Nel tempo della società multicaotica si avverte con evidenza la necessità dell'armonia interiore, imprescindibile risorsa per assorbire il logorio quotidiano, facilitare il tessuto relazionale e, soprattutto, condurre a una feconda vita spirituale e all'incontro con Dio.
Il percorso ascetico viene grandemente facilitato dalla direzione spirituale, una scelta sempre incoraggiata dalla Chiesa per l'orientamento della ricerca interiore del singolo fedele.
Il maestro spirituale illustra le ricchezze offerte dalla «guida» spirituale, presentandosi come un completo vademecum che incoraggia uomini e donne a considerare Dio come un Padre, che desidera sempre il meglio per i suoi figli (pp. 176).
Umberto De Martino (Napoli, 1938) è laureato in chimica industriale all'Università di Bologna e in Sacra Teologia all'Università Lateranense. Vive da trent'anni a Milano dove svolge il suo lavoro pastorale. E' autore del volume Andrei a messa ma.... Le risposte della dottrina cattolica alle più comuni obiezioni (Mondadori 2002).
Nel secolo che vide frantumarsi l'unità religiosa d'Europa, il capriccio e la determinazione di un sovrano furono sufficienti, in un rapido volo d'anni, a sganciare l'Inghilterra dal suo passato e dalla sua fede secolare.
I molteplici quadri di questo dramma sono riproposti dall'autrice con una narrazione limpida e partecipata, che delinea con precisione un'epoca di intrighi e nobiltà , di luce e sangue. Di fronte alle spettrale imponenza di Enrico si succedono figure di uomini cinici e di persecutori (Thomas Cromwell e Thomas Cranmer ne furono esempi tra i tanti), così come di martiri e santi, tra cui primeggiano i nomi di Thomas More, Cancelliere del re stesso, e dell'indomito cardinale John Fisher.
Questa nuova indagine su Enrico VIII esamina gli sconvolgimenti che l'Inghilterra, impoverita e insanguinata nonché percorsa da inquietudini sociali, dovette d'improvviso affrontare, soffermandosi in particolare sul periodo del «terrore enriciano», troppo spesso silenziato dalla storiografia.
Nel riproporre la cronistoria dello scisma anglicano, l'autrice cerca di rispondere a quesiti tuttora aperti: «Davvero Enrico, oltre a voler risolvere le sue questioni matrimoniali, assecondò il desiderio d'indipendenza religiosa dei suoi sudditi? Quale fu, in realtà , l'impatto sul popolo? E quale il ruolo della propaganda? Quanti e quali furono perseguitati? Davvero il ripudio del papato creò, a lungo termine, le premesse per la tanto celebrata politica di tolleranza religiosa?».
Sono interrogativi che gettano ombre sull'esaltazione di un momento storico in cui molti ravvisano l'aurora dell'uomo europeo secolarizzato (pp. 256).
Elisabetta Sala insegna lingua, letteratura e storia inglese nei licei statali e da anni si occupa del periodo rinascimentale. Questa è la sua prima pubblicazione.
L'amore si configura essenzialmente come dono, sebbene molti ne siano i nomi e proteiforme la fenomenologia. Il saggio di Tomás Melendo Granados -“ suddiviso in otto itinerari ricchi di risonanze sapienziali e poetiche - vuol essere guida a quella verità umana e cristiana che va dileguando nella coscienza contemporanea offuscata dal narcisismo di massa. Rifuggendo dai luoghi comuni e dalle dottrine convenzionali sull'argomento, l'autore guadagna anzitutto il radicamento ontologico dell'amore, ravvisandolo nell'atto con il quale si riconosce e si conferma nell'essere la persona amata, per trarne successivamente gli altri momenti costitutivi dell'amore: la ricerca del bene dell'amato, secondo un progetto di crescita spirituale per l'intera vita, e la reciproca donazione. Definite le coordinate spirituali, Melendo indaga le questioni fondamentali dell'amore umano: il problema della corrispondenza, il ruolo della volontà e dei sentimenti, la natura e i caratteri dell'identificazione amorosa, le relazioni tra amore e sessualità nell'à mbito specifico dell'amore coniugale. Nel capitolo conclusivo Melendo lascia emergere tutto il dinamismo effusivo dell'amore, che, trascendendo i limiti di spazio e tempo, diviene universale, cosmico, fino ad attingere l'Assoluto stesso, origine e ragione di ogni dilezione umana (pp. 192).
Nato nel 1951 a Medilla, enclave spagnola in terra d'Africa, Tomás Melendo Granados si è laureato in Scienze dell'educazione e in Filosofia presso l'Università di Navarra, completando gli studi a Roma e in Germania. E' ordinario di Metafisica e direttore degli Studi universitari sulla Famiglia nell'Università di Malaga. Fra le sue opere (oltre 40 libri) si segnalano: La fede e la formazione intelletuale, Ontologia degli opposti, Fecondazione in vitro e dignità umana, Metafisica, L'efficienza imprenditoriale, La dignità del lavoro umano.
Quest'opera è la più autorevole e completa sul pensiero di Michele Federico Sciacca (1908-1975), autore di oltre sessanta volumi, la maggior parte dei quali tradotti nelle principali lingue; la relativa bibliografia internazionale è ricca di circa seimila titoli.
L'Autore, con rigore storico-critico e profonda partecipazione, ricostruisce l'intero percorso del filosofo e ne mette in rilievo, con nitida incisività , l'impianto teoretico. L'integralità della persona è il centro fecondissimo della ricerca di Sciacca, perseguito sin dal suo distacco dal neoidealismo. La fondazione metafisica della morale, del diritto, della politica, dell'economia, dell'estetica, nonché dell'unitario organismo delle scienze, consente al filosofo di risolvere in forme nuove i problemi dell'esistenza di Dio, della libertà e dell'immortalità personale (pp. 648).
Alberto Caturelli dal 1956 ha insegnato nell'Università di Cordoba, Argentina; ha tenuto e tiene corsi e conferenze in tutto il mondo. Autore di una quarantina di volumi, è oggi il più importante filosofo di lingua spagnola. Presso le Edizioni Ares ha pubblicato Il Nuovo Mondo riscoperto (1992) e Due una sola carne. Metafisica, teologia & mistica del matrimonio e della famiglia (2006).
Nell'attuale disgregazione etico-sociale, lo sfaldamento del soggetto e dei suoi legami assume rilievi senza precedenti. E' stato Sigmund Freud a intuire che a questa ferita si poteva rispondere solo a partire dalla domanda «Che cos'è un padre?». La psicoanalisi nacque e si sviluppò per difendere la funzione paterna, senza tuttavia fornire una lettura capace di superare il complesso edipico. Oltre e contro l'interpretazione junghiana, è spettato a Jacques Lacan (1901-1981) elaborare la dottrina freudiana, che, grazie a innovazioni teoriche determinanti, è atto efficace per la cura e riferimento inevitabile per leggere l'attuale disagio della civiltà. Così, la funzione paterna, intersecata da desiderio, Legge e godimento perde i connotati del padre veterotestamentario per assumere quelli del padre dell'amore. A presiedere questo passaggio è «La donna» a cui Lacan ha dato un fondamentale luogo di eccezione (pp. 232).
Giuliana Kantzà , psicoanalista, membro A.M.E. della Scuola lacaniana di psicoanalisi e dell'Associazione mondiale di psicoanalisi, ha insegnato al corso di Specializzazione in psicologia clinica all'Università statale di Milano. Docente all'Istituto freudiano di Milano, è autrice di: Althusser, il filosofo uxoricida; Passione dell'amore passione dell'odio; Come uccidono le donne.
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Ogni fatto ed episodio qui narrati non sono frutto di fantasia, ma vita vera (e sudata) di ogni giorno e trasmettono fedelmente il percorso interiore compiuto dall'autrice che, chiudendo queste pagine, non si sente moglie, amante, madre, amica e professionista perfetta, ma semplicemente donna più consapevole e felice.
Fra i dubbi e i problemi posti dal quotidiano, inequivocabile, emerge una certezza: la realizzazione femminile sul lavoro e in società si fonda sul cuore e sulla responsabilità che solo una donna sa mettere e prendersi nella sfera domestica (pp. 184).
Elisabetta Tumbiolo Stefanini ha 37 anni. Vive a Roma ma è di origini siciliane. Sposata, ha quattro figli. Ha collaborato con diverse redazioni giornalistiche e ha ricoperto più volte i ruoli di addetto stampa e capo ufficio stampa. Da alcuni anni si dedica ad approfondire tematiche che riguardano la donna e la famiglia passando con regolare frequenza dalla scrivania all'asse da stiro.
Queste pagine, di densa spiritualità, innervate nei messaggi della Regina della Pace di Medjugorje, svelano con estrema chiarezza il ruolo d'intercessione e mediazione che Maria svolge nella Chiesa: «L'autore», annota nella Prefazione padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, «mostra come la Madonna che si manifesta nei messaggi di Medjugorje sia esattamente quella che conosciamo attraverso la Sacra Scrittura, il Magistero della Chiesa e la Liturgia. E', in ultima istanza, la Madre di Dio e la Madre della Chiesa che, in un passaggio decisivo della storia umana, come più volte ha richiamato Giovanni Paolo II, viene in soccorso dei suoi figli e dell'umanità intera» (pp. 288).
Francesco Rizzi, francescano dei frati minori, nato a Roma, vive a Medjugorje da diversi anni e accoglie i pellegrini e i sacerdoti italiani. Laureato in Economia e Commercio, ha la licenza teologica in Dottrina sociale della Chiesa; è sacerdote dal 1999 e professo solenne dal 1997. Su Medjugorje, ha già pubblicato il volume "Madre di Misericordia" (2006).
Alessandro Manzoni, quello tramandato dai rituali della cultura letteraria, ha un sosia, rimasto finora sconosciuto. Il Manzoni ufficiale, quello che da sempre conosciamo, è una controfigura deputata a nascondere il Manzoni vero, il quale ha sotterrato nei Promessi sposi, sotto le apparenze di un cattolicissimo romanzo, una vicenda tutta diversa, che - come aveva subito sospettato il mondo cattolico dell'800 - è pervasa da un micidiale nichilismo anticristiano. Un criptoromanzo al quale spetta il titolo di massimo capolavoro della nostra letteratura.
In questo libro Aldo Spranzi toglie la maschera al Manzoni, e fa emergere il romanzo nascosto, con la sua grandezza. Ci fa conoscere «l'altro Manzoni», autentico superuomo protagonista di un'appassionante, incredibile avventura esistenziale, oltre che genio artistico.
Liberato dal sarcofago nel quale, dopo averlo imbalsamato e divulgato, la cultura accademica l'ha per quasi due secoli rinchiuso, Manzoni e il suo capolavoro rinascono e rivelano una sconvolgente attualità . L'incontro con il vero Manzoni e con il romanzo nascosto è per l'uomo moderno, e in particolare per i giovani che popolano le nostre scuole, portatore di una sfida conturbante e affascinante (pp. 344).
Aldo Spranzi è professore ordinario di Economia dell'arte nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Milano.
Via Sandro Sandri si snoda in uno dei quartieri meno belli di Roma, che è quello di Casal Bruciato. Niente che varrebbe la pena di venir raccontato se non dalle cronache della illegalità marginale, se non fosse che là c'è qualcosa di davvero speciale, e lo si respira in queste storie di vita vissuta dal fronte dell'apprendimento, dove l'aula non è l'unico luogo di trasmissione del sapere, ma anche la strada assume una dimensione formativa di assoluta eccellenza. I ragazzi di via Sandri sono i volti e le storie di quell'«isola anomala» che è il centro Elis (Elis vuol dire Educazione Lavoro Istruzione Sport e fu inaugurato nel novembre del 1965 da papa Paolo VI alla presenza di san Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei) e Pierluigi Bartolomei (direttore della Scuola di Formazione, che ospita circa cinquecento ragazzi) la «voce narrante» di una passione educativa che sa essere all'altezza di ogni «storia», sempre appassionata e talvolta persino un po' «complice». Nascono così gli incontri narrati in questo libro: storie davvero memorabili, perché parlano di una grande sfida vinta. Entrano ragazzi, a volte carichi di problemi enormi; poi, in quest'«isola anomala», imparano a essere ordinati, pieni di rispetto per sé stessi, per i muri della loro scuola, per gli strumenti del loro lavoro, per gli insegnanti; fanno gli orefici, gli elettricisti, usano i computer, aggiustano sofisticati treni, orologi impossibili... Escono che sono uomini responsabili, futuri professionisti, bravi padri di famiglia; nei loro occhi possiamo leggere, insieme con Andrea Pamparana e Giuseppe Cossiga, che hanno firmato due calorose prefazioni al volume, il nostro futuro migliore (pp. 128).
Pierluigi Bartolomei, 46 anni, laurea in Economia e commercio, cinque figli, un passato da aspirante attore cinematografico e una forte passione per il teatro, specialmente per il cabaret, è direttore della Scuola di Formazione Elis e docente di Comunicazione efficace e public speaking. Durante l'università ha coltivato un altro grande amore, quello per il canto, partecipando a numerose feste di piazza con un complesso musicale noto soprattutto nel centro Italia; nel 1983 è riuscito a cantare davanti a Giovanni Paolo II, durante una delle consuete udienze. «Romano de Roma», figlio di un poliziotto, Gregorio, e della sora Margherita, ai quali dedica questo libro, scopre ben presto un'altra vocazione, quella di educatore, che realizza pienamente con i suoi ragazzi del Centro Elis nei quali si rivede così com'era alla loro età .