
Il libro si sofferma su alcune caratteristiche essenziali che plasmano la vita religiosa, interiormente ed esteriormente: la chiamata personale, la missione apostolica e la carità pastorale. L'autore considera la vita consacrata come un modo di vivere l'amore, evocando l'amore di Cristo che ha radunato un gruppo di discepoli perché, nello Spirito, come Lui e grazie a Lui, rispondessero all'amore del Padre. La vita consacrata, insomma, come frutto di una vocazione e di una relazione con Dio. La porta di accesso a ogni capitolo è la Parola di Dio, centro della vita della Chiesa. L'autore dà voce ad alcuni personaggi che sono cronologicamente vicini alla vita di Gesù e, in alcuni casi, alla nascita della Chiesa. La loro esperienza a contatto con Gesù è in grado di suscitare domande, di aprire al mondo, di risvegliare la sorpresa. Queste pagine non vogliono essere uno studio esaustivo o puramente accademico. Vogliono piuttosto metterci in contatto con i fondamenti di ogni persona consacrata: la grazia della vocazione, la vita comunitaria secondo i consigli evangelici, la comune missione apostolica, l'ascolto della Parola di Dio e la passione apostolica per i più deboli.
L'accesso al ministero ordinato e alla vita religiosa per lungo tempo è stato considerato quasi un privilegio per persone con una struttura umana speciale, "migliore" delle altre. Da questa precomprensione la conseguenza errata che sacerdoti e religiosi/e con l'ordinazione e la professione religiosa vivano sentimenti, sessualità e relazioni in modo diverso dagli altri esseri umani, e quindi per essere felici e realizzati debbano mutilare queste dimensioni, e "nascondere" la loro umanità. Questo libro composito si colloca sotto l'angolo prospettico di persone, uomini e donne, che vogliono vivere la loro vocazione in modo autentico, integrando il mondo dei sentimenti e degli affetti, al di là dell'orientamento eteroaffettivo e omoaffettivo. Non è l'orientamento sessuale, infatti, la questione centrale di una riuscita vocazionale, ma l'integrazione. La conoscenza teorica e la pratica psicologica, la letteratura scientifica sul tema, prevalente ormai in ambito internazionale, l'esperienza di formatori e formatrici, e infine la testimonianza diretta di sacerdoti e religiose, aprono la via, come questo libro documenta, a una visione positiva, di fatto più evangelica e più vera sul tema vocazionale.
Anche tra gli studiosi è diffusa la convinzione che Israele conoscesse, in modo molto rigido, solo due possibilità: o si era giusti al cospetto di Dio o non lo si era. Tutte le gradazioni, tutte le sfumature intermedie sarebbero state assenti. L'Autore ha intrapreso allora, per la prima volta, una raccolta esaustiva dei dati che riguardano il giusto: sostantivi, qualificativi, azioni compiute e subite. Ne emerge una mappatura completa che restituisce una figura dalle molteplici sfumature. Il materiale viene commentato analiticamente nel corso dell'opera e graficamente organizzato in ben dieci appendici. L'opera può essere letta su due livelli: scientifico e divulgativo. I lettori interessati maggiormente al primo aspetto troveranno abbondanti annotazioni di carattere filologico e semantico; quelli più interessati al secondo, una ricca messe di informazioni accessibili anche a chi non conosce la lingua ebraica. Gli uni e gli altri hanno tra le mani il primo e innovativo studio sistematico sulla figura del giusto nel Salterio.
Cosa possono insegnarci un seme minuscolo e un arbusto modesto sul Regno di Dio? Forse, molto più di quanto possiamo immaginare. Nel presente volume, don Luca e don Mauro accompagnano il lettore nella rilettura delle pagine evangeliche, esplorando una delle parabole più brevi e più potenti, e rivelandone il messaggio rivoluzionario: quella del granello di senape. Lungi dall'essere una promessa di grandezza futura o di dominio, la parabola rivela la vera natura del Regno: nascosto nelle relazioni di comunione, il Regno di Dio è in mezzo a noi, segno di una grandezza che non opprime ma ispira. In antitesi a ogni logica di prevaricazione imperialista, esso si realizza nella piccolezza, nella debolezza accolta come luogo di incontro con Dio e con gli altri. È presenza discreta che lascia spazio alla libertà umana, ammettendone anche gli errori, ma sempre pronta a offrire il ristoro dell'ombra e il calore del nido. Attraverso il dialogo fraterno tra gli autori, il libro non offre risposte semplici, ma apre domande profonde sul senso della fede e sulla missione della Chiesa, chiamata a essere non una struttura di potere, ma una comunità che testimonia Cristo con il servizio e la fraternità. Un'opera che sfida i lettori a riscoprire i significanti evangelici come spazi di dialogo, il cui senso emerge nelle relazioni umane autentiche. Come i discepoli di Emmaus, siamo chiamati a camminare insieme, accogliendo l'altro e lasciando che la Parola si faccia viva nel nostro incontro.
Il rifiuto dell'odio, la certezza che la vita, in qualunque forma o condizione, è sempre bella e ricca di significato, sono solo alcuni dei motivi che rendono ancora oggi attuale il pensiero di Etty Hillesum. Le sue parole hanno il timbro inequivocabile dell'esistenza vissuta, dell'esperienza vera: ognuno può trovarvi aiuto, conforto, luce, speranza, calore e ragioni di vita, quale che sia la sua sensibilità. Etty può rispondere a molte tra le nostre domande, con la fermezza di una testimone e la delicatezza di una giovane donna libera da schemi e preconcetti, capace di mettersi in gioco fino in fondo.
Il profeta di Spello, così veniva chiamato Carlo Carretto, esplora in questo libro il mistero della fede attraverso la figura di Maria. La sua umanità e il suo coraggio diventano le chiavi di lettura per superare ogni idealizzazione, accostarsi a lei senza preconcetti e conoscerla in quanto donna. Il racconto intreccia esperienze personali nel deserto con meditazioni sul Vangelo, mostrando la lotta per credere, amare e sperare. Con un linguaggio intimo e personale, Carretto invita a riscoprire Maria come compagna di viaggio nella ricerca del divino, incoraggiando una fede autentica e radicata nella fragilità umana.