
Don Pezzini sollecita una radicale revisione degli atteggiamenti negativi che ancora oggi scattano quasi in modo automatico davanti alla scoperta di sapere che un conoscente o, peggio, un figlio è omosessuale. Lo sforzo dell’autore è quello di rompere con i pregiudizi e di indicare sul piano educativo, soprattutto a genitori e educatori, come aiutare la persona omosessuale a giungere all’accettazione di sé, ma soprattutto comporre con le esigenze evangeliche la propria vita affettiva, in una parola il proprio mondo relazionale, costruendosi un’autentica capacità di amare. Il libro ruota attorno a tre parole chiave: accogliere, comprendere, aiutare, aggiungendo in chiusura alcune preziose testimonianze dirette di ragazzi e genitori.
"Con questo libro mi pongo l'obiettivo di illustrare la storia, le ragioni e anche le difficoltà del movimento dei movimenti, e soprattutto di rendere chiare a tutti le nostre principali proposte. Il tentativo è duplice: fornire uno strumento utile al confronto dentro il movimento e informare chi del movimento non fa parte e magari non ne condivide neppure le idee, ma non rinuncia a 'camminare domandando'. Procederò anche attraverso il racconto di episodi dei quali sono stato diretto protagonista o testimone, episodi a volte noti (almeno nella loro versione ufficiale), a volte sconosciuti." (Dall'Introduzione)
Il complesso fenomeno della globalizzazione interpella la coscienza di credenti e “laici”. Il volume con le sue letture ed interpretazioni interdisciplinari del fenomeno, tra cui non manca l’approccio teologico, si offre come utile strumento per una riflessione attenta e al tempo stesso partecipa di quanto accade nel nostro tempo.
Questi gli argomenti trattati: Prefazione (Card. Camillo Ruini); Orientare o subire il cambiamento? (Zygmunt Bauman); Una lettura socio-economica della globalizzazione (Stefano Zamagni); Tradizione e comunicazione nell’era della globalità (Francesco Casetti e Chiara Giaccardi); Il cittadino globale tra comunicazione universale e cittadinanza particolare (Gianni Colzani); L’individuo comunitario (Roberto Cipriani); Globalizzazione e libertà (Domenico Pizzuti); Globalizzazione, comunicazione, etica (Adriano Fabris); Sensus fidei cristiano in tempi di globalizzazione. Sfide nuove e nuove opportunità per la comunicazione del Vangelo (Antonio Staglianò); Risorsa profetica della religiosità popolare: tratto simbolico della cultura cristiana (Gianluigi Pasquale); L’arte cristiana in un’era di globalizzazione (Timothy Verdon); “Carità intellettuale” e globalizzazione. Il terzo settore interpella la comunità ecclesiale (Antonio Mastantuono); La tradizione cristiana nel contesto del “villaggio globale” (Giuseppe Lorizio).
Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana.
Giuseppe Lorizio, ordinario di Teologia fondamentale e metodologia teologica presso la Pontificia Università Lateranense.
Vittorio Sozzi, responsabile del Servizio Nazionale del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana.
Zygmunt Barman, professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia.
Francesco Casetti, ordinario di Filmologia presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano.
Roberto Cipriani, ordinario di Sociologia presso l’Università di Roma III.
Gianni Colzani, ordinario di Antropologia teologica presso la Pontificia Università Urbaniana.
Adriano Fabris, ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Pisa.
Chiara Giaccardi, docente di Sociologia della comunicazione presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano.
Antonio Mastantuono, docente di Teologia pastorale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Gianluigi Pasquale, docente di Teologia dogmatica presso lo Studio teologico Laurentianum di Venezia.
Domenico Pizzuti, professore emerito di Sociologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Antonio Staglianò, ordinario di Teologia dogmatica presso l’Istituto Teologico Calabro.
Timothy Verdon, docente di Storia dell’arte presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze.
Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica presso l’Università di Bologna.
Le ragazze di Aboke è la storia vera di 139 ragazze rapite dal Collegio St. Mary's di Aboke nel nord Uganda, gestito dalle Suore missionarie Comboniane. Con coraggio suor Rachele Fassera, la vice preside italiana, inseguì i rapitori del Lord's Resistance Army (Lra), uno dei più crudeli gruppi di guerriglieri del mondo, guidato dal fanatico religioso Joseph Kony. La suora ottenne il rilascio della maggior parte delle sue studentesse, ma ne dovette lasciare 30 al loro destino.La giornalista belga Els De Temmerman ricostruisce il viaggio di due delle ragazze di Aboke che riuscirono a fuggire dal Lra. Racconta anche la storia di uno dei rapitori, un bambino-soldato di 14 anni, che faceva parte delle truppe scelte di Kony. Descrive inoltre l'opera instancabile di suor Rachele alla ricerca delle sue allieve, che l'ha portata a incontrare le più alte autorità politiche e reli-giose, compresi il Papa e Kofi Hannan.Le ragazze di Aboke è una fiera protesta contro l'uso dei bambini nei conflitti armati. A questo sco-po il libro si avvale nell'edizione italiana dei prestigiosi contributi della Superiora delle Comboniane, madre Adele Brambilla; dell'attore Massimo Ghini; del missionario Elio Croce; dell'arcivescovo di Gulu, mons. G. B. Odama e di padre Piero Gheddo del Pime che ha firmato l'autorevole saggio-postfazione «Africa: educare alla fraternità » (pp. 240).
Di fronte al pluralismo culturale del mondo moderno, è possibile ipotizzare una società in cui la complessità religiosa, anziché erigere barriere, favorisca una tradizione di tolleranza e apertura nella ricerca e nella condivisione di valori comuni. Uno di questi valori è certamente l’ospitalità: la presenza dell’altro nei testi delle grandi religioni monoteiste – ebraismo, cristianesimo, islam – e il rapporto che le rispettive società instaurano con lo straniero e il forestiero dimostrano come la minoranza che rifiuta di intraprendere un percorso di dialogo non possa avocare a sé ragioni scritturistiche per giustificare la propria scelta. Nei testi delle tre religioni è viceversa comune la convinzione che l’altro non sia un antagonista del credente, ma che il suo esserci offra un’opportunità in più a tutti i fedeli.
Il volume affronta il tema dell’ospitalità nella Bibbia, con alcuni richiami ai Padri della Chiesa, a testi recenti del magistero cattolico, all’islam. Vuole essere un agile strumento, non specialistico ma ben documentato, da destinarsi soprattutto al pubblico degli operatori pastorali, presbiteri e laici impegnati nelle parrocchie e nelle varie organizzazioni del volontariato. Il titolo fa riferimento allo straniero ma anche a ogni credente che resta comunque «figlio della strada» e invitato da Dio a condividere una mensa, intorno alla quale sentirsi fratelli e sorelle, donne e uomini in cammino.
Sommario. Introduzione. A. La Bibbia. 1. L’accoglimento dell’altro nell’Antico Testamento. 2. L’ospitalità dello straniero nel Nuovo Testamento. 3. L’ortoprassi della prima comunità cristiana. B. Il magistero della Chiesa. 4. Lo straniero e il forestiero nella storia della Chiesa. C. Il Corano. 5. Lo straniero e il forestiero nell’islam. Conclusione. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Massimo Salani, laureato in storia con una tesi sui Padri della Chiesa, è docente di religione cattolica dal 1986; insegna Antico e Nuovo Testamento presso la Scuola di formazione teologica della diocesi di Pisa, nonché patrologia, storia delle religioni e storia della Chiesa antica presso lo Studio teologico interdiocesano di Camaiore (LC). Presso le EDB ha pubblicato A tavola con le religioni (2000) che ha vinto il Premio nazionale di storia e saggistica 2001 (Novara). Collabora con riviste scientifiche per il settore storico-patristico. Dal 1996 è membro dell’Ufficio scuola della diocesi di Pisa.
"Le parrocchie rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra": così la Sacrosanctum Concilium del Vaticano II. E Paolo VI nella Catechesi Tradendae: "Lo si voglia o no [la parrocchia] resta un punto capitale di riferimento per il popolo cristiano, anche per i non praticanti". Una prospettiva teologica e una prospettiva storica-pastorale. Il volume è dedicato a "le prime parrocchie" e dietro questa espressione si individuano già i temi di sempre: la condizione economica del clero, la sacralizzazione del sacerdozio ministeriale, la tensione laici-clero, il rapporto con il territorio, le forme della pastorale: catecumenato e battesimo, messa domenicale, liturgia e culto dei santi, monachesimo e matrimonio.
Vengono definiti "secoli dell'infanzia" quelli immediatamente successivi all'origine della parrocchia, perché in quel tempo essa ha subito, come un bambino, una specie di tutela e di ingerenza da parte di regni e imperi che ne hanno condizionato l'autonomia e la funzionalità. Il volume, procedendo con una scansione cronologica, tratta della parrocchia dapprima nei regni barbarici, poi nell'impero carolingio, infine nelle entità territoriali sorte dopo Carlo Magno. Di ogni momento storico l'autore delinea il quadro politico-sociale e i problemi relativi. Su questo sfondo ricostruisce il diffondersi e l'organizzarsi delle parrocchie, la documentazione sul clero, la vita dei fedeli, le linee pastorali complessive.
La parola "crescita" sintetizza bene la storia della parrocchia nei secoli del Medioevo maturo. In tale periodo assistiamo al prodursi di una legislazione specifica sulla parrocchia da parte dei grandi concili della Chiesa latina, di concili provinciali e di sinodi; la parrocchia assume connotati differenti a secondo di singoli paesi (il volume esamina Francia, Spagna, Inghilterra, Boemia, Ungheria, Polonia e l'Italia, caratterizzata dal ruolo pastorale della pieve); con la "riforma gregoriana" la visita pastorale diventa uno strumento di governo ordinario e di formazione di documentazione disponibile per lo storico. Clero e fedeli, con l'analisi delle rispettive caratteristiche, risultano gli altri due grandi temi del volume.
Il volume prende in considerazione il periodo che va dalla fine della "cattività avignonese" alla celebrazione del Concilio di Trento. La parrocchia è coinvolta in due movimenti antitetici e in rapporto tra loro di causa ed effetto. Da una parte nella Chiesa emergono vistosi fenomeni degenerativi (a livello dogmatico, morale e giuridico) che impediscono alle strutture pastorali e di governo di raggiungere le proprie finalità. Dall'altra e come reazione, nasce nella Chiesa un moto di riforma che coinvolge vescovi, clero, religiosi e laici. Ora la storia della parrocchia diventa soprattutto storia dei suoi due elementi costitutivi: clero e fedeli, che vengono esaminati nelle sfaccettature e nella qualità della loro presenza.
Il concilio di Trento termina nel 1563 e l’anno dopo Pio IV ne conferma tutti i decreti, rendendoli esecutivi per l’intera cristianità. Nasce la parrocchia tridentina, che ha avuto il merito di creare, per la prima volta nella Chiesa, un’omogeneità pastorale. Per descriverla l’autore non segue il metodo cronachistico, ma quello che privilegia la vita nel suo complesso.
Il volume – quinto e conclusivo di una serie che ha visto i primi quattro pubblicati dalle Edizioni Dehoniane Roma e ora acquisiti dalle EDB – presenta una documentazione unica sulle scelte pastorali che hanno avviato una vera «riforma tridentina» attraverso le parrocchie. Mette a fuoco «le vie praticate per l’attuazione della riforma», con dati d’archivio documenta la pastorale, la vita quotidiana del clero in cura d’anime, i redditi della parrocchia, il suo rapporto con il territorio. I capitoli su feste di precetto, devozioni, anno liturgico, ciclo della vita (nascita e battesimo, matrimonio, esequie) offrono materiale prezioso per la riflessione antropologica e pastorale.
Parrocchia è un vocabolo in circolazione da almeno 1600 anni. Con il quinto volume l’autore conclude una ricerca che porta a quella “civiltà del campanile” tipica del nostro paese, della quale ancora vive la maggior parte degli italiani. La storia della parrocchia diventa allora un modo per capire la nostra società e la nostra Chiesa.
Sommario
Presentazione. Introduzione. 1. Le vie praticate per l’attuazione della Riforma. 2. Il concilio di Trento dalle enunciazioni ai fatti. 3. La parrocchia: realtà e problemi. 4. La lotta alle superstizioni. Bibliografia.
Note sull'autore
Vincenzo Bo, parroco di Monterosso al Mare e noto specialista di religiosità popolare, è nato a Sestri Levante nel 1922 e morto nel 1999. Laureato in scienze sociali all’Università di Lovanio, ha pubblicato Parrocchia tra passato e futuro (1977), Religiosità popolare (1979), Festa, riti e magia (1983), La religione sommersa (1986). Ha, inoltre collaborato, insieme ad altri autori, ai volumi: Dizionario di pastorale della comunità cristiana (1980), La festa (1980), Il pellegrinaggio e le tradizioni popolari (1982). È autore della Storia della parrocchia in cinque tomi, di cui sono stati disponibili finora i primi quattro volumi: 1) I secoli delle origini (sec. IV-V), 21992; 2) I secoli dell’infanzia (sec. VI-IX), 1990; 3) Il travaglio della crescita (sec. XII-XIV), 1991; 4) Il superamento della crisi (sec. XV-XVI), 1992.
È stato membro del Consiglio del COP e redattore della rivista Orientamenti pastorali. L’attuale presidente del COP così descrive la sua figura: «Vincenzo Bo aveva la stoffa di un vero intellettuale, paziente ricercatore, capace di collegare i mille fili dell’esperienza per farne apparire un disegno compiuto. Si potrebbe dire che fu prete innamorato del suo ruolo di pastore, così come fu uno studioso capace di dare dignità scientifica a quanto l’azione pastorale ha prodotto di tradizioni nel corso dei secoli».
Il testo si propone di aiutare le persone a incontrare il Signore Gesù, mettendosi in ascolto della Sua Parola con esercizi sul Vangelo, perché la vita di chi legge sia condotta a modellarsi su di esso. Esercizi di contemplazione, perché con lo sguardo fisso su Gesù la vita delle persone possa essere trasformata nella preghiera, acquisendo i suoi tratti più originali e veri per diventare essa stessa riflesso del volto di Gesù. Il volume ambisce a introdurre ad una conoscenza personale e profonda che è esperienza di vita e coinvolgimento nel mistero. L'Autore prende per mano le persone perché guardino al Signore e si mettano in ascolto di Lui e lo fa come educatore, maestro di spirito, per suggerire e far intuire il cammino, lasciando che poi ciascuno compia il proprio. La pubblicazione vuole essere anche un invito a riscoprire la preziosità degli Esercizi Spirituali come tempo di silenzio, di ascolto del Signore, di discernimento sulla propria vita.

