
Che la guerra in Ucraina finisca con l'intensificazione dell'azione diplomatica o con un cessate il fuoco immediato, anche senza un ritiro preventivo delle truppe russe, è senz'altro fortemente raccomandabile. È ciò che la stragrande maggioranza si augura, per il bene dei popoli in conflitto, dell’Europa e del mondo. Ma ciò che è molto più importante è che una volta che sia cessata l'attuale guerra fratricida – poco si è sottolineato che i Paesi in lotta tra loro sono cristiani – si riesca a rafforzare la via della nonviolenza attiva e creatrice tenendola agganciata costantemente all’impegno dei cittadini e quindi anche dei cattolici in politica, per universalizzare una democrazia sostanziale, rappresentativa, partecipativa e deliberativa, aperta al Trascendente. Questa è la tesi sostenuta e sviluppata, con ambizione e speranza, dall'Autore.
Festeggiare è un rito che attraversa la vita di tutti gli uomini. Gioia, condivisione, memoria, ringraziamento sono gli ingredienti di ogni festa che interrompe il ritmo consueto e dona al tempo un nuovo sapore. Festeggiare è godere della presenza del Signore che ci invita all'amicizia con lui, celebrare i suoi doni, rinnovare fiducia e speranza. Festeggiare è un altro nome del credere perché Dio fa festa per ogni persona.
Questo libro pensa teologicamente come reimparare a sentire Dio, chiedendo intelligenza al senso e sensibilità alla ragione. La struttura del volume e gli stili diversi con cui è scritto fanno grande impressione. Le tre parti presentano un ri-orientamento a tre livelli. Anzitutto, nella prima parte, un cambio di paradigma sul piano delle argomentazioni. Questo primo ri-orientamento, che dialoga con una buona parte della teologia fondamentale contemporanea, si apre poi a una seconda parte in cui i passivi di Dio costituiscono l'ossatura di un dire Dio interpretato dal riferimento alla Scrittura e in dialogo serrato con le scienze. La sequenza dei passivi è singolarmente efficace: Dio desiderato, Dio intuito, Dio scoperto, Dio detto, Dio chiamato, Dio contraddetto, Dio amato. In questo percorso, accidentato e stupendo, tormentoso e consolante, nasce per gli umani l'accesso alla libertà. Proprio nello spazio dischiuso dalle prime due parti si colloca la terza parte (Della relazione non-duale con Dio): qui Dio è proposto come “lontano-vicinanza”, come unione di distacco e comunione, di desiderio e timore, di amore e morte. Il senso di equilibrata misura che il libro sa comunicare nel dare voce controllata e credibile alla smisuratezza incontrollabile di Dio – perché "sbagliarsi su Dio è un dramma", come afferma Turoldo – è forse la sua virtù più brillante e la sua nota più squillante (dalla Prefazione di Andrea Grillo).
Chi è il diavolo o satana? La figura del diavolo rimane tuttora ancora molto controversa ed affascinante per vari motivi.
L'immagine del diavolo-satana che attraversa singoli testi biblici (quelli scritti in ebraico, greco, aramaico), nonché testi del Giudaismo e del Qumran, è stata veicolata inalterata oppure porta in sé i segni del tempo e della cultura? Rintracciare la presenza del diavolo e la sua offensività nel Quarto vangelo non è un'impresa del tutto facile, dato il silenzio di Giovanni - rispetto ai Sinottici - circa le possessionI e gli episodi di esorcismi. Tale silenzio fa emergere, in maniera ancora più significativa, dubbi ed interrogativi sugli insidiosi modi operandi del diavolo attraverso suoi agenti umani. Pertanto, di chi siamo realmente figli? Siamo sicuri di fare solo ed unicamente la nostra volontà? La consapevolezza di una lotta tra il Cristo di Dio il diavolo, la Verità e la menzogna, la Vita e la morte richiama la nostra attenzione sulle scelte quotidiane di vita. L'eventualità di una relazione filiale con il diavolo, pur non entusiasmante, si rivela ad ogni uomo, attraverso questo studio, molto più familiare che estranea, più vicina che lontana.
In questa realtà, nemmeno la Chiesa, comunità di uomini e donne credenti in Cristo-Gesù, è al riparo dal fumo del diavolo e dalla morsa incessante della falsità e del dominio degli agenti del male.
M'Bayi Laurhy Argelès Rochard (Pointe-Noire, 1979), ha conseguito la licenza in Teologia biblica alla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (Napoli, 2012), la licenza in Scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico (Roma, 2015), la laurea magistrale in Giurisprudenza all'Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli di Caserta (2020). Nel gennaio 2022 ha conseguito il dottorato in Teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana (Roma). E autore delle opere: Madonna mia! Cosa mi dici? (Mephite 2014), Il profumo del diamante nero (Mephite 2018).
Il contributo del Sinodo dei Vescovi a un assetto sempre più sinodale della Chiesa oggi non può prescindere dalla questione del diritto di voto dei membri non appartenenti all'ordine episcopale. Bisogna percorrere la via della rappresentanza, o non sarebbe maggiormente costruttivo riscoprire il valore della rappresentazione fondata sul principio di partecipazione?
"L'autore ascoltando due voci "fuori dal coro", affronta un tema nuovo e scottante e prova a formulare una proposta per superare il rischio di conciliarismo implicito di un Assemblea sinodale con nuove concessioni del diritto di voto". (dalla Prefazione di don Dario Vitali).
Questo testo è prima di tutto un'espressione di fede che tenta, con semplicità, di condurre lo sguardo del cure al cospetto del Mistero di Dio Trinità. Don Daniele, in quest'opera, ci conduce per mano a intraprendere un cammino spirituale che ci porta a contemplare la vita intima di Dio. Lo fa partendo dalla Sacra Scrittura, dalla riflessione dei Padri della Chiesa e dalla Tradizione d'Oriente e d'Occidente, aprendo una porta verso orizzonti nuovi, anche ecumenici, attraverso l'ambito artistico, soffermandosi in modo speciale su un'icona particolarmente venerata: quella della Trinità di sant'Andrej Rublev» (dalla Prefazione di Sua Eccellenza Monsignor Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo).
Al centro della Scrittura c'è il dialogo d'amore tra Dio e il suo popolo e, più in generale, con ogni uomo, di cui il rapporto uomo-donna è figura privilegiata e metafora fondamentale. Da questa intuizione prende le mosse il volume, nel quale la dinamica sopra esposta viene descritta partendo dal centro, anche materiale, della Bibbia, che è il Cantico dei Cantici. A questo libro viene dedicata la prima parte del testo, mentre la seconda propone un certo numero di variazioni sul tema, spaziando dall'Antico al Nuovo Testamento.
Una spiegazione accurata e un commento attuale accompagnano passo dopo passo le pagine della Bibbia dedicate a Elia. La figura del profeta d'Israele si profila nella sua grandezza dentro l'asciutta narrazione di poche, scarne scene poste in una successione quasi casuale. Ne emerge un credente "tutto d'un pezzo", divorato da un senso assoluto di Dio, e nello stesso tempo un uomo con le sue fragilità. Elia si lascia rigenerare a a una capacità nuova di affrontare la vita con coscienza umile ma infuocata dalla fede in Dio, e e con una risposta senza riserve alla Sua chiamata. Non un commentario scientifico ma una meditazione da cui traspare uno sguardo attento sull'oggi e riaffiorano gli interrogativi d sempre sulla libertà umana, sulla dignità della coscienza, sulla possibilità di credere anche in tempi difficili.
L'intenzione di rendere ragione della fede, innanzitutto di fronte a chi non la condivide oppure la mette in dubbio, ha sempre accompagnato il cristianesimo. La credibilità ha una storia: il suo grembo è nella Scrittura, il suo significato si dipana nel tempo.
Dopo aver ricostruito sinteticamente questa storia, il volume mette a fuoco alcune fra le principali vie percorse oggi dalla teologia per mostrare la ragionevolezza della fede. La bellezza del Dio cristiano, l'inedito volto di Dio manifestato da Gesù di Nazaret, il Dio capovolto, costituisce la radice, e il cuore, di tale ragionevolezza.
La preghiera è esperienza fondamentale nella formazione del credente e delle comunità cristiane. Fra gli autori del N.T., è Luca a dare particolare rilevanza alla preghiera fino a farne il motivo che segna tutte le tappe della storia di salvezza narrata nei suoi due volumi (Luca-Atti). Questo studio ripercorre il tema della preghiera lungo il filo della storia di salvezza, guardando alla preghiera d'Israele, a Gesù modello e maestro di preghiera e all'esperienza di preghiera della prima comunità, configurata su quella di Gesù e sul suo insegnamento. lettori potranno cogliere, alla fine, non solo la struttura dialogica della preghiera ma anche la sua finalità edificante e identitaria all'interno del progetto storiografico lucano e saranno sollecitati a modellare la propria esperienza di preghiera su quella di Gesù e della Chiesa primitiva, facendone il luogo della loro fedeltà al disegno divino che si dipana ancora oggi nella storia.