
Madre Anna Maria Cànopi (1931-2019) ha lasciato una ricca miniera di scritti ancora inediti. Questo volume raccoglie le riflessioni dell'autrice su due personaggi biblici sempre attuali: Elia ed Eliseo, che sono alle origini della spiritualità carmelitana, ma che portano un messaggio tuttora di grande rilievo per tutte le diverse famiglie religiose. In questi tempi, avari di padri e maestri di vita spirituale, è un grande conforto lasciarsi guidare a ripercorrere la storia del profeta e padre per eccellenza, Elia, e del suo amabile discepolo, Eliseo. Un aiuto e un invito a stare sulla Parola di Dio per crescere nella sequela dell'unico grande Maestro, Gesù Cristo, attraverso la conoscenza di due suggestive figure di padri che egli stesso ha amato e stimato.
Il volume ricostruisce la genesi dell'"uomo planetario" (secondo la denominazione usata dal padre scolopio Ernesto Balducci, 1922-1992) mettendo a fuoco la sua riflessione antropologica, sociologica, politica e religiosa negli anni '70. L'uomo planetario nasce dal confronto tra la fede e la modernità: un confronto che emergeva come necessità di fede ed era infatti quest'ultima che lo spingeva a comprendere sempre più liberamente e autenticamente l'uomo, la società e la storia: la fede in un Dio che si è fatto uomo perché l'uomo si facesse sempre più uomo. Queste pagine sono una cronaca dell'itinerario di una coscienza cristiana che è passata dalla giustificazione della guerra giusta alla testimonianza dell'inevitabilità della pace, per l'amore nel Cristo e nella ragione, pena la fine dell'umanità. Presentazione del card. Giuseppe Betori.
Il volume è il frutto di due convegni annuali dei docenti della Facoltà teologica dell'Italia centrale. Quello del 2020, dedicato a «Fede e attività politica», e quello del 2021, che sviluppa invece l'argomento «Bibbia e politica». Il filo che unisce i due convegni è l'enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, enciclica "politica" pubblicata proprio il giorno successivo al primo convegno. Il percorso complessivo non intende certo fornire un quadro sistematico ed esaustivo della complessa questione del rapporto fra fede e politica, ma offre una serie di saggi scientifici che, ripercorrendo momenti significativi delle pagine dell'Antico e del Nuovo Testamento e toccando aspetti rilevanti dell'ecclesiologia, della sacramentaria e della teologia morale, possono stimolare la riflessione personale e favorire il confronto comunitario.
Alla luce di una capillare analisi della Storia della Chiesa di Socrate di Costantinopoli, meglio noto con l'epiteto di Scolastico, il volume intende ricostruire l'attività intellettuale dello storiografo vissuto nella capitale orientale dell'impero tra IV e V secolo, i suoi rapporti con i circoli culturali della città, con il potere ecclesiastico e secolare, nonché la sua voce nel dibattito letterario contemporaneo. Ne emerge il ritratto di un fedele continuatore del genere storiografico inaugurato da Eusebio di Cesarea nel IV secolo, che non si limita alla continuazione cronologica degli eventi narrati dal predecessore, ma che del suo Maestro sposa la visione filosofica e teologica. Questo, anche in relazione alla controversia origeniana divampata tra IV e V secolo, ove le opere dell'Alessandrino sono da lui ritenute, nonostante la difficoltà di consultazione, deliberatamente conformi al credo niceno.
A ottant'anni Manlio Simonetti iniziò a scrivere sui giornali. Dal 2006 infatti tenne per un anno su Avvenire una rubrica settimanale, i cui brevissimi testi furono subito raccolti in Classici e cristiani. Poco dopo, nell'autunno del 2007, cominciò a collaborare con il quotidiano della Santa Sede, L'Osservatore Romano, dove scrisse per un intero decennio sull'antico mondo cristiano, fino a pochi mesi prima della morte (1° novembre 2017), ormai novantunenne. In questo libro, il quarto di Simonetti nei Sussidi Patristici, sono raccolti tutti i suoi articoli pubblicati sul foglio vaticano. Chi conosca la sua attività scientifica non faticherà a riconoscerlo in questi "scritti minori", giornalistici per la scioltezza e l'essenzialità della scrittura, scientifici per la sicurezza e la solidità della dottrina: riflessioni sulla storia degli studi, su questioni di metodo e su nodi storiografici rilevanti, profili di studiosi, recensioni e le novità su Origene e Agostino.
Agostino ci suggerisce che un'opera non si capisce veramente se non la si legge più volte. Facendo tesoro di queste parole, l'autore conduce attraverso una lettura attenta dei Dialogi agostiniani. Essi vengono presi in esame singolarmente, per coglierne la struttura e sottolineare i passaggi maggiormente significativi del discorso fatto a più voci. L'obiettivo è quello di cogliere appieno il pensiero di san'Agostino, evitando di incorrere nelle mancanze che sovente hanno caratterizzato altre interpretazioni di questi testi: una non perfetta conoscenza della vita del Santo e della sua conversione, un'insufficiente ricerca delle fonti, sia pagane che cristiane, una trascurata nozione delle norme che regolavano il genere letterario dei dialoghi. Il testo viene ora offerto in una nuova edizione aggiornata rispetto alla precedente del 2013.
"Il Figlio di Dio ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato"(Concilio Vaticano II). 
L'Autore immagina di essere presente passo dopo passo, come un testimone dei fatti, agli eventi che si sono succeduti nei trent'anni della vita "privata" di Gesù e dei suoi familiari, iniziando dalla famiglia di Nazareth, fino a quando Gesù salutò la madre e lasciò Nazareth per andare sulle rive del fiume Giordano e cominciare con il battesimo ricevuto da Giovanni Battista il suo ministero. L'intento di questo libro non è quello di dare una risposta alle nostre curiosità e a tutti i nostri perché, ma solo di mettere in evidenza, nella misura in cui è stato possibile, il mio silenzioso, ma concreto di Gesù di vivere la "sua" vita umana, in tutto simile alla nostra.
Due voci, quelle di Rafael Luciani e di Serena Noceti, che affrontano la "sinodalità2, un concetto astratto che deve essere costantemente ribadito, soprattutto in vista del sinodo dei vescovi. Due voci che rivelano due visioni intersecanti della sinodalità, che è soprattutto uno stile, un habitus, un modus vivendi et operandi: lo stile di un popolo che Dio raccoglie e invia come corpo ecclesiale di Cristo e tempio dello Spirito Santo. La sinodalità è una dimensione costitutiva e costituente della vita e della missione della Chiesa che deve essere recuperata e che richiede la costante revisione degli stili di vita, delle pratiche di discernimento e delle strutture di governo. Una conversione di mentalità che implica il ripensamento dei rapporti di autorità e di uguaglianza, e quindi il passaggio a un nuovo modo di procedere ecclesiale che si fonda sulla base che comprende tutti i fedeli che compongono il popolo di Dio.
 
 
 
 
 
  
