
Un'orazione chiama i sei Monaci Cistercensi (Padre Simeone M. Cardon, Padre Domenico M. Zawrel, Fra Albertino Maria Maisonade, Fra Modesto M. Burgen, Fra Maturino Maria Pitri, Fra Zosimo Maria Brambat) massacrati nell'Abbazia di Casamari, "Martiri dell'Eucaristia". È un titolo che dà alla suprema loro testimonianza una tonalità speciale: essi infatti sono rimasti nel convento, malgrado il pericolo, con l'unica preoccupazione di salvare e proteggere il loro tesoro più grande, il Signore nell'Eucaristia. Già consacrati a Cristo, insieme a Lui e per Lui hanno versato il sangue e come Lui hanno perdonato i loro carnefici.
Questo dizionario di omiletica è uno strumento di preparazione della predica ed in particolare dell'omelia. Esso si presenta non come un semplice elenco alfabetico di temi predicabili, ma come un vero e proprio manuale che ha lo scopo di contribuire alla formazione di chi si appresta al delicato compito dell'annuncio della Parola di Dio, presentando al lettore una metodologia che permetta di conoscerne in modo adeguato i contenuti e di trasmetterli secondo le leggi di una corretta comunicazione. È un'opera che pone particolare cura sia sui contenuti da trasmettere, nella linea di interpretazione della Chiesa (cosa dire), sia sulle modalità della loro trasmissione (come dire) in modo da indurre chi ascolta a riflettere sul proprio quadro di valori. Un'opera, quindi, non solo da consultare occasionalmente ma da leggere e da studiare.
Il libro analizza con semplicità ma attenzione la figura di Gesù come Maestro. La riflessione inizia con l'analisi del rabbinato classico come si esercitava ai tempi di Gesù; procede con l'osservazione delle similitudini e novità del rabbinato di Gesù, nei confronti di quello classico; per giungere ad una terza parte dove lo sguardo si muove sui Dodici discepoli nella loro relazione con il Maestro Gesù, delineandone i tratti salienti della vita, come ci risulta dai Vangeli, fino alla morte a volte documentata, a volte leggendaria, a volte tradizionale e a volte tramite il martirio, come conformazione piena a Cristo. Il libro, nel riflettere sulle attitudini educative di Gesù, esorta i lettori a riscoprirsi discepoli dell'unico Maestro. Oggi è più che mai importante per il credente cristiano mettersi alla Scuola di Gesù, per non lasciarsi travolgere dai tanti falsi maestri che il mondo propone.
Una domanda la si può consegnare all'odierno "Uomo Parabolico": è ancora udibile, oggi, il linguaggio di quelle "antiche" parabole mai sopite dalla storia e pronunciate duemila anni fa in un luogo periferico dell'impero romano? Il "Signore delle Parabole" può ancora parlare all'odierno "Uomo della Parabola"? È una sfida proponibile? Forse si potrebbe dire così: mentre con la "parabola di oggi" riusciamo a vedere il "Tutto" che succede nel mondo, con le "parabole di ieri", quelle narrate da Gesù di Nàzaret, forse riusciamo a "vedere" il "Tutto" di Dio, a scrutare, per quanto ci è possibile, i suoi "segreti", quelle "cose nascoste" da sempre, fin dalla fondazione del mondo, ma a noi finalmente svelate. E questa pare essere proprio una "bella notizia". Queste pagine, nella loro apparente semplicità, ci "intrigano", portandoci nel vortice dell'incontro col Mistero santo di Dio, inseparabilmente lontano e vicino, sovrano e umile, e ce ne fanno gustare il senso e la bellezza per la nostra vita di pellegrini nel tempo delle frammentazioni e delle solitudini, che è la nostra condizione post-moderna, inguaribilmente segnata - al di là di ogni apparenza - da una profonda nostalgia dell'Unico, il Totalmente Altro fattosi totalmente vicino a noi in Cristo Gesù.
Il libretto è una semplice guida per la meditazione e la riflessione personale e comunitaria. I diversi temi, sviluppati secondo uno schema alfabetico, come elementi portanti su cui meditare, dopo una sintetica introduzione, sono completati da un breve passo biblico e da un brano di o su grandi uomini e donne di Fede.
Felice Porri nacque a Cantalice (RI) nel 1515 in una famiglia contadina, terzogenito di cinque figli. Sin da piccolo sentì una predisposizione per la vita consacrata. Ancora fanciullo fu mandato nella vicina Cittaducale presso i Pichi, una famiglia di proprietari terrieri. Man mano che cresceva, a Felice vennero affidati compiti sempre più impegnativi, fino ad essere nominato bifolco e messo a lavorare la terra con i buoi. Nel 1543 decise di seguire la sua vocazione ed entrò tra i Frati Cappuccini. Per i primi anni di vita religiosa fu mandato nei conventi di Tivoli, Viterbo (Palanzana), Tivoli di nuovo e poi, agli inizi del 1547, in quello di Roma, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta il 18 maggio 1587. Per quarant'anni, la mattina, dopo la preghiera comunitaria e personale, partiva dal suo convento situato nei pressi del Quirinale, con la sua bisaccia sulle spalle e poi con la zucca per l'olio e il vino, per la questua. Era solito visitare gli ammalati e aiutare i più poveri. Si tramandano molti miracoli avvenuti per sua intercessione. Molto bella fu la sua amicizia con un suo santo coetaneo, anche lui a Roma in quegli anni: San Filippo Neri.
Alla scuola della Beata Elia di San Clemente, Carmelitana Scalza, possiamo riscoprire la gioia della preghiera, "quel filo di comunicazione intima che passa tra l'anima e Dio" (Scritti, p. 108). Le proposte che vengono presentate in questo libro non solo registrano la testimonianza della profonda unione della Beata con Lui, ma tracciano anche una preziosa pista per imparare a dialogare con Dio attraverso la guida di una persona che lo ha amato "con immenso amore, fino a distruggermi tutta per Lui" (Scritti, p. 218) e che usava invocare Maria come "Tenera Madre", "Madre d'amore", "Mamma del Paradiso". Il libro è diviso in tre sezioni: la prima dedicata alla Via Crucis; la seconda al Mese mariano di Maggio; la terza al Santo Rosario. I testi appassionati e profondi che scandiscono i vari momenti di preghiera (stazioni della Via Crucis, giorni di Maggio, misteri del Rosario), sono scelti dal repertorio spirituale della Monaca Carmelitana barese.