
La ricerca presentata nel volume gode del beneficio di un doppio inedito. La messe di documenti non ancora inventariata permette un'osservazione "à ras de terre" della ricezione del Concilio Vaticano II, laddove la lente dell'indagine sociale applicata dal Centro pastorale per le missioni interne (cpmi) scopre la crisi che si annida nella mentalità del parroco di campagna, nella rigidità dei movimenti laicali, nell'arroccamento dei predicatori o nella deriva individualistica di avanguardie progressiste. L'osservazione condotta dal Centro (cpmi) già nella prospettiva del dialogo Chiesa-Mondo e l'azione d'ensemble nello stile comunionale della collegialità conciliare, contenuto e struttura dell'istituto, costituiscono il riferimento costante della narrazione che ne illustra l'interconnessione e, quindi, l'impossibilità, in conseguenza del fallimento della collegialità, di assicurare efficacia ad un'osservazione empatica del dinamismo degli eventi. Il cpmi si perde nella complessità del divenire ma trova nel Mondo lo specchio terso della Chiesa.
Il volume non è né vuole essere una storia degli anni santi. Si propone piuttosto di cercare di capire come si colloca, in una tradizione secolare e all'interno delle "novità" introdotte attualmente nella pratica del ministero papale, l'indizione giubilare di Francesco: la scelta di uno strumento collaudato e tradizionale come atto di un pontefice per tanti aspetti non tradizionale. I caratteri dell'Anno Santo infatti, quali si articolano nei settecento e più anni della sua esistenza, sono fortemente marcati, in una sorta di unità ripetitiva, anche se non priva di variazioni marginali e di differenze. A questi aspetti è dedicata la prima parte del lavoro (dal primo Anno Santo, indetto da Bonifacio VIII nel 1300, fino a quello del 2000 proclamato da Giovanni Paolo II), come premessi necessaria per un confronto con i caratteri e le prospettive dell'anno giubilare voluto da papa Francesco, oggetto della seconda parte del volume.
Esiste il libero arbitrio? Secondo molti scienziati e filosofi, le nostre decisioni sono determinate nel cervello prima di affiorare alla coscienza, e per questo sfuggono al nostro controllo. Analogamente, secondo parecchi psicologi sociali, le situazioni in cui ci troviamo predeterminano in modo meccanico le nostre scelte. Ma la scienza ha davvero confutato il libero arbitrio? Secondo Alfred R. Mele - noto filosofo americano con grandi competenze di psicologia e neuroscienze -, in realtà, le prove scientifiche non sono affatto così univoche. In questo breve libro, che si rivolge soprattutto ai non specialisti, Mele spiega perché non c'è ragione di pensare che il libero arbitrio sia soltanto un'illusione.
Il volume offre un metodo di intervento efficace e scientificamente fondato per tutte quelle situazioni che vedono protagonisti non solo il bambino con le sue problematiche, ma anche la famiglia e le altre figure con ruolo educativo (insegnanti, educatori professionali ecc.). Il testo è perciò diviso in due grandi ambiti: i primi tre capitoli intendono approfondire i contesti culturali (utilizzo dell'icf) e scientifico (modelli di psicologia dello sviluppo, metodo di lavoro condotto su caso singolo) all'interno dei quali individuare le coordinate utili alla definizione del progetto psicoeducativo; la seconda parte è dedicata ai disturbi (spettro dell'autismo, disturbi del comportamento, disabilità intellettiva, disturbi di apprendimento), affrontati secondo uno schema comune: definizione in ambito clinico del problema, modelli psicologici interpretativi del disturbo, interventi che hanno ricevuto delle evidenze rispetto la loro efficacia, variabili da prendere in considerazione nello studio con soggetto singolo, con particolare attenzione alla collaborazione tra famiglia e mondo della scuola. Lo scopo è proporre un approccio coerente tra valutazioni cliniche e intervento nei diversi contesti di vita.
Come lavorano gli assistenti sociali? Quali percorsi e processi caratterizzano le loro pratiche? Questo testo introduce le varie fasi del processo metodologico di servizio sociale e identifica gli aspetti distintivi di questa professione nel lavoro con le persone e con i loro contesti di vita, in una logica di promozione dell'inclusione e della solidarietà sociale. La contemporanea attenzione alle dimensioni personali, istituzionali e sociali degli interventi, la professionalità riflessiva, la dimensione di ricerca e quella etica e valoriale fanno da sfondo a una rivisitazione dei passaggi cruciali dell'intervento. Il lavoro sociale è caratterizzato dalle contemporanee e a volte contraddittorie esigenze di rigorosa metodologia e di valorizzazione della dimensione umana del processo. Il testo propone nuove strade per coniugare queste due rilevanti istanze. Coerentemente con un approccio riflessivo alla metodologia del servizio sociale, ne presenta le varie fasi, attraverso l'analisi di casi e di incidenti critici e il riferimento ai principali risultati della ricerca scientifica. Prefazione di Walter Lorenz
Con la bolla "Misericordiae Vultus", papa Francesco ha indetto un Giubileo Straordinario dedicato alla celebrazione della misericordia. Ma cos'è la misericordia? E che vuol dire essere misericordiosi? Esistono domande senza risposte, ma non risposte senza domande, ciò vale anche per la misericordia: essa rappresenta un tentativo di rispondere a situazioni negative che la precedono. Le due aree in cui sorge la domanda alla quale la misericordia cerca di rispondere sono quelle della sofferenza e della colpa (o del peccato, se ci si colloca in un ambito religioso). La misericordia è contraddistinta da una carenza connessa al fatto che le due parti non si pongono sul piano di parità: un conto è aiutare e perdonare, altro essere aiutati e perdonati. Perché non scompaia il senso dell'uguaglianza diviene allora indispensabile appellarsi alla dignità umana.
Seguendo il filo offerto dalle straordinarie miniature dei manoscritti più antichi e lasciando in primo piano il ritmo narrativo degli eventi, Pasquini racconta la Commedia al pubblico non accademico, senza presupporre particolari conoscenze né rinviare a letture erudite o bibliografie accessorie. Grazie al risalto dato agli aspetti più concreti e stimolanti dell'opera, gli incontri con i personaggi e le atmosfere del poema invogliano di canto in canto ad attingere direttamente dal testo originale le emozioni e le conoscenze di cui il capolavoro dantesco si rivela, ancora e di nuovo, fonte inesauribile.
Il pragmatismo svolge un ruolo particolarmente rilevante nel dibattito culturale odierno. Utilizzato come strumento da molte filosofie che caratterizzano l'eclettismo contemporaneo, avversato dalle scuole filosofiche più radicali, proposto come via originale della contemporaneità dai suoi difensori più estremi, esso dimostra la sua vitalità creando nuovi spazi integrativi sul piano sia teorico sia storiografico. Il volume, che raccoglie i contributi dei migliori specialisti italiani della materia, presenta una genealogia che parte dal protopragmatismo di Emerson e giunge fino ai nostri giorni. Si offre così la possibilità di confrontarsi con il canone classico del pragmatismo di fine Ottocento-inizio Novecento, con le conseguenze e le appropriazioni dei suoi temi al di fuori della stretta osservanza del pensiero dei fondatori, con la ripresa contemporanea e alcuni interessanti sviluppi del dibattito in corso. Da questo confronto biologicamente preciso emerge il contributo attuale di uno dei fenomeni culturali più interessanti dell'ultimo secolo.
Roma è di fronte a un bivio: continuare a espandersi in maniera incontrollata, sfrangiandosi nella perdita d'identità e nel dominio di interessi privati, oppure ripensare il senso di un luogo unico al mondo, ripartendo dalle periferie per rigenerare l'esistente. Per offrire un contributo alla progettazione futura, il testo indaga il mutevole significato che la città ha assunto dalle sue origini a oggi, sotto particolari aspetti: la multiforme presenza dell'acqua, il simbolismo geometrico degli assetti territoriali, il segno delle differenze sociali impresso neli'edificato abitativo, il valore degli spazi pubblici sempre più ridotti dal consumo di suolo. Chiave per la costruzione di un nuovo senso del luogo potrebbe essere la "convivenza responsabile", non solo della città storica con le moderne periferie, ma anche tra le differenti etnie e culture che convivono in una metropoli sempre pronta all'accoglienza, sulla scia di quella vocazione all'inclusione che le sue origini, al di là del mito, confermano.
Tra austerità del welfare e riduzione della spesa sociale, è possibile cambiare le strategie di intervento dei servizi sociali? Che cosa possono fare gli assistenti sociali? E come? Da questi interrogativi nasce l'idea di un volume, fondato sul rigore teorico e metodologico, che non eluda la domanda chiave: che cos'è e come si attua il servizio sociale di comunità? Promuovere fiducia, solidarietà e coesione sociale nei contesti locali implica appropriate interazioni tra diversi attori e richiede un innovativo impegno ai professionisti. L'analisi degli aspetti distintivi della dimensione collettiva del servizio sociale è declinata in diverse prospettive: metodologica, teorica, etica, politica e di ricerca. Alcuni progetti, casi di studio ed esercizi completano la presentazione della metodologia e degli strumenti per la pratica. Il testo si rivolge a chi - studente, professionista, dirigente, docente, studioso - sia interessato ad approfondire la dimensione collettiva del servizio sociale nelle sue differenti prospettive.