
Il mondo sta attraversando un cambiamento senza precedenti che, per essere fronteggiato, richiede un'analisi all'altezza della dimensione epocale.
Nessuno ha il coraggio di discutere davvero della crisi, come crisi definitiva di un modello di capitalismo non più proponibile, e come crisi dell'ideologia del godimento effimero e del vorace consumo, illimitato e alimentato artificialmente da una pubblicità assertiva al mercato.
Disorientamento e solitudine disperata sono i veri temi della crisi. Siamo di fronte a un mutamento antropologico: gli uomini e le donne del nostro tempo, sedotti per decenni dal miraggio dell'opulenza di massa e dal consumo senza limiti, abbandonano la speranza e la fiducia nel futuro. Ciò che accade richiede una svolta capace di incidere profondamente sugli stati d'animo: oltre l'economia, occorre cercare un ubi consistam dell'umanità che ridia un ruolo centrale allo spirito di fratellanza. Trasformare la crisi nella ricerca di un nuovo spazio umano che ridia senso al bisogno di affetti e di comunità: questo è il tema centrale di questo passaggio d'epoca.
"Come potrebbe il male farci tanto male se non avessimo prima udito la promessa del bene? Come potrebbe la morte di un bambino essere per noi così mostruosa se non avessimo prima gustato la meraviglia della sua vita?".
"Sono i santi coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l'amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell'umanità!"
Benedetto XVI
Per secoli la costruzione del Duomo di Milano è stata attribuita al duca Gian Galeazzo Visconti. Una nuova, dettagliata analisi di inediti documenti medievali rovescia ora questa classica interpretazione. L'autrice dimostra come non al duca, ma al popolo milanese si debba la quasi totalità delle entrate per la costruzione, costituite soprattutto da migliaia di modeste offerte di povera gente - un uovo, un pezzo di formaggio, una monetina.
Questo lavoro di Julian Marias è metodicamente, tematicamente e strutturalmente personalista. L'autore opera una vera e propria svolta ontologica affermando che la difficoltà sta nel pensare, non già la vita umana, bensì la persona che vive.
Con questo nuovo fondamento del pensiero a partire dalla persona vivente, Marias va oltre il suo maestro Ortega y Gasset e delinea un personalismo vitale.
L'obiettivo di Marias è di tracciare la mappa del mondo personale: non di quello umano nel suo complesso, non di tutte le forme di convivenza tra gli uomini, ma solo di quelle dove queste funzionano permettendo agli individui di incontrarsi rigorosamente come persone.
Julian Marias (1914-2005) è stato il primo ed il più celebre discepolo di Josè Ortega y Gasset. Ha dedicato originali ricerche al tema della vita e della persona come emerge dalla sua antropologia metafisica. E' considerato uno degli esponenti della così detta "terza Spagna", avendo contribuito al versante repubblicano, sia pure con un atteggiamento moderato e dalla prospettiva del cattolicesimo liberale, all'edificazione della democrazia nel suo paese.
Andrea Musso, architetto genovese, è acquarellista, grafico e illustratore. Ha disegnato servizi naturalistici per la rivista Airone e per Giorgio Mondadori Editore. Ha esposto i suoi lavori sia in personali che in collettive. Tra le mostre personali: quella a Pontremoli in occasione del Premio Bancarella nel 1990 e quella a Montecarlo presso il Gildo Pastor Center nel 1998 in occasione della sua inaugurazione. A Genova, dove vive e lavora, espone permanentemente presso la Galleria Il Basilisco. Dipinge en plein air i suoi viaggi e, abitualmente, Monterosso, le Cinque Terre, Genova. Sue illustrazioni sono apparse su Epoca, Panorama, Le Monde Dimanche, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore, Il Secolo XIX. È socio, dalla sua fondazione nel 1989, dell'Associazione Incisori Liguri.
Anno Mille. Un monaco deforme fa parlare di sé come della "perla di Reichenau". Incontrarlo cambia per sempre la vita di chi lo avvicina. Quell'uomo oltraggiato nel corpo fa scoprire le ferite nascoste della propria anima e, insieme, fa sentire che la vita può ricominciare. A dispetto delle apparenze, egli non ha paura di desiderare la felicità, dimostrando che a nessuno, in nessun momento, può essere impedito di alzare gli occhi verso il cielo".
Quando a vent'anni sentii don Giussani raccontare la vita di questo santo, mi invase una certezza che non mi ha più abbandonato: il cristianesimo è questo avvenimento che prende un uomo deforme e ne fa un uomo così, curioso di tutto, assetato di bellezza, intenso nell'affezione. Mentre la voce di don Giussani ripercorreva la vita di Ermanno, sentivo che finalmente avevo incontrato ciò che il cuore aveva sempre atteso: la possibilità di un'esistenza lieta, in cui niente sarebbe più stato contro di me, neanche me stessa, i miei limiti fisici e morali.
Anche Laura Vallieri ha avuto la vita investita da questa commozione e la restituisce in questo romanzo di cui è protagonista il grande monaco di Reichenau, la cui statura umana si riflette nei personaggi che gli gravitano intorno.
Mariella Carlotti
Laura Vallieri è nata a Milano. Insegna Lettere nelle scuole secondarie di primo grado. Il cielo è vicino è il suo romanzo d'esordio.
Filippo Neri era di carattere amabile, di aspetto simpatico, dotato di una meravigliosa capacità di attirare gli uomini. Di origini fiorentine, arrivò a Roma nel 1534: la sua presenza incise sensibilmente sulla città e sulla vita della Chiesa, allora animata dallo spirito della Controriforma.
Una fede che rifletteva la semplicità e la vitalità del cristianesimo delle origini, il canto, la musica, la passione per la storia della Chiesa e le vite dei santi, la celebrazione della messa, la preghiera, i pellegrinaggi, la carità fraterna, le gite fuori porta, i giochi, le discussioni e la vivacità scherzosa caratterizzarono la sua compagnia.
Santo del popolo, umilissimo e arguto, mistico amante della vita, obbediente della Chiesa e promotore della laicità, punto di riferimento per moltissimi tra i poveri e gli sbandati così come tra i ricchi e i colti, entrò in rapporto con le maggiori personalità del suo tempo come Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Carlo e Federico Borromeo, Cesare Baronio, Camillo de Lellis. Dalle sue frequentazioni nacque l'esperienza viva e flessibile dell'Oratorio, diffusasi poi nel mondo.
Morì il 26 maggio 1595. Fu proclamato santo il 16 marzo 1622 insiema a Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Isidoro l'Agricoltore e Teresa d'Avila.
Le sue reliquie sono venerate a Roma nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove fu sepolto.
Calata profondamente nel tempo storico la riflessione di Augusto Del Noce (1910-1989), uno dei più grandi intellettuali italiani del secondo dopoguerra, si caratterizza per l'unità tra momento filosofico e momento politico. A partire dall'antifascismo giovanile Del Noce ha perseguito l'idea di una legittimazione critica del moderno in grado di riconciliare la posizione cattolica con la libertà. Da qui parte una rivoluzione storiografica senza precedenti la quale consente di comprendere le molteplici «vie» del moderno, da quella ateo-razionalistica a quella teistico-religiosa. Il volume ripercorre l'evoluzione del pensiero dell'autore, dal 1943 al 1978, nel profondo intreccio tra speculazione e storia che ne fa un caso unico nella riflessione filosofica contemporanea.
Questo è un testo di logica diverso da quelli presenti nel panorama editoriale italiano e internazionale. Si avvicina al cosiddetto critical thinking ("pensiero critico") ma non si limita a fornire gli strumenti per ragionare in modo logico e riconoscere le argomentazioni corrette: cerca anche di introdurre il lettore nel contesto della storia stessa della logica per fargli comprendere la vastità dell'orizzonte del pensiero logicamente valido. Questo testo è stato concepito e strutturato come se fosse il primo libro di logica che possa capitare tra le mani: con l'ambizione di far sì che, dopo la sua lettura, ci si senta consapevoli di che cosa significhi affrontare una discussione e avanzare o confutare una tesi in modo logico.