliere del secchio"; "Una coppia di coniugi"; "Il vicino"; "La tana"; "La talpa gigante"; "Indagini di un cane".
«Ciò che distingue Il processo e Il Castello è che, dalla prima all'ultima riga, si svolgono sulla soglia del mondo ulteriore che si sospetta implicito in questo mondo. Mai quella soglia era stata una linea tanto sottile, che si incontra ovunque. Mai quei due mondi si erano tanto avvicinati, sino a dare l'impressione terrorizzante di combaciare. Di quel mondo ulteriore non sappiamo dire con sicurezza se sia buono o malvagio, celeste o infernale. L'unica evidenza è qualcosa che si impone e ci avvolge.» (Roberto Calasso)
L'opera, forse la più completa ed emblematica di Franz Kafka, narra la drammatica storia di K., accusato ingiustamente e condannato a morte. L'uomo non ha vie d'uscite, non ha scampo, nonostante egli si batta per dimostrare la propria innocenza. Ma se un potere irrazionale, perfino illegale, procede inesorabilmente verso la sua condanna, una parte oscura dello stesso K. giustifica, a dispetto della propria buona coscienza, questa colpa inesistente eppur realissima nella psicologia del giovane e valente impiegato di banca. La resa del protagonista è già nelle premesse, in quel suo difendersi senza passioni e senza speranza, senza momenti di autentica fiducia in se stesso e nella giustizia umana; la sua lotta rassegnata, marchiata da un indistruttibile senso di colpa, anticipa già l'assurda conclusione della vicenda. Introduzione di Casini Leonardo.
Nell'autunno del 1912, a Praga, tra 17 novembre e il 7 dicembre, Franz Kafka scrisse "La metamorfosi", l'incubo sotterraneo e letterale di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che si sveglia un mattino dopo sogni agitati e si ritrova mutato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti familiari e sociali, l'oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l'autore elabora la trama dell'uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all'insignificanza.
A Josef K., un giovane impiegato di banca che conduce una tranquilla vita borghese, viene notificato di essere in arresto per una colpa misteriosa. Il giovane cerca di difendersi, ma non riesce neppure a sapere di che cosa precisamente venga accusato. Lenta ma inarrestabile, la macchina processuale invaderà a poco a poco tutta la sua esistenza finché, solo e abbandonato da tutti, Josef K. accetterà di soccombere. Scritto nel 1925, capolavoro della letteratura europea, "Il processo" è forse il romanzo di Kafka che meglio descrive l'angosciosa condizione dell'uomo in una società divenuta ormai troppo complessa, vissuta come un meccanismo implacabile e fine a se stesso, minacciosa e indifferente a qualsiasi autentico valore. Introduzione di Giancarlo De Cataldo.
L'ultimo romanzo, incompiuto, di Kafka, la cui stesura ebbe inizio nel gennaio 1922 (l'autore non ha ancora quarant'anni e ne mancano due alla morte per tubercolosi faringea) e proseguì fino al settembre dello stesso anno. Non esiste una versione definitiva dell'autore che anzi dispose che il manoscritto fosse distrutto. Più che un romanzo "Il castello" si può definire un insieme di frammenti in cui il personaggio K., arrivato a un non-luogo, un misero villaggio immerso nel freddo, tenta di avvicinarsi alla meta, il Castello appunto. Sono frammenti di "vuoto", "stanchezza", "solitudine", presentimenti di una non-vita che attende l'autore nei meandri dell'ultima meta. Introduzione di Sergio Quirino.