
Scritto durante l'esilio londinese, il saggio muove da una riflessione critica sulla parola "persona" che aveva fondato la corrente del personalismo di Emmanuel Mounier. Il testo è però molto più che l'espressione di una rivendicazione semantica: è una luminosa meditazione filosofica sulla nozione di "diritto", di "democrazia", di "giustizia", di "male" e di "bellezza". Weil riflette sul fondo nascosto, impersonale, di ciascuno di noi, da cui risale la domanda: "Perché mi si fa del male?", l'unica in grado di dare fondamento al rispetto dovuto a ogni essere umano e alla sua esigenza di giustizia. Il "grido muto" che riaffiora in queste pagine, nella sua semplice immediatezza, smantella i cardini dell'intera riflessione politica dell'Occidente: il primato dei diritti individuali, il culto delle idee astratte, il predominio del linguaggio razionale su qualsiasi altro.
Lo studio, che si colloca nell'area epistemologica della teologia spirituale, accosta il vissuto mistico di Divo Barsotti alla luce della categoria della "presenza". Epigono di una grande tradizione mistica, soprattutto carmelitana, della "Presenza", il sacerdote toscano ci lascia una dottrina che fugge dalla sola tentazione investigativa per ricadere nello spazio dell'esperienza, offrendoci per di più una sintesi capace di riconsegnare al mistero celebrato il suo ruolo proprio: quello di essere fonte di spiritualità.
11 febbraio 2013, Benedetto XVI annuncia la sua decisione di dimettersi. Un momento storico per la Chiesa e per il mondo. Ma anche l’occasione per guardare finalmente con occhi nuovi a un Pontefice che i media hanno spesso presentato con vecchi stereotipi. È questa l’operazione compiuta da Mimmo Muolo, nel presentarci uno Joseph Ratzinger diverso da quello percepito. Un Papa del coraggio, a partire proprio dal suo gesto più coraggioso: la rinuncia.
Sette anni, dieci mesi e nove giorni. È la durata del pontificato di Benedetto XVI, che questo libro – pubblicato in prossimità dei 90 anni del Papa emerito, 16 aprile 2017 – esplora nelle sue coordinate fondamentali. Da un lato il confronto con il mondo laico, al quale il Pontefice ha rivolto un pressante appello ad allargare la razionalità e a vivere «come se Dio ci fosse». Dall’altro la questione della fede, posta con forza all’interno della Chiesa come strumento indispensabile per quel confronto e per un nuovo annuncio del Vangelo. Prendendo le mosse dalla sorprendente rinuncia, l’Autore delinea un ritratto originale di Joseph Ratzinger, mostrando la grande distanza tra il «Papa reale» e quello «percepito». Un Papa dalle scelte coraggiose, il cui insegnamento non va dimenticato.
In queste pagine viene presentato il testo degli esercizi spirituali, predicati a papa Francesco e alla Curia romana da p. Giulio Michelini, francescano. Sulla trama del Vangelo di Matteo, l'Autore propone la sua lectio divina in nove quadri, corrispondenti ad altrettanti episodi della passione, morte e risurrezione di Gesù. Un percorso di esegesi biblica strutturato in tre momenti: Capire: per risalire al significato base del testo. Meditare: per permettere al testo di rivelare tutte le sue potenzialità spirituali, anche attraverso confronti letterari, storici e artistici. Attualizzare: per nutrire la nostra storia presente e le nostre scelte, con la parola del Vangelo. Il lettore potrà ripetere l'esperienza che papa Francesco e i membri della Curia romana hanno fatto: riscoprire il senso delle ultime parole di Gesù, coglierne lo spirito e tradurle nella vita di ogni giorno.
Le settantadue ore di un viaggio a Roma in occasione del Giubileo dell’ammalato e delle persone disabili dello scorso giugno 2016.
Capita poche volte nella nostra vita che un viaggio ci rimanga talmente impresso nella mente e nel cuore da continuare a riviverlo dentro di noi per lungo tempo, di provare quella specie di “mal d’Africa” che non è solo nostalgia e ricordi ma è incapacità di staccarsi da quanto si è vissuto, di tornare ad essere quelli di prima.
Il contenuto di questo viaggio sono state le settantadue ore trascorse a Roma insieme a diecimila disabili ed ai loro accompagnatori con papa Francesco in occasione del Giubileo dell’ammalato e degli ammalati e delle persone disabili dello scorso giugno 2016.
Più che una cronaca è un percorso per episodi, immagini ed emozioni lungo quei tre giorni che hanno raccolto uomini e donne forse deboli ed imperfetti nel fisico o nella mente, ma carichi di gioia e di speranza.
In queste pagine c’è il racconto di un viaggio attraverso i loro occhi: non troverete dolore o rassegnazione ma vedrete invece rappresentate una forza ed una bellezza diverse.
A quasi cinquant'anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi e straordinario italiano, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci. Eraldo Affinati ne ha raccolto la sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua avventura breve e fulminante: Firenze, dove nacque da una ricca e colta famiglia con madre di origine ebraica, frequentò il seminario e morì fra le braccia dei suoi scolari; Milano, luogo della formazione e della fallita vocazione pittorica; Montespertoli, sullo sfondo della Gigliola, la prestigiosa villa padronale; Castiglioncello, sede delle mitiche vacanze estive; San Donato di Calenzano, che vide il giovane viceparroco in azione nella prima scuola popolare da lui fondata; Barbiana, "penitenziario ecclesiastico", in uno sperduto borgo dell'Appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione. Ma in questo libro, frutto di indagini e perlustrazioni appassionate, tese a legittimare la scrittura che ne consegue, non troveremo soltanto la storia dell'uomo con le testimonianze di chi lo frequentò. Affinati ha cercato l'eredità spirituale di don Lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati, insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno: dai maestri di villaggio, che pongono argini allo sfacelo dell'istruzione africana, ai teppisti berlinesi, frantumi della storia europea.
Al momento della pubblicazione, nel 1985, "Sperare per tutti" e "Breve discorso sull'inferno", i due volumi qui riuniti secondo un espresso desiderio di von Balthasar, fecero molto parlare di sé. Il punto di partenza era la generosità inesauribile del Padre che portò all'origine eterna della Trinità santa, secondo il famoso passo paolino: "Dio non tenne per sé come un tesoro geloso la sua divinità". Questo è il grande dono di Dio, ma nella sua generosità Egli offre al Figlio la creazione. E quando la creatura nella sua libertà finita ricevuta in dono decide di allontanarsi dalla casa del Padre, il Figlio si offre prontamente per discendere nel mondo e riconquistare all'amore quel dono che rischia di andare perduto. Incarnazione, crocifissione e morte sono l'espediente estremo d'amore per convincere la creatura dell'amore di Dio. A questo punto, però, lo sconfitto è il vincitore: il Figlio calato negli inferi viene preso nell'abbraccio del Padre e questa è la resurrezione. La storia del mondo e dell'uomo viene così riorientata verso Dio. È Yapocatastasi, la dottrina della riconciliazione universale, condannata dalla Chiesa? Balthasar nega di giungere a tanto, anche se vuole prendere sul serio le parole del Vangelo, che parlano di Gesù venuto per la salvezza di tutti.
La speranza cristiana, come anticipa già lo stesso titolo, offre una nuova serie di catechesi sul tema della speranza. Un argomento molto caro al Pontefice e che egli stesso considera fondamentale «in questi tempi che appaiono oscuri, in cui a volte ci sentiamo smarriti davanti al male e alla violenza che ci circondano, davanti al dolore di tanti nostri fratelli» (pag. 5). Il volume è aperto dalle riflessioni del 7 dicembre 2016 ispirate dal profeta Isaia, profeta dell'Avvento, messaggero della speranza e prosegue affrontando la speranza generata dall'incarnazione del Figlio di Dio. E ancora le osservazioni nate grazie alle suggestioni della Lettera ai Romani in cui la figura di Abramo indica la via della fede e della speranza. Sperare è un bisogno primario dell'uomo e il Pontefice lo ricorda, nelle sue riflessioni, attraverso la figura del profeta Giona e dell'eroina Giuditta. Le catechesi raccolte all'interno del volume coprono un arco temporale che va dal 7 dicembre 2016 al 22 febbraio 2017.
L'esperienza umana e spirituale di Benedetto XVI, il primo papa emerito nella storia. J. Ratzinger, enfant prodige della teologia e intellettuale europeo, è stato prefetto della Dottrina della fede ed eletto papa nel 2005: papa del pensiero più che del gesto, papa «teologo» più che «di governo». Figura complessa e insieme di autentica semplicità evangelica, difensore della «fede dei semplici», timido ma all'occorrenza deciso, intende rimuovere la «sporcizia dalla Chiesa», si batte contro la marginalizzazione della religione nel mondo contemporaneo e propone la «differenza cristiana»: Dio è amore. Limiti e scandali interni non intaccato la sua profezia ecclesiale.
Lo Spirito Santo costituisce l'anima, la linfa vitale della Chiesa e di ogni cristiano: è l'Amore di Dio che fa del nostro cuore la sua dimora ed entra in comunione con noi. E lo Spirito stesso è «il dono di Dio» per eccellenza (cfr. Gv 4,10), è un regalo di Dio, e a sua volta, a chi lo accoglie comunica diversi doni spirituali. A partire dalle catechesi di papa Francesco sui doni dello Spirito Santo, tenute in occasione delle udienze del mercoledì dal 9 aprile all'11 giugno 2014, il sussidio propone alcuni testi brevi per guidare la riflessione e la preghiera. La Chiesa ne individua sette (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio), numero che simbolicamente dice pienezza, completezza. Ai brani che presentano ciascuno dei sette doni attribuiti allo Spirito, fa seguito una preghiera, sempre ispirata all'insegnamento del Pontefice.
In un mondo moderno, «troppo umano», che insegue il desiderio di emanciparsi da ogni Trascendenza e che intuisce il declino della Bellezza e della ricerca della verità, si concretizza l'anelito del cristianesimo contemporaneo per un'estetica teologica, il cui obbiettivo è il recupero del bene e del vero attraverso l'esplorazione del bello. Una riflessione teologica qui delineata tramite le voci di alcuni tra i maggiori pensatori occidentali - da Agostino che rintraccia in Dio la Bellezza Ultima a Tommaso d'Aquino che la vede nel Cristo, a Kierkegaard che esplora il salto della fede attraverso l'insoddisfazione e la disperazione, fino a Dostoevskij e von Balthasar-, con incursioni nella teologia orientale di Evdokimov, che legge nella figura del Crocifisso la cifra della Bellezza che splende e salva. L'autore sonda inoltre la predisposizione delle arti (musica, cinema, poesia e architettura) a divenire luoghi di rivelazione della Trascendenza: vie della Bellezza.
Dio ha un sogno su ogni uomo. L'uomo può scrutare e scoprire questo sogno cercando i verbi di Dio e guardando i miracoli di Gesù. Essi rappresentano il sogno di un altro mondo, del regno di Dio, di un altro modo di essere nel quale noi siamo già e non ancora. Nel 2007, il cardinale Carlo Maria Martini risiedeva stabilmente in Terra Santa, dove spesso accoglieva gruppi di pellegrini. Questo testo, totalmente inedito, è stato ricavato da un corso di esercizi spirituali da lui predicati nella località di Kiryat Yearim, in Israele. Essenziale e diretto, Martini traccia una affresco del desiderio di Dio e della ricerca dell'uomo come suo interlocutore, descrivendo l'azione divina attraverso i verbi principali: creare, promettere, liberare, comandare, provvedere e amare. Lo schema classico degli "esercizi", arricchito dalle indicazioni per la disposizione alla preghiera personale e al commento ai brani biblici sapientemente bilanciato tra Antico e Nuovo testamento, portano il lettore ad affrontare una domanda cruciale: com'è possibile che tutto ciò che è amore nella vita degli uomini venga assunto nell'amore di Dio? Cosa c'entra Dio con la mia vita?