
Questo non è il solito manuale di giochi e strumenti per fare teatro in educazione. Al contrario, propone di fare dell'educazione un teatro, con le sue maschere, ruoli, materiali di scena, perché l'educazione non è la vita, ma la vita "rimemorata", inventata, giocata e recitata. Anzi, come il teatro, anche l'educazione è una struttura di finzione. Come l'arte e come il teatro, infatti, l'esperienza educativa modifica le cose per rendere possibile un'esperienza che altrimenti non sarebbe possibile.
L'educazione delle giovani generazioni è una sfida per le istituzioni e il mondo adulto.Ecco un libro pensato per educatori con progetti, proposte e suggerimenti concreti per far scoprire ai ragazzi la fede in Cristo.
«Educarsi per educare», è sempre più importante per ogni intervento educativo, specie da parte di chi intende educare cristianamente.
La riflessione piglia gli inizi dall’evangelico «pro eis sanctifico me ipsum» (= «per essi santifico me stesso») di Gesù. Da qui si parte per riandare alle sorgenti “teologali” della motivazione e dell’intenzionalità educativa: educare diventa, allora, un modo di seguire Gesù e il suo Vangelo, continuando e ispirandosi a Gesù Maestro, per saper parlare al bisogno di significato e di felicità dei giovani.
In questo grave compito, ecclesiale e civile, “dalla parte dei giovani”, si suggeriscono alcune piste di formazione della personalità degli educatori, che culminano nello sviluppo di una vita vera e buona, ad altezza di mondo, rinnovata dalla fede.
Si conclude indicando nel beato papa Giovanni Paolo II un modello esemplare di educatore dei giovani d’oggi.
Ci auguriamo che leggendo i dodici capitoletti del libro si apprenda a “leggere” il nostro tempo, gli eventi quotidiani, i documenti civili ed ecclesiali, in chiave educativa cristiana, perché – come diceva quel grande educatore che fu don Lorenzo Milani – «il maestro deve essere per quanto può “profeta”, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi oggi vediamo solo in confuso».
Un libro che offre gli strumenti per rispondere alle domande fondamentali sull’uso che facciamo di internet e della tecnologia, e che aiuta ciascun lettore a stabilire un punto di equilibrio tra on line e on life. Una scommessa formativa per tutti, fondata su un metodo preventivo e sulle virtù del web, perché sia possibile educare i nostri ragazzi, fin da bambini, a “saper essere” e non solo a “saper fare” sul web, senza lasciarsi rubare la libertà, la coscienza critica, le relazioni, il tempo, i talenti e i valori.
In chiusura una preziosa Appendice sulla didattica a distanza con consigli pratici per gli studenti delle diverse età, per i genitori e per gli insegnanti di ogni ordine e grado.
Marco Pappalardo, giornalista pubblicista di Catania e docente di Lettere. Ha insegnato “Educazione e mondo virtuale” presso l’Istituto Teologico S. Tommaso a Messina e tematiche dei new media presso l’Università di Catania. Collabora con Avvenire, Credere, La Sicilia, e per siti che si occupano del mondo adolescenziale, giovanile e della scuola. Ha scritto libri su temi educativi, sociali, religiosi, formativi, della comunicazione. Con Edizioni San Paolo ha pubblicato Nelle Terre dell’Educazione; Welcome!; Diario (quasi segreto) di un Prof.
Il progetto della nuova evangelizzazione, riproposto da Benedetto XVI, va confrontato con le urgenze del mondo contemporaneo e declinato in un nuovo e più compiuto progetto educativo. L'autore di questo scritto risponde a questi interrogativi: quali valori della post-modernità e della secolarizzazione vanno incorporati nel nuovo millennio, e che significato dare all'aggettivo nuova? "Nuova" perché riannunciata all'occidente, che sembra aver ristretto la religione nella sfera privata o averla esclusa del tutto, o "nuova" perché si ha la consapevolezza che il mondo è radicalmente mutato e che urge adeguare l'annuncio ai cambiamenti storici?
Che cosa significa educare? Esistono delle valide metodologie educative? Quali sono i rischi dell'educazione? Pietro Lombardo, esperto e noto pedagogista, affronta con uno stile incisivo e chiaro la questione educativa, mettendo a disposizione del lettore tutta la sua lunga esperienza professionale, unita a quella di figlio e di padre. Egli è convinto che solo chi si presenta agli educandi come una persona dialogica, autentica, onesta, coerente, testimone di valori e in continua crescita, può esercitare il fascino dell'autorevolezza e conquistare il cuore di chi ama. Per l'autore non esistono ricette pedagogiche, ma degli orientamenti che possono indirizzare genitori e figli, docenti e allievi, educatori ed educandi, nella giusta direzione della fedeltà a se stessi e nella realizzazione del Progetto Felicità. Lottare per essa è un dovere morale, perché, come egli afferma, "quando saremo in punto di morte, ciò che maggiormente rimpiangeremo non saranno le cicatrici delle ferite per le battaglie che abbiamo combattuto, ma l'assenza delle cicatrici per le battaglie che non abbiamo avuto il coraggio di combattere a favore dei nostri figli e di una società più giusta".
Mugugnare che, ormai, l'educazione ci è sfuggita di mano è un inutile perditempo, non solo, ma è sostenere una tesi che non ha nessuna giustificazione!
Anche se sempre più difficile, l'educazione (nei senso pieno dei termine!) resta possibilissima a tutt'oggi.
Si tratta di prepararle ii terreno adatto alla sua germinazione.
II terreno adatto sono sei condizioni che vengono presentate ai rallentatore nel libro.
Condizioni tutte necessarie: dalla numero uno (arrivare prima che la frittata sia fatta"), alla numero sei (... "E liberaci dalle tre malattie!").
Qui nessun gargarismo pedagogico, ma massima concretezza sposata ad un robusto retroterra scientifico.
La leggibilità è garantita.
L'utilità pure, a condizione che le pagine non vengano sfogliate, ma lette con il cervello sempre inserito e con Ia convinzione che i mugugni possono avere i giorni contati: nella patente pedagogica è sempre possibile l'inversione di marcia!
Il periodo relativo alla prima infanzia, dal punto di vista evolutivo, estremamente rilevante, rappresentando un segmento d'età piuttosto sensibile; ciononostante nella realtà ecclesiale si constata un'oggettiva trascuratezza di questa parte dell'infanzia e anche le famiglie dimostrano di non sapere o di non volere introdurre i bambini alla dimensione religiosa; di qui l'importanza di un aiuto e di uno stimolo alla responsabilità familiare, nella certezza che questi apporti costituiscano un elemento di arricchimento della vita spirituale. Con questo volume, che raccoglie gli atti dell'omonimo seminario di studio organizzato dal CIL e dall'Istituto Redemptor Hominis, si vuole offrire un'occasione di ascolto di riflessione e di confronto, promuovendo un discorso aperto sulla vita spirituale dei bambini e dando inizio ad un itinerario di ricerca da percorrere "insieme", con il proposito di arricchire le conoscenze su questa questione e di individuare criteri ed orientamenti per l'educazione dell'infanzia.
La domanda che dà titolo al libro oggi è ben presente a tutti i genitori dotati di una consapevolezza anche minima del proprio compito: padri e madri sanno quanto sia decisiva una relazione educativa capace di consegnare ai figli un’immagine vera e buona della vita. Insieme, però, essi incontrano difficoltà tali da suscitare il dubbio sull’effettiva praticabilità di questa loro opera. Temono di essere senza risorse affidabili. Dall’attenzione a questo disagio, spesso sotterraneo, nasce l’idea del saggio. Esso intende favorire il superamento dell’apprensione verso una cura fiduciosa. Perché ciò possa avvenire, occorre prendere le distanze dai luoghi comuni della cultura pubblica, con i suoi miti fuorvianti, e capire che cosa è realmente in gioco nel rapporto educativo, chi sono i figli, quali le loro attese più vere. La persuasiva lettura dell’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza delineata in queste pagine offre a padri e madri quelle risorse dell’intelligenza che oggi paiono così importanti nel concreto della responsabilità educativa. Essa, prima ancora di costituire un dovere arduo, è un evento che strappa all’affannosa ricerca di sé, schiudendola a quella dedizione che è il segreto di una vita riuscita. Educare si può, e forse è il compito più grato che possa accadere a un uomo e a una donna.
Giuseppe Angelini insegna Teologia morale alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, della quale è anche preside. Tra le sue opere in volume si segnalano: “Laico e cristiano” (Marietti, Casale Monferrato 1987), “Il figlio: una benedizione, un compito” (Vita e Pensiero, Milano 1991), ”Le virtù e la fede” (Glossa, Milano 1994), ”Assenza e ricerca di Dio nel nostro tempo” (Centro Ambrosiano, Milano 1997), ”Lettera viva. I vangeli e la presenza di Gesù” (Vita e Pensiero, Milano 1997), ”Teologia morale fondamentale” (Glossa, Milano 1999), ”La malattia, un tempo per volere” (Vita e Pensiero, Milano 2000).
L'ipotesi che guida la riflessione del volume è che l'attuale crisi morale ed educativa derivi, in larga misura, dal non essere ancora riusciti a trarre tutte le conseguenze del passaggio dalla prospettiva etica dell'epoca moderna, centrata sulla legge morale e sul dovere, a quella postmoderna, che punta piuttosto sulla realizzazione delle persone. Il problema degli educatori è che oggi si trovano davanti al tramonto del vecchio modello, senza essere capaci di valorizzare le risorse offerte dal nuovo. Questo libro vuole essere un contributo al superamento di questo vuoto.
Questo libro non è un elenco di "ricette" da consultare per risolvere questa o quella difficoltà pratica a cui si può andare incontro nel proprio ruolo di educatori. Ciò che l'autore offre è una panoramica dei problemi nuovi che si pongono nell'attuale contesto culturale e di cui spesso non si è chiaramente consapevoli, additando alcune prospettive di fondo alternative alla prassi educativa vigente per affrontarli adeguatamente. Un'opera nata dalla convinzione che non ha senso, in educazione, chiudersi al nuovo sottovalutandolo o, peggio ancora, demonizzandolo.

