
Aprile 1945. In una Vienna in fiamme e con l'Armata Rossa alle porte, una bambina vede il mondo cambiare intorno a sé. Christel, la protagonista, racconta in prima persona i bombardamenti e la fuga in periferia, il senso di precarietà e la mancanza di cibo, ma anche le scorribande e i giochi dei bambini, catturando l'atmosfera di quelle settimane inquiete attraverso la cronaca della vita quotidiana in tempo di guerra. Una galleria di personaggi indimenticabili - soldati, famigliari, vicini di casa, angeli e arcangeli - descritti con tono poetico e irriverente, scorre sotto gli occhi del lettore. Su tutti emerge la figura di Cohn, un cuoco russo per nulla eroico, a rappresentare la volontà di sopravvivere in un mondo crudele senza rinunciare alla propria umanità e all'amicizia. Età di lettura: da 10 anni.
Come far dialogare la vita di Gesù raccontata nei Vangeli con la grande letteratura universale? Don Paolo Alliata, noto per la sua maestria nell'interpretare la Bibbia attraverso i grandi testi della biblioteca universale, ci consegna alcuni scorci narrativi sulla vita di Gesù, organizzati in cinque sezioni, che concorrono a creare un vero e proprio ritratto dell'Uomo di Nazareth. Seguiremo così Gesù dai suoi inizi fino alla sua passione, morte e resurrezione, con uno sguardo rinnovato sulle sue parole, i suoi gesti e le sue relazioni. La trama narrativa è arricchita dalla tessitura artistica creata dai suggestivi acquerelli di Nicola Magrin.
È un viaggio emozionante, quello che Laura Verrani ci propone in queste pagine intense, sorprendenti e capaci di orientare con uno sguardo nuovo la lettura biblica (che sempre pensiamo di conoscere e, invece, sempre si rinnova). Partendo da Abramo e Sara (maestri dei nuovi inizi e dei mutamenti di prospettiva), attraversando le sfide delle donne dell'Esodo, per giungere a Maria Maddalena, donna che ha il coraggio di guardare il vuoto e lasciarsi interrogare, senza arrendersi all'assenza e, perciò, a sua volta capace di ripartire una volta udito pronunciare il suo nome, Laura Verrani conduce i lettori, con una scrittura immediata, fresca ma non perciò meno profonda, a tuffarsi nel mondo al femminile di pagine bibliche che rischiamo di non comprendere altrimenti appieno. La chiamata di Abramo, infatti, non si attua senza Sara, chiamata a uscire non dalla casa del padre ma dalla tenda e dall'ombra del suo sposo. Così come l'Esodo non è possibile senza il "sabotaggio" nei confronti del potere perpetrato da un gruppo di donne che nemmeno si conoscono tra loro ma condividono il rispetto per la vita. E poi Giuditta, Maria ed Elisabetta, che escono in modi diversi da una vergogna cui, altrimenti, sarebbero condannate. E la donna "curva- del Vangelo di Luca: figura di colei che ha trascorso una vita a guardare in basso, costretta da una deformità che è lo specchio di una condizione sociale ed esistenziale. E la Samaritana... Una Bibbia che lascia scoprire i cammini di libertà che la abitano da una prospettiva inattesa e sorprendente, finora poco frequentata.
Il percorso della conversione a Dio di Teresa d'Avila (non a torto considerata tra le più alte figure della spiritualità cristiana) è un cammino di purificazione degli affetti, un vero e proprio "dramma intimo" del passaggio dall'amore umano all'amore divino: da un'affettività debordante e incontrollata a una carità ordinata, perché unita a Dio, ma non meno affettuosa e debordante, e che di fatto traboccherà, dentro e fuori della Riforma del Carmelo, in una fitta rete di relazioni. In un contesto come quello attuale in cui tutti (formatori, religiosi, parrocchiani...) annaspiamo per un corretto recupero dell'affettività, cercando di evitare tanto una sua repressione quanto una sua idolatrazione, la Sapienza di Teresa in questo ambito si offre come vera maestra, nella misura in cui lei, o meglio la divina Sapienza in lei, ha potuto conseguire un'armonia perfetta - anche se apparentemente ai limiti dello scandalo (si pensi al suo rapporto incandescente con il padre Gracián) - tra amore umano e "timore di Dio". Armonia necessaria tanto più oggi per questo mondo che sembra aver perso il cuore, tra violenze e abusi di ogni tipo, al fine di liberare per tutti una sana e santa affettività.
Il libro si sofferma su alcune caratteristiche essenziali che plasmano la vita religiosa, interiormente ed esteriormente: la chiamata personale, la missione apostolica e la carità pastorale. L'autore considera la vita consacrata come un modo di vivere l'amore, evocando l'amore di Cristo che ha radunato un gruppo di discepoli perché, nello Spirito, come Lui e grazie a Lui, rispondessero all'amore del Padre. La vita consacrata, insomma, come frutto di una vocazione e di una relazione con Dio. La porta di accesso a ogni capitolo è la Parola di Dio, centro della vita della Chiesa. L'autore dà voce ad alcuni personaggi che sono cronologicamente vicini alla vita di Gesù e, in alcuni casi, alla nascita della Chiesa. La loro esperienza a contatto con Gesù è in grado di suscitare domande, di aprire al mondo, di risvegliare la sorpresa. Queste pagine non vogliono essere uno studio esaustivo o puramente accademico. Vogliono piuttosto metterci in contatto con i fondamenti di ogni persona consacrata: la grazia della vocazione, la vita comunitaria secondo i consigli evangelici, la comune missione apostolica, l'ascolto della Parola di Dio e la passione apostolica per i più deboli.
L'accesso al ministero ordinato e alla vita religiosa per lungo tempo è stato considerato quasi un privilegio per persone con una struttura umana speciale, "migliore" delle altre. Da questa precomprensione la conseguenza errata che sacerdoti e religiosi/e con l'ordinazione e la professione religiosa vivano sentimenti, sessualità e relazioni in modo diverso dagli altri esseri umani, e quindi per essere felici e realizzati debbano mutilare queste dimensioni, e "nascondere" la loro umanità. Questo libro composito si colloca sotto l'angolo prospettico di persone, uomini e donne, che vogliono vivere la loro vocazione in modo autentico, integrando il mondo dei sentimenti e degli affetti, al di là dell'orientamento eteroaffettivo e omoaffettivo. Non è l'orientamento sessuale, infatti, la questione centrale di una riuscita vocazionale, ma l'integrazione. La conoscenza teorica e la pratica psicologica, la letteratura scientifica sul tema, prevalente ormai in ambito internazionale, l'esperienza di formatori e formatrici, e infine la testimonianza diretta di sacerdoti e religiose, aprono la via, come questo libro documenta, a una visione positiva, di fatto più evangelica e più vera sul tema vocazionale.
Anche tra gli studiosi è diffusa la convinzione che Israele conoscesse, in modo molto rigido, solo due possibilità: o si era giusti al cospetto di Dio o non lo si era. Tutte le gradazioni, tutte le sfumature intermedie sarebbero state assenti. L'Autore ha intrapreso allora, per la prima volta, una raccolta esaustiva dei dati che riguardano il giusto: sostantivi, qualificativi, azioni compiute e subite. Ne emerge una mappatura completa che restituisce una figura dalle molteplici sfumature. Il materiale viene commentato analiticamente nel corso dell'opera e graficamente organizzato in ben dieci appendici. L'opera può essere letta su due livelli: scientifico e divulgativo. I lettori interessati maggiormente al primo aspetto troveranno abbondanti annotazioni di carattere filologico e semantico; quelli più interessati al secondo, una ricca messe di informazioni accessibili anche a chi non conosce la lingua ebraica. Gli uni e gli altri hanno tra le mani il primo e innovativo studio sistematico sulla figura del giusto nel Salterio.