
Per il concetto di "secolarizzazione" è tempo di bilanci. Introdotto in origine per indicare il passaggio di beni e persone della sfera sacra e quella profana, si è trasformato nei secoli quasi in un sinonimo di "modernizzazione" (slittamento non sempre condiviso dalla comunità scientifica oggi). Attorno a tutto ciò ha preso forma una raffinata teoria filosofica e teologica della secolarizzazione. Paolo Costa ricostruisce per la prima volta sistematicamente gli sviluppi avvenuti, che - specie nelle versioni più recenti - configurano un vero e proprio mutamento di paradigma. E lo fa analizzando il contributo di studiosi esemplari come H. Blumenberg, D. Martin, C. Taylor, H. Joas, T. Asad, M. Gauchet, J. Habermas e G. Vattimo. Il risultato dell'indagine è una fotografia nitida, che mette a nudo sia l'urgenza della questione storica sottostante al tema "secolarizzazione", sia i limiti strutturali dell'apparato concettuale su cui ha fatto leva la prospettiva teorica che ha prevalso fino a pochi decenni fa. Ne risulta, alla fine, una mappa indispensabile per orientarsi criticamente in uno dei dibattiti cruciali della contemporaneità.
L'udito e la vista sono i due sensi più importanti dell'essere umano, Oggi rischiamo il loro ottundimento, perché siamo circondati senza sosta da rumori, immagini e informazioni che si rovesciano su di noi come una pioggia battente. C'è chi in casa tiene il televisore acceso tutto il giorno. C'è chi anche quando va a correre al parco o a passeggiare in centro ha le cuffie sulle orecchie e ascolta musica. Così, però, non sentiamo quello che avviene introno a noi. Qualcosa di simile avviene con l'atto di vedere. Prendendo lo spunto da alcuni episodi biblici, dalla Regola di san Benedetto, da illuminanti intuizioni filosofiche, Grün dimostra come l'ascolto e la visione - due pilastri della nostra vita di ogni giorno - si ripercuotano sulla nostra interiorità. Sono vie a una vita ricca e intensa. Ci aiutano a giudicare e ad agire in maniera diversa, più consapevole e più attenta: con le orecchie del cuore e gli occhi del cuore. Ci aprono al mistero di Dio: ci portano a sentire l'Inudibile e a vedere l'Invisibile. Senza clamori, dall'ascoltare e dal guardare passa dunque l'azione di Dio verso di noi - e passa la risposta che noi diamo a lui!
Rubrica Per comunicare meglio
48. I casi difficili/17. Parlare di se stessi all’inizio del ministero in una comunità (pag. 3)
Roberto Laurita
Dossier I nostri modi di dire 8. «... a fin di bene»
Presentazione a cura della Redazione (pag. 11)
1. «A fin di bene»: un modo di dire che fa pensare (pag. 13)
Alberto Carrara
2. «A fin di bene»: due prospettive a confronto (pag. 16)
Giannino Piana
3. La complessità del giudizio morale (pag. 20)
Lilia Sebastiani
Sussidio
Celebrazione parrocchiale dedicata ai malati (pag. 27)
Roberto Laurita
Preparare la messa Dal Battesimo del Signore alla 8ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 39)
Battesimo del Signore
Presentazione a cura della Redazione (pag. 41)
Interpretare i testi:
La missione del Figlio (pag. 42)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 51)
Pierino Boselli
2ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 59)
Interpretare i testi:
La gioia che crea comunità (pag. 60)
Alessandro Gennari
Attualizzare il messaggio:
Il Vangelo e la gioia (pag. 71)
Tonino Lasconi
Programmare la celebrazione (pag. 74)
Michele Roselli
3ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 80)
Interpretare i testi:
Una comunità che ascolta (pag. 81)
Alessandro Gennari
Attualizzare il messaggio:
L’affidabilità dei vangeli per consolidare la fede (pag. 93)
Gastone Boscolo
Programmare la celebrazione (pag. 97)
Michele Roselli
4ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 104)
Interpretare i testi:
Una comunità profetica (pag. 105)
Alessandro Gennari
Attualizzare il messaggio:
Preconcetti, false attese, rifiuti al Vangelo che si incontrano nella nostra pastorale (pag. 115)
Francesco Lambiasi
Programmare la celebrazione (pag. 119)
Gabriele Tornambè
5ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 125)
Interpretare i testi:
Una comunità di inviati (pag. 126)
Alessandro Gennari
Attualizzare il messaggio:
La fede come relazione di fiducia (pag. 136)
Ezio Bolis
Programmare la celebrazione (pag. 139)
Gabriele Tornambè
6ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 146)
Interpretare i testi:
La beatitudine che trasforma (pag. 147)
Alessandro Gennari
Attualizzare il messaggio:
Destare le coscienze, mettere in guardia (pag. 158)
Luciano Manicardi
Programmare la celebrazione (pag. 161)
Daniele Piazzi
7ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 170)
Interpretare i testi:
Una comunità che nasce dall’amore (pag. 171)
Alessandro Gennari
Attualizzare il messaggio:
Giustizia, misericordia e perdono (pag. 180)
Carmine Di Sante
Programmare la celebrazione (pag. 183)
Daniele Piazzi
8ª domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 192)
Interpretare i testi:
La Parola che giudica e guida (pag. 193)
Alessandro Gennari
Attualizzare il messaggio:
La capacità di guardare dentro di sé (pag. 200)
Giuseppe Sovernigo
Programmare la celebrazione (pag. 205)
Vittorio Brunello
Il mistero del Natale come chiave di comprensione dell'essere umano nella sua totalita.
Nell'incontrare l'altro, il fratello, l'uomo diviene essere autentico. E proprio lì si incammina verso Dio. Perché lì, nella positività realizzata, porta ad espressione l'essere divino. Questo il pensiero dominante che da filo conduttore all'intero libro. E qual è l'essenza dell'umano, cercata con i propri sforzi e accolta come riuscita immeritata? È la virtù. Ecco allora che Boros, quando scrive sulle virtù più criticamente ragguardevoli, ha qualcosa di veramente nuovo da dirci. Qualcosa di estremamente profondo. Attraverso le sue meditazioni, egli perviene al mistero dell'incarnazione: il Dio che si fa totalmente, realmente uomo, il Dio che prende su di sé ciò che è terribilmente normale, abituale, che si lega a ciò che dà nell'occhio. E proprio lì si produce, allora l'originarietà dell'essenza umana. Scritte in uno stile penetrante e lucido, queste riflessioni giungono dirette al cuore. Si possono leggere separatamente meditandole pezzo per pezzo. Proprio in questo modo esse sprigionano la loro intera chiarezza.
Chi crede in Cristo sa di non potersi accontentare di una pratica religiosa che si aggiunge alla vita ordinaria così come una salsa si aggiunge a una pietanza per esaltarne i sapori. Credere in Cristo implica invece seguirlo, così come hanno fatto i primi cristiani dopo la risurrezione. Ebbene, la sequela di Gesù la si può capire solo sul piano dell'amore. Chi si fa suo discepolo sperimenterà di essere sostenuto dall'amore di Dio che Gesù stesso gli rivela. Lasciandosi attirare e plasmare da quell'amore, potrà andare al di là di se stesso. Tocca a noi costituire l'anello mancante fra Cristo risorto e coloro che non hanno ancora creduto in lui: gli altri potranno sperimentare, attraverso la nostra vita, chi è stato Gesù e che cos'ha insegnato. Diventando discepoli a loro volta. Frère François tenta qui, insomma, di condividere un'esperienza, nello stile inconfondibile della comunità ecumenica di Taizé: la fede come un consegnarsi a Cristo. Anziché scorrere in fretta i vari capitoli, infine, egli chiede al lettore di leggere lentamente e di soffermarsi ogni volta che un passo attira l'attenzione. Anche perché scoprire e accogliere che cosa comporta "diventare discepoli" è il lavoro di tutta una vita...
Rubrica Per comunicare meglio
47. I casi difficili/16. Parlare di se stessi all’inizio del ministero in una comunità (pag. 3)
Roberto Laurita
Dossier I nostri modi di dire 7. «È nato Gesù Bambino»
Presentazione a cura della Redazione (pag. 13)
1. «È nato Gesù Bambino». Natale: la differenza cristiana (pag. 15)
Alberto Carrara
2. È nato per noi un Bambino, un figlio ci è stato donato (pag. 18)
Doriano Locatelli
3. Come parlare in modo corretto e comprensibile oggi di “incarnazione”? (pag. 22)
Roberto Ferrari
Sussidio
Per attuare il Natale. Tre racconti (pag. 27)
Roberto Laurita
Preparare la messa Tempo di Avvento e tempo di Natale
Presentazione a cura della Redazione (pag. 43)
1ª domenica di Avvento
Presentazione a cura della Redazione (pag. 45)
Interpretare i testi:
La liberazione è vicina (pag. 46)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 52)
Pierino Boselli
Immacolata Concezione
Presentazione a cura della Redazione (pag. 60)
Interpretare i testi:
Nulla è impossibile a Dio (pag. 61)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 69)
Pierino Boselli
2ª domenica di Avvento
Presentazione a cura della Redazione (pag. 76)
Interpretare i testi:
Preparare la via al Signore (pag. 77)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 85)
Pierino Boselli
3ª domenica di Avvento
Presentazione a cura della Redazione (pag. 91)
Interpretare i testi:
Rallegratevi, il Signore è vicino (pag. 92)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 99)
Pierino Boselli
4ª domenica di Avvento
Presentazione a cura della Redazione (pag. 107)
Interpretare i testi:
Il frutto della benedizione (pag. 108)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 115)
Pierino Boselli
Natale del Signore
Presentazione a cura della Redazione (pag. 123)
Interpretare i testi:
Venne fra la sua gente (pag. 124)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 133)
Pierino Boselli
Santa Famiglia
Presentazione a cura della Redazione (pag. 151)
Interpretare i testi:
Alla ricerca di Gesù (pag. 152)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 161)
Pierino Boselli
Maria Madre di Dio
Presentazione a cura della Redazione (pag. 170)
Interpretare i testi:
Custodire il mistero (pag. 171)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 178)
Pierino Boselli
Epifania del Signore
Presentazione a cura della Redazione (pag. 185)
Interpretare i testi:
Contemplare il mistero (pag. 186)
Antonio Landi
Programmare la celebrazione (pag. 195)
Pierino Boselli
L'escatologia, cioè la dottrina cristiana delle cose ultime, si muove tra due estremi: da una parte c'è il pericolo di presumere di sapere troppo del cielo e dell'inferno, dall'altra c'è il rischio di restare senza parole. Il manuale di Johanna Rahner supera brillantemente questa duplice sfida. Con un linguaggio facilmente comprensibile l'Autrice risponde sia alle questioni fondamentali sia a domande specifiche, come per esempio quelle che vertono sulla risurrezione dell'anima e del corpo, su un'appropriata concezione del giudizio finale, sull'idea (e quale) di un inferno eterno. Per Rahner è di particolare rilevanza affrontare la sfida di come resti possibile, dinanzi alla morte reale e al problema irrinunciabile della giustizia, una speranza che alla fine tutto andrà bene. È questa, in fondo, a dispetto di ogni esperienza di questo mondo, la nostra brama insaziabile: il sogno che, alla fine, tutto possa trovare pienezza di compimento.
Qual è il cammino percorso ultimamente dalla dottrina cristiana sulle realtà ultime? Come parla a noi contemporanei? In che termini può gettare luce sulla nostra speranza per il domani ultraterreno? In sette agili capitoletti viene qui raccontata l'evoluzione decisiva di sensibilità, di linguaggio, di consapevolezza, di tematiche che l'escatologia ha conosciuto dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri. Frequentando da par suo la bibliografia più qualificata, Gibellini affronta il discorso della morte e dell'aldilà (del giudizio di Dio, del cielo e dell'inferno) in prospettiva di fede. Dominando la materia con maestria, introduce il lettore a quei piccoli dettagli in cui si celano gli snodi cruciali del pensiero, in cui si intravvedono i germi della svolta, in cui trova nuova intelligenza il mistero. Riportando con ampiezza le voci degli autori più rappresentativi, accompagna la meditazione all'approdo teologico più persuasivo. La dottrina dei nuovissimi splende così, in queste pagine, come «arte di vivere per Dio e con Dio» (J. Moltmann), all'insegna della speranza, dell'amore, della misericordia.
Da alcuni anni si sente parlare di "teologia pubblica" con una certa frequenza. L'espressione si riferisce al lavoro di alcuni teologi attenti anche alla vita sociale e politica. L'idea di una teologia pubblica esprime il desiderio di essere in grado di dirigere la riflessione teologica sulla vita socio-politica per la società plurale nel suo insieme, senza limitarsi ai membri della comunità cristiana. Dietro quella dicitura sta un'intuizione profonda, una linea di riflessione interessante e originale per la società e la cultura in cui viviamo oggi. Allo stesso tempo, la gamma degli approcci possibili giustifica la varietà degli usi dell'etichetta "teologia pubblica" e dice che l'espressione non è univoca. Il saggio si incarica di avvicinare questa innovativa corrente teologica per conoscerla a fondo, per scorgere le sue possibilità e i suoi limiti, per pensare a sue possibili applicazioni.

