
Una conversazione con Riccardo Moro, economista che si occupa di questioni internazionali e in particolare del problema della lotta alla povertà. Si è occupato del problema del debito estero dei paesi del sud del mondo, concorrendo ad animare la campagna per la remissione del debito lanciata dalla Chiesa italiana. Direttore della Fondazione Giustizia e solidarietà, è tra iccordinatori di Sentinelle del mattino. Il libronon offre risposte preconfezionate né propone percorsi ben precisi da seguire, ma ha l'obiettivo di spiegare le dinamiche, mostrare i rischi e offrire punti di riflessione perché ognuno possa scegliere responsabilmente le proprie azioni. Segue un'appendice con una breve raccolta di documenti e una nota bibliografica per l'approfondimento: i manifesti presentati da Sentinelle del mattino, il discorso del papa all'Accademia delle Scienze sociali e un interveto di Peter henriot, un gesuita americano tra i massimi esperti contemporanei di dottrina sociale della chiesa che ha animato in Zambia la campagna sul debito.
IL SIGNIFICATO TEOLOGICO DELLA SEPOLTURA DI GESU. LA DISCESA AGLI INFERI. LA RISURREZIONE DI CRISTO. L ASCENSIONE AL CIELO. LA PENTECOSTE. LA PARUSIA" DEL SIGNORE. LA "FINE DEL MONDO". GESU`CONSEGNA IL REGNO A DIO PADRE. " e' il nono volume che raccogl ie le lezioni del corso per catechisti" tenuto dai microfoni di radio maria da alcuni padri demenicani del convento di bologna. La gloria di c risto ha un duplice fondamentale aspetto: e`la gloria del figlio, la quale, in quanto gloria divina, esiste infinita dall'eternita ed esistera infini ta per l'eternita, e pertanto non e`suscettibile di incrementi; ed e`anche la gloria del figlio, in quanto incarnato, in quanto uomo, nato da maria duemila anni fa e morto sotto ponzio pilato. La gloria di cristo, sotto questo secondo profilo, e`andata crescento a cominciare dalla nascita a betlemme fino alla sua passione e morte redentrice. Ma la crescita della gloria di cristo non si h fermata con la sua morte, perchi gesu, morto, e`tornato in vita e ora continua la sua azione fisico-umana nella gloria del padre. "
Continuiamo ad assistere passivamente ai naufragi di tanti nostri fratelli disperati, incapaci di opporci a una legge nazionale che prevede il rigetto di chi approda sulle nostre coste. Se tale è il modo di comportarsi, non è il caso di domandarci con don Mazzolari se per caso "il cristianesimo abbia esaurito la sua funzione storica?". Dobbiamo avere il coraggio di prendere atto di un deterioramento estremo dei rapporti sociali a causa della mancanza di un'etica condivisa e di batterci per un tipo di convivenza caratterizzata dal rispetto della dignità di ogni essere umano, la quale potrà essere realizzata solo quando saremo in grado tutti di avvertire "il senso dell'altro" che vive accanto a noi o lontano da noi; quando avremo raggiunto quel modo di essere e di agire che Senner definisce "sociabilità". Nessuna soluzione potrà essere prospettata limitatamente al nostro piccolo mondo nazionale. La globalizzazione ha prodotto una interdipendenza tra i vari Stati, nel bene e nel male, e perciò i problemi dovranno essere affrontati in un'ottica globale.
Due studiosi delle trasformazioni economiche e sociali in America Latina osservano i cambiamenti degli ultimi venti anni nel senso della globalizzazione, smascherandone i retroscena; evidenziano che disuguaglianza, discriminazioni di classe e di ceto sono aumentate. L'intenzione di mantenere le attuali gerarchie economiche viene spiegata anche con la conoscenza puntuale dell'utilizzo ideologico del linguaggio. Vi si trova inoltre una critica di quelle politiche di cooperazione che nascondono volontà di cooptazione e di controllo politico.
Le spinte innovative della finanza, della comunicazione, del capitalismo stanno trasformando l'economia e la società nei paesi progrediti; condurrando a grandi trasformazioni anche le economie emergenti. Questo testo, affronta queste prospettive osservandole dal punto di vista anche della Dottrina Sociale.
Argine politico al libero scambio e alla più ampia interazione tra individui e imprese di paesi differenti, il protezionismo è l'insieme delle misure legali che limitano, proibiscono, controllano o regolano gli scambi internazionali. Esso rappresenta quindi il principale freno alla globalizzazione in atto e una delle espressioni più caratteristiche del potere pubblico arbitrariamente esercitato sulle scelte autonome di prodotti e consumatori. In questo saggio Pascal Salin offre un'aperta difesa del libero commercio e mostra, al contempo, il carattere immorale e l'irrazionalità economica che caratterizzano le politiche volte a ostacolare il flusso del libero movimento di capitali e beni.
La globalizzazione viene comunemente rappresentata come complesso di fenomeni dotato di un dinamismo inarrestabile, alla stregua di una forza della natura. La rapida strutturazione su scala mondiale dei flussi di merci, capitali e nuove tecnologie è all’origine di trasformazioni economiche, politico-sociali e culturali dagli esiti non facilmente immaginabili. Per molti questa realtà che contrassegna la nostra epoca va salutata con estremo favore. Essa costituisce la forma compiuta del grande ideale liberale: una sempre più ampia integrazione dell’economia planetaria andrebbe generando uno straordinario accrescimento della prosperità, i cui vantaggi ricadrebbero anche sui paesi poveri. E tuttavia, questa rappresentazione mostra la sua parzialità proprio a fronte dell’inconfutabile evidenza di un crescente divario non solo tra paesi ricchi e paesi poveri, ma anche all’interno delle stesse società e democrazie dell’Occidente. Sorgono allora domande ineludibili per chi ha a cuore un profilo di civiltà che non si contragga attorno al mero interesse economico, ma abbia consistenza etica: la globalizzazione è un processo a cui lasciare uno svolgimento del tutto indipendente, o non va piuttosto orientata? Come immaginare un ruolo nuovo della politica perché la competizione non trionfi sulle istanze della giustizia? In quali maniere e attraverso quali soggetti la comunità internazionale, nelle sue diverse articolazioni, deve operare per porre un argine agli elevati costi di questa nuova frontiera del capitalismo? Queste preoccupazioni accomunano le autorevoli riflessioni qui pubblicate. Nella loro diversità, esse si compongono attorno all’esigenza decisiva di un nuovo umanesimo, che richiede il rigore del pensiero, l’intransigenza dell’etica e il cuore della solidarietà. Le inedite questioni poste dalla globalizzazione domandano non meno di questo, se non si rinuncia all’idea di una società che dia forma al proprio destino anziché abbandonarsi inerme al corso degli eventi.
Il termine globalizzazione fa parte di un lessico ormai abusato, anche se a questo punto è difficile trovare espressioni meno generiche che conservino la stessa capacità di identificazione e la stessa immediatezza. Ciò non significa che il termine sia privo di una certa ambiguità, dato che assume di volta in volta, nei diversi ambiti in cui è utilizzato, significati contrastanti. In generale, comunque, si parla di globalizzazione a partire dal riconoscimento di fenomeni collocabili a livello macrosociale o macroeconomico, mentre scarsa attenzione è stata posta al punto di vista dell'esperienza individuale. Questa prospettiva consente di osservare un fenomeno molto più sfaccettato e di cominciare ad esplorare il nuovo rapporto tra individuo e contesto sociale.