Senza alcuna soggezione per la complessità dell'argomento l'autore, con un approccio volutamente canonico, esamina il versetto di Gv 18:28 caposaldo della cronologia alternativa cosiddetta giovannea, proposta ed affermata a partire dalla prima metà del secolo scorso: "era l'alba ed essi non vollero entrare nel Pretorio per non contaminarsi e (poter) mangiare la Pasqua" - dal quale risulterebbe la cena di Gesù precedente il banchetto pasquale - mostrandone l'incoerenza: gli accusatori di Gesù avrebbero avuto tutto il tempo ed il modo di purificarsi. Infatti, per la legge di purità, la tradizione ebraica e la prassi in uso al tempo di Gesù, la contaminazione sarebbe durata solo un giorno, cioè fino al tramonto, e tolta con le abluzioni precedenti la cena pasquale. Argomentazione rafforzata dall'ulteriore incongruenza con la spiegazione del fatto che fornisce lo stesso evangelista: prima dell'alba o dopo non importava affatto, perché i giorni venivano computati a partire dalla sera. Il versetto deve perciò avere un significato differente da quello di consueto attribuito, tutto da scoprire.
Il testo rappresenta un interessante appello ad incedere nel cammino della vita per inoltrarsi fiduciosamente in quella dello Spirito; ad animarne il contenuto è il medesimo spirito che sollecita gli uomini e le donne di ogni tempo ad innalzare tutto il cuore e tutta la mente a Dio per unirsi a Lui. I lettori, coscienti che il culmine della vita in Cristo si realizzerà compiutamente nel secolo futuro, saranno sollecitati a riflettere sul problema di come instaurare un proficuo rapporto con Dio a partire dall'esistenza terrena. Se ci si chiede che cosa significhi in concreto partecipare dello Spirito, e come si possa cooperare con Questo per compiere la volontà del Padre, ci accorgiamo che l'invito assume la sua concretezza nella vita quotidiana, per tale ragione dobbiamo affidarci alle testimonianze di coloro che hanno sperimentato in precedenza la Sua presenza, per questo alludiamo all'esempio dei Padri della Chiesa indivisa. Il libro traccia una parabola patristico-biblica, in cui il punto di partenza è l'ascolto profondo della Parola, per farla penetrare sino alle nostre "fibre spirituali"; scopriremo che l'ascolto è spesso disatteso, sappiamo che ciò accadeva fin dai tempi apostolici, Gesù stesso riscontrò la durezza del cuore dei suoi fedeli, per questo motivo, ancora oggi, l'umanità impiega notevoli sforzi nel perfezionare questo tipo di ascolto, purificando il cuore e cercando il silenzio per far riemergere la Parola. L'approccio metodologico dell'autrice desterà sicuro interesse in tutti quei cristiani che forse si trovano infastiditi dai facili spiritualismi, o dalle pratiche che spesso confondono i piani del telos cristiano, che mira alla divinizzazione. La particolare suggestione offerta dall'analisi ha di mira il ridestare la ricettività allo Spirito Santo seguendo l'esempio dei Padri per "perfezionare l'imperfezione" umana, un ossimoro spirituale sul quale meditare.
Il volume raccoglie otto riflessioni che formano un affresco sorprendente su come l'evangelizzazione (la "buona notizia" dell'interesse di Dio per l'uomo) è "narrata" e concretizzata dai più diversi - e forse insospettati - protagonisti dell'intera Bibbia; e su come l'evangelizzazione influisca sulle culture e ne sia influenzata, su come le formi e ne sia a sua volta formata.
Per essere testimoni del Gesù vivo, dobbiamo "Ricordare" che è stato condannato a morte perché è sempre stato dalla parte dei piccoli, dei peccatori, dei poveri, delle donne, contro tutte le forme di oppressione e di morte. Questo riassume "tutto" quello che le Scritture dicevano di Gesù e che le comunità di Luca non dovevano assolutamente dimenticare. E' la memoria viva della misericordia di Gesù (il suo cuore dalla parte dei miseri), che sarà presente in ogni pagina del Vangelo e che ci "ricorderà"che per questo Gesù è stato crocifisso. Mai dimenticarlo! Il "Vivente" porterà per sempre i segni del suo martirio/testimonianza che le nostre comunità devono dare, se vogliamo essere seguaci sul cammino del "Vivente". Il cammino e i tavoli sono gli spazi e i momenti che manifestano la misericordia di Gesù alle comunità di Luca e alle nostre. Con lui cammineremo, saremo suoi commensali per riuscire ad essere, con lui, segni della misericordia divina. Senza aver più paura della croce.
Il libro tratta di numeri, ma numeri "speciali”e “significativi" quelli contenuti nella Bibbia. Si entra nel testo biblico attraverso una via non comune, diversa dalle solite, per approfondire il suo Messaggio e scoprirne la grande ricchezza. Si potrà avere l'impressione di scorrere una miscellanea di temi assai diversi, ma il filo conduttore sono i numeri stessi, che nella Bibbia assumono moltissimi significati e sfaccettature di senso, permettendo molteplici approcci e interpretazioni. Apparirà chiaro quanto siano importanti, ma anche quanto sia delicato il loro studio e facile l'esagerazione o la manipolazione. La Bibbia non è un manuale per rispondere alle domande sui misteri del creato o predire il futuro, ma un mezzo privilegiato per cogliere il senso profondo della esistenza umana. Questo importante dato di fatto deve essere tenuto ben presente nell'avvicinarsi ai testi biblici e nell'interpretarne i numeri espressi, simboli pregnanti di significati e potenti trasmettitori delle verità ivi contenute. Possiamo parlare di salvezza e redenzione, male e peccato attraverso i numeri? Chissà
Il progetto di questa Agenda/Libro è di Antonella Cabassi: suoi i disegni, la scelta dei dati e dei testi, le traduzioni, la compilazione, la composizione e la grafica. La A in copertina è parte del carattere Lapis, disegnato nel 2014 in occasione di un concorso quale omaggio a Giambattista Bodoni e al carattere Lapidario romano. L'antiporta, disegnata nell'ottobre 2020, è un'Allegoria dell'Architettura tratta da Bartolomeo Pinelli.
Piero della Francesca, indiscusso ed enigmatico emblema della pittura rinascimentale, nelle pagine di questo libro cerca di uscire dal suo silenzio e dalla sua apparente freddezza geometrica per raccontarci in quattro opere da lui eseguite il suo e il nostro tempo.
In dialogo con lui si porrà Francesco d'Assisi attraverso alcuni testi compilati duecento anni prima: parole che richiamano colori e forme dell'artista di Sansepolcro.
Dai confronti quotidiani con la sanità, con il mondo dell'economia e del lavoro, del volontariato, della scuola, dall'ascolto e dallo scambio di opinioni con i cittadini è nata l'idea di questo libro, che vuole testimoniare come una realtà ha affrontato la pandemia globale: quali soluzioni, quali risposte, quale tipo di resilienza è stata messa in campo per continuare a essere comunità e non cedere alla rassegnazione, alla paura e alla solitudine e porre le basi di un futuro condiviso. Il libro è composto da una serie di dialoghi tra Luca Vecchi con personalità dei vari settori della vita sociale e politica del paese. Tra i quali il prof. Romano Prodi per l'economia, don Giuseppe Dossetti per Chiesa, volontariato e terzo settore, Maurizio Landini (segretario nazionale CIGIL) per il Lavoro, Stefano Bonacini (presidente della Regione Emilia-Romagna) per la politica, Fausto Nicolini (direttore generale Ausl RE) per la sanità e diversi altri personaggi per il mondo della scuola, i giovani e gli anziani.
Oggi è utile una riflessione significativa sul tema della coscienza con la quale gli esseri umani vivono? Crediamo di si. Esaminare, per notazioni sintetiche e riferimenti testuali, che cosa la Bibbia e la flosofia euro-occidentale dicano sul fondamento trascendentale della coscienza etica e sulle modalità per vivere oggi in modo consapevole: questo e l'obiettivo fondamentale di questo volume a due voci. Esso intende contribuire a valorizzare quanto le epoche precedenti hanno donato alla nostra, a cominciare dall'antichità euro-mediterranea e medio-orientale, in termini educativi e formativi. Queste pagine desiderano delineare una vita umanamente consapevole e sensatamente felice, al di fuori di fondamentalismi e settarismi culturali e religiosi di ogni genere.
Quale Chiesa? È questa la domanda che spesso si pongono coloro che partecipano alla vita della comunità e che percepiscono la velocità dei cambiamenti socio-culturali in atto. C'è un patrimonio ecclesiologico di grande portata emerso dal Concilio Vaticano II, che non è stato ancora vissuto e forse capito a sufficienza. Quando parliamo di ministerialità, di principio di uguaglianza nella comunità, di centralità della Parola di Dio nel cammino dei fedeli, del ruolo della donna, sembra di nominare aspetti di un modello di comunità - la Chiesa come popolo di Dio - che non è riuscito a penetrare in profondità il tessuto ecclesiale. Del resto, non è facile elaborare una proposta ecclesiale, che riesca a trovare concordi le diverse sensibilità di una comunità. Ne sa qualcosa chi, come il cardinale di Bologna Matteo Zuppi, deve riuscire a conciliare i tanti cammini diversi di una diocesi nell'unica proposta del Signore. Oppure, un prete di campagna come Paolo Cugini, chiamato, come tanti suoi confratelli, ad accompagnare il cammino di comunità con una lunga tradizione ecclesiale, in un percorso di comunione. Quale Chiesa, appunto, per il contesto socioculturale che è in continua evoluzione? Si percepisce, nel mondo cattolico, la necessità di sedersi attorno ad un tavolo per ripensare, in modo sinodale, ad uno stile di comunità il più aderente possibile al Vangelo, senza perdere di vista le grandi sfide dell'attualità. Per questo il libro desidera offrire un materiale di qualità al dibattitto ecclesiale, riproponendo, in modo semplice e non accademico, i temi cruciali che furono al centro del dibattito ecclesiologico del Concilio Vaticano II, ripresi in modo originale da papa Francesco ed attualizzati dal cardinale Matteo Maria Zuppi.