
«Voglio parlare d’amore in queste pagine, in tutte queste pagine.
Tutto ciò che sulla terra è stato scritto, detto, sussurrato, urlato, gridato, parla d’amore...
Per dire della forza della passione insediata nel profondo dell’anima, da dove giunge a coinvolgere anche i corpi in vorticose danze d'amore, Christiane Singer fa rivivere la storia di Eloisa, quintessenza dell’amante e mistica. Attraverso questa confessione insieme pagana e spirituale, questa singolare esaltazione del piacere e dell’estasi ci offre un testo di straordinaria intensità, una trasmissione di umanità amorosamente partecipe «passione» appunto «fra cielo e carne»
Dalle conversazioni che Giuseppe Barbaglio (nel 2003) e Aldo Bodrato (quest’anno) hanno avuto in una giornata di giugno nell’isola di Sant’Erasmo, a Venezia, è ricavato questo insieme di testi, offerti al lettore come strumento per pensare non banalmente il presente della fede cristiana. Nella varietà degli studi, degli approfondimenti e delle sensibilità testimoniati in queste pagine il lettore potrà trovare infatti indicazioni, piste di ricerca e forse anche stimolo per non soccombere all’ovvietà, veicolata da parole usurate, come, appunto, “storia, fede e risurrezione”.
«Sono cattolica»: affermazione che presuppone fede e coscienza, amore e responsabilità. Credere non è sempre facile, soprattutto quando le verità credute si confrontano con le ideologie, i luoghi comuni, le incrostazioni del tempo; la coscienza non è mai al sicuro, alle prese con decisioni che spesso vengono condizionate da pregiudizi e rigidità moralistiche; l'amore deve districarsi dalle maglie della mera appartenenza, di una frequentazione meccanica e passiva cui viene facilmente indotto chi si sente marginale o succube; la responsabilità soffre tra difficoltà e impotenze, tra giudizi e censure (autocensure).
«Dimmi la verità» cantava, nel 1971 John Lennon e il refrain è sempre in agguato in molti dei nostri rapporti interpersonali, anzi spesso ci accontentiamo almeno di una certezza e non solo sul piano individuale. E spesso certezza e verità si fondono e confondono, sicché è lo stesso orizzonte veritativo della comunicazione che diventa problematico. Certo quid est veritas non perde in alcun modo il fascino originario, ma è sempre più evidente che senza attenzione e cura, senza cautele e distinzioni diventa semplicemente un esercizio retorico che non aiuta a cogliere l’attuale stato del nostro modo di comunicare nella quotidianità. Ma la questione della verità sperimentata nella quotidianità è correlata con quella vissuta nell’ambito della società e della chiesa: sono atti di un’unica vicenda umana che ha portata assoluta e si colora dei tratti del nostro tempo. Di questo e solo di questo tratta questo denso volumetto redatto dal gruppo “Oggi la Parola” e che presenta scritti di Giuliano Pontara, Luigi Accattoli, Annamaria Testa, Giuseppe Goisis, Paolo Inguanotto, Pino Stancari, Lorenzo Biagi, Giannino Piana, Roberto Mancini, Domenico Massaro, Mario de Maio, Giovanni Montanaro, Giovanni Colombo, Ivo Lizzola, Beatrice Draghetti, Cristina Ricci, Fabrizio Valletti, Ettore Zerbino, Paolo Giuntella e Jean Louis Ska, nonché l’Apologia di Socrate nella versione di Giovanni Reale, adattata da Carlo Rivolta e Nuvola De Capua per lo spettacolo interpretato da Carlo Rivolta.
L’ottavo giorno non è un tempo, ed è tuttavia “il tempo” sempre tacitamente presente, necessario a vivere il senso di un frangente che è vita, la più fonda, la più vera. Parallelo al silenzio, contiene tutto l’ineffabile, ma insieme avvolge ogni parola, la sua anima, ogni evento, ogni passaggio. L’ottavo giorno è la fine, la consumazione, la trasfigurazione, e insieme il principio, l’origine, la bellezza e l’incanto, la pienezza e il vuoto che la fa risaltare.
In un breve e denso saggio Gobbi conduce il lettore alla scoperta della realtà della gioia, indagandone espressioni letterarie e linguistiche nella cultura europea: etimologie, testi poetici, filosofici e mistici, riflessioni e attualizzazioni sono posti in ascolto della concreta esperienza della gioia. Le sue riflessioni coinvolgono, in questo volume, poeti come Hölderlin e Leopardi e scrittori come Katherine Mansfield, Montale e Proust; ma anche San Francesco e Jacopone da Todi.
La domanda sulla gioia si mostra misteriosamente inscindibile da un’attenta riflessione sul dolore; essa, forse, è la più difficile che un uomo possa porsi, ma è anche la più ricca di possibilità per chi desideri tentare una comprensione spirituale e feconda della propria esistenza.
Uscito nel 1998, presto ristampato e altrettanto velocemente esaurito, non più disponibile da diversi anni, Lessico della gioia viene ora presentato in una edizione rivista e accresciuta, nello spirito che caratterizza i “Quaderni di ricerca” delle Edizioni Servitium.
Lorenzo Gobbi, (Verona, 1966), ha pubblicato il saggio Gerusalemme nella memoria di Amos Oz, (“Le città letterarie”, UNICOPLI, Milano 2006)], e raccolte di poesie, tra le quali: Nel chiaro del perdono (con una lettera di Roberta De Monticelli, Book Editore, Bologna 2002), Le rose più di tutto (plaquette artigianale, "I Quaderni di Orfeo", a cura di Roberto Dossi, Milano 2005) e Luce alla mia destra (Book Editore, Bologna 2006).
Ha tradotto e curato opere di poesia, tra cui: Rainer Maria Rilke, Vita di Maria (Qiqajon, Bose 2000; ora anche in Maria "I Meridiani" Mondadori, Milano 2000); Un guscio di nocciola. I fiori e le erbe di Shakespeare (Il filo di Partenope, Napoli 2006); Rainer Maria Rilke, Le rose, "I quaderni di Orfeo", Milano 2006).

