
Cosa si nasconde dietro la morte di Giulio Cesare? Che cos'ha in comune l'omicidio di Pasolini con la tragedia di Cogne? I grandi "casi giudiziari" del passato spesso celano la chiave per risolvere i gialli dei nostri giorni e diventano il campo di prova per tutte quelle indagini archiviate, ma mai risolte. Le tecniche scientifiche sempre più perfezionate oggi usate per trovare i colpevoli di delitti altrimenti insolubili possono essere applicate anche ai misteri del passato. È l'impresa a cui si dedicano in questo libro il comandante del Ris di Parma Luciano Garofano, lo storico e antropologo Giorgio Gruppioni e il regista Silvano Vinceti. Lo studio compiuto sul Dna del poeta Matteo Maria Boiardo vissuto nel Quattrocento, è stato il banco di prova decisivo per l'applicazione dell'analisi di alcune regioni del cromosoma maschile Y. Seguendo le tracce di morti oscure come quelle di Pico della Mirandola e di Poliziano, sospetti avvelenamenti, o di Giacomo Leopardi, il cui cadavere è scomparso, gli autori mostrano come si conduce un'indagine, come si raccolgono prove e indizi, come si studiano i reperti, come si fa un sopralluogo sulla scena del crimine e come viene orchestrato il lavoro di consulenza per attribuire a ciascun indizio il giusto valore.
Trasversale a tutte le culture e a tutte le religioni, la dimensione spirituale è una componente essenziale e distintiva dell'animo umano. Percorrendo la civiltà classica, ebraica, egiziana, indiana, buddista e cristiana alla luce del loro peculiare approccio alle "potenze dell'anima", Elémire Zolla tratteggia un vasto affresco antropologico, in cui si alternano suggestioni sulla letteratura, la storia della cultura, la filosofia, e la teologia.
Tirolo. La vita di Maria, diciottenne sensibile e sregolata, è un inferno di rimproveri e ostilità. Il padre è un tiranno, incita le educatrici a punirla, scoraggia i suoi spasimanti e si ostina a considerarla come una figlia di seconda classe. Maria cerca di cambiare il suo destino sposando un italiano e fuggendo dalla casa paterna. Ma anche il marito si rivela un giudice autoritario, e nuove tragedie sono in agguato. Scoppia la guerra, il marito parte per il fronte, a Maria non resta che occuparsi della casa. Tiene a portata di mano il fucile da caccia, e prima o poi lo userà.
Costruito come dialogo, il "De Repubblica" è uno dei testi fondamentali dell'intero corpus ciceroniano. Un testo di filosofia politica che analizza in maniera sorprendentemente attuale le possibili forme del governo e le sue altrettanto possibili degenerazioni. Cicerone riflette sulla natura della monarchia, sempre a rischio di trasformarsi in tirannide, sull'aristocrazia e sulla sua deriva in oligarchia, sulla democrazia che può scadere in demagogia. Ma si concentra anche sull'idea di giustizia e sulla sua pratica, all'interno dello stato e nei rapporti internazionali, sulla costituzione romana nel suo sviluppo storico e sulla figura dell'uomo di governo ideale, il princeps, colui il quale sacrifica l'interesse individuale a vantaggio di quello collettivo.
Aiace, Edipo, Bidone, Spartaco, Antigone, Seneca, Petronio, Demostene. Greci e latini, personaggi d'invenzione e autori letterari. Ciò che li tiene insieme, il denominatore comune, è il concetto, e la pratica, di "bella morte". Aderendo cioè a un'idea fortissima, etica ed estetica insieme, di conclusione della vita nella quale all'inevitabilità del gesto corrispondesse anche e soprattutto una grande dignità, ognuna di queste figure ha deciso, nella finzione o nella realtà, di concludere la propria vita con il suicidio. Con un'azione, dunque, che nella sua drammaticità ha voluto di volta in volta avere un significato civile o sentimentale, valere da protesta o da sacrificio estremo. Anacleto Postiglione ha selezionato e raccolto una serie di pagine che raccontano la percezione tragica che gli antichi hanno avuto di una scelta estrema come il suicidio.
Un testo per chi in un romanzo vuole ritrovare la poesia di un amore puro e lo struggimento di un sogno irrealizzabile.
Diciannove secoli prima di noi, una notte di primavera. Lassù, nella Fortezza di Masada stanno gli ultimi superstiti di una rivolta durata sette anni. Sono novecentosessanta. Giù, lungo l'ardente Mare di Sale, si stringe in armi la spietata Decima Legio Romana. Fino a ieri, per raggiungere la Fortezza esisteva solo il rischiosissimo "sentiero del Serpente". Era imprendibile, Masada. Ma i Romani hanno trovato una via. E all'alba sarà strage. Quali supplizi aspettano quei novecentosessanta, con le loro donne e i bambini? I ricordi vagano sulla libera vita d'un tempo, e poi l'invasione, Jerushalem distrutta, le crocifissioni a migliaia. È l'alba. Contro il cielo impallidito, emerge dalla muraglia l'elmo crestato di un centurione romano. L'uomo balza su, pronto alla strage. Ma non immagina ciò che i suoi occhi vedranno. Sulla fortezza nemmeno una voce. E oggi un altro uomo, che si chiama Michel, scruta le antiche rovine, decifra i fragili scritti. Chi erano veramente, quegli insorti? Perché una comunità di asceti, che noi chiamiamo Esseni, visse nel deserto di Qumran, e nascose in undici caverne migliaia di Rotuli in pergamena dove è scritta una storia di cui nessuno sapeva più niente? Perché su una Làmina di rame sono elencati sessantaquattro nascondigli dove ancor oggi sarebbe sepolto un enorme tesoro? Perché il popolo di Jerushalem aveva accolto con entusiasmo un Galileo chiamato Jeshu? E perché quello stesso Galileo fu condannato a una morte straziante?
Il libro è la cronaca della più grande avventura del Terzo millennio, vissuta in prima persona dall'Autore: l'immigrazione.
Il testo raccoglie i tre scritti che diedero prima forma a cio' che si viveva agli inizi del movimento di Comunione e Liberazione, allora detta Gioventu' studentesca.
Henri Poincaré è stato uno dei più grandi geni della storia della matematica, i suoi studi hanno aperto la strada a importanti ricerche sviluppate nel corso del Ventesimo secolo. La congettura da lui enunciata nel 1904, in grado di descrivere la natura e la forma dell'universo, ha impegnato le maggiori menti del Novecento ed è stata inclusa nella lista dei sette "Problemi del Millennio". Partendo da Babilonia e dall'antica Grecia, Donal O'Shea ripercorre l'evoluzione del pensiero matematico nel corso dei secoli, da Euclide a Riemann, da Poincaré ad Hamilton, fino a Grigori Perelman, il matematico russo che nel 2002 risolse la congettura, rifiutando poi il premio di un milione di dollari messo in palio.