
Il volume Cristo e Logos presenta autori e temi della cristologia del VI secolo in Oriente, seguendo un percorso cronologico al cui centro è il Concilio Costantinopolitano II dell'anno 553. In tal senso, l'autore tratta di dodici teologi calcedonesi preconciliari, da Nefalio a Leonzio di Bisanzio, ai monaci Acemeti, ai monaci Sciti fino al monaco Eustazio, e di sette teologi calcedonesi postconciliari, da Eutichio di Costantinopoli a Leonzio di Gerusalemme fino al trattato De Sectis. L'opera vuole essere un contributo alla ricerca teologica teso a registrare l'evoluzione della teologia cristologica, definita come calcedonismo, dalle forme più conservatrici che non aprivano nessuno spiraglio al dialogo con i monofisiti, fino al cosiddetto neocalcedonismo, la forma più evoluta del calcedonismo, che aveva integrato in sé la teologia di Cirillo di Alessandria con la definizione di Calcedonia, divenendo poi la cifra dell'ortodossia cristiana e cattolica.
Gli ultimi secoli della Patrologia sono in genere i meno studiati, ma offrono inaspettati punti di interesse. Accanto alle riflessioni originali di argomento cristologico (soprattutto per combattere le eresie del nestorianesimo e del monofisismo) trovano spazio ampie riflessioni esegetiche sui testi della Sacra Scrittura, ma anche interpretazioni e commenti dei testi dei Padri della Chiesa dei secoli precedenti (in modo particolare Agostino e Origene), segno che ormai la Patrologia inizia a riflettere su se stessa. Gli autori più importanti che trovano spazio in questo volume non sono soltanto Padri della Chiesa, ma anche rappresentanti del nascente monachesimo, oppure esponenti della cultura e della filosofia dell'epoca (Boezio e Cassiodoro primi fra tutti). Non manca un ampio capitolo che analizza la letteratura armena, siriana e copta, insieme alle prime controversie con il mondo islamico. Il volume è diviso in due parti: a una esposizione chiara e precisa della vita e delle opere degli autori della letteratura cristiana antica, fa seguito un'ampia antologia di testi, in modo che il lettore possa confrontarsi direttamente con i testi degli autori di volta in volta studiati.
Già autore del volume Profilo storico dell'esegesi patristica, il professor Manlio Simonetti rielabora, in questa nuova edizione del volume pubblicato nel 1985, le medesime tematiche, privilegiando le problematiche riguardanti le diverse tecniche, i vari modi di interpretare la sacra Scrittura da parte di esegeti di scuole e ambienti diversi e le polemiche e i contrasti che da tali diversità sono derivati. Partendo dai primi secoli e arrivando fino ad Agostino, la trattazione assume un andamento analitico, che prende in considerazione le opere e le variazioni di tecnica interpretativa dei singoli esegeti, dando origine a un quadro organico e coerente. Questo volume, Lettera e/o allegoria, è ormai un classico della storia della letteratura cristiana antica, ampiamente usato nei corsi di sacra Scrittura e di Patrologia.
«È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?». È la celebre domanda che risuona nel romanzo "L'idiota" di Dostoevskij. Ma di quale bellezza si parla? Come è noto, lo scrittore russo si è alimentato alla Filocalia, dove i Padri monastici hanno insegnato che Dio è bellezza, e che questa ha assunto un volto e un nome in Gesù di Nazaret. Il mondo non si salva allora per un ideale e neppure per un'etica che per quanto alta quando entra nella storia affoga. No, solo in Cristo morto e risorto l'uomo torna a vivere. Di questo ne sono stati umili testimoni i monaci, i quali ci hanno lasciato la loro diuturna ricerca della Bellezza nei loro scritti, nelle regole di vita e persino nelle opere che hanno edificato. Il seguente volume ha voluto attingere a questa tradizione per l'uomo d'oggi che su mille strade sente ancora salire prepotente dal cuore l'interrogativo capitale: «Bellezza, dove sei?».
Nel 1950, nella bolla di proclamazione del dogma dell'Assunzione di Maria, Pio XII citò espressamente Amedeo di Losanna: il ragionamento di questo autore del XII secolo in merito all'Assunzione della Vergine è così chiaro e rigoroso che, a distanza di otto secoli, poteva essere preso come testimonianza precisa a favore dell'opportunità del dogma. Le Omelie mariane qui raccolte e pubblicate per la prima volta in traduzione italiana rappresentano l'opera più ampia e significativa di questo autore cistercense, allievo e continuatore diretto di san Bernardo. I primi cisterciensi hanno contemplato a lungo il mistero dell'Assunzione della Vergine e vi hanno visto il prototipo di ogni anima contemplativa.
Il tema dell'immagine e, in particolare, dell'immagine sacra è fondamentale nella storia del cristianesimo antico. L'atteggiamento dei primi cristiani nei confronti delle immagini e della realizzazione delle immagini sacre è ambivalente: da un lato, guardano con sospetto alla possibilità della produzione e soprattutto del culto delle immagini sacre; dall'altro lato, ammettono che la rappresentazione del divino e la devozione nei riguardi delle immagini sacre siano legittimate dall'incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Il secondo concilio di Nicea, del 787, che il presente volume esplora attraverso una prospettiva multidisciplinare, ossia storica, teologica, filosofica e iconografica, segna una svolta epocale nella storia della Chiesa antica, in quanto stabilisce la liceità della realizzazione e del culto delle immagini sacre, che condiziona in modo irreversibile il rapporto fra teologia ed arte nella successiva storia dell'identità cristiana, sia in Occidente sia in Oriente.
Joseph Ratzinger ha lasciato in eredità al pensiero di oggi e di domani un contributo originale sulla natura della Chiesa. Studiosi di diverse generazioni si sono voluti confrontare con il pensiero del teologo e pontefice bavarese in un vero e proprio "laboratorio del pensare insieme", per approfondire alcuni snodi teoretici, quali la natura della Chiesa e il suo rapporto con il mondo; la relazione dinamica tra Chiesa, Scrittura e dogma; la fondatezza della fede e della coscienza morale; l'evento liturgico; il concetto di communio e la dimensione carismatica della Chiesa. Argomenti che hanno la capacità di offrire dei chiari criteri interpretativi per comprendere anche la situazione attuale della Chiesa.
Cosa significa reformatio e riforma oggi? Senza dubbio, nell'odierno scenario ecclesiale, essa è intesa come un continuo ritorno alle origini, alla Ecclesiae primitivae forma, oppure come l'assumere una forma sempre "nuova" rispetto a una considerata ormai passata. In entrambe le accezioni, l'idea di fondo è quella di riportare alla forma autentica tutto ciò che con il tempo ha perso la sua incidenza e la sua "purezza" primordiale. La riforma investe l'universitas fidelium e riguarda la natura e la missione dell'intera comunità cristiana, nella sua capacità di "abitare" la storia, senza lasciarsi trasformare da essa. Gli autori di questo volume, ciascuno nel proprio ambito di ricerca, hanno offerto con scientificità e competenza accademica un proprio contributo, condividendo l'idea che la riforma non sia un semplice adeguamento alla storia, né tantomeno un mero sforzo di "mettersi al passo con i tempi". Pertanto l'azione riformatrice si riferisce a quel dinamismo che appartiene alla natura della Chiesa e trova nella presenza del Risorto la sua ontologica condizione di possibilità.
La memoria ha un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità, tanto personale quanto collettiva. Attraverso il ricordo un gruppo umano acquisisce coscienza della sua persistenza nel tempo e condividendo questa percezione di sé rinsalda la coesione interna. Anche i cristiani dei primi secoli si sono trovati in questa situazione: il ricordo e la continua riproposizione degli eventi connessi a Gesù di Nazaret, riconosciuto come Signore e Cristo, fu un elemento fondamentale e imprescindibile per forgiare la loro identità, sia quella personale che quella comunitaria. Alla luce di queste dinamiche i testi raccolti in questo volume, opera di 50 autori diversi, hanno evidenziato i dispositivi messi in atto nell'età patristica per conservare la memoria: dalla tradizione orale alle opere scritte, soggette a riscritture e interpretazioni attualizzanti, dalla liturgia ai monumenti materiali.
La relazione e i legami sono la vita di ogni persona umana. Tuttavia, sperimentiamo sempre più, a livello globale e intersoggettivo, come essi siano fragili e costantemente da coltivare e custodire. Il libro nasce dalla contemplazione del desiderio eterno di Dio che tutti gli uomini e le donne vivano in fraternità e armonia, in dialogo e nella pace; tutti noi siamo stati pensati, desiderati e creati come la grande famiglia dei figli di Dio - nel Figlio Gesù - e siamo chiamati all'eschaton finale della ricapitolazione di tutta la creazione in Cristo. Queste pagine guardano alla vita e alla fede di Francesco d'Assisi, per coglierne la sua vocazione alla fraternità e la sua testimonianza di riconciliazione universale. Le relazioni - redente - vengono fortemente proposte all'antropologia attuale, quale fonte di realizzazione per ogni uomo e donna del nostro tempo; nel triangolo tra Dio, l'Io e il Tu, e nella generatività di legami contagiosi di bene.
 
 
 
 
 
  
