
La parola bontà ha la stessa radice di bonifica, il che ci porta a pensare ai buoni come a un fattore di fertilità. Per far sì che la terra continui a essere bonificata da persone buone e oneste, occorre che queste non si stanchino. Si tratta di una grande sfida, che in queste pagine raccogliamo descrivendo le caratteristiche della sindrome del logoramento professionale o burnout al fine di prevenirla e curarla, offrendo anche strumenti semplici per aiutare le persone che ne soffrono. Al tempo stesso vogliamo colmare un vuoto: la mancanza di una comprensione filosofica, esistenziale e culturale della sindrome. Il tema deve essere infatti visto anche a partire dalla spiritualità dell'essere umano, sua caratteristica essenziale e specifica, come ci ha insegnato il fondatore della logoterapia Viktor Frankl. Il libro offre anche spunti per la riflessione personale e può essere uno strumento di lavoro per coloro che si trovano a operare in professioni d'aiuto. "Se i buoni abbandonano la battaglia a causa della stanchezza, la nostra comunità umana correrà il maggiore di tutti i rischi: l'impoverimento valoriale".
Alcune coppie hanno assecondato il fascino dell'attrazione reciproca e al contempo si sono impegnate in un cammino verso la perfezione dell'amore fedele e donativo. Hanno percepito la bellezza unica di quel "tu" incontrato sulla loro strada e aderito alla promessa di ulteriorità implicita in quel richiamo, accettando il travaglio dell'unità, oltre le differenze di temperamento, di cultura, di sensibilità spirituale e anche oltre i pregiudizi e i moralismi dell'ambiente. La vita non ha risparmiato loro conflitti e sofferenze, ma non hanno ceduto alla tentazione di mollare; hanno creduto nell'amore, custodendo il dono del misterioso legame. Percorrendo itinerari diversi, hanno attraversato, singolarmente e insieme, la notte dei sensi, dell'anima, della disunità, fino a sconfiggere il buio e vivere quell'"estasi" che non è sinonimo di ebbrezza, ma esodo dall'io per ritrovarsi uniti nella luce del Cristo. Charlotte Baudouin e Charles Péguy, Raïssa Oumançoff e Jacques Maritain, Francesca Romani e Alcide De Gasperi, Mya Salvati e Igino Giordani, Adrienne von Speyr e Hans Urs von Balthasar.
Anche gli animali pregano. Sì, certo, gli animali pregano. Noi uomini preghiamo per chiedere, per ringraziare o per intercedere. Preghiamo per abitudine, senza ascoltarci, talvolta per disperazione... Abbiamo bisogno di un motivo per pregare. Gli animali no. La loro preghiera è la loro vita o, se preferiamo, il contrario: la loro vita è una preghiera a Dio, un inno, un Gloria, una celebrazione.
Vorrei solo poter stringere a me, uno ad uno, i malati impegnati a fare a cazzotti con il loro male, vorrei dirgli di non deporre le armi e sussurrargli di non arrendersi mai, anche quando non ci credono più. Vorrei proteggere chi ha perso qualcuno dopo aver lottato come un leone. Vorrei che vincesse la consolazione sullo sconforto. Vorrei passare gli appunti della mia lezione, augurandomi di aiutare qualcuno a superare l'esame. La sofferenza fisica ti chiede un atto di fede senza fine: immaginare che quella cosa che ti senti dentro - non si sa quando - smetterà.
L'importanza del tema della dignità umana è evidente, soprattutto se si considera come questa categoria risulti presupposta e impiegata nei dibattiti pubblici, e prima ancora nelle solenni Dichiarazioni degli organismi internazionali, dando quasi per scontata la sua portata semantica. Il rischio dell'usura delle parole, fino alla loro insignificanza, invade anche la prerogativa della dignità con la quale si è pensata la differenza antropologica e un corrispettivo criterio fondamentale per la relazione etica tra i soggetti umani. La dignità, non da oggi, rischia l'evanescenza in un puro concetto in cui rifugiarsi quando si è in difetto di più perspicue modalità argomentative. Coltivando magari l'illusione che la semplice posizione di un argomento di dignità riesca dirimente e in grado di chiarire situazioni la cui complessità imporrebbe una più pesata consequenzialità argomentativa. Se la dignità risulta un postulato, non di meno è necessaria un'operazione di pensiero per definirne la mappa concettuale delle potenzialità e precisare come essa possa essere riconosciuta, sostenuta e difesa nei differenti ambiti in cui prende forma l'attività e l'interazione dei soggetti umani. Questo volume, oltre che approcciare un nodo fondamentale dell'antropologia e della morale, raccoglie i contributi del progetto sulla "dignità umana" che ha impegnato il gruppo di ricerca in etica sociale "In dialogo".
Una rocambolesca e forsennata corsa a bordo di una mitica Fulvia coupé per liberare i fratelli dalle grinfie di malvagi rapitori che ne chiedono il riscatto. Riuscirà Thani, una teenager in giro per il mondo, a salvarli? Uno strampalato professore di letteratura inglese le darà una mano nel suo disperato tentativo contro il tempo. Insieme affronteranno rischi d'ogni sorta, attraversando praterie innevate, periferie metropolitane e orridi precipizi. Sullo sfondo, arroccato tra inaccessibili guglie di roccia, il misterioso Castello della Pietra e William Shakespeare con la sua arte immortale. Un racconto per tutti, un "mystery thriller" che terrà i lettori col fiato sospeso fino all'ultima pagina, in compagnia di Giulietta e Romeo, Amleto, Falstaff e tanti altri famosi personaggi creati dalla straordinario talento poetico di William Shakespeare. Età di lettura: da 9 anni.
Chissà quante volte vi sarà capitato di non sentirvi ascoltati o magari di essere voi stessi a non prestare attenzione alla parola d'altri. Saper ascoltare è certamente una delle abilità più importanti nella vita di tutti i giorni, un'arte che può influenzare positivamente la nostra esistenza e le nostre relazioni con gli altri. Questo libro offre strumenti di auto-apprendimento che vi permetteranno di evitare gli errori che spesso sono all'origine di incomprensione e contrapposizione nell'esperienza quotidiana. Le indicazioni pratiche contenute in questo testo vi consentiranno d'affinare sempre più la vostra sensibilità al vissuto emotivo dell'altro, favorendo così una vera e proficua apertura al dialogo, all'ascolto e alla relazione in una forma più vera e profonda.
Ognuno di noi, se ha un problema di salute, desidera guarire. Tutti cerchiamo di migliorare il nostro stile di vita per prevenire l'insorgere di malattie o anche solo per affrontare con energia le giornate piene di impegni e scadenze che la vita ci impone. Ma cosa c'entra Gesù con tutto questo? Cosa ha a che fare la fede con la salute? La fede è uno strumento potente e spesso sottovalutato. Non solo per darci la voglia di cambiare, di "convertirci" (cioè di dare una nuova direzione alla nostra vita), ma anche per attivare dentro di noi quella passione e quel fuoco ardente che possono bruciare l'indecisione e l'indifferenza che albergano nel nostro cuore. Tante sono le strade per guarire e ognuno deve cercare la propria, senza dimenticare che Gesù può tutto e ci vuole sani e salvi, capaci di vivere ogni momento in pienezza. E se i miracoli operati da Gesù fornissero anche degli insegnamenti medico-scientifici? E se la bibbia contenesse, oltre agli insegnamenti spirituali, anche precise indicazioni terapeutiche? E se la nostra salute fisica dipendesse anche dalla nostra vita interiore?
In tutta la storia della Chiesa i santi e le ante sono stati sempre fonte e origine di rinnovamento, soprattutto nelle più difficili circostanze della sua missione nel mondo. Mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, nel cuore del Giubileo, ha voluto rievocare i tratti più salienti della vita di quaranta tra santi, beati, venerabili e servi di Dio enucleazione con lucidità i messaggi derivanti dai loro esempi e dai loro insegnamenti. Con lo stile del dialogo tanto caro a papa Francesco e cn la chiarezza del maestro e la passione del pastore, prova a trarne motivi di incoraggiamento e di plauso, di correzione e di richiamo, in vista di quella revisione di vita personale, familiare e sociale attesa nella preghiera e auspicata nella predicazione.
Dalla Presentazione del Card. De Giorgi
Se oggi si chiede a qualcuno come sta, la risposta è quasi sempre: "Sono stanco". La frenesia e i ritmi impossibili stanno trasformando la vita in uno sfiancante elenco di cose da fare. Tutto diventa un dovere monotono, manca il piacere delle piccole cose e delle sincere libertà di cui tutti abbiamo bisogno per non diventare automi infelici nel nostro ambiente sociale e isterici insoddisfatti nella sfera degli affetti. Questo libro offre consigli pratici per trovare respiro tra le varie incombenze dell'esistenza, invitandoci a dare valore a ciò che è importante per la nostra felicità. Vuoi imparare ad arrivare a sera con un sorriso e senza urlare come un'isterica?