
Il testo, facendo seguito al cammino giubilare che inizierà il 24 dicembre con l'apertura della Porta Santa, si dipana utilizzando l'immagine della porta come filo conduttore. Se il Bambino Gesù è infatti porta che apre il cielo al mondo, i bambini saranno invitati ad aprire delle porte per predisporsi al cammino di gioia che conduce al Natale. Ascoltare, camminare e aprire saranno dunque le azioni che caratterizzano le quattro domeniche di Avvento. La Novena invece si svilupperà come un piccolo racconto attraverso le parole chiave del pellegrinaggio. Età di lettura: da 6 anni.
Oggi siamo chiamati a riscoprire nella fede cristiana ciò che è davvero vita: vita più vivente del semplice esistere biologico, vita che si è manifestata nel Verbo-Parola Gesù Cristo. La conversione che ci occorre non è a una dottrina, a delle formule teologiche, ma, appunto, alla vita, come testimoniano i primi cristiani di Gerusalemme. Si tratta di rimettere al centro della fede innanzitutto Gesù Cristo, colui che ci ha narrato il Dio invisibile, vivente e vero. Solo Cristo è il fondamento della "differenza cristiana", il Cristo del Vangelo, nato da Maria, vissuto in Palestina, morto e risorto. Senza la morte e la resurrezione, Gesù Cristo non può essere il destinatario della nostra adesione-fede, colui nel quale abbiamo speranza perché è la nostra speranza. Noi cristiani non abbiamo molto di specifico da dare agli altri, ma questa buona notizia della resurrezione di Gesù, quindi anche nostra, sì! Proprio per questo il cristianesimo non può attestarsi in modo definitivo, ma può sempre e solo rinascere, ricominciare: il cristianesimo ricomincia sempre e apre davanti a noi un futuro inedito.
Don Fabio, in queste pagine, si pone accanto al lettore, sostando sui brani del Vangelo che il Lezionario propone nel ciclo liturgico dell'anno C, fondamentalmente centrato sul Vangelo secondo Luca. Come è noto, Luca indirizza il suo Vangelo e gli Atti degli Apostoli ad un certo Teòfilo, un greco in via di conversione. Questo Vangelo, quindi, ha una prospettiva di iniziazione per i pagani, e così deve esser letto e accolto: un Vangelo che ci vuole aiutare ad accedere all'eredità di Israele e del suo Messia, resa praticabile dall'annunzio della Chiesa e dei suoi Sacramenti. In questi commenti domenicali don Fabio si rivolge ai "Teòfilo" di oggi, per aiutarli a scoprire la forza e la solidità della Parola di Dio, Parola che, come egli ama ripetere, non va solo capita, ma soprattutto accolta. Solo così possiamo ritrovare il filo di noi stessi, del nostro passato e del nostro presente; e chi si perde questa Parola, perde il segreto dell'oggi. Con un linguaggio schietto e profondo, l'autore permette a ogni domenica e solennità di sprigionare quella forza luminosa che essa racchiude in sé.
Un intenso dialogo tra un nonno e una nipotina a spasso per Roma. Un viaggio alla scoperta di alcune tra le più belle basiliche romane. Un cammino giubilare sulle tracce di un'antica tradizione: il pellegrinaggio delle Sette Chiese. Età di lettura: da 4 anni.
La birra, nella cultura occidentale, è stata spesso considerata una bevanda rozza e meno dignitosa rispetto al vino. In realtà nel Vicino Oriente Antico aveva un'importanza notevole, a livello sia sociale sia religioso, tanto che in Mesopotamia vi era addirittura una divinità ad essa dedicata. Questo libro traccia una documentata storia del «pane liquido» nelle civiltà mesopotamiche e nell'antico Egitto e mostra come questa bevanda fosse diffusa e tenuta in grande considerazione nel mondo antico, forse già dal Neolitico, quando la coltivazione dell'orzo portò alla produzione non solo del pane ma anche della bevanda ottenuta dalla sua fermentazione. Inoltre, si evidenzia come essa sia menzionata varie volte nell'Antico Testamento, benché la sua comparsa sia oscurata da traduzioni generiche. Infine, si svelano quattro ricette per produrre birra seguendo il metodo usato da assiri, sumeri, babilonesi, egizi e israeliti.
A Rahner interessa affermare che il libro non è qualcosa di esclusiva pertinenza della sfera dell'esistenza umana, ma elemento che s'inserisce là dove l'uomo e Dio s'incontrano, l'uno per rivelarsi e l'altro per salvarsi. Il Libro Sacro è da intendersi come un «momento» concreto dell'Incarnazione del Verbo. E, in tal modo, il libro in quanto tale è entrato nella sfera del Verbo di Dio fatto carne, nella storia della salvezza come ultima preparazione dell'entrata decisa e personale di Dio nella storia. Dio ha voluto il suo stabile avvicinamento all'umanità in modo tale che passasse dalla realtà concreta di un libro. Dunque, Dio ha voluto di proposito una storia dell'umanità in cui logicamente si approdasse al libro. L'invenzione del libro è stata dunque propedeutica alla Sacra Scrittura. Da questo derivano al libro una dignità e un'importanza uniche nel loro genere, tali da far pensare che esso dovrà durare per sempre fino all'ultimo giorno, sempre legato alla vicenda esistenziale dell'uomo.
«La Chiesa nella sua maternità desidera che tutti i fedeli partecipino sempre più pienamente, coscientemente e attivamente alla vita liturgica che è anche l'espressione più alta della sua vita. Tutti i fedeli, del resto, in virtù del Battesimo, hanno un sacro diritto e un sacro dovere di partecipare alla sua liturgia. Col Battesimo ogni cristiano fa parte di un popolo sacerdotale. Così la Chiesa si riconosce nella preghiera di tutti i suoi figli, così tutti i suoi figli in qualche modo possono pregare in suo nome. Per questo obbliga i sacerdoti e invita e raccomanda a tutti i suoi figli la recita dell'Ufficio divino. Mai il semplice fedele potrà vivere più intensamente né più efficacemente la sua partecipazione alla liturgia della Chiesa che nella preghiera dell'Ufficio divino; per questo il Breviario è il massimo dono che la Chiesa offre oggi ai cristiani».
«La "Bella Signora" teneva nella mano destra, all'altezza del petto, un libro dalla copertina color cenere, mentre con la sinistra indicava verso i propri piedi, dove c'erano un drappo nero, simile a una tonaca, aggrovigliato in terra, e pezzi di un crocifisso, il medesimo che Cornacchiola aveva frantumato in un accesso d'ira rientrando in casa dalla Spagna nel 1939, ammucchiati di lato. Dopo aver coperto con la sinistra la mano che manteneva il libro, iniziò a parlare...». La storia, il messaggio e la profezia che le apparizioni di Maria alle Tre Fontane (Roma) consegnano ancora oggi al mondo e alla Chiesa, nel racconto di uno dei massimi esperti di apparizioni mariane.
  
