
Il volume propone per la prima volta la traduzione italiana del Discorso sulla Santa Pasqua a lungo attribuito a Giovanni Crisostomo e a lungo considerata una delle sue migliori opere oratorie. I temi trattati attingono al registro teologico sul significato che assume la risurrezione del Signore per l’umanità non senza tener conto dei riflessi etico-pratici che questo evento comporta sulla vita degli uomini: questo giorno infatti, in cui la morte è annichilita e il diavolo sconfitto, diventa per tutti «presupposto della pace, punto di partenza della riconciliazione, soppressione delle guerre» (dall’Introduzione).
El evento sinodal que hemos vivido 1. «Derramaré mi Espíritu sobre toda carne y vuestros hijos y vuestras hijas profetizarán, y vuestros jóvenes verán visiones y vuestros ancianos soñarán sueños» (Hch 2,17; cf. Jl 3,1). Esta es la experiencia que hemos hecho en este Sínodo, caminando juntos y disponiéndonos a la escucha de la voz del Espíritu. Él nos ha sorprendido con la riqueza de sus dones, nos ha colmado de su valentía y su fuerza para llevar la esperanza al mundo. Hemos caminado juntos, con el Sucesor de Pedro, que nos ha confirmado en la fe y nos ha fortalecido en el entusiasmo de la misión. Pese a provenir de contextos muy distintos, desde el punto de vista cultural y eclesial, hemos notado desde el inicio que había una sintonía espiritual, un deseo de diálogo y una verdadera empatía. Hemos trabajado juntos, compartiendo lo que más nos importaba, comunicando nuestras preocupaciones, sin esconder nuestras fatigas. Numerosas intervenciones nos han conmovido y nos han llenado de compasión evangélica: nos hemos sentido como un único cuerpo que sufre y se alegra. Queremos compartir con todos la experiencia de gracia que hemos vivido y transmitir a nuestras Iglesias y al mundo entero la alegría del Evangelio. La presencia de los jóvenes ha marcado una novedad: a través de ellos ha resonado en el Sínodo la voz de toda una generación. Caminando con ellos, peregrinos a la tumba de Pedro, hemos experimentado que la cercanía crea las condiciones para que la Iglesia sea un espacio de diálogo y testimonio de fraternidad que fascine. La fuerza de esta experiencia supera toda fatiga y debilidad. El Señor sigue repitiéndonos: No temáis, yo estoy con vosotros.
El evento sinodal que hemos vivido 1. «Derramaré mi Espíritu sobre toda carne y vuestros hijos y vuestras hijas profetizarán, y vuestros jóvenes verán visiones y vuestros ancianos soñarán sueños» (Hch 2,17; cf. Jl 3,1). Esta es la experiencia que hemos hecho en este Sínodo, caminando juntos y disponiéndonos a la escucha de la voz del Espíritu. Él nos ha sorprendido con la riqueza de sus dones, nos ha colmado de su valentía y su fuerza para llevar la esperanza al mundo. Hemos caminado juntos, con el Sucesor de Pedro, que nos ha confirmado en la fe y nos ha fortalecido en el entusiasmo de la misión. Pese a provenir de contextos muy distintos, desde el punto de vista cultural y eclesial, hemos notado desde el inicio que había una sintonía espiritual, un deseo de diálogo y una verdadera empatía. Hemos trabajado juntos, compartiendo lo que más nos importaba, comunicando nuestras preocupaciones, sin esconder nuestras fatigas. Numerosas intervenciones nos han conmovido y nos han llenado de compasión evangélica: nos hemos sentido como un único cuerpo que sufre y se alegra. Queremos compartir con todos la experiencia de gracia que hemos vivido y transmitir a nuestras Iglesias y al mundo entero la alegría del Evangelio. La presencia de los jóvenes ha marcado una novedad: a través de ellos ha resonado en el Sínodo la voz de toda una generación. Caminando con ellos, peregrinos a la tumba de Pedro, hemos experimentado que la cercanía crea las condiciones para que la Iglesia sea un espacio de diálogo y testimonio de fraternidad que fascine. La fuerza de esta experiencia supera toda fatiga y debilidad. El Señor sigue repitiéndonos: No temáis, yo estoy con vosotros.
Alfonso Giorgio all’interno del suo lavoro «accoglie l’invito di Papa Francesco a riscoprire la bellezza evangelizzante della liturgia e, inserendosi nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II, riporta al centro il tema dell’inculturazione della fede e dell’annuncio del Vangelo che una Chiesa “in uscita” realizza primariamente mediante la singolarità della liturgia, convinti che la bellezza non è un fattore decorativo dell’azione liturgica ma, piuttosto, suo elemento costitutivo, in quanto è attributo di Dio stesso e della sua rivelazione» (dalla Presentazione di mons. Rino Fisichella).
«Siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25). Dalle community alle comunità. Il tema sottolinea l’importanza di restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fondata sulla persona, e pone l’accento sul valore dell’interazione intesa sempre come dialogo e come opportunità di incontro con l’altro. Si sollecita così una riflessione sullo stato attuale e sulla natura delle relazioni in Internet per ripartire dall’idea di comunità come rete fra le persone nella loro interezza. Alcune delle tendenze prevalenti nel cosiddetto social web ci pongono infatti di fronte a una domanda fondamentale: fino a che punto si può parlare di vera comunità di fronte alle logiche che caratterizzano alcune community nei social network? La metafora della rete come comunità solidale implica la costruzione di un “noi”, fondato sull’ascolto dell’altro, sul dialogo e conseguentemente sull’uso responsabile del linguaggio. Già nel suo primo Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, nel 2014, Il Santo Padre aveva fatto un appello affinché Internet sia “un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane”. La scelta del tema del Messaggio del 2019 conferma l’attenzione di Papa Francesco per i nuovi ambienti comunicativi e, in particolare, per le Reti Sociali dove il Pontefice è presente in prima persona con l’account @Pontifex su Twitter e il profilo @Franciscus su Instagram.
Una raccolta di contributi a firma di studiosi autorevoli e qualificati a commento del documento Oeconomicae et pecuniariae quaestiones. Considerazioni per un discernimento etico circa alcuni aspetti dell’attuale sistema economico-finanziario della Congregazione per la Dottrina della Fede e del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il documento, «frutto di una feconda collaborazione tra i due dicasteri, ha inteso rispondere ad una crescente e anche preoccupata esigenza di orientamento etico, in un campo, come quello economico-finanziario, che negli ultimi anni ha subito trasformazioni e sviluppi per certi aspetti drammatici, coinvolgendo ampie fasce della popolazione e non solo gli operatori del settore» (dalla Prefazione di Mons. Giacomo Morandi).
NOTIZIE SULL’AUTORE
Riccardo Bollati, nato nel 1962, è presbitero della Diocesi di Roma. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università Lateranense, insegna Dottrina Sociale della Chiesa nella facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Dal 1995 è a servizio della Santa Sede presso la Congregazione della Dottrina della Fede. Nel 2015 diventa Segretario Aggiunto della Commissione Teologica Internazionale.
Collabora inoltre con diverse riviste di teologia.
Decisiones seu sententiae selectae inter eas quae anno 2012 prodierunt cura eiusdem apostolici tribunali editae.
Volumen civ
Una raccolta di documenti a firma di due Autori – il giornalista Grzegorz Górny e il fotografo Janusz Rosikoń – sulle reliquie rimaste da dopo Gesù ad oggi. Una collezione frutto di studi archivistici, storici e di testimonianze apportate da scienziati di fama internazionale. Una vera e propria indagine giornalistica che identifica i frammenti sacri legati alla Passione di Cristo, alla sua morte, alla sua sepoltura.
La Costituzione Sacrosanctum Concilio del Concilio Vaticano II definisce la liturgia come il culmine a cui tende tutta l’azione della Chiesa e, allo stesso tempo, la fonte da cui essa trae le proprie energie. Oggigiorno si fa strada la necessità di una rinnovata riforma liturgica che faccia della tradizione la sua fonte di energia. Gli autori del volume intendono offrire stimoli teologici e pastorali in vista di una comprensione del senso più profondo della liturgia della Chiesa.
Le "orme indelebili" di Giulio Andreotti: l'amicizia, la collaborazione, l'ammirazione che lo hanno legato ad alcune tra le figure più significative del cattolicesimo del Novecento. Una ricostruzione storica fatta attraverso i carteggi e i documenti provenienti dall'archivio personale dello statista conservato a Roma presso l'Istituto Luigi Sturzo. Tra le testimonianze più significative rese da Andreotti molte riguardano le cause di canonizzazione.