Chiara Amirante usa un linguaggio semplice e diretto per arrivare a una questione fondamentale: perdonare e perdonarsi per cominciare il percorso della guarigione del cuore, per accogliere e imparare ad abbracciarsi. Cinque le “regole” per innescare circoli virtuosi e spezzare quelli viziosi:
1. Dirsi la verità; 2. Chiedere perdono a Dio; 3. Dare e chiedere perdono; 4. Fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi stessi; 5. Esercitarsi a perdonare.
Tre gli esercizi da svolgere: perdonare se stessi, chiedere perdono, dare il perdono.
Accogliente e sincera l’Amirante crede che il perdono è un’abitudine, è un modo di vivere, è uno stile, a volte difficile da perseguire, ma possibile, per vivere meglio con se stessi e con gli altri.
“Accetto tutto” sono state le ultime parole di suor Ilaria Meoli dopo l’incidente stradale che l’ha portata alla morte.
Raccontata in un diario c’è l’esperienza di una carmelitana di santa Teresa di Torino, medico in Africa, pronta a spendersi in ogni situazione della vita. Ilaria trascrive i pensieri scaturiti dal dialogo interiore con Gesù Cristo, con se stessa e con gli altri, alla ricerca di un impegnativo equilibrio, nella permanente oscillazione tra introspezione e comunicazione, solitudine e compagnia, vita religiosa e professione medica, comunità e missione. Entusiasmo e paura, potente desiderio di donarsi e timore della propria inadeguatezza, dedizione generosa e stanchezza fisica: questi gli accenti ricorrenti che rivelano il suo animo appassionato e inquieto, proprio di una donna del nostro tempo che non ha rinunciato a impegnarsi in modo completo ed esigentissimo, in Italia come in Africa.
I testi inediti di Ilaria sono stati raccolti da Maurizio Gronchi, che li ha suddivisi in tre sezioni:
• i dialoghi interiori, disseminati in fogli sparsi (giugno 1992 – luglio 1994; aprile 1997 – settembre 1998; alcuni appunti senza data);
• il diario, scritto di notte o davanti al tabernacolo, composto da tre fitti quaderni (ottobre 1999 – gennaio 2004);
• l’epistolario (dicembre 1993 – gennaio 2007), costituito da lettere varie: a Maurizio Gronchi, alla sorella Simona, ai genitori, al fratello Valerio e famiglia, alle consorelle, agli amici.
• un saggio di tipo medico-filosofico sull’empatia terapeutica; un saggio sull’esperienza spirituale del dolore.
Dopo il successo dell’ultima ristampa, in libreria arriva un’edizione rivista e corretta.
Il Castello interiore è l’opera più matura di Teresa d’Avila; il simbolismo delle sue parole attraversa le pagine restituendo con la metafora del viaggio immagini evocative e suggestive. Attraverso le sette dimore del castello, Teresa descrive il percorso da intraprendere per arrivare alla preghiera, oltrepassare le fatiche, le illusioni e i rischi, sfiorando la gioia e la consolazione.
L’esperienza della Santa emerge in tutta la sua forza benché l’opera non abbia intenzioni autobiografiche; Teresa è una donna dei suoi tempi, cambiati dal suo carisma e dalla sua volontà riformatrice.
Un’antologia che raccoglie lettere indirizzate ai sacerdoti dalla Beata Elisabetta della Trinità (1880-1906) e da santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897).
Entrambe queste giovani carmelitane, votate al silenzio e al nascondimento nei loro monasteri di Francia, ebbero l’occasione di trasmettere a venerabili sacerdoti e vescovi la loro esperienza spirituale manifestando l’entusiasmo e la meraviglia provati davanti ai misteri della fede.
A questi messaggi si sono voluti aggiungere altri significativi testi di autori di ieri e di oggi per comprendere il sacerdozio nella Chiesa.
Che cos’è l’orazione e come farla? Questo l’interrogativo che si pone Tomás Álvarez.
La preghiera è il tema centrale del messaggio di Santa Teresa d’Avila. Fu anche il perno della sua esperienza, la storia del suo dramma personale e lo strato più largo e più profondo della sua interiorità. La Santa se ne servì per spiegare a se stessa il mistero della vita cristiana e per esporlo alle sue figlie e ai suoi lettori. Questo da solo basterebbe a giustificare l’attualità del suo insegnamento. Oggi si parla molto del tema della preghiera. Si sollecita dal teologo una risposta radicale: che cosa è la preghiera cristiana, come attuarla, come immetterla nella vita. L’attualità della lezione teresiana non consiste solo nel fatto che le sue parole sono giunte fino a noi vive, con un senso per il nostro spirito, capaci di afferrarci e di comprometterci, ma anche nella sua affinità con la nostra tematica con la nostra crisi di orazione.
La biografia aggiornata di padre Giovanni di Gesù Maria, il Calagorritano.
Giovanni Moioli coglie la profondità di Teresa di Gesù, innamorata di Dio, di Cristo, al quale parla con una grande effusione del cuore, raggiungendo con Lui l’intimità di una comunione, pienamente assunta in un’esperienza singolare. Esperienza non rinchiusa, non trattenuta per sé, ma proposta alle «monache carmelitane scalze, sue sorelle e figliole», come lei stessa scrive all’inizio del trattato, detto Castello interiore. L’autore indugia nell’accompagnare le parole di Teresa, nel suo proporre la dimora nel Castello, al cui centro sta il Re, che è il Signore. Nel ribadire «l’idea della presenza di Dio nell’anima per essenza e per potenza», come afferma la Santa, ne mette in luce la peculiarità di un vissuto non dissociato dalla riflessione teologica e biblica. Don Moioli, in queste pagine, ci prende per mano e ci fa penetrare nel «castello di cristallo delle sette dimore», per sottolineare che, proprio nel centro dell’anima, è possibile l’incontro con Colui che è “il centro” assoluto, la cui iniziativa è di farci gravitare verso di sé, verso quell’unione che trasforma, cui ciascuno di noi deve tendere. Nel riproporre questa fondamentale acquisizione di Teresa, ne dimostra la pregnanza anche sul piano del cammino spirituale, che non può prescindere dal riferimento cristologico e trinitario. Qui si colloca il cammino dell’unione, i cui registri, presenti nel Castello, sono la “sequela” e l’“orazione”: registri che si compongono, senza dialettica. Don Moioli vi insiste, esplicitando con chiarezza il messaggio universale di Teresa: messaggio, rivolto a tutti.
C'è un ampio e storico rapporto tra Carmelo ed arte. In questo volume gli autori, a partire da diverse prospettive, analizzano il rapporto tra spiritualità carmelitana e pittura, scultura, architettura, letteratura e cinema, a partire dalle opere degli stessi carmelitani e di artisti che si sono ispirati al Carmelo.
Rivista del Carmelo Teresiano d'Italia, n. 1-2/gennaio - febbraio 2010.
La preghiera è il tema centrale del messaggio di Santa Teresa d'Avila. E fu anche il perno della sua esperienza. V edizione rivista e corretta.