
"L'impulso umano primordiale che nessuno può negare e a cui, ultimamente, nessuno può opporsi, è il desiderio di felicità."
Joseph Ratzinger
Waters racconta il viaggio, avvincente e drammatico, che lo riconduce sorprendentemente alla sua origine. Una "conversione" nel senso di un ritorno a ciò che c'era già, ma che adesso è nuovo.
Un racconto sincero in cui l'autore non risparmia il resoconto dei propri insuccessi e della lotta contro l'alcol, attraverso esperienze drammatiche e incontri che l'hanno portato a riscoprire la libertà, la ragione e la forza di una tradizione autentica e vitale.
Con lui ripercorriamo anche cinquant'anni di storia dell'Irlanda, dalla ribellione della generazione post-sessantottina al rifiuto della tradizione. Ma qual è stato il prezzo di questa presunta riconquista della libertà?
Nel finale, la sorprendente ipotesi di una speranza ancora possibile per la civiltà europea.
GLI AUTORI
John Waters è nato a Casterlea (Irlanda) nel 1955. Scrittore, giornalista e autore di sceneggiature per il teatro e per la radio, attualmente è editorialista dell'"Irish Time". I suoi interessi e i suoi scritti spaziano dalla critica rock alla politica, dalle questioni sociali e culturali più scottanti e impopolari alla memoria storica dell'Irlanda. In Italia è stato recentemente pubblicato il suo Soggetti smarriti. Come siamo diventati troppo intelligenti per ricercare Dio e il nostro stesso bene. (Torino, 2010).
"Siamo qui difronte a un vero e proprio commiato dalla teologia", avverte Pier Cesare Bori nella postfazione alla presente raccolta di saggi emersoniana. La sintesi cui Emerson approda, in virtù di quell'abbandono, attraverso una complessa e vastissima trama di fonti, non è l'eclettismo filosofico quanto, piuttosto, una sorta di espansione del linguaggio attinta, in particolare, dalla letteratura biblica sapienziale. Nella sfida apparentemente impossibile tra l'esaltazione delle pulsioni più creative dell'uomo e la concezione biblica tendente a insistere sull'obbedienza passiva del creato in direzione di un'ideale conformità del singolo con l'universo reale e con quello della Scrittura, emerge nell'Emerson di queste pagine una prospettiva di dilatazione e metamorfosi della tradizione biblica stessa che si risolve con un'eccezionale simmetria di leggi naturali e rivelate, conoscenza storica e conoscenza della natura.
GLI AUTORI
Emerson Ralph Waldo (1803-1882) va considerato il primo filosofo completamente americano per formazione e originalità di esiti: il suo pensiero riflette infatti molte particolarità della cultura, della mentalità e della società americana, rivissute alla luce del romanticismo e del suo personalissimo misticismo. I fondamenti della sua dottrina filosofica, il "trascendentismo", sono contenuti prorpio in Nature e nei successivi Essays (1841-1843), autentica base teorica del nuovo individualismo democratico e del vitalismo statunitense dell'Ottocento. Da ricordare, inoltre, i Poems (1847), il Journal (1820-1876) e soprattutto i Representative Men (1850).
Nonostante la ricca messe di studi e la crescente bibliografia critica sull'opera di cristina Campo, mancava a tutt'oggi un libro di un singolo interprete didposto a divenire "l'eco mnemonica" di quella che si va imponendo, ormai, come una vera e propria maestra segreta del Novecento.
Non è, questa di Morasso, una semplice raccolta di saggi sparsi. Pur nella sua sintetica brevità, il libro si addentra per scorci prospettici nel vivo del corpus testuale della Campo puntando a delineare i tratti di un itinerario tematicamente esaustivo.
Arricchisce il volume un'intensa postfazione di Alessandro Spina, il grande amico "lontano" di Cristina Campo.
GLI AUTORI
Massimo Morasso (Genova 1964) è poeta, critico e traduttore. per Marietti nel 2005 ha pubblicato Le poesie di Vivien Leigh. Canzoniere apocrifo (Premio Città di Atri 2007), parte di un più articolato progetto di scritture nel segno unico della Leigh. I suoi utlimi libri sono Bagattelle per un progetto di civiltà (2008), La furia per la parola nella poesia tedesca degli ultimi due secoli (2009), e La vita intensa. I racconti di Vivien Leigh (2009).
La visione apocalittica della storia di Gioacchino da Fiore (1135-1202) affonda le proprie radici nella tradizione cristiana, fino all'Apocalisse di Giovanni, il libro che egli considera la chiave per decifrare l'intera Bibbia.
Benché numerose opere abbiano trattato dell'influsso dell'abate calabrese, poche hanno tentato di determinarne la posizione nella storia del pensiero attraverso un'analisi dei suoi rapporti teologici più significativi. Il libro di McGinn colloca Gioacchino sullo sfondo dell'ambiente storico e dei precedenti dottrinali, per poi intraprendere un'accurata analisi della sua teologia della storia. Vengono infine esaminate le prime significative reazioni teologiche al pensiero di Gioacchino, quelle di Tommaso d'Aquino e di Bonaventura.
GLI AUTORI
Bernard McGinn (New York 1937) si è formato negli Stati Uniti e in Europa. Da sempre conduce studi nell'ambito della storia del cristianesimo e del pensiero cristiano, in particolare dal periodo medioevale. Attualmente è professore di storia della teologia e storia del cristianesimo presso la Divinity School dell'Università di Chicago.
Il 12 gennaio 2010, alle 16.53, un terremoto di 7 gradi Richter ha devastato la capitale di Haiti, Port-au-prince. Sotto le macerie sono morte oltre 200mila persone. Una delle peggiori catastrofi della storia, hanno affermato le Nazioni Unite.
E questo è solo l'ultimo dei tanti cataclismi - naturali ma soprattutto sociali e politici - che si sono abbattuti sull'isola nei suoi duecento anni di storia indipendente, trasformando la "perla nera dei Caraibi" nel Paese più povero dell'emisfero occidentale. Eppure Haiti non è solo il "cuore di tenebra" d'America. Negli ultimi tempi nuovi fermenti culturali, movimenti giovanili, microprogetti umanitari si stavano insinuando, a fatica, nelle pieghe della miseria secolare.
Questo libro non fa previsioni sul futuro, ma cerca di raccontare l'intircata realtà haitiana, la sua primordiale bellezza, la sua insaziabile crudeltà.
Prefazione di Fiammetta Cappellini
GLI AUTORI
Capuzzi Lucia, nata a Cagliari nel 1978, è giornalista. Dopo la laurea in Scienze Politiche ha svolto un dottorato di ricerca in Storia dei Partiti e dei Movimenti Politici a Urbino. Attualmente lavora alla Rai di Torino nella redazione del Tg Leonardo. Ha collaborato con le pagine degli esteri di Avvenire. E' specializzata in questioni latinoamericane. Su questo tema ha pubblicato La frontiera immaginata. Profilo politico e sociale dell'emigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerra (Angeli, 2006).
Tolkien: l'uomo e il mito è unanimemente considerata uno dei migliori studi su J.R.R.Tolkien, perché ne analizza con rigore e precisione sia la biografia che le opere, e le confronta con il mito che si è andato creando attorno al mondo del Signore degli Anelli. Particolarmente pregevoli sono le pagine dedicate all’amicizia (anche problematica) che ha legato Tolkien a C.S.Lewis, autore dele Cronache di Narnia.
Questa traduzione italiana è impreziosita da uno scritto inedito di don Divo Barsotti (uno dei più grandi mistici del nostro secolo) dedicato al Signore degli Anelli e commentante da Paolo Gulisano.
GLI AUTORI
PEARCE JOSEPH in anni lontani ha militato nel Fronte Nazionale, un movimento che si oppone alla politica multi-culturale e multi-etnica del governo inglese: per questa sua attività è stato incarcerato due volte. In seguito, anche grazie alla lettura delle opere di G.K. Chesterton, si è convertito al cattolicesimo ed ora ripudia radicalmente le sue idee giovanili. Autore di numerosi articoli, libri e programmi televisivi, è tra i più noti studiosi di Tolkien e C.S. Lewis. Tra le sue opere ricordiamo: Wisdom and Innocence - A Life of G.K. Chesterton (1996), Literary Converts: Spiritual Inspiration in an Age of Unbelief (1999), Small is still Beautiful (2001) e C.S. Lewis and the Catholic Church (2003).
Sebbene non esista alcun racconto possibile dopo la Shoah, qualcosa impone di parlare incessantemente dei campi, in nome di coloro che non lo hanno potuto fare. Ma come testimoniare questa cesura storica? Come portare l'attenzione su quella realtà inimmaginabile? Come raccontare tutto, sapendo di non poterlo semplicemente comunicare? L'unica cosa certa è che le parole non possono che soffocarsi in gola, non possono suonare che come parole soffocate.
A partire dalla drammatica perdita del padre, morto ad Auschwitz dopo essersi rifiutato di lavorare di sabato per poter pregare pr tutti, le vittime come i carnefici, Sarah Kofman si cala nelle difficoltà della parola, intrecciando la dolorosa memoria autobiografica con le riflessioni di Maurice Blanchot e con la testimonianza del campo di concentramento fatta da Robert Antelme in Lo spazio umano.
GLI AUTORI
SARAH KOFMAN (1934-1994) è stata una delle figure di spicco della filosofia francese del Novecento, interprete raffinata e sensibile in particolare di Nietzsche e Freud. In italiano sono stati pubblicati L'enigma donna: la sessualità femminile nei testi di Freud (Milano 1982) e Rue Ordener, Rue Labat (Palermo 2000).
Chi sono io? Dove si trova la vera cosistenza della mia personalità? E’ a questi tipo di domande che don Luigi Giussani cerca una risposta per aiutare l’uomo di oggi a riscoprire il suo io perduto. Al centro della sua proposta sta una semplice ripetizione degli inviti biblici: «seguitemi», «rimanete in me», «siate di Cristo», «offrite voi stessi a Dio», «sforzatevi di correre per conquistare il premio». L’originalità della morale giussaniana consiste però nel rendere ragione di tali atteggiamenti morali, nel fondarli in una ontologia nuova. «Quello che si cambia in noi deve partire coscientemente, ragionevolmente, avere cioè come primo luogo di avvenimento la conoscenza, perché tutto quello che l’uomo fa dipende dal modo in cui concepisce». Attraverso la spiegazione di alcuni concetti chiave (avvenimento, esperienza, comunione, presenza, misericordia) egli suggerisce così di cambiare lo sguardo sulla realtà e di lasciarsi stupire dall’unità che traspare tra l’io, il mondo e Dio.
GLI AUTORI
Michael Konrad, (Altdorf, Svizzera, 1966), è membro della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di san Carlo Borromeo e insegna etica filosofica presso la Pontificia Università Lateranense. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Precetti e consigli. Studi sull’etica di san Tommaso d’Aquino a confronto con Lutero e Kant, Roma 2005; Dalla felicità all’amicizia. Percorso di etica filosofica, Roma 2007; Amore ed amicizia. Un percorso attraverso la storia dell’etica, Milano 2009.
Monsignor Lefebvre è noto soprattutto per la sua strenua battaglia in favore della Santa Messa tradizionale. Questo libro riguarda il sacerdozio, in quanto senza di esso non vi può essere il Santo Sacrificio della Messa. Inoltre non basta che i sacerdoti ci siano, bisogna anche far sì che siano santi. Scriveva infatti Monsignor Lefebvre nel suo Itinerario Spirituale: «Sono stato sempre incalzato dal desiderio di mostrare le vie della vera santificazione del sacerdote secondo i princìpi fondamentali della dottrina cattolica sulla santificazione cristiana e sacerdotale». In questo libro è raccolto ciò che egli disse e scrisse in merito alla figura del sacerdote, alla sua formazione, alla sua grandezza, alla sua missione, alle gioie, alle pene, alle virtù necessarie per la sua perseveranza. Leggendo queste pagine, al contempo semplici e spirituali, si scopre lo zelo e la serenità, l’esigenza e la mansuetudine del fondatore della Fraternità San Pio X. In questo triste periodo in cui la figura sacerdotale viene infangata in vari modi, il Lettore – sia egli sacerdote, seminarista o semplice laico – potrà conoscere e amare meglio il Sacerdozio e il suo ruolo insostituibile nella vita della Chiesa e dei suoi membri.
Per Levinas, come per la sua interprete, il "fiasco dell'umano", che è anche il fiasco di una certa razionalità, ha condotto, quasi una prova necessaria, a ripensare da capo, a ripensare nuovamnete - magari grazie al recupero di una tradizione antica -, a pensare "altrimenti" il senso, l'umano, l'uomo, la donna, la trascendenza, Dio, la ragione, la filosofia, la storia, la pace.
Sotto l'urgenza di questo "fiasco"e della "crisi del senso", Levinas sollecita così ad abbandonare l'essere, il Medesimo, la positività che rende possibile "la terra salda sotto il sole": è tempo infatti di abbandonare la terra ferma, sicura o disillusa che sia, la terra che resta solida benchè lacerata; è tempo di dire "addio al mondo, alla presenza, al'essenza"; è tempo di considerare e di considerarsi il/nel passaggio, l'nell'esilio, l'/nell' esodo, il/nel "dis-interessamento". Nel lascito. E' tempo, in questo addio, di ritrovare l'umano.
GLI AUTORI
Ombrosi Orietta ha conseguito un Dottorato di Ricerca all'Université Paris X-Nanterre, insegnato all?Université de la Méditerranée e all'Università di Bologna. Oltre ad aver curato e tradotto diversi libri, scritto articoli in riviste scientifiche europee, ha pubblicato Le crépuscule de la raison. Benjamin, Adorno, Horkheimer et Levinas à l'épreuve de la Catastrophe (Hermann, Paris 2007).