
Cosa abbiamo imparato dall'ultima pandemia? Ci sono insegnamenti, pratiche ed esperienze utili per il futuro? E soprattutto, cosa avremmo dovuto imparare? Con queste domande, nasceva nel 2021 il progetto Pandemie & Infodemie: un manuale per il futuro e l'idea di raccontare questa crisi grazie a un gruppo di lavoro "ibrido" formato da ricercatori, comunicatori scientifici e società civile. Sfogliare questo volume sarà un salto nel tempo in una duplice direzione: verso il passato, per ricordare quello che è stato e capire come è potuto accadere; ma soprattutto verso il futuro, per interrogarsi sulle misure da intraprendere affinché ricerca scientifica, società e politica collaborino efficacemente per affrontare le sfide dell'avvenire.
Dall'autore di "Steve Jobs" e altre biografie di successo, il ritratto sorprendentemente intimo dell'innovatore più affascinante e controverso della nostra epoca: un visionario che ha infranto le regole e portato il mondo in un'era di veicoli elettrici, missioni spaziali private e intelligenza artificiale. E ha anche acquistato Twitter. Quando Elon Musk era ragazzino, in Sud Africa, veniva picchiato regolarmente dai bulli. Un giorno un gruppo lo spinse giù per una scalinata di cemento e lo prese a calci fino a ridurgli la faccia gonfia come un pallone. Elon rimase in ospedale per una settimana. Ma le cicatrici fisiche non furono paragonabili a quelle emotive inflitte poi dal padre - ingegnere, disonesto e carismatico. L'influenza del padre sarebbe durata a lungo. Musk è diventato un uomo-bambino duro e vulnerabile al tempo stesso, incline a bruschi sbalzi d'umore alla dottor Jekyll e mister Hyde, con un'elevata propensione al rischio e un senso epico per le missioni che intraprende e porta avanti con intensità maniacale e talvolta distruttiva. Agli inizi del 2022 - dopo un anno segnato da trentun razzi lanciati in orbita dalla sua azienda, SpaceX, dalla vendita di quasi un milione di auto da parte di Tesla, e dalla sua ascesa come uomo più ricco della Terra - Musk ha parlato con amarezza della sua inclinazione a suscitare drammi. «Devo allontanare la mia mentalità dalla modalità di crisi, in cui si trova da circa quattordici anni, o forse da quasi tutta la vita» ha detto. Era un commento malinconico, non un proposito per l'anno nuovo. Ma già mentre faceva questa promessa, comprava in gran segreto quote di Twitter, il parco giochi per definizione. Nel corso degli anni, ogni volta che si è trovato in un momento buio, è tornato agli orrori di quando veniva bullizzato al parco giochi. Lo stesso che ora ha la possibilità di possedere. Per due anni, Isaacson ha seguito Musk, partecipando alle sue riunioni, l'ha accompagnato nelle sue aziende, e ha passato ore a intervistare lui, la sua famiglia, gli amici, i colleghi e gli avversari. Il risultato è una storia intima, colma di racconti straordinari di trionfi e turbolenze, che risponde alla domanda: i demoni che spingono Musk sono anche ciò che serve per guidare l'innovazione e il progresso?
Il desiderio profondo del singolo uomo, così come il bisogno della specie a cui appartiene, non è centrato sulla figura del nemico e della guerra, ma al contrario su condizioni che permettano l'amicizia e l'amore. Sono queste le risposte adeguate alla fragilità della nostra condizione che ha sempre bisogno di «un altro» da cui ricevere aiuto e disposto a sua volta a donarsi. Per aiutarci a comprendere questo principio, Vittorino Andreoli mette in discussione quella parte della teoria dell'evoluzione che considera «naturale e necessaria» la «lotta per l'esistenza», indicata da Charles Darwin come imperativo per tutte le specie che abitano il nostro pianeta. Una visione che lega la vita alla forza di eliminare e non di costruire, di uccidere e non di stare insieme. All'interno di una concezione che riduce l'uomo a una macchina che segue l'istinto stampato nella genetica in maniera «fatale». Darwin non poteva conoscere le grandi scoperte della biologia recente, che ha permesso di definire la plasticità di parte del nostro cervello, da dove emergono funzioni che hanno un vasto margine di guida e che permettono di attribuire all'uomo desideri e capacità per attivare la condivisione e adattarsi in maniera pacifica alla natura e alla vita «insieme». Diventa dunque ipotizzabile un'evoluzione della specie all'insegna non della lotta ma della cooperazione. E la vita dell'uomo può inserirsi in uno scenario in cui le difficoltà sono affrontate in maniera pacifica attraverso l'aiuto reciproco che porta a condannare la guerra. Una riflessione affascinante che diventa l'occasione per compiere un viaggio dentro la mente dell'uomo nel tentativo di comprendere il senso dell'esistenza di chi è stato posto all'apice dell'albero dei viventi.
Il cattivo è ormai la figura centrale nelle narrazioni immaginative, è spesso il personaggio più sperimentale e complesso, tanto da diventare sistematicamente un modello nonostante incarni il disordine e la devianza da rifuggire. Questa pervasività della violenza del cattivo ha delle ricadute etiche sulle scelte reali? Sì, ma in maniera obliqua. Per comprendere l'odierna accelerazione della trasformazione del cattivo, si devono indagare unitamente l'arricchimento dei mezzi espressivi, che permettono di esperire l'immaginario senza le limitazioni ordinarie, e le ampliate possibilità di fruizione e scelta da parte del pubblico. Sostenuta da uno strutturato impianto teorico, l'analisi di Salvatore Patriarca esplora il male come scelta e la violenza come conseguenza in un percorso che si snoda attraverso filosofia, cinema e televisione, passando dai malvagi "classici", da Giuda a Vito Corleone, per arrivare ai moderni Joker, Dexter e Walter White di Breaking Bad.
Un tempo premiare il merito - misterioso amalgama di talento e impegno - pareva la via maestra per combattere la disuguaglianza, antidoto perfetto contro il nepotismo e i privilegi di classe. Oggi, al contrario, tanti intellettuali, studiosi e politici pensano che sia fonte di discriminazione, selezione, umiliazione dei deboli, e ingaggiano una stupefacente battaglia contro il merito. Nella vita di tutti i giorni non abbiamo alcun problema a scegliere il cuoco più bravo, il chirurgo più esperto, la scuola migliore per i nostri figli, o ad ammirare l'artista più originale, il calciatore che segna più goal, la scienziata che fa una grande scoperta. Perché, non appena si parla di studenti e studentesse, tutto cambia? Perché la parola "merito" nel mondo della scuola e dell'università scatena ogni sorta di paure, accuse, luoghi comuni, pregiudizi? E se invece proprio il talento fosse il più egualitario dei doni, visto che può posarsi su una reggia come su un tugurio? In questo suo nuovo libro, Ricolfi ripercorre la storia delle idee sul merito, dagli ideali che hanno ispirato la Costituzione, passando attraverso le teorie filosofiche e i romanzi distopici del Novecento, fino alla recente e deleteria confusione tra merito e meritocrazia. E mostra quanto retrograda, infondata e lontana dal comune sentire sia la battaglia contro il merito. Sostenere i capaci e meritevoli - a partire dalle ragazze e dai ragazzi dei ceti popolari - è il gesto rivoluzionario che può rimettere in moto l'ascensore sociale. Un gesto che era in cima ai pensieri dei Padri costituenti, ma che finora nessuna forza politica ha avuto il coraggio di far proprio.
Il volume propone una riflessione sul rapporto tra la guerra e la politica, dal momento che mai una guerra è nata per caso o per follia ma sempre come l'esasperazione parossistica di una concezione della politica, e il suo scoppio è la prova di un fallimento dei rapporti tra gli Stati. La guerra è politica, ma la politica non è soltanto guerra. Guardando alla storia, sia remota sia recente, si noterà che, pur cambiando le strategie militari, le dottrine diplomatiche, le istituzioni internazionali, le pubbliche opinioni e i valori, le guerre restano sempre uguali, nella ripetitiva e inutile banalità del combattere e uccidere, dove distruzione e rovine non distinguono vincitori da vinti. L'autore ne conclude che, tra gli straordinari progressi conseguiti dall'umanità nella sua storia, finora è mancato quello di abolire la guerra.
Il volume propone una nuova coniugazione tra ricerca spirituale e prassi politica. L'intera storia moderna viene riletta alla luce delle radici giudaico-cristiane e con l'obiettivo di rilanciare la potenza originaria della speranza messianica, cioè della speranza di un Regno di pace, di giustizia e di libertà. Il libro contiene la Carta della Nuova Umanità, un documento presentato il 25 marzo 2023 all'Università Pontificia Salesiana e che può essere sottoscritto da quanti avvertono i pericoli dell'attuale visione antropologica materialistica.
Chi era il cavaliere dei Rossomori e cosa erano i Rossomori? Per polemica, un industriale minerario continentale in Sardegna, finanziatore dei primi fascisti isolani, marchiò il neonato Partito sardo d'Azione con il nome di 'partito dei rosso-mori' fondendo le propensioni socialiste con i quattro mori della bandiera sarda. Da qui il titolo del libro di Giuseppe Fiori su Emilio Lussu. Era lui, infatti, il 'cavaliere' di quel movimento. Lo fu per dignità e destrezza intellettuale. È la sua vita a testimoniarlo: quattro medaglie in guerra; il carcere, il confino e la fuga da Lipari con Rosselli e Nitti; l'opera di 'diplomazia clandestina' svolta fra Spagna, Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Emilio Lussu fu un politico e un intellettuale insolito nella storia italiana, un socialista 'irregolare' perché libertario, antiautonomista, svincolato dal Pci, eppure consapevole che solo la coesione tra le forze di sinistra avrebbe permesso di 'costruire l'Italia'.
De-sincronizzare i tempi della vita urbana, ripensare gli spazi aperti e quelli domestici, cambiare radicalmente il sistema della mobilità, incentivare l'uso delle energie rinnovabili, realizzare architetture verdi, ricostruire un rapporto di reciprocità con le migliaia di borghi abbandonati, valorizzare la biodiversità implementando il nostro patrimonio di boschi e foreste. Stefano Boeri propone soluzioni nuove e radicali per dimostrare che è possibile ripensare la logica e le forme della vita urbana. Immagina un pianeta percorso da grandi corridoi della biodiversità dove le foreste e le città trovano un nuovo equilibrio, dove i borghi storici tornano a essere comunità di vita e le metropoli diventano arcipelaghi di quartieri autosufficienti. Un mondo nuovo che può nascere da un'intelligente accelerazione di tendenze già in atto. Stefano Boeri ci mette di fronte alle sfide più urgenti che le città del futuro dovranno affrontare.
Nel contesto di un mondo che evolve verso società 5.0 si va ben oltre il comunicare con media digitali: viene, cioè, guardata l'infosfera (frutto di una Rete sempre più ampia) nella quale siamo immersi e che ci colloca in un sistema in cui la separazione tra fisico e digitale è sempre meno definibile. Quali ricadute - in termine di opportunità e rischi - sulla vita dell'uomo e nella pastorale ordinaria?
Il volume ricostruisce la storia dei Cristiani per il socialismo (Cps) in Italia, dove il movimento - nato nel 1971 nel Cile di Allende - si costituisce nel settembre 1973, per iniziativa di cristiani di sinistra provenienti da Acli, Cisl, Comunità cristiane di base, gruppi e riviste della contestazione cattolica, chiese protestanti. L'intento generale dei Cps è trasformare la società in senso socialista e rinnovare la Chiesa in senso evangelico, quello contingente è rompere l'unità politica dei cattolici nella Dc e spostare a sinistra la militanza dei credenti. Il movimento - che coinvolge decine di migliaia di persone - attraversa i fondamentali eventi politici e sociali degli anni '70, fino al progressivo esaurimento all'inizio degli anni '80, per cause interne (conflittualità fra sinistra storica e nuova sinistra, contraddizioni fra fede e politica, crisi identitaria) ed esterne (riflusso della militanza politica, ricomposizione nel mondo cattolico, accelerata dalla prima fase del pontificato di Wojtyla).
Quando si parla di pensieri ed emozioni si entra quasi in uno spazio sacro, dove ogni lettore può permettersi di essere sé stesso. Questo libro è un viaggio all'interno di noi stessi, che aiuta a disegnare mappe prima sconosciute. È un condividere che può essere un'opportunità di crescita, e può metter in luce luoghi interiori inesplorati o a volte anche irrisolti. È una possibilità per conoscere e svelare, rivedere, rivelare. Tanti i temi trattati in questo percorso. Al lettore la possibilità di esplorarli con la profondità che ritiene opportuna. Essere autoconsapevole per raggiungere una maggiore autostima, un equilibrio interiore fondamentale e una relazione profonda.

