
Quando si affronta il tema della vita religiosa, in genere le tematiche da affrontare sono già segnate. Carisma, voti, costituzioni, vita comune... In specifico, poi, si tratta di presentare la spiritualità del proprio istituto, le sue particolarità, le devozioni. Il rischio è che ci si trovi come nel racconto zen, là dove si finisce con il guardare il dito che indica la luna, e non la luna stessa. La riflessione di questo volume si presenta volutamente sia nella forma che nel contenuto - modulata in maniera diversa. Nella prima parte l'autore spiega - partendo dalle motivazioni che da altri gli sono state presentate - perché ha scelto la vita religiosa come fratello laico, senza voler diventare prete. Nella seconda parte entra in merito ad alcuni punti che possono essere significativi per un'esperienza di vita religiosa oggi.
Terre di missione: Africa Centrale, Amazzonia, Oceania... Territori vastissimi, con una viabilità precaria o quasi inesistente e luoghi impervi. Villaggi sperduti, difficili da raggiungere se non con percorsi lunghissimi e pericolosi, ma che proprio per questo è importante visitare regolarmente, per portare i segni concreti della carità e le parole di speranza. Come aiutare i missionari a muoversi più in fretta e superare tanti ostacoli naturali? Queste pagine raccontano la storia del Centro Internazionale di Aviazione e Motorizzazione Missionaria, nato a Torino nel 1959 da alcuni innamorati dell'aria e dell'aviazione, per insegnare a preti, frati e suore a guidare aeroplani. L'autore contribuì a dargli vita, insieme al generale Francesco Brach Papa e altri amici, e qui narra come maturò l'idea e divenne realtà. Furono alcune decine i piloti e le pilotesse brevettati in pochi anni: le "storie di cielo" con cui si chiude il volume fanno rivivere l'avventura di alcuni di loro. "Nel rombo del motore che portate in petto potreste sentire una voce, quella del Maestro che vi dice: 'Coraggio, ragazzi, c'è bisogno di voi perché il mio Messaggio di Vita raggiunga le genti lontane...'. Non fate i sornioni!" (Don Paolo Gariglio)
La Bibbia "in parole povere" è la Bibbia del primo incontro, dei pastori, dei semplici che, privi di speciali bagagli culturali, incontrano il Signore e contemplano la sua "gloria": la Bibbia nello spirito di Betlemme. A Betlemme non c'è da capire, c'è piuttosto da inginocchiarsi e adorare. Così fanno anche i Magi: essi arrivano da lontano, sono degli stranieri, degli extracomunitari che non sanno a quale porta bussare e vanno persino da Erode. Ma sono attratti da una luce, da una stella. Cercano un bambino e anch'essi incontrano il Signore Gesù. La Bibbia di Betlemme nasce dal progetto del Concilio Vaticano II di offrire almeno le pagine bibliche di maggior rilievo a tutta la comunità dei cristiani nel mondo. Per annunciare al mondo questi testi, si è scelta come sede privilegiata la santa Messa domenicale e feriale. Risulta quindi una antologia biblica distribuita nell'arco dei tre anni liturgici A B C. La Bibbia di Betlemme presenta la stessa antologia di testi che quella Commissione ha scelto, ma non in un contesto liturgico, bensì nell'ordine biblico, come si trova nella Bibbia integrale ufficiale. "Questa Bibbia è per noi, adolescenti nella fede, che vogliamo solo vedere un Bambino: il testo 'in parole povere' ci può accompagnare a trovarlo."
Ti sei appena iscritto all'università e ti senti un po' smarrito? Sei uno studente fuori sede e ti devi ambientare? I primi esami ti intimoriscono? Questo è il libro per te! C'è un mondo là fuori che ha bisogno di giovani che, con coraggio e fragilità, costruiscano il regno di Dio anche nelle aule di un ateneo. Lasciati condurre per mano lungo la strada che porta a Colui che è Vita, Verità e Via.
Te lo immagini un mondo senza televisione ma pieno di cose interessanti da fare, imprese spericolate da vivere e molti guai da combinare? È il mondo in cui ho vissuto io, che ti racconto queste storie. C'erano i nonni, gli animali, la natura, e amici con cui diventare grandi imparando la lealtà e il coraggio. E c'era Tom, il mio cane, compagno di cento avventure, che ho raccontato alla mia bambina la sera prima di dormire. Ascoltandole, ogni tanto le scappava una risata: se capita anche a te, non preoccuparti, non mi offendo! "Laggiù un po' più a destra del Monviso c'è il paese dove abitano i nonni e dove andrai a passare l'estate" diceva mia madre, mentre dal balcone mi indicava un punto all'orizzonte. Età di lettura: da 8 anni.
Il presente volume raccoglie una serie di studi sulla filosofia della scienza e della natura, seguendo un percorso di dialogo fra le scienze naturali, la filosofia e la teologia. Sulla scia del gesuita canadese Bernard Lonergan, viene presentato un percorso d'integrazione "sapienziale", rispettoso dell'autonomia metodologica di ogni sapere, ma capace anche di offrire alla teologia cristiana, con la mediazione della filosofia, uno strumento di dialogo con le visioni attuali dell'universo, della vita e dell'uomo. Il libro è suddiviso in quattro sezioni distinte: nella prima si presentano, in prospettiva storica e metodologica, le varie scienze della natura. La seconda affronta le questioni più squisitamente epistemologiche e ontologiche delle scienze naturali. La terza sezione è dedicata al mondo fisico. La quarta parte, infine, si occupa di alcuni problemi etici che riguardano le scienze e gli scienziati del mondo d'oggi, con particolare riguardo agli enormi sviluppi della bioetica e alla ricerca di una nuova visione sapienziale delle cose attraverso il contributo della teologia.
"Gesù che siede a tavola e che parla del Regno dei Cieli come una mensa imbandita è solo l'inizio, il pretesto per poi passare ad una carrellata di umanità che si pone di fronte alla grande domanda su Dio: chi è Dio veramente? E cosa significa nella sua essenza ultima: 'Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo'? Dio si comunica non solo con le parole, ma con i fatti. E ogni incontro chiede una risposta. Si legge per nutrirsi, dal momento che noi abbiamo non soltanto un corpo biologicamente affamato, ma anche un'anima affamata. E poi, non solo l'uomo ha 'fame' di Dio, ma anche Dio ha 'fame' dell'uomo, dal momento che Dio è amore e il suo desiderio di donarsi è letteralmente infinito. Basterebbe questo per impazzire. È la follia dei santi" (dalla Prefazione di padre Serafino Tognetti).
Testimonianze inedite che aprono uno spaccato sul presente e il futuro di tutte le minoranze del Medio Oriente.
"L'atto di alimentarsi non è, per gli esseri umani, un mero soddisfacimento di un bisogno primario, ma anche un comportamento sociale destinato all'autorealizzazione e alla socializzazione individuale. In una società spettacolarizzata come la nostra, anche il cibo è diventato inevitabilmente spettacolo, oggetto più di discussione che di preparazione, in una bulimia verbale priva di referenti e codici, che oscilla tra fitness, obesità, anoressia, richiami sottilmente porno, rischiando di far dimenticare sia la sua realtà materiale, sia la sua realtà culturale, sia la profonda valorizzazione simbolica che esso ha conosciuto nelle tradizioni religiose. Queste pagine sono in questo molto utili anche a ricordarci che il cibo non nutre soltanto il corpo, ma anche o forse prima di tutto l'anima" (dalla Prefazione di Giovanni Filoramo). Contiene ricette legate a tradizioni religiose e culturali, con alimenti chiave per la loro simbologia, il loro contenuto organico, gli effetti sul corpo, l'origine geografica...
Un sussidio agile per guidare coloro che si avvicinano al mistero della Sindone. Tutti gli aspetti importanti e affascinanti del sacro Lenzuolo vengono affrontati e presentati al lettore con ampio ricorso a grafica e illustrazioni. Sindone: un nome antico che ha origini greche e che significava "lenzuolo". Oggi per tutto il mondo "la Sindone" non è un lenzuolo qualunque ma quello che da oltre quattro secoli è conservato nel Duomo di Torino. Secondo la tradizione la Sindone di Torino è il lenzuolo funerario nel quale fu avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce. Ciò corrisponde al racconto dei Vangeli, secondo i quali Giuseppe di Arimatea compose il corpo di Gesù nel sepolcro dopo averlo avvolto in una sindone. Tale tradizione non è in contraddizione con quanto si sa delle vicende storiche della Sindone di Torino, anche se la sua storia è assolutamente certa e documentata solo a partire dalla metà del XIV secolo. La Sindone di Torino è certamente uno degli "oggetti" sacri più studiati, sotto ogni aspetto e in ogni epoca, ma in modo particolare negli ultimi cento anni.

