
In questo testo di poesie l'autore narra il suo amore per Cristo, per ogni uomo che soffre, per la sua amata Africa, per i "figli" africani sofferenti, di cui si sente padre, e ricorda in modo struggente le proprie radici, i suoi genitori e la sua terra d'origine, la Lucchesia.
Tutto, indistinto, trasognato tace. E tu emergi sul colle al diradarsi della nebbia oltre il fiume della pace che si alza per baciare la luna. Il mio amore ti fa essere. Il tuo amore mi fa vivere. Nessuno ci conosce. Ma il vento per sempre conterà il poema.
Albert Schwieitzer (1875-1965) è da sempre considerato una della personalità etiche, intellettuali e spirituali più interessanti del XX secolo. Figlio e nipote di pastori protestanti dell'alta Alsazia, e pastore lui stesso, dottore in filosofia e teologia, per alcuni anni rettore seminario teologico di Strasburgo, storico delle origini del Cristianesimo, studioso di Bach di Kant e di Goethe, organista di fama internazionale, laureatosi in medicina, a trent'otto anni diviene missionario in Africa equatoriale. Premio Nobel per la pace del 1953, ne utilizza i proventi per la costruzione del Lambarènè, in Gabon, di un centro per l'accoglienza e l'assistenza ai lebbrosi che porta tuttora il suo nome. Per Albert Schweitzer vivere il messaggio evangelico ha voluto dire lavorare per l'uomo, per emanciparlo e riscattarlo dall'ignoranza, dalle malattie, dalla miseria. Prefazione di Giulio Andreotti.
Atti del Convegno su "La donna consacrata nel mondo della salute".